Oggi il Corriere della Sera e Repubblica hanno stabilito un nuovo record mondiale di INFORMAZIONE PELOSA. Il resto della Banda dei Media ha cercato di imitarli senza però raggiungere il loro livello di perfezione assoluta.
La notizia del giorno è che il governo è stato battuto sulla questione di Rete4.
Ma nessuno spiega cosa sia questa questione.
E scusate se osservo che non è normale che in articoli in prima pagina, con tanto di proseguo in seconda e terza e commento del Grande Giornalista di approfondimento non si capisca assolutamente di cosa si stia parlando.
E non dev’essere stato facile per giornalisti peraltro capaci mediamente di scrivere, riuscire a confezionare così tanti articoli scritti in modo che non si capisca un cazzo. Devono averci lavorato sodo in redazione a limare e tagliare e intorcicare per ottenere un simile capolavoro di disinformazione assoluta.
Riescono a non dire:
---che Rete4 occupa abusivamente dal 1999 le frequenze nazionali.
---Che la frequenza occupata da Rete4 era stata assegnata per pubblico concorso a Europa7 di Francesco di Stefano.
---Che il suddetto aveva avuto l’assegnazione di 2 frequenze nazionali. La seconda delle quali oggi è libera e disponibile ma comunque non gli è mai stata assegnata concretamente.
---Che Francesco Di Stefano ha ricorso contro questa illegalità totale e ha vinto tutti i livelli di giudizio arrivando a vincere perfino di fronte alla Corte dell’Unione Europea.
---Che se l’Italia non ottempererà immediatamente alla consegna delle due frequenze nazionali a Europa7 dovrà pagare 300 mila euro di multa al giorno a partire dal 2006.
Ma attenzione: nessuno può accusare i due maggiori quotidiani italiani di tacere la verità su questa zozza storia italiana di televisioni rubate.
Infatti entrambi i quotidiani ne hanno parlato.
L’archivo di Repubblica ci dà una quindicina di articoli dal 1999 a oggi. Il motore di ricerca del Corriere della Sera ci fornisce solo 4 risultati per Europa7 ma parte dal 2003. (I motori di ricerca forse hanno dei problemi?)
Ora io vi chiedo se la storia di Europa7 non meriterebbe un’attenzione diversa da parte dei maggiori giornali italiani.
Siamo di fronte a un abuso sfrontato verso qualunque senso di giustizia?
Non è abnorme e degno di grande attenzione da parte dei media che lo stato italiano sia stato preso in ostaggio dall’inciucio in modo tale che platealmente e senza vergogna i governi D’Alema 1999, Berlusconi 2001, Prodi 2006 e ora Berlusconi 2008 si sentano tranquilli a fare delle frequenze televisive nazionali quel cazzo che gli conviene scoreggiando su tutte le leggi e le sentenze emesse da tutti i livelli della magistratura?
Visto che qualcuno potrebbe non credere alle mie parole tanto gravi vi invito a leggere quel che scrive la stessa Repubblica in un articolo firmato da Giovanni Valentini. Attenzione l’articolo esce in prima pagina!
Ma con due piccole astuzie: non ha l’onore del titolone, è solo un commento di approfondimento. E non si intitola “Il governo che rubò due reti televisive a Europa7” ma molto più sobriamente “Un processo europeo alla legge tv.” Un bel titolo che ti passa la voglia di leggere l’articolo. (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/07/20/0...)
“… Il ricorso di "Europa7", la rete che appartiene all' imprenditore Francesco Di Stefano, … risale al 1999. A quell' epoca, l' emittente partecipò alla gara per il rilascio delle concessioni televisive e si classificò al settimo posto della graduatoria. Il Piano nazionale ne prevedeva in totale 11, tre delle quali riservate al servizio pubblico, con un "tetto" antitrust del 20%, pari a due reti per ciascun soggetto privato. Ma da allora a oggi il ministero delle Telecomunicazioni non ha mai provveduto ad assegnare a "Europa7" le relative frequenze, perché queste risultavano occupate abusivamente da due "reti eccedenti", Retequattro e Tele+ Nero, che superavano i limiti delle concentrazioni. (Tele+Nero non esiste più da tempo e quindi non utilizza le frequenze. NdA) E tuttavia, sotto una forte pressione politica a cui neppure la vecchia maggioranza di centrosinistra è stata capace di resistere, vennero autorizzate entrambe "in via transitoria" a proseguire le trasmissioni in attesa di una riforma complessiva del settore. Al contrario, come si legge a pagina 44 della decisione del Consiglio di Stato, "emittenti come Europa7, pur avendo ottenuto la concessione, non essendo nella condizione di esercire una rete all' atto di presentazione della domanda di connessione, ma essendo nuovi entranti che non possiedono una rete d' impianti in esercizio, attendevano l' assegnazione delle frequenze". In una guerra infinita di carta bollata, la paradossale situazione s' è trascinata così fino al dicembre 2003, termine ultimo e perentorio fissato dalla Corte costituzionale per la scadenza del regime transitorio, quando il governo Berlusconi ha dovuto emanare in tutta fretta il cosiddetto "decreto salva-reti" per evitare appunto che Retequattro fosse trasferita sul satellite. Poi, è arrivata l' approvazione definitiva della legge Gasparri, già bocciata nel frattempo dal Capo dello Stato per una palese incostituzionalità…”
Se vuoi sapere di più su questa storia di inciucio selvaggio e silenzio stampa eccoti alcuni articoli pubblicati su questo blog.
