La vera storia di Cacao, il quotidiano delle buone notizie comiche

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di Simone Canova

Correva l'anno... era il... ah, iniziamo bene! ... era circa il 1998, tra il 1998 e il 1999... insomma, lo scorso millennio! Una sera Jacopo arriva al ristorante di Alcatraz, nel quale lavoravo come cameriere, e dice “Cacao va ripensato!”. Al tempo avevamo appena avviato il settore internet, stava nascendo il sito www.alcatraz.it, che sarebbe stato il primo di una lunga serie, e muoveva i primi passi sul web anche Cacao, storica rivista cartacea di Jacopo, un settimanale di controinformazione che gestivo assieme ad Armando. Franca, Dario e Jacopo avevano lanciato la campagna contro l'uranio impoverito e su Cacao si potevano trovare tutti i documenti e i particolari di questo scandalo.
Quella sera Jacopo si siede a tavola e dice che vuole fare un giornale di buone notizie. A me e Gabriella, seduti al suo fianco, venne da ridere. In piena guerra nei Balcani (e l'11 settembre 2001 era ancora di là da venire!), l'idea di un giornale di buone notizie, per di più quotidiano, era pazzesca. Come sempre accade con Jacopo e le sue idee pazzesche, il giorno dopo uscì il primo numero.

C'erano due buone notizie tiratissime, la seconda era addirittura una barzelletta. Armando lo spedì via mail a 150-200 persone, tutti amici di Alcatraz di cui avevamo l'indirizzo e-mail (pochi e radi, al tempo internet non era ancora diffuso come è oggi).
Dopo una settimana di spamming sfrontato e qualche decina di nuovi entusiasti iscritti, si decide che la cosa può funzionare e Jacopo cerca qualcuno che, nel marasma dei media amanti del sangue e dello scandalo, vada a caccia di buone notizie.
Alzo la mano e inizia l'avventura. Le buone notizie non sono quasi mai negli articoli principali e così ogni giorno mi trovo a spulciare tutti i trafiletti dei principali quotidiani. Ci abboniamo a Focus, Nexus e addirittura a un settimanale che si chiamava “La Macchina del Tempo”, diretto da Alessandro Cecchi Paone (spero sia sopravvissuto all'Isola dei Famosi).
Scopriamo così che fra centinaia di cattive notizie che ogni giorno ci propinano su giornali, radio e tv, piccole e timide si nascondono quelle buone. Scopriamo che certi giorni ci sono buone notizie che meriterebbero la prima pagina, ma nessuno ne parla. Scopriamo che esistono tecnologie e idee che potrebbero migliorare la vita delle persone e che non sempre abbisognano di ingenti finanziamenti dei governi ricchi. Scopriamo che il mondo, nonostante le apparenze, non è poi così malvagio e che non è vero che si stava meglio quando si stava peggio...
Siamo nel 2000, e siamo tra i primi a raccontare di commercio equo e solidale, di gruppi di acquisto, di canapa terapeutica, di movimenti e organizzazioni sociali che poco a poco stanno migliorando il mondo, di leggi che aumentano i diritti delle persone, di medicina naturale; e siamo i primi in Italia a farlo in chiave comica. Perché ridere fa bene, ne siamo convintissimi noi e i lettori che continuano ad aumentare.
Nel frattempo costruiamo i siti Clinicaverde.it sulla medicina naturale e la comicoterapia, e SessoSublime.it, sul piacere e l'educazione sessuale, Comicoterapia.it, Amoreamore.it, Trovasubito.it e Jacopofo.it.
Cacao ormai arriva a qualche migliaio di iscritti, è il principale canale di comunicazione per Alcatraz. L'edizione domenicale, curata da Dario e Franca, arriva a 20mila, poi a 30mila iscritti. Dopo un paio di anni tocchiamo quota 20mila iscritti con l'edizione quotidiana dal lunedì al sabato e 50mila con l'edizione domenicale.
Dopo l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 dicembre 2001 Franca, Dario e Jacopo pubblicano un articolo dal titolo “Dai una possibilità alla pace” che scatena l’inferno sui maggiori quotidiani nazionali qui l’articolo e qui la polemica.
Sì, perché non ci limitavamo a far ridere: nella tradizione della famiglia Fo, denunciavamo, facevamo inchieste, insomma, ci mettevamo nei casini.
Ma cercavamo di essere sempre propositivi, ché a dire che andava tutto male e non c’era rimedio a nulla ci pensavano già tutti gli altri. Per noi no, c’era sempre una possibilità, perché come racconta un vecchio slogan dello Yoga demenziale: “Se fossimo nati per soffrire, le donne invece delle tette avrebbero due rubinetti e le zanzare girerebbero col bazooka”.

