L'articolo di questa settimana è un contributo di Jacopo Fo al libro "Tracce di futuro, tendenze 2010_2011", di Domenico Fucigna, edito dalla TEA Press.
Buona lettura.
Il mio amico Domenico mi ha detto: fammi un articolo su come vedi tu i trends.
Subito mi sono entusiasmato perche' Domenico e' una persona seria e io invece no. Che mi chieda il mio parere sul futuro mi lusinga.
Poi mi son detto: in fondo sono qualificato, abbiamo precorso i tempi montando il nostro primo impianto fotovoltaico nel 1982. Contemporaneamente abbiamo aperto uno dei primi ristoranti biologici in Italia e lanciato il primo corso di scrittura creativa, con Dacia Maraini e Stefano Benni. E poi ci siamo lanciati nella comicoterapia, nel risparmio energetico, abbiamo fatto campagne di informazione sul parto dolce, gli asili di Reggio Emilia, i muscoletti vaginali e il punto G.
Dodici anni fa abbiamo iniziato la nostra avventura su internet e dieci anni fa abbiamo inaugurato Cacao, il quotidiano delle buone notizie e un’azienda che vende prodotti ecologici via web. Insomma abbiamo una buona esperienza nello sperimentare idee nuove idee e nell’azzeccarle.
Quindi eccovi le mie previsioni sui sommovimenti culturali e merceologici dei prossimi cinque anni.
Dire che internet e l’efficienza energetica avranno un ruolo enorme mi sembra scontato. Chi restera' fuori dalla rivoluzione delle ecotecnologie fara' la stessa fine di chi non ha capito per tempo a cosa servivano i computer.
Come pure e' prevedibile che ci sia una crescita della domanda di prodotti sani, biologici ed etici sulla spinta della crisi ambientale, dei crolli finanziari e del disgusto verso la guerra.
Sempre di piu' le persone compreranno i prodotti giudicandoli globalmente. Vorranno prodotti che cambiano positivamente il mondo. Per decenni la pubblicita' ci ha proposto l’idea che esistessero prodotti perfetti che creavano un mondo di sogno. Ora i consumatori vogliono comprare veramente prodotti che salvano il pianeta e cancellano fame e guerra.
Gia' ci sono multinazionali che hanno scelto di qualificare i loro prodotti, come Interface, leader mondiale nelle moquettes, che ha aumentato i propri utili inventando la moquette naturale, 100% riciclabile, e pure modulare, sostituisci solo i pezzi usurati.
Ma la Danone e' andata oltre creando, in collaborazione con la banca dei poveri del Nobel Yunus, la prima SpA etica che ha l’obiettivo di pareggiare il bilancio producendo yogurt vitaminizzato a bassissimo prezzo. Non c’e' ridistribuzione degli utili ma la restituzione del capitale iniziale rivalutato e un margine per nuovi investimenti.
L’obiettivo era quello di salvare migliaia di bambini che in Bangladesh muoiono dopo lo svezzamento dal latte materno perche' si nutrono di cibi poveri. Ci stanno riuscendo. Hanno tagliato i prezzi eliminando il ciclo del freddo per il trasporto e la conservazione. Invece di creare una sola grande fabbrica ne hanno costruite molte, sparse sul territorio. Distribuiscono lo yogurt in mattinata, quel che resta invenduto lo regalano. Ora stanno clonando questa impresa in altri paesi del terzo mondo. Quando annunceranno di aver salvato dalla morte per denutrizione il primo milione di bambini avranno un’ottima ricaduta d’immagine.
Sono poi convinto, come molti, che esploderanno le community virtuali. E questo rivoluzionera' il modo di trascorrere il tempo libero ma anche il modo di comprare.
La gente sempre di piu' andra' a vedere in rete i pareri degli altri consumatori prima di acquistare qualche cosa. E saranno premiate le aziende capaci di cogliere, interpretare e soddisfare i desideri delle community. Il che vuol dire che la pubblicita' tradizionale perdera' gradualmente la sua posizione centrale nel marketing.
Un altro sviluppo particolarmente interessante sara' la crescita di reti di vendita per gruppi di acquisto.
