Carissimi, questa settimana siamo onorati, e non è un modo di dire, di ospitare un libro veramente appassionante e molto interessante.
Si tratta di "Posso essere chi voglio" di Peter Vercauteren che dice di sé: "... Mi sembra di essere un pipistrello, o un'altra creatura con un udito ultrasensibile, che è accidentalmente finito sotto un martello pneumatico ..."
La parola al libro, per acquistarlo direttamente online cliccate qui
Prefazione
L'autore di questo libro soffre di autismo, in combinazione con un'intelligenza superiore (patologia nota come sindrome di Asperger). Questa è una forma di autismo nel senso più puro del termine, dato che ci sono anche molti casi di persone con autismo unito a ritardo mentale.
L' autismo non è una malattia ma è prima di tutto un'altro modo di affrontare la realtà. Il processo del pensiero procede in modo diverso, e per questo l'individuo è diverso ...
Posso essere chi voglio può essere di grande aiuto per imparare a comprendere la "cultura autistica", attraverso la comprensione delle tecniche di mimetizzazione e di compensazione utilizzate spesso dalle persone autistiche e del "prezzo che queste devono pagare" al fine di essere accettate dalle "persone normali".
Cercare di essere come gli altri, utilizzando spesso un'interpretazione troppo letterale del "comportamento neurotipico" (le persone autistiche spesso definiscono neurotipiche le persone normali), diventa una strategia per sopravvivere tra la gente normale e per essere accettati proprio come afferma Gunilla Gerland in "Una persona vera".
L'autore di questo libro ha ricevuto la propria diagnosi soltanto in età adulta, rappresentando per lui una vera e propria "liberazione". Per molte persone normali, per noi, può sembrare un po' scioccante l'essere felici per una tale diagnosi. Ma per l'autore la diagnosi ricevuta ha rappresentato la possibilità di dare un nome al suo "essere diverso" e di scoprire la sua vera identità. A quel punto si poteva smettere di cercare con ostinazione di essere "normale". Solo quando è stata riconosciuta la vera identità di un individuo, può iniziare l'integrazione personale.
Dato che l'autismo non è una "malattia" non ha senso cercare di curarla.
Lo scopo è quello di formare una società in cui entrambi i modi di pensare (il neurotipico e l'autistico) possano coesistere l'uno accanto all'altro in armonia. Per fare questo è necessario un adattamento in entrambe le direzioni.
(...)
Ci sono molte persone che continuano a credere che gli autistici non possano conoscere l'amore o che non possano mai essere veramente felici. Questo libro è necessario al fine di cancellare anche questo malinteso.