Andavamo forte e dopo di noi nacquero siti come buonenotizie.it (con questo non voglio dire che siamo stati dei precursori, no no).
Poi il crack finanziario. Tra newsletter di Cacao e tutto il network di siti (più di venti) toccavamo il milione e mezzo di utenti e i costi delle connessioni erano diventati insostenibili; in più alcuni siti venivano presi di mira dagli hacker ed era necessario un servizio di vigilanza web praticamente continuo e dedicato. Uscì un articolo dal titolo: “Troppo successo, siamo rovinati”.
Quella fu la prima volta che rischiammo davvero di dover chiudere il giornale. Si pensò di tenere solo l'edizione domenicale, di far leggere le notizie solo a chi pagava, alla fine lanciammo una sottoscrizione per mantenere la newsletter gratuita e aperta a tutti. Più di 1.300 lettori ci salvarono il c...acao versando 27, 50 o 100 euro.
In quell'anno, siamo nel 2002, con Gabriella e Maria Cristina decidiamo anche di prendere la gestione di quello che al tempo si chiamava il “Catalogo delle Merci Dolci a prezzi stracciati” e che oggi è diventato Commercioetico.it (gestito dalla Merci Dolci s.r.l.). In questo modo riuscimmo a salvare capra, capretta e mucca. Cacao faceva e fa tutt'ora pubblicità a Commercioetico, e Commercioetico sostiene le spese tecniche e "umane" di Cacao.
Da allora periodicamente rischiamo nuovamente di dover chiudere i battenti...  allora vi chiediamo aiuto, arrivano un po’ di sottoscrizioni e grazie a voi, grazie a Jacopo e grazie a Commercioetico andiamo comunque avanti.
L'anno scorso, nel 2011, abbiamo ricostruito le newsletter con una nuova grafica e un nuovo sistema di spedizione, e Cacao si è trasformato in un giornale adulto e moderno.
Ogni mattina navighiamo su decine di siti internet di informazione, da Repubblica, che conosciamo tutti, alla meno nota Goodnewsagency, raccogliamo le buone notizie e le riscriviamo a modo nostro, aggiungendo spesso una battuta comica.
Chiarezza, brevità, rispondere sempre alle 5 domande fondamentali (chi, cosa, dove, quando, perché) sono le cose su cui cerchiamo di fare più attenzione.
E l’essenziale delle notizie è sempre vero!
Scrivere Cacao è fra i lavori più belli del mondo, la scrittura di getto (una versione del giornale che purtroppo i lettori non vedono mai) è una sorta di orgasmo della creatività e pochi mi credono quando dico che dopo avere ultimato la versione corretta e riveduta, sono esausto. Felice e appagato, ma esausto.
Dopo più di 10 anni di questo lavoro, se Cacao non parte a me viene mal di stomaco. Quando, per motivi tecnici, la newsletter si rompe, sono giù di morale, rasento la depressione.
Scrivere questo giornale mi piace, e mi piace ancora di più scriverlo per voi che lo leggete.
E dalla voglia di incontrare chi ci segue da anni (ma anche da mesi o giorni...) dalla redazione è nata un'idea: organizzare una festa dedicata ai lettori di Cacao.
Dal 6 all'8 luglio 2012, ad Alcatraz.
Se stai leggendo queste righe, devi esserci!
Per i prezzi e maggiori informazioni clicca qui, per prenotare telefona ad Alcatraz allo 075/9229938-39-14. Conosciamoci!

Simone Canova

festa cacao


Commenti

Ma quante ne abbiamo fatte?
Che bel racconto... Mi sono emozionato a ripensare a tutto quel che è successo... Che bel viaggio.
Grazie per tutto quel che fai!
Un grandissimo bacio.
Jacopo