Gia' oggi esiste una specie di borsa italiana delle aziende che offrono prodotti biologici direttamente ai consumatori in stock. Ed esistono gruppi d’acquisto per servizi di telefonia, assicurazioni, prodotti finanziari.
Ma questa rete, anche grazie alla crisi economica, e' destinata ad allargarsi notevolmente arrivando a sviluppare convenzioni per ogni tipo di prodotti e servizi offrendo ai consumatori prezzi migliori e garanzie di qualita' in cambio della loro auto organizzazione e della loro capacita' di programmare nel tempo gli acquisti.
Un altro settore che credo cambiera' notevolmente e' quello della produzione culturale e di servizi.
E’ chiaro a tutti che i consumatori saranno anche produttori, basta guardare YouTube.
Gia' ci sono giocatori di videogames guerreschi che vendono i personaggi che hanno gestito abilmente facendoli diventare generali o re. E puoi vendere vestiti o oggetti per gli avatar sui mondi virtuali tipo Second Life. E su milioni di computer gira Linux, il sistema operativo creato da una rete di appassionati che odiano i grandi gruppi monopolisti.
Il confine tra pubblico-produttore e professionisti andra' sempre piu' assottigliandosi.
Ma quello che sta accadendo ora e' che si costituiscono reti di micro-produttori capaci di creare offerte in grado di sbaragliare i leader tradizionali di alcune filiere.
Sta succedendo nel settore fotografico: oggi migliaia di fotoamatori vendono collettivamente le proprie foto ad alta definizione per pochi euro, facendo una concorrenza serrata alle agenzie fotografiche tradizionali. Il tutto grazie a sistemi automatici.
Una delle ragioni del successo dell’iPhone deriva dal coinvolgimento di centinaia di micro aziende nella creazione di giochi e applicazioni, che Apple vende direttamente sui suoi telefonini lasciando ai programmatori la maggior parte dell’incasso.
Ma assistiamo anche alla nascita di network costituiti da micro aziende che spezzano una commessa. Un meccanismo gia' ben conosciuto in parecchi settori ma che grazie a internet sta assumendo proporzioni enormi. Oggi posso trovare in rete qualsiasi competenza professionale, dalla segretaria che risponde al telefono e ti compra i biglietti aerei (dall’India) al webmaster (croato) al grafico (rumeno) al gruppo di pubblicitari, operatori video ecc. Queste realta' tenderanno a fondersi e connettersi sempre di piu' e si svilupperanno imprese specializzate nel connettere intere flotte di micro aziende.
L’altro grande fronte di sviluppo del web saranno i servizi di orientamento. Da tempo Amazon e altri siti del genere, dopo che hai comprato e dato il voto a una decina di volumi, traccia un tuo profilo e ti propone libri che sono piaciuti ad altre persone che hanno dato gli stessi voti che hai dato tu, agli stessi libri. E YouTube ti propone i video cercando di interpretare i tuoi interessi sulla base dello storico dei file scaricati.
Agire su richiesta dei consumatori incrociando dati sulle scelte e sui giudizi dei consumatori stessi, per tracciare un catalogo di prodotti e servizi sulla loro lunghezza d’onda, sara' un prodotto di nuovo tipo, una via di mezzo tra l’associazione consumatori che ti tutela dalle truffe (e ti fornisce referenze di altri consumatori su un prodotto) e un mago digitale che intuisce che cosa ti piacerebbe (perche' e' piaciuto ad altri con il tuo stesso profilo di scelte e giudizi).
Infine, credo che ci troviamo nell’imminenza di una terza migrazione verso le campagne dopo quelle massicce dell’inizio degli anni ottanta e della fine degli anni novanta.
Sale la voglia di case ecologiche e antisismiche in mezzo alla natura e lontane della violenza, dall’inquinamento e dall’assenza di rapporti umani che si sperimenta nelle grandi citta'.
Si sviluppera' il cohousing, cioe' la condivisione di spazi condominiali (lavanderia, piscina…) e vedremo nascere ecovillaggi che permettono di azzerare le bollette energetiche e infischiarsene dell’imminente fine del petrolio (non finisce subito ma quello che resta e' sempre piu' sporco e in profondita', quindi estremamente piu' caro).