Se vuoi conoscere meglio tutta la storia leggi qui. Ti si rizzeranno i capelli,
Il signor Di Stefano.
Francesco di Stefano.
Quello che non fa dormire Berlusconi.
Per chi non sapesse niente di Di Stefano e la sua battaglia solitaria contro Berlusconi e D’Alema rimando alla lettura dei link che fornisco qui sotto. In due parole questo signore è stato scippato del diritto, acquisito vincendo un regolare concorso di Stato, di avere due tv nazionali. Mentre Silvio, che non ne aveva diritto, si è tenuto le frequenze di Rete 4. Una storia vergognosa.
Ma l’aspetto di cui voglio parlare qui è un altro.
Trovo molto interessante la strategia seguita da DI Stefano che, con pazienza incrollabile e enorme dispendio di mezzi ha seguito le vie legali per 6 anni arrivando oggi a far mettere sotto processo, dall’Unione Europea, il sistema televisivo italiano. E questo dopo che tutti i livelli della magistratura italiana gli hanno dato ragione. Sentenze che sono restate lettera morta.
Per il mio modo si pensare è curioso che Di Stefano abbia difeso il diritto a trasmettere di Europa 7 senza mai intraprendere azioni di protesta plateali. Ne ho discusso con lui un paio di volte ma lui ha sempre preferito questa via silenziosa e ufficiale fatta di carte bollate. Io sinceramente se ero in Di Stefano avrei affiancato alla via legale sit in, incatenamenti, spogliarelli e danze tribali davanti al parlamento. Lui no.
E a questo punto, visto che ha ottenuto di portare l’alleanza trasversale che lo ha fregato sul banco degli accusati del tribunale europeo inizio a pensare che non avesse tutti i torti.
Sulla sua storia storia si potrebbe costruire un elogio della strategia della lentezza nella lotta al sopruso.
E ora è molto probabile che vinca anche a livello europeo e otteenga un risarcimento tra gli 800 milioni e i 3 miliardi di euro.
Una cifretta che anche a Berlusconi può dare fastidio, sia che debba pagarne una parte di tasca sua, sia che debba farlo come capo del governo.
E magari DI Stefano otterrà anche le sue due frequenze.
Vedremo. Nel frattempo non posso che brindare alla sua salute.
E complimentarmi per l’efficienza del suo modo di pensare.
Tutta la storia dall’inizio. Era il 2003 e della storia di Europa7, lo confesso, non avevo mai sentito parlare. Incontro Di Stefano in un ristorante romano e lui mi racconta per 4 ore tutto quello che è successo. Così il 25 maggio esce su Cacao della Domenica questo articolo:
Il signore che rubo' una televisione, anzi due.
(Romanzo di fantascienza)
Dopo l'incredibile scoop della settimana scorsa (la truffa della corrente elettrica (avevamo parlato dello scandalo del Cip6, tutt’ora una storia insabbiata dai media) siamo qui ancora una volta per stupirvi con una notizia che dire che e' una bomba e' un vezzeggiativo! Il superscoop alla settimana! Questo si' che e' ritmo!!! Leggete, maniaci dell'occulto!!!
Siamo ai confini della realta'. Oggi, maggio 2003, pianeta Italia.
Quel che succede e' che c'e' un signore che ha diritto a un bene e un altro signore che lo detiene e che riesce a non consegnarglielo e che lo fa grazie a una legge scritta apposta per lui.
C'e' una decisione ufficiale dello stato, una sentenza del Consiglio di Stato, una sentenza della Corte Costituzionale che danno ragione al legittimo concessionario di questo bene conteso ma non c'e' niente da fare.
E guardate che una sentenza della Corte Costituzionale non e' un giochino tanto per ridere, e' la cosa piu' seria che ti puo' succedere. In un pianeta di media moralita' quando la Corte Costituzionale dice una cosa parte la polizia a metterla in pratica, e se ci sono problemi intervengono istantaneamente l'Aviazione e la cavalleria pesante. Cioe', la Costituzione e' la base del nostro ordinamento democratico, mica ciccioli.
Ma il fatto ancor piu' incredibile e' che da un'inchiesta che noi abbiamo realizzato su di un campione di 100 italiani con licenza media superiore solo uno (UNO!!!) era a conoscenza di questa storia.
E, in effetti, tutti i mezzi di informazione hanno brillato per aver totalmente censurato qualunque notizia sul caso oppure le hanno riportate in modo stitico affinche' passassero il piu' possibile inosservate.
E, ancora una volta, la sinistra ci fa la sua bella figura.
Ma per capire bene questa vergogna nazionale nascosta dobbiamo fare un passo indietro e partire dall'inizio.
