Di fronte all'orrore quotidiano cerco un po' di speranza
La domanda è: quando finiranno le guerre?
Perché sono convinto che prima o poi dovranno finire.
L'umanità sta lentamente migliorando, arriverà un momento nel quale la vita sarà considerata un valore assoluto e la guerra un'assurdità del passato.
Ma credo che questo avverrà prima che la coscienza umana arrivi fino a comprendere l'enormità incommensurabile del dolore che le guerre provocano.
Questa coscienza fiorirà dopo che le guerre saranno finite.
Semplicemente quello che sta accadendo sotto i nostri occhi è che la guerra sta diventando impraticabile perché non è più conveniente.
Per millenni i popoli tecnologicamente più evoluti hanno lasciato che i potenti usassero le guerre per arricchirsi perché alla fin fine c'erano vantaggi per una buona fetta della popolazione. Il che è sotto i nostri occhi: la maggioranza degli italiani, nonostante la crisi, sta meglio della maggioranza degli indios americani...
Oggi però la guerra ha cambiato natura.
Dopo le terribili stragi dell'11 settembre 2001 alti dirigenti della Cia e dell'Fbi dichiararono che i terroristi avevano guadagnato miliardi di dollari scommettendo in Borsa sul crollo delle aziende danneggiate dagli attentati. E dissero che era necessario chiudere i paradisi fiscali che erano le porte attraverso le quali Bin Laden aveva potuto piazzare le sue scommesse sui future e poi accreditarsi il denaro guadagnato.
In quei giorni di terrore ci si era resi conto che l'occidente era vulnerabile ad attacchi distruttivi.
L'intelligence Usa temeva che gli aerei lanciati contro le torri fossero solo l'inizio di una campagna di terrore. Le tv si riempirono delle notizie su lettere all'antrace e su yogurt avvelenati nei supermercati.
E ci si rese conto che azioni di microterrorismo indiscriminato avrebbero potuto scatenare il caos e mettere gravemente in crisi il sistema Usa. Il panico avrebbe moltiplicato per mille l'impatto degli attentati.
Ma per fortuna i terroristi si accontentarono di un solo giorno di massacri e si scoprì che l'antrace e il veleno nei cibi erano azioni isolate di pazzi e scherzi macabri.
Probabilmente questi squilibrati dell'Isis non cercheranno di colpire in profondità la società occidentale... Ma è anche chiaro che il terrorismo sta assumendo un carattere sempre più folle e spietato. Probabilmente questa nuova ondata di recrudescenza dei fondamentalisti islamici sarà domata... Ma la tendenza è chiara.
Dopo l'11 settembre sappiamo che le grandi metropoli possono essere gettate nel caos con strumenti minimi, e sostanze facilmente acquistabili sul web per poche migliaia di euro.
La domanda non è se ma quando verrà fuori un gruppo terrorista che non vuole limitarsi a terribili azioni dimostrative ma decide di portare il terrore nei supermercati del ricco occidente.
Ma il terrorismo non è l'unica minaccia per i paesi ricchi: la guerra sta spingendo milioni di profughi verso le grandi metropoli.
L'Europa non ha modo di bloccare questo mare di disperati che fuggono dalla morte. Ma quelli che vorrebbero fuggire in Europa ormai sono decine di milioni... Somalia, Siria, Iraq, Libia...
Certo che è giusto accogliere questi profughi ma è anche evidente che una migrazione di misura epocale, come quella che sta iniziando, creerà reazioni di rifiuto, semplicemente perché non è sostenibile. Ma se i paesi ricchi costruiranno muraglie invalicabili e si metteranno a sparare sui barconi otterremo solo altra disperazione e altro odio...
C'è poi il problema sanitario: la miseria genera in continuazione nuove epidemie. Per adesso ci è andata bene... Ma più il mondo è interconnesso, con milioni di persone che viaggiano da una nazione all'altra, e più cresce la possibilità di diffusione di nuove epidemie... E siamo tanto furbi che continuiamo ad allevare nuove generazioni di batteri resistenti agli antibiotici grazie a un consumo smodato di queste medicine...
Ed esiste un'altra calamità planetaria che dobbiamo urgentemente disinnescare: la criminalità organizzata che sguazza e si arricchisce in mille modi in mezzo alle guerre e alla disperazione e che sta penetrando con ogni mezzo nel sistema finanziario mondiale acquisendo un potere che di per sé è una minaccia mortale per la civiltà.
In questo momento una buona parte dell'umanità è in possesso delle informazioni e della coscienza per capire che abbiamo di fronte una necessità improrogabile: dobbiamo fermare il terrorismo, fermare le migrazioni dei disperati, fermare il pericolo di pandemie e la criminalità. E abbiamo pure bisogno di un modello di sviluppo che non sia basato sulla distruzione del nostro pianeta.
Ok, è un incarico di una difficoltà allucinante e io mi sento anche un po' influenzato. Penso che andrò a dormire e mi addormenterò dopo aver pianto a lungo.
Poi penso a quanto è bella la Madonna di Barnaba da Modena e mi dico: "Porca patata dobbiamo riuscirci!"
Quindi mi sforzo le meningi e cerco di trovare qualche buona ragione per continuare a darsi da fare.
