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Altri Mondiali e altro calcio

Mentre la magistratura sta scoperchiando il marcio nel calcio italiano (dopo Mani Pulite, Borrelli si occupa di Piedi Puliti e fra qualche anno anche di "Che cosa nasconde il pancreas?"), mentre i giornalisti mainstream sembrano cadere dal pero e Biscardi si ricicla su Italia Gold (fra un po' fara' la sua trasmissione su Tv Abbiategrasso international), mentre siamo gia' stufi dei commenti sull'amichevole Italia-Svizzera dove Totti sembra abbia superato lo shock dello scontro con l'avversario, mentre la bagarre dei mondiali inizia prima dei mondiali stessi, mentre tutti sembrano correre a comperare nuove tv al plasma e le donne, ci racconta sempre la tv, vanno a consolarsi con gli omaccioni svizzeri...
Insomma, mentre accade tutto questo, noi abbiamo voglia di parlarvi di altro calcio giocato con altri palloni.

Si', anche quei palloni che avete gia' visto sul sito, che sono, si', costruiti in Pakistan ma mentre loro nascevano, i bambini erano fuori a giocare... mica dentro a cucirli. Sono palloni belli, solidi e molto ben fatti (ne e' entusiasta persino Enrico, figlio adolescente della Cristina, esigente capocannoniere dell'A.S.G. Colombella).
Potete leggere tutte le fasi della loro lavorazione su www.commercioetico.it/equoesolidale/palloni-pakistan.htm
Ed e' proprio con questi palloni che a Ponte Valleceppi (Perugia) si cerchera' di battere il Guinness dei primati per la partita di calcio piu' lunga del mondo: oltre 8 giorni di gioco, dal 30 giugno all'8 luglio, senza interruzioni, giorno e notte, coinvolgendo circa 4.000 giocatori e 130 arbitri, che si daranno il cambio l'un l'altro per battere il record precedente (www.dirittiingioco.it).

E poi vi parliamo di "Altri Mondiali", che si tiene in questi giorni a Milano (terminera' il 9 giugno), dove ragazzi palestinesi sono stati battuti 7 a 0 dall'Amani Yasset Sport, la squadra di calcio composta dagli ex ragazzi delle baraccopoli di Nairobi.
Quello che si svolge nel capoluogo lombardo e' un torneo calcistico all'insegna della solidarieta' e che vuol "rendere visibili altri modi di giocare e di intendere il calcio, non quelli che fanno muovere miliardi", dicono gli organizzatori. Squadre di ragazzi Rom, palestinesi, keniani, sudamericani, tutti li' a giocare... per il gusto di giocare.
In particolare la squadra dei palestinesi e' composta da ragazzi che arrivano sia dai campi profughi di Gaza, sia da Nazareth. "Ci sono i cosiddetti arabi del '48 - aggiungono gli organizzatori dei Mondiali alternativi - cioe' palestinesi e arabi con cittadinanza israeliana: gia' questo e' un successo dell'iniziativa, che e' riuscita a far incontrare in Italia persone dello stesso popolo, ma divisi da una guerra incominciata sessanta anni fa".

E non finisce qui: e' stata designata Buenos Aires come sede della quinta edizione del campionato mondiale di calcio per gay e lesbiche che si svolgera' dal 23 al 29 settembre 2007. Per il Sud America e' un evento, una grande scossa al moralismo imperante. E' la prima volta, nel continente, che un appuntamento sportivo internazionale viene dedicato agli omosessuali. Quello latinoamericano e' un continente dove la maggior parte dei paesi sta ancora discutendo se aprirsi al divorzio e all'aborto. Ma Buenos Aires e' la prima citta' latinoamericana che dal 2003 permette ai gay e alle lesbiche di unirsi civilmente.

E infine ecco anche l'iniziativa della ong Soleterre che ha "adottato" la squadra di calcio femminile di una delle province piu' povere del Marocco: il Beni Meskine, dove l'analfabetismo femminile raggiunge il 90%. Soleterre a sua volta ha coinvolto Intercampus, il progetto dell'Inter per dare ai bambini dei paesi piu' sfortunati la possibilita' d'imparare a giocare a calcio in una struttura all'altezza, ma studiando e pensando anche al proprio futuro.
Insomma, l'Inter perde sempre ma ha un cuore d'oro...

Evviva il calcio... non quello, quell'altro.