Berlusconi nel 1985 aveva solo una rete di televisioni locali che trasmettevano non contemporaneamente gli stessi programmi, era una furbata che permetteva di violare la legge, visto che al tempo era vietato a soggetti privati di possedere televisioni nazionali. Ma Berlusconi si mette d'accordo con Craxi che gli fa un decreto legge apposta. Cosi' Berlusconi ha finalmente tre televisioni nazionali vere. Ma molti storcono il naso perche', essendo possibili solo 11 reti nazionali, e' un po' anomalo che un solo imprenditore se ne prenda tre; le frequenze televisive sono un bene dello stato e lo stato dovrebbe assegnarle permettendo ai cittadini di concorrere in modo paritario. Non siamo nel Far West che il primo che arriva si prende tutto. Inoltre, possedere tre reti contemporaneamente sembrava un po' esagerato...
Cosi' nel 1994 la Corte Costituzionale con la sentenza 420, stabiliva in difesa del pluralismo, che un unico soggetto privato non potesse detenere tre reti nazionali concedendo un periodo di transizione e rimettendo il problema al legislatore per una sollecita soluzione definitiva entro e non oltre l'agosto 1996.
A questo punto la classe politica si trova in un bel pasticcio. Come si fa a dirlo a Berlusconi?
La sinistra non poteva agire perche', come ha ricordato l'on. Luciano Violante a Montecitorio, il 2 marzo 2002, parlando di quel periodo: "A Berlusconi nel '94 offrimmo delle garanzie sulle sue televisioni: non sarebbero state toccate. Lo sa Berlusconi e lo sa anche Letta".
Cosi' arriva il 1996, scade nell'indifferenza generale la decisione della Corte Costituzionale e Berlusconi continua ad avere tre tv.
Nel 1997 la legge Maccanico, pur con un anno di ritardo rispetto alle raccomandazioni della Corte Costituzionale, stabiliva che un soggetto non potesse detenere piu' di due reti, e che, finche' non ci fosse stato un "congruo sviluppo" via satellite e cavo (oggi superiore al 1000% rispetto a quella data), Rete4 avrebbe potuto continuare a trasmettere via etere, quest'ultima decisione in palese contrasto con le decisioni della Corte Costituzionale che aveva deciso per un termine definitivo entro l'agosto 1996.
Poi D'Alema, una volta diventato capo del governo, decide di risolvere la questione e indice una gara per l'assegnazione delle concessioni delle reti nazionali.
La commissione nominata dal Ministero, e' presieduta da un avvocato di Mediaset. Berlusconi si aspetta che finalmente possa detenere legittimamente, con un regolare mandato dello Stato, e non perche' se le e' prese e basta, le sue tre reti e relative frequenze.
Nel luglio 1999 si svolge questa gara d'appalto, per partecipare si richiedono requisiti spaventosi e sembra chiaro che nessuno riuscira' a scombinare i giochi.
Invece, colpo di scena, arriva un tipo con uno scatolone enorme pieno di documenti e dice: "Buon giorno sono Francesco Di Stefano di Europa 7, vorrei due RAI nazionali, grazie."
Panico! E chi e' questo? E' pazzo?
No, non e' pazzo, e' il loro peggior incubo.
Un signor Nessuno, spuntato dal nulla, che ha tutte le carte in regola. Cavolo non ci avevano pensato! E adesso cosa facciamo?
Iniziano a mettergli i bastoni tra le ruote: "Le manca il certificato 3457!"
"No e' qui!"
"Il modulo 13 bis compilato in 8 lingue?"
"Ne ho due, bastano?"
Ma poi trovano la furbata: "Il bando di gara richiede di avere 12 miliardi di capitale interamente versato lei ne ha solo 12 puo' chiedere una sola tv."
"Balle!" Risponde il signor Di Stefano, "dodici miliardi sono per concorrere non per ognuna delle due frequenze". Ricorre al Tar e poi al Consiglio di Stato e vince.
Insomma alla fine gli devono dare UNA concessione per una rete nazionale e presto anche una seconda perche' ne ha diritto e a Berlusconi ne tolgono una, non che la debba chiudere, deve traslocarla sul satellite che ormai e' ricevuto da 18 milioni di italiani. Ma in effetti, volendo potevano lasciare anche tre reti a Berlusconi e darne comunque due a Di Stefano, visto che a tutt'oggi due sono le reti di Tele+ (che Murdock deve mollare, questo e' stato stabilito chiaramente quando gli e' stato concesso di inglobare Tele+ e Stream).
Ma a questo Di Stefano non gli vogliono dare proprio niente.
Evidentemente lui deve essere uno che da piccolo lo allenavano ad abbattere i muri con la cerbottana perche' avvia una serie di procedimenti giudiziari spaventosa. Ingiunzioni, diffide, cause penali, civili, regionali, Commissione Europea. E vince tutti i ricorsi, tutti gli appelli, tutte le perizie. E alla fine arriva alla Corte Costituzionale che nel novembre 2002, sentenza numero 466-2002, ha stabilito inequivocabilmente che Retequattro, dal 1 Gennaio 2004 dovra' emigrare sul satellite, e ha stabilito che le frequenze resesi disponibili, dovranno essere assegnate al legittimo possessore nella persona di Di Stefano!
