La seconda grande sorpresa del viaggio di aprile e maggio in Burkina Faso e' stata sicuramente la capacita' di fare i conti di Teremi.
Quando l'abbiamo conosciuta, nel 2006, aveva un'eta' tra i 14 e i 16 anni, era introversa, non conosceva il francese, ed era analfabeta.
Oggi e' mamma di una bambina di 7 mesi, sta imparando a cucinare, ha coltivato una piccola parcella dell'orto e, grazie all'aiuto di Ahmed, sa calcolare quanto fa 5+4.
Al Centro Ghélawé e' sera, i ragazzi tirano fuori la lavagna e tre banchi di scuola.
"Facciamo il corso" mi dice Ahmed "matematica".
Il gruppo e' suddiviso in classi, a seconda del livello di istruzione. Alcuni sono ai primi numeri, li scrivono e riscrivono continuamente per giorni e giorni, Sie ormai scrive le cifre da 0 a 100 e le riconosce.
"Teremi fa le addizioni e le sottrazioni con numeri entro il 10, prova!"
Scrivo sulla lavagna:
5+4=
6-5=
7+3=
Teremi prende in mano il gesso, traccia due cerchi, nel primo conta 1,2,3,4,5 e disegna 5 bastoncini. Nel secondo cerchio conta e scrive 1,2,3,4. Disegnati i bastoncini torna all'inizio e li riconta tutti, scrivendo poi il risultato dell'addizione.
Nel caso delle sottrazioni usa un gesso colorato. Conta e disegna 6 bastoncini bianchi, poi ne colora 5 di blu e conta i bianchi rimasti.
Ero commosso!
I corsi sono iniziati a meta' gennaio e Ahmed, studente universitario, tiene un paio d'ore di lezione praticamente ogni sera. Se con i bambini e' piu' facile perche' hanno una memoria molto attiva, con gli adulti e i ragazzi si puo' contare sulla forza di volonta': lavorano tutto il giorno e sarebbe comprensibile arrivare alla sera, al corso, stanchi. Tutti invece sono pronti e durante il giorno, nei momenti di pausa, ho piu' volte visto qualcuno mettersi a "studiare" e ripetere lettere e numeri.
Abbiamo discusso su come inventare giochi, per esempio contare i passi e cantare canzoni per ricordare meglio le lettere.
Teremi procede spedita nei suoi calcoli, legata dietro la schiena dorme la piccola Pelagie, che speriamo riceva vibrazioni matematiche.
Se Teremi e' stata la sorpresa piu' dolce, altrettanta gioia mi ha dato vedere Awa districarsi con abilita' fra i piu' e i meno. Anche lei era analfabeta, oggi conosce i numeri fino al 20, fa addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni. E' veloce, non commette errori e scrive con una bella calligrafia.
Dall'altra parte della lavagna Angel e Kevin si dilettano con un "problema" matematico piu' complesso: un cliente e' venuto due volte ad acquistare il pane al Centro nel corso della giornata, si vuole sapere quanto ha speso e quanto ha guadagnato il Centro stesso.
La soluzione richiedera' 4 giorni di tempo, decisamente tantini ma alla fine i conti sono giusti.
Tall Issa scrive il suo nome!
Purtroppo, durante l'istruzione delle pratiche per la sua carta di identita', abbiamo scoperto che Tall non e' il suo vero cognome.
E' stato il primo a lavorare con noi, e' al Centro ormai da tre anni, e ha sempre lavorato come un animale (specie che lui rispetta tantissimo, visto che e' un peul).
Chiama Giuseppe "papa'", per via dell'anzianita', e per me prepara il te' tutte le sere.
Una mattina mi ha chiesto come stavo...
"Sono un po' stanco" - gli ho risposto.
Lui ha iniziato a contare, in francese: 1,2,3,4,5... 5 giorni che siete arrivati, no stanco...
Iniziamo la costruzione del pollaio, che ci portera' via un paio di settimane. Come al solito costruiamo usando solo mattoni in terra, terra e acqua. Legno e paglia per il tetto, come vuole la tradizione burkinabe'.
Rispetto ai pollai locali facciamo solo alcuni miglioramenti: un sistema di tubi per l'aerazione, un'organizzazione interna suddivisa in tre stanze per dare tranquillita' e differenti quantita' di cibo a pulcini, galline in cova, polli a fine carriera (poverini, si chiamano cosi').
Ci sono inoltre delle finestre che permettono di prendere le uova senza dover entrare nel pollaio.
Terminate le rifiniture, acquisteremo i primi polli, dando cosi' avvio all'allevamento e alla produzione/vendita di uova.
Finora abbiamo parlato di pane e uova, due prodotti che nel villaggio di Loto, dove ha sede il Centro, non si trovano, neanche nel giorno di mercato. Un po' di pane e di uova arrivano ogni 5 giorni da Diébougou (la cittadina di riferimento, a 5 Km), ma in quantita' limitata.
Di orti, al villaggio, io non ne ho visti. Ce ne sono di bellissimi a 10 km di distanza, nei pressi di una diga, ma al villaggio niente.
A Loto si trova la Coca Cola fresca, ma non un uovo fresco, una baguette, una zucchina, delle carote...
Il Centro Ghélawé mira a colmare questa lacuna.
Temi: Centro Ghèlawè, Africa, Burkina Faso, solidarietà.