Alle straordinarie storie del sindaco di Curitiba Jaime Lerner e del sindaco di Bogota' Antanas Mockus aggiungiamo oggi un nuovo capitolo: la favola di Medellin e del suo sindaco Sergio Fajardo Valderrama.
Ho sentito questa buona notizia durante una puntata di “No Reservation”, su Gambero Rosso Channel, noto canale di cultura generale.
Il cuoco di turno, Anthony Bourdain, alla scoperta della gastronomia colombiana, si recava a Medellin, seconda citta' del Paese per grandezza, tristemente famosa come la zona piu' pericolosa al mondo. I suoi quartieri periferici, arroccati sul costone di una collina e fino a ieri completamente isolati, sono stati la capitale del narcotraffico colombiano di Pablo Escobar.
C'e' stato un passato, racconta la guida, in cui nelle favelas di Medellin il tasso annuale di omicidi era di 381 ogni centomila abitanti. La citta' era in preda alle bande organizzate, alla violenza e all'analfabetismo.
Oggi tutto e' cambiato e la stessa troupe televisiva si reca in zone dove prima non ci andava nemmeno la polizia.
Tutto merito, si dice, di Sergio Fajardo Valderrama.
Allora 47 anni, professore di matematica, si presenta alle elezioni comunali come candidato indipendente nel 2003 e fonda un “gruppo civico critico” di 50 volontari che, per la prima volta, si avvicinano ai quartieri piu' malfamati della metropoli. Si chiamano “Compromiso Ciudadano” che significa accordo di tutti i cittadini.
Lui stesso scende per strada a parlare con la gente, fermandola ai semafori e salendo sugli autobus per spiegare il suo programma.
Idee come la lotta all'analfabetismo e investimenti economici nelle zone piu' degradate gli valgono l'elezione a sindaco con il piu' alto consenso mai registrato fino ad allora.
Il 35-40% del bilancio comunale (900 milioni di euro all'anno) viene immediatamente destinato all'istruzione e alla cultura, vengono costruite dozzine di scuole, 10 biblioteche, un parco della scienza e un nuovo giardino botanico.
Nel 2004 c’erano aule per 8.000 studenti, nel 2007 le aule ne accolgono 33.000.
Il numero dei poliziotti viene raddoppiato e vengono inseriti corsi di formazione su etica e diritti umani.
Interi quartieri vengono ripuliti dalla droga e contemporaneamente Fajardo negli stessi quartieri fa costruire una scuola col suo centro di lettura e lancia un programma di microcredito per i giovani (prima della droga la zona aveva una fiorente industria tessile).
Le nuove strutture nascono tutte nei quartieri piu' poveri della citta' e i progetti sono affidati ad architetti locali. Vengono ripavimentate molte strade e create decine di parchi verdi.
Il rinnovamento e' cosi' “decentrato” rispetto alla citta' che su alcuni nuovi palazzi sorti in periferia spuntano striscioni con scritto: “Le vostre tasse sono qui!”.
Da segnalare comunque anche l'abbellimento e la pulizia di tutte le piazze della citta' e l'esposizione in centro delle statue di un famoso artista concittadino: Fernando Botero.
L'opera probabilmente piu' rappresentativa e decisiva per la politica di Fajardo e' pero' un'altra: la Metrocable, una funivia che, per la prima volta, collega la citta' con le favelas.
Cosi' il sindaco di Medellin chiude il cerchio: le nuove strutture nate valorizzano le zone povere che grazie alla metropolitana sospesa diventano accessibili a tutti. Si avvia quello che tecnicamente viene definito un processo di sviluppo e accade che le popolazioni delle favelas iniziano a sistemarsi le case, ridipingono, ristrutturano, puliscono.
Il mondo dei desechables, i vuoti a perdere, viene unito al resto del tessuto urbano.
Nell'estate del 2007 il New York Times pubblica un lungo articolo elogiativo su Medellín, consigliandola, per la prima volta, come meta turistica.
Il tasso di criminalita' e' diminuito da 381 omicidi ogni centomila abitanti a 29, meno che a Washington.
Di Fajardo si dice che diventera' il prossimo presidente della Colombia, nel 2010.
Fonti: oltre al mitico Gambero Rosso Channel, http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200803articoli/31219girata.asp e http://www.agoramagazine.it/agora/spip.php?article5403
Foto http://www.archphoto.it
Simone Canova