L'avete sentito dire al telegiornale?
Abbiamo chiesto a Di Stefano come si sentisse in questa storia e ci ha risposto in modo lapidario ma con un lieve sorriso:
"Nonostante siano trascorsi ben nove anni dalla decisione della Corte Costituzionale e quattro anni dal mancato rilascio della Concessione, Retequattro continua a trasmettere, mentre Europa 7, pur avendo ottenuto la Concessione, non e' stata messa in condizione di trasmettere perche' non le sono state assegnate le frequenze di cui aveva e ha diritto.
Attualmente Mediaset continua a detenere e utilizzare appieno tre reti nazionali su un totale di sette concessioni assegnate sulle undici assegnabili (comprese quelle Rai).
Il fatto che un soggetto, a cui e' stata data una concessione (in concessione si da' un bene pubblico, in questo caso le frequenze), non riceva poi materialmente il bene e' un avvenimento che non ha precedenti al mondo.
Nel luglio 1999 Centro Europa 7 aveva fatto richiesta di due concessioni, una (Europa 7) l'ha ottenuta, per l'altra (7 Plus) c'e' stato un diniego, in quanto non ritenuta idonea per la mancanza del requisito del capitale sociale.
Una sentenza del Consiglio di Stato ha riconosciuto esistente il requisito del capitale sociale, per cui siamo in attesa di una seconda concessione, anche se il Ministro Gasparri prende tempo.
Nel frattempo Centro Europa 7 per iniziare le trasmissioni, si e' dotata di una struttura di oltre 20.000 mq, di otto grandi studi di registrazione per le proprie eventuali produzioni, di una library di oltre 3000 ore di programmi e di tutto cio' che e' necessario per esercire una rete televisiva nazionale che prevede circa 700 dipendenti.
Questa preparazione e' stata necessaria poiche' la legge stabilisce che, entro sei mesi dall'ottenimento della concessione, la neo-emittente ha l'obbligo di iniziare le trasmissioni.
Attualmente Centro Europa 7, e' una societa' praticamente ferma, non ha alcun introito, poiche' non e' stata messa in condizione di operare, ma ha avuto, e continua ad avere, pesanti oneri per la gestione della struttura, l'adeguamento della library, l'adeguamento tecnologico, le ingenti spese legali, i costi dei dipendenti, ecc, pur avendo nel frattempo chiuso gli uffici di Milano ed altre infrastrutture per cercare di ridurre i costi.
Centro Europa 7 si trova in questa situazione a causa di gravi inadempienze e omissioni da parte del Ministero per le Comunicazioni e soprattutto da parte dell'Autorita' per le Comunicazioni nei confronti dei quali sono stati sviluppati numerosi ricorsi e numerose diffide."
Ma ora (diciottesimo colpo di scena!) la situazione diventa esplosiva perche' Gasparri si sta muovendo per salvare Rete 4 dalla retrocessione.
Il D.D.L. Gasparri, art. 20 comma 5 e art. 23 comma 1, realizza in pratica un condono, riconoscendo il diritto di trasmettere a "soggetti privi di titolo" che occupano frequenze in virtu' di provvedimenti temporanei, come le sentenze sospensive dei TAR, discriminando cosi' le imprese come Europa 7 che hanno legittima concessione, il tutto sempre al fine di salvaguardare Retequattro.
Infatti, quest'ultima potra' continuare a trasmettere, in barba alla sentenza del '94 e del 2002 della Corte Costituzionale e della legge 249/97, pur non avendo ormai da quasi quattro anni la concessione, mentre Europa 7 non potra' mai trasmettere, dimenticando che nel luglio 1999 c'e' stata una regolare gara dello Stato per assegnare le concessioni, gara persa da Retequattro e vinta da Europa 7.
Si realizza quindi un ennesimo gravissimo stravolgimento del diritto. In pratica, chi ha perso la gara (Retequattro) puo' continuare tranquillamente a trasmettere, e chi l'ha vinta (Europa 7), perde definitivamente tale diritto.
Non vi sembra straordinario?
Ma qui viene il bello: la cosa e' talmente sporca che fa vomitare, ma la sinistra non reputa sia il caso di incatenarsi ai banchi e darsi fuoco davanti al Palazzo. E allora tocca ai deputati del Polo fare una cosa sensata!!! Travolti da un miracoloso afflato civico bocciano alla Camera dei Deputati il decreto Gasparri proprio laddove vuol tagliare la gola a Europa 7.
E a questo punto vien da pensare che Dio esiste.
Certo bisogna vedere come va al Senato.
E' chiaro che le urla di Berlusconi di questi giorni sono per ricompattare i suoi, che se lo mollano adesso... Che lui in fondo potrebbe vivere anche solo con due televisioni, che un cristiano normale si deve accontentare di due palle... Ma e' l'idea che una sua frequenza finisca a Di Stefano che lo fa impazzire. Che oltretutto Di Stefano e' piu' bello di Cacciari...
