Democrazia affettiva

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“A modellare il corso della storia sono state tre rivoluzioni.
La rivoluzione cognitiva: abbiamo imparato a pensare circa 70000 anni fa.
La rivoluzione agricola: abbiamo imparato a procurarci il cibo senza doverlo andare a cercare circa 12000 anni fa.
La rivoluzione scientifica: abbiamo imparato a renderci la vita più facile circa 500 anni fa.
La quarta rivoluzione è quella affettiva che è tutta da creare: riusciremo a renderci la vita ancora più bella smettendo di maltrattare la natura, gli altri esseri viventi, noi stessi e i nostri figli.”

Renato Palma è una di quelle persone che quando le conosci ti entrano da qualche parte del cuore, se volete, o in un angolino del cervello emotivo per non uscirne più.
Così è successo anche a me. Ho conosciuto Renato Palma, questo straordinario medico psicoterapeuta, ormai una decina d’anni fa, me lo fece conoscere Stefano Andreani, compagno di Maria Cristina, e anche nostro commercialista. Il commercialista più atipico del mondo non fosse altro perchè è alto due metri, balla la salsa, e ci vuole un bene dell’anima. Ma questa è un’altra storia.
Barba bianca fluente, occhi che brillano in un sorriso tra l’ironico e l’affettuoso, Renato è autore di diversi saggi e libri, tra i tanti ricordiamo il suo ultimo, La facile felicità, e I SI’ che aiutano a crescere (ne abbiamo anche parlato qui), un libro che si opponeva fermamente già dal titolo a un altro che appunto si intitolava: I No che aiutano a crescere.
Avete già capito il tipo.

Poco dopo Natale ci siamo incontrati con Renato e la moglie Paola per parlare della costituzione di una Associazione denominata: Centro studi per la promozione della Democrazia Affettiva.
Che cos’è la Democrazia Affettiva?
Sul sito democraziaaffettiva.eu si legge: “Un sistema di relazioni tra pari, anche se di età diverse, basato sull’affetto e non sulla forza, che rispetti le preferenze individuali”.
E, cito dallo Statuto, scopo dell’Associazione è promuovere la Democrazia Affettiva, un sistema di relazioni nel quale tutti hanno diritto di essere trattati da pari, a prescindere dall’età, dalle condizioni di salute o dalla situazione di temporanea, o definitiva, ridotta autosufficienza.
La Democrazia Affettiva:
- rifiuta l’uso della forza nelle relazioni.
- riconosce e rispetta le preferenze individuali, a partire dalla nascita. Non giustifica le scortesie nell’educazione.
- riconosce ai bambini il diritto alla facile felicità, che deriva dalla soddisfazione dei loro bisogni essenziali e dal non essere forzati nel loro percorso educativo
- rielabora l’identità di appartenenza, che spesso impone i valori del gruppo come non negoziabili e limita la possibilità di coltivare le diversità, arricchendola dell’identità affettiva, che permette anche ai bambini di rispondere alla domanda “chi sei” senza aver paura di essere rifiutati, contrastati o non accolti
- favorisce l’assunzione della responsabilità individuale nella scelta del modo di vivere le relazioni di prossimità, di educazione, di accudimento e cura.

Bella storia!

Ebbene, ora il Cento Studi per la promozione della Democrazia Affettiva è realtà: mercoledì scorso, il 3 febbraio, a Firenze, presso lo studio del commercialista alto e buono, si è costituita l’Associazione. Eravamo in tanti, ma mai abbastanza e malgrado la burocrazia sia sempre noiosa e antipatica è stato divertente guardarci negli occhi e raccontarci dei progetti che si stanno sviluppando per promuovere questa Democrazia Affettiva.
A proposito! Se siete a Firenze o nei pressi potete andare a sentire Renato Palma che parla dei Tempi dell’Affettività, mercoledì 10 febbraio, alle 18,30 alla Libreria dei Lettori in Via della Pergola.

Vi lascio con un racconto che è un buon esempio di Democrazia Affettiva. (...)

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