La nostra "Missione di Pace" ha dato ancora una volta il suo contributo di sangue alla guerra.
Ancora una volta ribadiamo che i morti son tutti uguali: italiani, iracheni, rumeni, somali e... la lista sarebbe lunghissima.
Ogni volta che accadono fatti come quello di oggi (per chi scrive e' giovedi') in Redazione nasce una discussione di cosa fare: il nostro e' un quotidiano di buone notizie perche' crediamo fermamente che raccontare azioni buone o assurde, che raccontano a volte la genialita' e a volte la stupidita' dell'essere umano, possa cambiare il punto di vista.
E' il nostro contributo alla cultura di pace.
E a volte abbiamo l'impressione di parlare al vento o a quei quarantamila che la pensano come noi e che ci leggono... e che forse non serva ripetere quello che e' gia' nel cuore di tutti noi mentre non troviamo il modo, non sappiamo in quale maniera rivolgerci anche agli altri.
Quegli altri sempre piu' distanti: quelli che ritengono che ci siano "guerre giuste", che i nostri soldati siano come protetti da un angelo custode incosciente e che non ci capitera' mai niente e che, appunto, siamo in Missione di Pace e la popolazione invasa ci adora.
Quelli che credono che siamo sempre e solo un popolo di "poeti, santi e navigatori".
Poi riemerge forte l'idea che e' necessario continuare a dire come la pensiamo, tocca non perdere mai la voce, non mollare mai. Senza gridare, senza diventare aggressivi, perche' il pacifismo passa anche dal nostro comportamento di tutti i giorni, ma anche senza smettere mai.
Oggi pubblichiamo su Cacao la risposta di Gino Strada a una ragazza che gli chiedeva come rispondere a chi e' convinto, anche in buona fede, che ci siano guerre giuste o inevitabili, quelle fatte per combattere le dittature, i soprusi.
Abbiamo preso questo brano da un sito che amiamo molto e che spesso e' citato dal nostro giornale: www.peacereporter.net, diretto da Maso Notarianni. Peacereporter, e' un quotidiano online che tratta temi internazionali, e' una agenzia di stampa e di servizi editoriali, nato da una idea dell'agenzia giornalistica Misna (Missionary Service News Agency) e da Emergency.
Perche', come citato nel sito: "Quando gli elefanti combattono sono i fili d'erba a soffrire"
(proverbio dell'africa centrale)
Cara R.
sarebbe bello avere "una risposta breve secca e inequivocabile". E anche urgente, in questo inizio di millennio segnato delle guerre in atto e con lo spettro di quelle future.
Serve riflettere sulla "questione guerra". Credo, molto semplicemente, che la "voglia di guerra" non stia nella natura umana.
Prova ne sono gli sforzi immensi che deve fare ogni volta il Potere per far accettare ai cittadini l'idea della guerra, la sua necessita'.
La guerra va preparata adeguatamente, i cittadini non sono "naturalmente" portati ad aderirvi. Non stupisca: non si sono mai viste mille volpi attaccare insieme un allevamento di pollame, anche in tempi non sospetti.
Servono bugie, campagne di disinformazione di massa, blandizie e promesse di "green cards", perfino l'arruolamento coatto e la galera per i piu' ostinati. I cittadini vanno "portati" in guerra. Per il re o per la Patria, per Dio o per l'ONU, per la democrazia o per i diritti umani...
Il fatto e' che le guerre non le hanno mai dichiarate "i cittadini" o "il popolo". Sono sempre state volute, osannate, finanziate, decise dalle classi dominanti (chi ha soldi e potere, per intenderci).
Poi, ad ammazzare e farsi ammazzare ci hanno sempre mandato i figli dei poveri. Non a caso, tra le truppe dell'esercito USA in Iraq, il cognome piu' diffuso e' Gonzales.
Una guerra potra' anche apparire legittima, in qualche caso persino inevitabile, comprensibile.
Ma nessuna guerra potra' mai essere "giusta".
Perche' e' portatrice, per natura, di ingiustizia e di degrado.
L' ingiustizia che si abbatte su chi, ogni volta, ne paga il prezzo di morte e di sofferenza, di miseria e di dolore. I civili innanzitutto, vittime nove volte su dieci, segnati dalla poverta' e dalla fame, dalle mutilazioni e dalle malattie. E il degrado di umanita', l'abbrutimento, l'abitudine alla violenza, la perdita di civilta'.
Puo' mai essere "giusto" l'orrore? No, al punto che ogni volta il vero problema e' di "giustificare" una guerra.
Da molti, troppi anni abbiamo sotto gli occhi le conseguenze di rapporti tra gli uomini basati sulla sopraffazione e sullo sfruttamento, sull'uso della forza.
Visti i risultati, e' cosi' folle, o utopico, cercare una via diversa?
E' cosi' mostruoso pensare a come rendere possibili rapporti umani fondati sull'eguaglianza e sulla solidarieta', rapporti dai quali sia escluso l'uso della violenza di massa, che la si chiami terrorismo oppure guerra?
Dobbiamo capire in fretta quali potrebbero essere le condizioni necessarie per disegnare non solo una politica di pace, ma addirittura la pace come politica, perche' possa avviarsi il processo di espulsione della guerra dalla Storia.
Gino Strada
Commenti
La guerra è finita, tornate a casa!
Io vorrei vedere quei ragazzi tornare a casa, e vorrei vederli tornare fra gli applausi della gente, che sa che quei ragazzi sono andati a fare lo sporchissimo lavoro dei potenti della Terra.
Fra gli applausi vorrei vederli tornare, per non partire mai più.
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Mi chiedo chi siano i veri cannibali...
Quark...
"La guerra è finita, tornate a casa!"
Mi commuove sempre quando la sento questa frase... grazie per avermela ricordata!
p.s ppppsssssstttt... non dire di chi si tratta, altrimenti si arrabbia!
senso di colpa
viola
"Poi riemerge forte l'idea che e' necessario continuare a dire come la pensiamo, tocca non perdere mai la voce, non mollare mai. Senza gridare, senza diventare aggressivi, perche' il pacifismo passa anche dal nostro comportamento di tutti i giorni, ma anche senza smettere mai."
Indignazione,rabbia e poi ...sensi di colpa
Penso a come anch'io ,nel mio piccolo,non finanzi questo orrore
Banche ,banche armate che finanziano multinazionali di guerra e di morte