Alcatraz

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Per favore aiutatemi a capire perché ci considerano pazzi

E' estate ormai e fa caldo e mi è venuta voglia di raccontarvi un po’ di cavolacci miei, e di chiedervi addirittura aiuto … Mi scuso preventivamente con chi non ha voglia di ascoltare chiacchiere esistenziali e confessioni, saltate questo articolo…
Ad Alcatraz arrivano parecchie persone simpatiche, che magari da anni sono abbonate a Cacao, o hanno letto i nostri libri, e dopo un po’ che si chiacchiera mi dicono che erano anni che pensavano di venire a Alcatraz ma c’era qualche cosa che li bloccava … Gli sembrava che Alcatraz fosse un posto “strano” e venirci un po’ troppo impegnativo. E mi dicono che invece arrivando si sono stupiti di trovarsi in un posto “normale” dove ognuno fa quel che desidera e si sente a casa sua.
Altri mi dicono che non avrebbero pensato di trovarsi a chiacchierare con me al bar, perché credevano che io fossi uno che se ne sta in una torre e non parla con nessuno.
E via così.
Mi sono quindi chiesto come mai persone simpatiche, con le quali ci si trova subito in comunicazione, e che quindi sono sulla nostra stessa lunghezza d’onda, si siano trovate a farsi un’idea di Alcatraz o di me, come di qualche cosa di “complicato”.

Come mai Alcatraz, nonostante tutto quel che si è scritto e detto, continua a essere “segnata” da un’”aurea” di “luogo estremo”?
Un luogo estremo visto magari con simpatia, ma comunque estremo.
Ci sono persone che mi dicono: “Da tempo volevo venire ma solo ora mi sono deciso perché sono veramente distrutto.”
Va beh, mi fa piacere che Alcatraz sia sentita come un posto dove puoi andare a tirare su i pezzi quando sei alla frutta… Ma quando uno viene per star meglio quando già sta bene, lo preferisco…
E comunque anche questo fatto avvalora il sospetto che nonostante tutti gli sforzi di comunicazione non siamo riusciti a comunicare un’idea di Alcatraz corrispondente a quel che è realmente. Un posto dove si mangia bene e puoi andare a fare un corso o a far nulla, dove c’è della gente mediamente disposta a chiacchierare e a scherzare…
E questo è un problema, soprattutto per gente come noi che sostanzialmente di mestiere fa comunicazione.
Allora quel che ti chiedo sono due cose:
Perché diamo quest’immagine?
Come potremmo dare un’immagine diversa?

Inizio io cercando di mettere assieme alcune informazioni.

Innanzi tutto c’è da dire che comunicare è un casino.
In 30 anni sono usciti articoli su Alcatraz su tutti i maggiori giornali italiani.
Ho partecipato ad almeno una cinquantina di trasmissioni televisive e radiofoniche, convegni, fiere ecologiche, venduto mezzo milione di libri (dove c’è sempre scritto cos’è Alcatraz) e ogni tanto arriva qualcuno che dice: “Ho saputo che esiste questo posto solo la settimana scorsa, perché non fate un po’ di pubblicità?” E tu ti senti un verme.
Ciò a dire che far arrivare un’informazione non è facile, nel bailamme della società dello spettacolo.

Seconda informazione: io ho avuto molti vantaggi nella mia vita ma anche qualche problemino.
Sono figlio di papà, quindi strutturalmente stronzo. Mi sono occupato di ecologia troppo presto, quindi sono radical chic. Ho parlato di punto G e muscoletti vaginali (quindi sono un feticista gay maniaco sessuale).
Ho scritto un libro sui crimini della Chiesa Cattolica, quindi sono un demonio.
Facevo parte pure dell’estrema sinistra comunista, quindi sono un criminale.

Tutti questi prerequisiti comportano quindi che Alcatraz sia identificata come una comune anche se NON è una comune, nessuno ci abita, ed è sostanzialmente un albergo con annessi ristorante e aule per le lezioni. Postilla del fatto che si crede Alcatraz una comune è la convinzione che sia una comune mistica (per via che si mangia biologico) dedita alla meditazione trascendentale (odio la meditazione trascendentale!) e che io sia certamente un guru che vende l’apertura dei chakra un tanto al chilo (chi mi conosce, dopo 5 minuti capisce subito che come guru sono negato).