Comunque, non tutto e' perduto. Bisogna vedere cosa fa il Senato... E poi la legge deve tornare alla Camera... E poi bisogna vedere se Ciampi la firma una legge del genere. Sarebbe proprio abnorme. Si tratta di una questione sostanziale per la legalita' e il pluralismo dell'informazione nel nostro paese, gia' piu' volte schiaffeggiata. Ma qui saremmo all'oltraggio definitivo del concetto stesso di stato di diritto.
Gravita' nella gravita', un conto e' fare una legge per non finire in galera, un conto e' fare una legge per prendersi qualche cosa che appartiene a un altro. Si comincia cosi' e poi si pretende il Jus Primae Noctis.
Quindi, cara cittadina, caro cittadino, sappi che in questo momento si sta giocando una partita incredibile. Se questa legge passa quel che e' tuo e' suo.
E medita pure, se vuoi, su questa sinistra bolsa che non vede neppure il Re quando appare nudo fino in fondo e non lo attacca mai veramente dove gli da' fastidio.
E, visto che i leader della sinistra non sembrano interessati a occuparsi dei fatti della vita (sono troppo impegnati a fare a gara a chi ce l'ha piu' lungo), sara' il caso di guardarci in faccia e dirci la verita'.
Il signor Di Stefano, qui, chi lo difende?
Ci scrivete due righe che cosi' va a letto piu' contento la sera?
Cioe', sarebbe utile mandare due righe al presidente. Al tuo presidente. Sai il presidente di quella cosa che si chiama Repubblica democratica fondata sul lavoro... e' una cosa che tra averla e non averla e' meglio sempre averla, cosi' per scaramanzia, casomai ti servisse.
Vedi un po' tu ma a noi sembra giusto firmarla una letterina al tuo presidente della Repubblica e magari anche a Pera e Casini.
E vedi tu se riesci a far girare questa mail. Che secondo me anche solo se si sa in internet un po' li rende nervosi... Che poi casomai gli viene di fare un altro passo falso... Che internet non conta niente in borsa ma siamo comunque una decina di milioni...
---
A sua Eccellenza il Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi
A sua Eccellenza il Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini
A sua Eccellenza il Presidente del Senato Marcello Pera
Noi sottoscritti cittadini italiani ci rivolgiamo a Voi e alle Vostre cariche istituzionali perche' siamo scandalizzati e profondamente offesi in quanto una decisione dello Stato Italiano non viene applicata e si tenta di legiferare in modo tale che chi possiede un bene per diritto non ne possa usufruire.
Esattamente quanto e' accaduto all'azienda Centro Europa 7 Spa, che e' legittimamente in diritto di utilizzare due frequenze televisive nazionali assegnatele tramite una gara ufficiale dello Stato Italiano ma che, al momento, a piu' di tre anni di distanza, non ha nessuna frequenza sulla quale trasmettere.
Al contrario, Rete 4 non ha nessun diritto di trasmettere ma continua a occupare abusivamente una frequenza che e' stata assegnata a Centro Europa 7.
Non capiamo proprio come sia possibile tollerare un simile stravolgimento del diritto all'interno di una democrazia costituzionale.
In Fede
(Inviare ai seguenti indirizzi: [email protected] , [email protected] , [email protected] e per conoscenza a [email protected])
fonte
http://www.alcatraz.it/redazione/news/show_news_p.php3?NewsID=1778
13 Marzo 2005 - Il Cacao della domenica
Le Inchieste di Michele Straboni detto Nemo
Giornalista indipendente per pochi abbonati.
Il web mi ha salvato. Quando tutti i giornali hanno smesso di pubblicare i miei servizi mi sono rintanato nel mio sito, ho costruito un'area riservata e, grazie al Cielo, ho trovato millecinquecento pazzi disposti a darmi 27 euro perche' continuassi a scrivere.
E cosi' mi trovo alle due di mattina a seguire una ballerina di una televisione locale, lungo un tunnel sotterraneo che parte da un'enoteca in Trastevere di proprieta' di un ex militante di Lotta Continua passato come tanti alla ristorazione.
Maledetti tutti i giornalisti che non si devono fare queste scarpinate notturne tra catacombe e fognature e se ne stanno seduti alla scrivania ad aspettare che le agenzie di stampa gli dicano cosa devono scrivere.
Intanto che camminiamo cerco di scambiare qualche parola con la ragazza.
"Ti ho vista in tv, balli molto bene..."
"Sei un'esteta che non guarda solo le gambe?" Ribatte lei ironica.
"No, sei brava, lo penso veramente..."
"Lo so che non faccio un gran che.
Ma anche io sono restata fregata come Di Stefano. Ero convinta che ce l'avrebbe fatta ad avere la sua tv e io ero gia' in parola per condurre un mio programma. Quando Mediaset mi ha proposto di mollarlo ho detto di no. Cosi' adesso sono sulla lista nera. Ma non mi importa. Ho il mio programma anche se e' solo su qualche tv locale. Meglio un ruolo pulito dentro Europa7 che diventare una star sulle televisioni dei pirati."
E' chiaro che e' diventata una militante infervorata della resistenza di Europa7.
