Cacao Edizione del sabato 15/10/2005

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News del Centro Ghélawé
di Simone Canova

Per coloro che si sono messi all'ascolto di Cacao da poco tempo faccio un breve aggiornamento. Da maggio 2005, dopo un avventuroso e indimenticabile viaggio in jeep nell'Africa sud occidentale, la Redazione di Cacao collabora con il Centro Ghélawé (www.centroghelawe.org), un progetto agricolo in Burkina Faso. Consiste nella costruzione e avviamento di un Centro di formazione e sviluppo dell'agricoltura e dell'allevamento, una scuola dove poter trasmettere ai giovani burkinabe le nostre conoscenze sull'agricoltura biologica, sulla gestione del bestiame e delle risorse idriche. Senza stravolgere quelli che sono gli usi e le tradizioni locali, tenteremo di migliorare le tecniche e gli strumenti di lavoro. Qualche giorno fa, durante una riunione tecnica del Centro, il nostro agronomo ha detto una frase emblematica dell'intero progetto: possiamo farli arrivare a tre raccolti l'anno, contro un solo raccolto che viene fatto oggi. Ecco il nostro obiettivo. Quando i contadini del villaggio di Dolo' saranno arrivati a fare tre raccolti l'anno vorra' dire che ce l'abbiamo fatta e la rivoluzione agricola, forse cosi' come l'avrebbe voluta Thomas Sankara, sara' partita. E inizieremo a costruire un altro Centro da un'altra parte... Ora il Progetto e' giunto a una prima fase di svolta: a ottobre abbiamo tirato le somme della prima campagna di raccolta fondi (le magliette di Stefano Benni e Jacopo Fo) che ha dato ottimi risultati. Grazie a una seconda raccolta che stiamo organizzando per Natale potremo iniziare a impastare argilla, sabbia e acqua per il Centro Ghélawé a partire da aprile 2006 (per il tetto ci vorra' anche il letame). Entro quella data dovremo aver costruito un pozzo per l'acqua e ripulito il terreno dove sorgeranno le prime cellule edilizie del Centro, le coltivazioni e i ricoveri per gli animali. Nel viaggio in Burkina Faso di agosto Paolo, l'agronomo, ha potuto preparare il piano colturale, che in pratica si dividera' in due grandi settori: semina di piante autoctone (cioe' che vengono gia' coltivate e utilizzate in Burkina, mais, miglio) e semina di piante sperimentali (vite, mele, pesche, nespole). L'inserimento di queste nuove specie ci permettera' di introdurre nell'alimentazione locale vitamine, zuccheri, antiossidanti e sostanze nutritive che mancano. Un passaggio fondamentale del nostro progetto: migliorare e completare l'apporto nutritivo della cucina burkinabe'. Dopo la semina non restera' altro da fare che sedersi, accettare di buon grado una calebasse di chapalo' e aspettare, come si aspetta in Africa. In questi mesi abbiamo anche lavorato molto per far conoscere il progetto e devo ringraziare delle segnalazioni e l'aiuto Lifegate Radio, Fonopoli.it, gli amici dell'Ammazzacaffe', Gaspare D'Angelo (questo burlone ha devoluto i proventi del suo libretto di poesie), Mario Pirovano e ovviamente Stefano Benni e Jacopo. Stiamo completando la scalata burocratica per poter importare dal Burkina Faso e vendere in Italia, attraverso i canali equo e solidali di Commercio Alternativo di Ferrara, il burro di karite' e l'artigianato. Piu' avanti avremo anche la possibilita' di offrire pacchetti Vacanze Responsabili in Africa, il cosiddetto "turismo sostenibile". Una parte dei ricavi di tutte queste attivita' commerciali etiche andranno a finanziare i lavori del Centro Ghélawé ma soprattutto, come speriamo, avranno un impatto positivo sulla popolazione del villaggio di Dolo'. La nostra e' una grande sfida, come lo era il microcredito di Mohamad Yunus quando nacque. Oggi ha tolto dalla morsa della miseria assoluta piu' di 80 milioni di persone nel mondo. Avete idea di quanto costa fare un pozzo in Africa? Come detto per l'inizio lavori di aprile dobbiamo costruire il pozzo e installare una pompa. Li' utilizzano pompe a mano ma ne stiamo cercando anche una a pannelli solari fotovoltaici, in grado cioe' di lavorare da sola autoalimentandosi. La necessita' di acquistare una pompa "automatica" sta nel fatto che l'impianto di irrigazione dei campi e degli orti utilizzera' parecchia acqua e la pompa a mano costringerebbe a molto lavoro. Con la tecnica geofisica della resistività del terreno abbiamo trovato l'acqua in due punti, a 30-50 metri di profondita'. Stiamo vagliando diversi preventivi (di imprese burkinabe) e stiamo telefonando in giro per cercare altre offerte, ma sembra che il lavoro non costera' meno di 6-7mila euro, a cui vanno aggiunti i costi per la pulizia del terreno e l'acquisto delle piante sperimentali. Entro pochi giorni, grazie alla collaborazione con Commercio Alternativo e Commercioetico.it. vi proporemo nuovi prodotti il cui ricavato sara' destinato al Centro. Fateci un pensierino per i vostri regali di Natale. Per contribuire si puo' anche fare una donazione a Banca Popolare Etica c/c 114044 CIN:J ABI:05018 CAB:12100 Finora ho elencato soprattutto aspetti tecnici del progetto, ma la cosa forse piu' bella di tutta questa esperienza e' il fattore umano. Ognuno dei membri dell'Associazione sta mettendo in gioco se stesso e le proprie capacita' per far diventare realta' il sogno di Sami Palm Gue'lawe', che era il sogno di Sankara e di altri 2 miliardi di persone nel mondo: tre pasti al giorno, un lavoro e la possibilita' di una vita dignitosa. Si innescherebbe cosi' un meccanismo a cascata che porterebbe benessere, rispetto per le donne, accesso all'acqua potabile, a una scuola, a una farmacia o a un ospedale. Ci vorra' tempo, una cosa che in Africa non manca.