Sinceramente ho anche riflettuto a lungo su come sono fatto io…
Evidentemente un po’ strano lo sono. Devo anche ammettere che da ragazzino ero MOLTO strano… Di base… A scuola quando provavo a intervenire in assemblea mi fischiavano tutti, anche quelli del mio collettivo politico… E le ragazze, quanto ci provavo, scoppiavano a ridere.
Ero il tipo sfigato che se uno mi guardava male andavo lì e gli chiedevo: “Perché non mi vuoi bene?” Cioè, stile nerd.
Forse era anche la mia faccia da bambino che non mi rendeva credibile.
E pure nella redazione del Male ero in una posizione strana. Ogni tanto avevo buone idee, ma comunque ero considerato un po’ fuori di testa… E in effetti dopo il rapimento di mia madre ero restato un po’ “agitato”.
Questa fase iniziale della mia vita sociale ha determinato che non sono mai stato sostenuto da un sistema di referenze coltivato nel periodo giovanile. Questo in Italia è particolarmente importante, le referenze sono importanti, per credere che uno è una persona sensata hai bisogno che qualcuno te lo “raccomandi”. Il nostro sistema sociale è basato su questo meccanismo dei consigli degli amici.
Ecco, a me sicuramente è mancato questo. I miei amici di allora generalmente lo sono ancora adesso, abbiamo buoni rapporti, quando ci vediamo, magari mi raccontano di questioni intime… Quindi si fidano di me… Ma non sono il tipo di amico che presenteresti a tua sorella…
Con le persone che non mi hanno conosciuto da ragazzo ho qualche chance in più… Anche perché, onestamente, siamo veramente un gruppo affidabile… Magari il merito, più che mio, è della fortuna che ho avuto a incontrare persone straordinarie e mettermi a lavorare con loro… E al di là del merito, sul lavoro, ho sempre rispettato i contratti col cronometro, ma anche lì, quando ho detto ad alcuni miei amici che avremmo costruito impianti fotovoltaici finanziati al 100%, sono scoppiati a ridere. E il fatto che poi ne abbiamo realmente costruiti 310 (per lo più per merito di Maria Cristina Dalbosco, ma comunque si son fatti e funzionano tutti) non li ha poi fatti muovere di un millimetro dal loro stato d’animo nei miei confronti. Resto un casinaro.
Contrappunto a questa idea che si sia dei confusionari è il fatto che invece per alcuni siamo un gruppo di perfezionisti ossessivi… Recentemente su Aam Terranova, storico mensile dell’ecologia, è uscita una recensione di Alcatraz che diceva: “È un bel posto ma sono troppo organizzati”. Altri sono convinti che siamo un gruppo di tecnocrati bocconiani assatanati per i soldi che guadagnano milioni di euro con la cultura di sinistra…

Un altro aspetto sul quale ho riflettuto a lungo è che ho commesso un grave peccato culturale.
Uno che a 24 anni decide di scrivere l’Enciclopedia Universale in 22 volumi viene considerato un po’ presuntuoso. Se poi come sottotitolo dell’enciclopedia ci scrivi: “Come quella di Diderot, ma più sexy. L’unica enciclopedia rilegata ancora viva!” allora diventi veramente irritante. E a me sembrava così divertente!
Devo ammettere che ero conscio di fare una provocazione. Ma il divertimento era proprio quello…
Poi capisco che qualcuno si possa irritare per il fatto che uno dice: “Scriverò 22 volumi sulle nuove frontiere della cultura alternativa…”. Si incazzano soprattutto le persone che soffrono di creatività stitica e contemporaneamente si sentono più intelligenti di Pitagora.
Se poi di libri dell’Enciclopedia Universale invece di 22 ne pubblichi 28 allora sei proprio un provocatore. E se poi c’è pure qualcuno che se li compra allora diventi odioso.
E dà fastidio pure che si affermi che esiste un’altra cultura (che io mi sono limitato a raccontare) che esprime un modello antagonista del mondo… Ti danno del tuttologo superficiale.
E in realtà fa anche incazzare che ci si permetta di scrivere di GRANDI ARGOMENTI sghignazzando e infilandoci dentro battute sceme che fanno ridere… È lesa maestà. Violazione dell’area di sacralità del Pensiero Superiore…

Cavolo, quando mi sono messo a scrivere questo articolo non avevo chiaro in testa quanti cavoli di motivi ho per essere considerato un cazzone supponente… Merda…

Per completare il discorso aggiungo solo che questo non è un piagnisteo, perché so benissimo che esistono veramente molte persone che ci vogliono bene e ci vedono per quel che siamo… Una roba che ti corrobora… Il fatto stesso che in così tanti si siano fidati a darci da costruire il loro prezioso impianto fotovoltaico vuol dire molto… Ed è un segno di stima enorme. Così come il fatto che quando ci siamo trovati in difficoltà economica, 10 anni fa, siamo riusciti a continuare a galleggiare grazie a una dimostrazione di generosità enorme da parte di 1300 santi ecologisti che si sono abbonati a Cacao pagando una cosa che era gratis (e decidendo con web referendum che doveva continuare a essere gratis per chi non voleva pagare). E anche il fatto di aver trovato un gruppo di famiglie che hanno creduto nell’idea dell’Ecovillaggio Solare è un segno immensamente positivo.  Esistono molte persone fantastiche che hanno un’ottima opinione del nostro lavoro.
Quindi le cose vanno poi alla fin fine bene lo stesso, ma sai com’è… al meglio non c’è mai fine… se riuscissimo ad aggiustare un po’ la nostra immagine “mediatica” ci farebbe anche bene…

Va beh… se ti viene un’idea su qualche cosa che potremmo fare per darci un’aria di persone normali dimmelo. Ti sarò eternamente grato.