Cerco di capire meglio: "Ma perche' Di Stefano non ha fatto la sua tv nazionale?"
"Ma sei proprio disinformato! Europa7 aveva vinto la gara d'appalto indetta dal governo D'Alema per le reti televisive nazionali. Di Stefano si era presentato a sorpresa con tutte le carte in regola e aveva vinto le frequenze. Invece Rete 4 era stata bocciata. Questo diceva la legge. Nel giro di pochi mesi ci saremmo trovati a trasmettere sulle frequenze di Rete 4. E addirittura avremmo avuto due canali televisivi nazionali perche' Europa7 aveva vinto la gara per DUE frequenze televisive. Cosi' ci siamo preparati al grande balzo. Studi televisivi, troupe, programmi, assunzioni.
Ma le frequenze non sono mai state date. Ci sono stati ricorsi al Tar, alla Corte Costituzionale e a tutti i tribunali che il buon Dio ha mandato in terra. Tutti i tribunali hanno dato ragione a Di Stefano ma ogni sentenza non e' stata applicata.
E alla fine il Presidente del Consiglio ha fatto approvare una legge che chiude la partita e salva Rete 4."
"Beh, Di Stefano ha perso..." Osservai io. Lei mi schiocco' uno sguardo furente. Era evidente che aveva fatto di quella storia una questione di vita o di morte.
"Si', Di Stefano ha perso la partita. Ma resiste."
Non disse piu' niente, forse disprezzandomi per la mia frase. Ero entrato in un mondo dove i punteggi vengono calcolati in un'altra maniera. Non importa vincere, importa resistere.
Questo aveva fatto di Di Stefano, un mito della citta' sotterranea dove si erano rifugiati tutti i reietti del Mondo di Sopra, come lo chiamavano loro.
Non era facile avere rapporti con quella gente.
Apparentemente avevano scelto una sorta di esilio mediatico. Pochi sapevano dell'esistenza di Di Stefano fuori dai sotterranei della Societa' dei Consumi.
Non era un guerriero di carta che navigava nei talk show. Di Stefano e' un uomo che odia combattere. E lo fa in silenzio. Forse proprio per questo e' diventato un mito.
Quando quella mattina un accattone mi aveva fermato di fronte all'edicola dove compro sempre i giornali, ci avevo messo un po' a capire cosa volesse da me. Non ti aspetti che un mucchio di stracci ti sussurri: "Di Stefano ti vuole parlare."
Poi ho guardato quell'uomo negli occhi, e ho visto quella luce che hanno quelli ci sono veramente. E ho ascoltato quello che mi stava dicendo con la sua voce bruciata dall'alcool: "Di Stefano vuole parlarti. Trovati stasera all'una e mezza alla metropolitana Ostiense. All'ingresso dalla stazione dei treni."
"Di Stefano chi?" Chiesi.
"Ce n'e' uno solo sottoterra. E' quello di Europa7."
Avevo sentito qualche cosa su tutta la storia. E avevo sentito dire che c'era un uomo che stava seguendo un suo sogno privato di giustizia. E fiutavo una grande storia per i miei millecinquecento lettori.
Per questo mi ero trovato all'appuntamento.
Stavamo camminando da mezz'ora lungo i cunicoli dell'ex capitale del mondo, alla luce delle nostre torce elettriche, quando arrivammo di fronte a una porta di ferro chiusa. La ragazza tiro' fuori una piccola chiave e l'apri'. Salimmo una serie di scale, fino ai tetti e poi di nuovo giu' sotto terra. Un'altra porta, questa volte di acciaio. Entrammo in un locale illuminato, lasciammo le nostre scarpe all'ingresso e ci inoltrammo per un lungo corridoio coperto da uno spessore di quindici centimetri di moquette amaranto.
Di Stefano mi aspettava seduto su una grande poltrona ricoperta di tessuto color crema. Magro, elegante nella sua semplice tuta da jogging blu, si alzo' per stringermi la mano: "Mi scusi per il percorso rocambolesco che ha dovuto seguire. Ma le condizioni attuali mi costringono a vivere un po' ritirato..."
"Non c'e' problema..." Risposi io sorridendo. "Per una buona storia ho fatto di peggio..."
"Beh, allora l'accontento subito. Ha letto sui giornali della multa a Mediaset e Rai?"
"Si', ogni tanto anche a loro qualche cosa va storto..."
"Ma forse non sapra' COME e' successo che li hanno condannati."
"Non era previsto dalla legge?"
"Certo. Ma dove vive lei? In Italia le leggi sono dei soprammobili. Li si tocca solo quando lo decide il padrone di casa.
La legge Maccanico prevedeva che ogni anno una commissione di controllo verificasse se le tv avevano rispettato i tetti di pubblicita' stabilita. D'Alema nomino' a capo della commissione Cheli. Bertinotti invece designo' Monaco.
Entrambi hanno fatto di tutto per procrastinare. Monaco ha addirittura votato le mozioni a favore di Mediaset.