La prima è che questo è quel che conviene non solo ai popoli ma anche a gran parte delle multinazionali più ricche del mondo: Apple, Google, Disney, Coca Cola, Hp, Samsung, Microsoft, Facebook, sono aziende che sarebbero enormemente danneggiate da un'ondata di terrore. Questo è importante: non è più come 50 anni anni fa quando scommettere sulla guerra e la rapina era il modo garantito per fare più soldi. Oggi la comunicazione globale rende più del mercato dei carri armati e soprattutto dà più potere.
Quindi non siamo i soli a temere la guerra.
Ed è ipotizzabile anche che si diffonda l'idea che c'è solo modo evitare disastri: concentrare i nostri sforzi per aiutare i popoli poveri a uscire dalla miseria. Solo se i Paesi in via di sviluppo entreranno in una fase di benessere, pace e democrazia ci potremo salvare.
Lo sviluppo è l'unica medicina.
"Facile!" dirà qualcuno "Ma cosa vuoi che sviluppi quella gente... Non sono capaci! Sai quanti soldi si spendono ogni anno in aiuti umanitari? E quelli restano lì, sempre poveri..."
Questo pensa la maggioranza dei benestanti.
Ma non è vero: innanzi tutto i pochi aiuti ai paesi poveri hanno dato grandi risultati: la popolazione è aumentata ma contemporaneamente le persone che muoiono di fame sono diminuite del 75%.
Ma c'è un'altra questione di importanza fondamentale: gli Stati ricchi danno piccoli aiuti, ma contemporaneamente continuano una selvaggia guerra di rapina.
La povertà non è frutto dell'arretratezza di alcuni popoli ma di precise azioni.
Le nazioni ricche continuano, ad esempio, l'azione di distruzione delle economie locali attraverso la vendita di prodotti agricoli sottocosto. Un crimine enorme di cui non si parla quasi mai. Le bancherelle dei mercati dei paesi poveri vendono la salsa di pomodoro italiana o cinese, il riso statunitense, la carne in scatola francese... E la gente compra questi prodotti perché costano pochissimo. Come è possibile che un pomodoro prodotto in Italia, inscatolato e trasportato per migliaia di chilometri costi di meno di un pomodoro fresco del Camerun, coltivato da un contadino che quando guadagna 3 euro al giorno è contento, e comprato in un orto che sta a 5 chilometri dalla bancarella?
Non è possibile!
Ma diventa possibile se i finanziamenti pubblici coprono una bella fetta del costo del pomodoro: detrazioni fiscali, sconto sui carburanti, finanziamento per l'acquisto dei mezzi agricoli e incentivi di vario tipo alla produzione. Non è una questione semplice da affrontare... Richiederebbe un cambio di sistema radicale... È chiaro che se l'agricoltura non venisse finanziata i prezzi andrebbero alle stelle e sarebbero i più poveri a stare peggio... Ma bisognerebbe impedire che i prodotti a basso costo dei paesi ricchi arrivino nel terzo mondo a prezzi inferiori di quelli della produzione locale. Questa concorrenza sleale fa più morti di tutte le guerre in corso, anche se fa poco rumore.
L'altro crimine che l'Occidente dovrebbe smettere di praticare è la discriminazione contro la produzione dei paesi poveri. L'Unione Europea determina quali banane sono importabili e quali no escludendo la maggior parte delle tipologie delle banane esistenti... Cioè, si pratica un libero mercato a senso unico: noi siamo liberi di esportare i nostri prodotti da voi, ma decidiamo noi cosa voi potete esportare...
L'altra tecnica che i paesi ricchi utilizzano per impedire lo sviluppo delle economie locali è l'appoggio entusiastico ai politici più corrotti e violenti... Saddam era un dittatore sponsorizzato dalla Cia perché faceva comodo la sua passione per gli ammazzanti di socialisti. E su questo non dico altro perché è una questione nota.
L'ultima domanda è: ci sono segnali positivi?
Innanzi tutto c'è da dire che (lentamente, molto lentamente) si sta agendo per chiudere i paradisi fiscali.
La maggioranza dei governi sta capendo che non è possibile fronteggiare il terrorismo e la criminalità organizzata (altra calamità primaria) se non colpendo il loro potere sul piano finanziario.
Uno dopo l'altro i paradisi fiscali si stanno regolarizzando e stanno accettando criteri di trasparenza, dalla Svizzera a Malta, dal Vaticano al Costa Rica... La rete della finanza nera e grigia sta perdendo i pezzi semplicemente perché va ormai contro gli interessi delle multinazionali...
E lentamente si sta capendo che anche la legalizzazione delle droghe è un passaggio essenziale per limitare il potere della criminalità.
D'altra parte sta crescendo la coscienza pacifista e solidale e la capacità dei consumatori di spingere verso un diverso modello di sviluppo attraverso il loro potere d'acquisto consociato (voti ogni volta che fai la spesa)...
Manca invece la coscienza diffusa dei meccanismi da demolire per favorire lo sviluppo. Ma contemporaneamente crescono le pressioni perché vengano ridotte le spese militari per poter aumentategli aiuti internazionali.
Ottenere un cambio di tendenza radicale non sarà però veloce e facile. Ma ci riusciremo perché non esiste un'altra via possibile.
Scartate le possibilità possibili restano solo le possibilità impossibili.
Jacopo Fo