A livello piu' generale credo che continuera' la tendenza alla diffusione della cultura e all’orientamento etico dei cittadini.
La nostra societa' ha urgente bisogno di nuovi modelli e nuovi punti di vista. Se non ci sara' un salto di consapevolezza vedremo tempi bui. Ma io sono ottimista. Internet sta rendendo le persone piu' informate e sta offrendo strumenti incredibili di crescita personale e riflessione esistenziale.
Si sviluppano nuovi strumenti per i cittadini che vogliono controllare l’operato delle amministrazioni pubbliche e dei politici. Gli spazi di manovra per la corruzione e la criminalita' si stanno restringendo.
Insomma non credo che nel 2012 ci sara' la fine del mondo. Al massimo ci sara' un’esplosione di coscienza umanistica e di voglia di costruire pacificamente un presente migliore.
E questo sara' forse possibile anche grazie alla diffusione di modalita' pratiche per gestire meglio il proprio cervello.
Credo quindi che una delle novita' piu' cospicue dei prossimi anni sara' la crescita intellettuale.
Una rivoluzione delle dinamiche mentali che portera' a cambiamenti strutturali in decine di settori essenziali.
Migliaia di libri, migliaia di corsi ci parlano dei risultati strepitosi del pensiero trasversale (o laterale, o strategia dei piccoli risultati istantanei o della spinta gentile, che dir si voglia).
L’uso di un modello mentale olistico nella gestione delle aziende sta gia' dando risultati strabilianti.
Ad esempio, il gruppo brasiliano Semco, una delle piu' grandi aziende del paese, ha ottenuto risultati stupefacenti grazie alla direzione del giovane Ricardo Semler, che ha rivoluzionato totalmente i rapporti tra lavoratori e impresa, arrivando a cancellare la figura della segretaria e a decidere assunzioni e investimenti sulla base del parere dei dipendenti. Oggi Semler, grazie ai risultati di cassa ottenuti con la sua filosofia, insegna la sua concezione di azienda etica e partecipata nelle universita' statunitensi.
Ci risentiamo tra 5 anni per vedere quante ne ho azzeccate.
Commenti
aggiungo un trend
Davvero stimolante la proposta del tuo amico Domenico, e tu hai dato una magnifica risposta, nel tuo consueto pragmatismo solare.
se posso permettermi di aggiungere una voce al tuo elenco, (e posso, vero?) io ci metterei anche una tendenza alimentare che si sta sempre più affermando: quella vegetariana.
Ormai abbiamo tutte le informazioni:
la produzione industriale di carne è una delle principali cause di emissione di gas effetto serra e la prima causa di sovra-utilizzo delle risorse idriche.
Il 70% delle terre coltivabili è usata per produrre un cibo che contribuisce al nostro apporto energetico solo per un 10%.
per produrre 1 Kg, di carne occorrono 36 Kg di cereali, 15.500 litri di acqua e 400 grammi di fertilizzanti tra fosfati ed anidrite solforosa.
Quasi invisibili ai nostri occhi, sul pianeta abitano un milardo di maiali, un miliardo trecentomila bovini e non so quanti altri miliardi di animali da cortile. (ci si rivelano solo in pezzi minuti, nelle vaschette di polistirolo dei supermercati) .
Anche non volendo prendere in considerazione l'aspetto etico di questa allucinante mattanza,(per la quale qualcuno dice: "per gli animali Treblinka non si è mai fermata") ci resterebbero almeno due buone ragioni per ridurre drasticamente o, meglio ancora, cessare ogni consumo di carne:
- considerazioni sanitarie: la carne fa male al nostro sistema circolatorio, e gli antibiotici e gli ormoni in essa contenuti ci avvelenano.
- considerazioni ambientali: un incredibile consumo di risorse per un alimento marginale, consumato solo per gola,
un pianeta vegetariano potrebbe dare nutrimento ad una popolazione tre volte maggiore di quella odierna.