Il risultato e' che NON sono state istituite le istruttorie di controllo dal 1997 al 2003. Dovevano essere fatte tutti gli anni. Ma niente. Un fatto da prima pagina! Da cortei nelle piazze, scioperi della fame. La legge Maccanico non e' stata mai applicata. Ma io non potevo accettare che oltre alla beffa di fregarmi due reti televisive questi facessero a pezzi la legge che avevano fatto loro stessi di comune accordo. Capisce: fanno le leggi su misura per i loro interessi e poi non le rispettano neanche!
E allora io ho iniziato a denunciare, a fare esposti, ad appellarmi a tutti i giudici. Ho messo Cheli sotto torchio. Si', perche' lui compiva un chiaro e limpido reato di omissione di atti di ufficio. Doveva istruire la commissione e verificare quello che era sotto gli occhi di tutti. La legge stabiliva un tetto del 30% di pubblicita' per ogni editore televisivo. E Mediaset lo superava ogni anno abbondantemente!
Pensi che Cheli avrebbe potuto, seguendo la legge, addirittura chiudere una rete Mediaset. Invece solo dopo anni di denunce, un attimo prima di dimettersi, Cheli da' una multa, per un solo anno, il 2003, applicando il minimo della sanzione, a Rai e Mediaset. Son sempre decine di milioni di euro comunque, e loro soffrono immensamente quando devono pagare qualche cosa. Ma e' niente rispetto a quello che realmente avrebbero dovuto sborsare.
Ma io non li mollo. Hanno avuto la multa per il 2003, perche' non dovrebbero pagare anche per il 97, il 98, il 99, il 2000, il 2001, il 2002 e il 2004? Se i tribunali funzionassero ci sarebbe una multa spaventosa.
Non succedera'. Ma che importa. Comunque, a furia di insistere con tonnellate di carta bollata siamo riusciti a fare applicare una legge, dopo che abbiamo collezionato decine di sentenze che ci davano ragione e che non sono state rese operative.
Sa cosa ha detto Cheli dopo che nel 2001 usci' la prima sentenza che ci dava ragione? Ha detto che le reti Mediaset superano i limiti ma lo fanno 'per sviluppo spontaneo dell'azienda'.
Si puo' immaginare che un'azienda violi la legge per 'sviluppo spontaneo' e che questa sia un'attenuante legale?"
Mentre me ne tornavo lungo i cunicoli sotterranei, sempre guidato dalla ballerina passata alla resistenza mediatica, mi chiedevo come potesse un sodale di Bertinotti votare a favore di Mediaset e come potesse un sodale di D'Alema salvare il culo al Presidente del Consiglio.
E mi chiedevo perche' nessuno ha fatto qualche cosa di concreto per far rispettare la legge. E perche' queste storie i giornali per bene non le sbattono in prima pagina.
Poi mi ricordai che tutti i giornali per bene mi avevano cacciato.
Fottuti bastardi!
Avrei scritto il mio pezzo, lo avrei condito con rabbia e disprezzo e lo avrei spedito a un po' di pazzi in giro per la rete.
Finche' qualcuno mi mandava a chiamare per dirmi quello che nessuno voleva raccontare questo lavoro aveva un senso.
P.S.: Di Stefano esiste veramente e mi ha veramente chiamato perche' voleva che vi raccontassi questa storia. C'e' veramente qualcuno che ogni tanto manda una pallina in buca. Quando vai a letto che ti sembra tutto una merda ricordatelo. Anche a Mediaset piangono. E dormono male. Hanno qualcuno alle costole. Qualcuno che non e' in vendita come Bonolis.
fonte:
http://www.alcatraz.it/redazione/news/show_news_p.php3?NewsID=2342
Il grande inciucio. Il governo protegge Rete 4 contro Europa 7
Hai ancora dubbi sul fatto che Berlusconi tenga il governo sotto ricatto? Hai ancora dubbi sul fatto che una forza oscura dentro il governo stia tramando per fottere tutto?
Senti questa…
Sono anni che denunciamo il fatto che Europa7 ha vinto la gara pubblica per l’assegnazione delle frequenze televisive nazionali terrestri. Invece Rete4 l’ha persa.
Ma, anche grazie agli uomini di D’Alema e Bertinotti piazzati nella commissione televisiva addetta alle frequenze, Francesco Di Stefano, proprietario di Europa7, non è a tutt’oggi, dopo quasi 7 anni, arrivato a entrare in possesso delle frequenze per le quali ha vinto il concorso.
Invece Rete4 continua imperterrita a trasmettere nonostante non abbia le autorizzazioni per farlo e sia a tutti gli effetti una tv abusiva.
Magie dell’illegalità italiana.
L’ultima puntata di questo film dell’orrore e dell’inciucio è il fatto che il governo italiano abbia mandato presso il tribunale europeo l’Avvocatura di Stato a schierarsi contro Di Stufano, in difesa degli abusi a favore di Rete4 e della legge Gasparri (che non è stata ancora abrogata!!!!!!!!!!!!!!!!!!!).
La notizia, che aleggiava da tempo nell’aria, è stata confermata dai fatti il 30 novembre durante l’udienza del tribunale europeo. E peraltro i quotidiani italiani han fatto la solita figura di merda in saldo non dando nessun risalto all’avvenimento.
