Incrociare le braccia riduce il dolore. Lo rivela uno studio dell'University College London (UCL) e del Dipartimento di Psicologia dell’Università Bicocca di Milano.
Spiega il dottor Giandomenico Iannetti, professore del dipartimento di fisiologia, farmacologia e neuroscienze dell’UCL: “Nella vita di tutti i giorni utilizziamo la mano sinistra per afferrare oggetti che stanno alla nostra sinistra e la mano destra per quelli che stanno alla nostra destra. Incrociare le braccia manda in confusione il cervello, ostacolando la percezione del dolore” (fino al 3% in meno). Eroici i 20 volontari presi in esame durante lo studio e sottoposti a diversi stimoli dolorosi provocati da un raggio laser.
(Fonte: Dottorsalute.it)
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Commenti
Incrucijâtu, ti para ca ‘u dulûri passa?
Oggi, mentre facevo la mia passeggiata di mezzogiorno, ho avuto ancora dei pensieri morbosi. Mi sono detto a un certo passo: perché non incrociare le braccia così mando in confusione il cervello, ostacolando la percezione del dolore (fino al 3% in meno)? Mentre pensavo questo, ho incrociato un amico calderaio, uno di quelli che parla ancora la lingua ammašcante e l’ho fatto partecipe del pensiero morboso. Lui mi ha detto che ,forse, se vai a vedere, quando Lombroso era stato in Calabria nel 1862 se ne sarà pure occupato, visto che gli venne fatto d’osservare un numero così grande di cani malati, scabbiosi, mocciosi, tisici, idrofobi, e non poteva di certo non aver pensato di fargli incrociare almeno le zampe anteriori pur di vederli soffrire il 3% in meno; ma, aggiunse, dubbioso, dopo una breve pausa, per riprendere fiato, “non mi risulta che nella lingua ammašcante ci sia un verbo che sia l’espressione di ‘incrociare le braccia’”. Ma, gli ho chiesto io, per dire “braccia” che parola usate? “Ciaffe”, “Strângèlla”. E per dire “croce”? “No, non c’è il termine…Si può dire “Sântusu” che sta per “Cristo”…”Strângèlla incristu?” E il dolore s’abbassa? Incrucijâtu, ti para ca ‘u dulûri passa?