E la finiremmo una volta per tutte con questa menata degli OGM.
the dark side of the earth
Se si guardano affiancati un grafico dell'estrazione dei combustibili fossili (corredato dall'ormai imprescindibile picco di Hubbert) ed uno della curva demografica planetaria, non è possibile non notare la perfetta coincidenza temporale e quantitativa.
Ce la menano tanto con i prodigi della scienza medica per giustificare l'incremento demografico, ma io credo che la realtà sia ben diversa: è soprattutto l'energia facile ed a buon mercato che ha fatto prosperare l'umanità.
se quei due grafici oltre ad affiancarli li sovrapponiamo, noteremo che nella parte previsionale, successiva al 2004 (ufficialmente designato come l'anno del picco petrolifero) le due curve si differenziano molto, quella dei demografi continua un ottimistica ascesa, quella del petrolio inizia una vertiginosa discesa.
Se la correlazione osservata nell'ascesa dovesse confermarsi anche nella discesa, potremmo concludere che da qui al 2050 l'umanità in "esubero" sul pianeta ammonterebbe a quasi 4 miliardi di individui.
Naturalmente ci sono molti fattori che possono rallentare la caduta, il picco di gas e carbone, che si allunga un po' più in là nel tempo (una trentina d'anni circa), il nucleare (il cui picco è stimato variamente tra i 50 ed i 300 anni) o il massiccio ricorso alle energie rinnovabili, ma nulla ci può distogliere dalla considerazione che prima della scoperta delle energie fossili e nucleari, l'umanità non ha mai superato il miliardo di individui (quello è ciò che il ciclo clorofilliano è riuscito a sostenere sul pianeta in un era pre-tecnologica)
Alcuni probabili trend
1) La grande fame:
Cina, Corea e Giappone hanno dato il via alla terza fase del saccheggio coloniale dell'Africa: l'acquisto massivo delle terre coltivabili.
Con la consueta compiacenza di governi corrotti, le migliori terre coltivabili africane stanno cambiando padrone, la Daewoo possiede ormai mezzo Madagascar, ma in tutta la fertile Africa centro-meridionale la situazione è la stessa, i giganti asiatici sanno che la crisi alimentare seguirà istantaneamente la crisi delle energie fossili, ed sanno anche che per produrre energie rinnovabili serve un posto al sole.
2) la grande fuga:
la sola Groenlandia ogni anno riversa in mare dai suoi ghiacciai in fusione 150 mila miliardi di tonnellate di acqua, le stime variano, ma tutto lascia pensare che i mari del pianeta subiranno nei prossimi venti anni un innalzamento di almeno 3 metri, questo creerà una mole di profughi ambientali di proporzioni bibliche che si affiancheranno ai profughi economici i quali, anche per le dinamiche esposte al punto precedente, saranno forse ancora più numerosi.
3) La grande guerra:
Periodi di vacche magre come quelli che ci aspettano non sono mai stati affrontati dagli uomini con spirito di fratellanza e solidarietà, ma al contrario con bramosia di saccheggio e sopraffazione (lo fanno anche le mie api, se non le bado, in inverni freddi come questo)
La prossima guerra non avrà l'ordinata simmetria delle precedenti guerre tra Stati-nazione, perché la globalizzazione ha spezzato la solidarietà nazionale. Tra governo e cittadini e tra capitalisti e operai non corre più alcun legame, gli Stati son quasi completamente smantellati e gli industriali hanno aziende volanti in continua migrazione verso le sacche di maggior miseria e dissesto sociale.
Le grandi multinazionali americane lo hanno capito e da tempo hanno formato eserciti mercenari a geometria variabile e dotati di armi antisommossa di incredibile efficacia, entrambi ampiamente sperimentati in Irak, che difendono esclusivamente i loro interessi,
Mi fermo qui, già questo è di un peso insostenibile,
naturalmente io faccio il tifo per la tua visione del futuro, dove trionferebbe il lato migliore dell'uomo, l'amore, la fantasia, l'empatia con il creato,
ma oggi l'uomo sembra in preda ad una demenza che trova rari riscontri nelle epoche passate, e che apre poco il cuore alla speranza.