Sinceramente sono sconvolto da ondate di rabbia e frustrazione che osservo accettandone le sgradevoli sensazioni per evitare che mi tornino le emorroidi.
E la cosa che mi fa più incazzare è che non c’è via d’uscita. Per adesso continuiamo a restare prigionieri di questa vecchia classe politica di maneggioni, costretti a sperare che Prodi resista perché senza di lui sarebbe ancora peggio ed è l’unico che pare, forse, avere la volontà di togliere almeno un pezzo del muro che ci tiene prigionieri. Il nostro Muro di Berlino. Se non si apre una breccia l’italia resta nella mota. Quindi dobbiamo continuare a fare scelte difficili. Sostenere Prodi e contemporaneamente dare guerra aperta alle merdate. Sperando che finalmente l’italia esca da questo buco di culo di anomalia. Che vergogna!
Cerco di sciogliere questa groppo di nausea sociale lanciando il solito appello: scrivete ai giornali, al ministro Paolo Gentiloni… C’è qualcuno che è capace di fare un sito dove raccogliere firme per una petizione? Insomma facciamo qualche cosa! Va beh, lo so che al massimo ci muoveremo in 25. Ma cazzo, ci farà bene!
Pensate a Mandela: trent’anni in carcere e ogni giorno scriveva una lettera per protestare contro un’irregolarità del regime carcerario. Migliaia di lettere. Tutte inutili?
No: comunque le lettere dovevano registrarle, timbrarle, archiviarle… dovettero prima fare un “Armadio Mandela” e poi un “Ufficio Mandela” per stare dietro a tutti i procedimenti legali che le lettere di Mandela originavano.
Ma la cosa importante è che Mandela è riuscito a evitare di impazzire proprio grazie a quelle lettere.
Mandare mail di protesta è come mangiare una mela: fa bene al fegato. DEPURA.
Vi prego facciamo qualche cosa. Mi fa star male che da anni lo Stato Italiano non rispetti neanche le sue leggi.
Commenti
Il Decreto Salva Slip
Puntuale, come un orologio biologico, ecco in arrivo una menorragia chiamata Decreto Salva Infrazioni, ovvero "tutela della flora e della fauna protetta e dei nidi durante le fasi di riproduzione".
Infatti come si può evincere chiaramente dal titolo, trattasi di emendamento Salva Rete 4.
Io non lo so se Fede vada tutelato, se sia protetto o se sia in fase di riproduzione, fattostà che partirono per uccellare e vennero uccellati..
Vabbè ancora per poco, visto che "quei giorni" scadranno l'8 giugno e qualcosaltro s'inventeranno di certo (Veltroni era stupito di sè stesso e dei suoi... "cosa non avrà funzionato", si starà chiedendo ancora il franco cacciatore...)
Non a caso, poichè l'Italia è un Paese fertile e maturo, han pensato bene di mettercelo proprio "in quei giorni". Pensavano forse che con il tradizionale "Salto della Quaglia" (inserito quindi coerentemente nelle misure di tutela flora e fauna) tutto sarebbe filato liscio, come al solito..
E invece....
Se va avanti così non gli resta che la 194... e pensare che volevano abrogarla!
Ah...la madre dei decreti è sempre incinta...
Se ti va:
http://ilmagodiquoz.ilcannocchiale.it/
Una vergogna tutta italiana...
E' una cosa che ancora mi sconvolge. Ne sono informatissimo. So tutto sulla faccenda. E questo mi sconvolge ancora di più. Sul mio blog ho citato Di Pietro, Te, Travaglio, Grillo, cerco nel mio piccolissimo di fare informazione e contro-informazione ma tutto questo è troppo assurdo. Hai riassunto tutta la follia di questa storia (anche piccola se vogliamo, perchè ce ne sono di più gravi: le leggi salva-proprio-culo, la censura, gli amici dei mafiosi in parlamento, etc...) in queste poche righe:
"Siamo di fronte a un abuso sfrontato verso qualunque senso di giustizia. Non è abnorme e degno di grande attenzione da parte dei media che lo stato italiano sia stato preso in ostaggio dall’inciucio in modo tale che platealmente e senza vergogna i governi D’Alema 1999, Berlusconi 2001, Prodi 2006 e ora Berlusconi 2008 si sentano tranquilli a fare delle frequenze televisive nazionali quel cazzo che gli conviene scoreggiando su tutte le leggi e le sentenze emesse da tutti i livelli della magistratura?"
Si è ABNORME, è una cosa che mi lascia inebetito, turbato, sconvolto, senza parole.
Vuoi farti venire un fegato grosso come un elefante? Prova a spiegare tutto questo ad uno dei lobotomizzati che ha votato per il diversamente alto. Le risposte vanno dal: "vabbè, ma perchè ce l'avete con Emilio Fede?" al "e si, così un sacco di gente perderebbe il lavoro". LOBOTOMIZZATI dalla disinformazione costante di tre sympaticy lustri. Mi viene un bestemmione da far crollare la cappella sistina...
Giuseppe
http://www.giuseppegatto.com
http://seavreistudiato.blogspot.com