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Il formaggio pecorino di Hebron

La storia di questa settimana e' stata pubblicata qualche giorno fa sul sito internet del settimanale Carta e ci porta nelle colline intorno a Hebron, citta' della Cisgiordania a circa 30 km a sud di Gerusalemme.
In quest'area poverissima e completamente priva di elettricita', acqua e servizi, un gruppo di donne "El Hallabat" (Donne del formaggio) insieme a diversi pastori locali resistono all'occupazione dei coloni israeliani (che di frequente, e con la complicita' dell'esercito, distruggono raccolti e uccidono bestiame) producendo un antico formaggio locale di pecora e capra, che poi viene rivenduto al mercato.
L'intervista che pubblichiamo di seguito e' al pastore palestinese Hafez Huraini, uno dei collaboratori del progetto.
Buona lettura.

Quando e' nata la South Hebron Hills Committee?
Nel ’48 con la creazione dello Stato di Israele il mio paese Garratin fu raso al suolo. Ci ricostruimmo un villaggio chiamato At-Tuwani, dove un tempo c’era un'ampia area per il pascolo. La gente del mio villaggio e quella dei centri a sud di Hebron e' gente semplice, dedita alla pastorizia e all’agricoltura. Dopo che i coloni fondamentalisti avevano avvelenato svariati ettari di pascoli con chicchi d’orzo bolliti in fluoracetamide, fatto morire piu' di un centinaio di pecore e l’esercito distrutto le case e i nostri antichi sistemi idrici, c’eravamo posti il problema di come resistere alle violazioni del diritto umanitario da parte di Israele. Abbiamo scelto la lotta non violenta agendo in ambito legale, con ricorso alla Corte Suprema, ai Tribunali, ai mezzi mediatici. Il Movimento nonviolento dei pastori Comitato delle Colline a sud di Hebron nasce, con l’appoggio degli abitanti del luogo, dentro quell’esperienza.

Quanti i pastori, quanti i greggi?
Siamo trenta pastori con varie greggi per un totale di 1.400 pecore di razza per lo piu' Baladi ossia autoctone del luogo e Assafi cioe' straniere. Mentre le capre, che rallegrano i luoghi con il suono dei loro campanelli, raggiungono i 350 capi tra Baladi e razza Shami, proveniente dall’est della Siria. Ma la transumanza e' scomparsa. Siamo costretti a tenerle ferme sulle stesse colline, mentre prima del ’48 da Garrattin le greggi transumavano fino a Hebron, vasta zona di pascoli.

Che tipo di pascolo offrono le colline di Hebron?

Abbiamo vari tipi di essenze, fiori e cespugli di cui si cibano le greggi grazie anche a un sistema di irrigazione antichissimo: conserviamo cisterne secolari scavate nella roccia, alcune ancora di origine bizantina, per raccogliere l’acqua piovana nel periodo delle piogge che ha inizio a novembre. Abbiamo quindi una autonomia idrica fino a maggio per uomini e animali. Ma pure queste sono a rischio al pari delle grotte millenarie per via dell’esercito israeliano che le distrugge per costruire mega aree per le proprie esercitazioni militari.

E nel periodo di siccita'?
Nella secca le bestie mangiano di tutto, le pecore anche le radici del grano. Teniamo comunque sempre da parte una riserva di raccolto per gli animali e integriamo con una leguminosa locale, con frumento, con orzo che proviene dalla Francia, con mais che proviene dal Canada.

Con mais non Ogm free?
Probabilmente.

Quando cominciate a mungere?
Da novembre fino a meta' gennaio gli animali partoriscono. Allattano i piccoli per 45 giorni, dopodiche' ha inizio la mungitura che dura 70 giorni e la produzione del Laban, il nostro formaggio locale fatto dalle nostre donne.

El Hallabat e' il loro nome vero?
Si', proprio cosi', Donne del Formaggio, sono loro che mungono, che trasformano il latte in formaggio e mia madre Fatma e' tra le piu' brave, colei che insegna e porta avanti la tradizione.

Raccontaci nei dettagli come avviene la caseificazione del latte.
Il latte di pecora unito a quello di capra viene versato, subito dopo la mungitura, in un recipiente metallico e fatto riposare per 24 ore. Poi viene immesso nella Shraa', un otre ricavato da pelle di pecora, in cui rimane sempre un po’ di "madre", cioe' un po’ di latte fermentato della precedente lavorazione. Issato su un tre piedi di legno l’otre verra' sbattuto poi per un’ora. Tolto dall’otre, il latte viene versato in un pentolone e posto sul fuoco per tre minuti a caseificare. La massa separatasi dal siero viene raccolta in un telo di cotone e appesa a gocciolare piu' o meno per cinque ore, per essere poi conservata con del sale per dieci giorni in un contenitore fatto con pelle di animale. Poi la pasta viene mescolata con aggiunta di sale del mar Morto e un po’ di Helby, una spezia locale.

Un formaggio capro-ovino speziato e molto saporito, quindi?
Certo! Che le donne dei villaggi poi modellano con cura in piccole forme piramidali e mettono al sole per una settimana o dieci giorni per conservarle infine nelle Laban Jamid, piccole borse di tela poste in armadi da formaggio, in un apposito luogo della casa per essere poi vendute al mercato di Yatta.

Cosa ha chiesto a chi ha incontrato in Italia e cosa chiede ai lettori di Carta?
Di fare conoscere la nostra storia. Sara' un primo concreto aiuto per tutelare cosi' le nostre famiglie, le nostre case, i campi, l’acqua e i pascoli. La nostra terra di Palestina.

Fonte: http://www.carta.org/campagne/pace+e+guerra/17787

Nel sito, dopo l'intervista che abbiamo pubblicato, troverete anche una petizione per chiedere al Primo Ministro e al Ministro della Difesa d’Israele di fermare le violenze  e tutelare il lavoro delle donne di El Hallabat.