entropia

Facebook Instagram TikTok YouTube Twitter Jacopo fo english version blog

 

RESTIAMO IN CONTATTO!

PER CONOSCERE GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI VISITA LA MIA PAGINA FACEBOOK

 

Come facilitare il proprio fallimento

Capitolo Sesto

Tra il dire e il fare c’e' di mezzo il mare

Quello che ho imparato in trentacinque anni dedicati a costruire riviste, case e impianti fotovoltaici, organizzare corsi, spettacoli teatrali e siti web e' che l’aspetto piu' complesso di un progetto e' rendersi conto delle reali difficolta' che si devono affrontare per arrivare a un risultato positivo.
In questi anni ho anche organizzato parecchi corsi che avevano come obiettivo aiutare a costruire una propria impresa.
Ho quindi valutato decine di progetti.
Queste esperienze mi hanno insegnato che quando si fa un progetto generalmente ci si dimentica di inserire il FATTORE ENTROPIA nel business plan.
Nel 1999 lanciammo una campagna per convincere i comuni a distribuire riduttori del flusso dell’acqua alle famiglie e installarne nelle proprie strutture.
Si tratta di piccoli cilindretti che si avvitano allo sbocco del rubinetto e che riducono fino al 50% la quantita' di acqua consumata. Contemporaneamente l’acqua che esce dal rubinetto sembra essere molta perche' il riduttore la miscela con l’aria e rende il getto vorticoso e potente.
Che fosse una tecnologia intelligente e poco costosa e' dimostrato dal fatto che nel giro di dieci anni parecchie amministrazioni pubbliche si sono convinte e hanno distribuito milioni di questi riduttori. Un’azione ecologica, che fa risparmiare denaro e che oltretutto non costava nulla al Comune perche' distribuendo questi riduttori si ottenevano sostanziosi Titoli di Efficienza Energetica che avevano un valore di mercato superiore al costo del riduttore stesso.
Una campagna analoga la lanciammo sulle lampadine ad alta efficienza e lunga durata. Oggi e' provato che anche quella era un’idea intelligente: l’Unione Europea ha messo recentemente fuori legge le vecchie lampadine a incandescenza, proprio perche' consumano 5 volte di piu', durano di meno e producono una luce di cattiva qualita'.
Avevamo tutte le ragioni del mondo, portavamo ai sindaci progetti di una logicita' totale, economicamente convenienti e che non comportavano costi ma producevano un risparmio.
Ero convinto che avremmo avuto un successo fragoroso. Ma non fu cosi'.
Semplicemente nessuno ci credeva. Perfino alcuni ecologisti si dimostrarono scettici verso queste piccole innovazioni. Qualcuno ci accuso' apertamente di vendere prodotti che non funzionavano.
Provammo a parlarne ai giornalisti, contattandoli con decine di telefonate, ma neanche loro erano interessati.
Le nostre idee non erano sbagliate e non era sbagliato il nostro metodo di lavorare eppure non funzionava niente.
Quando discuto un progetto, due volte su tre mi trovo di fronte a una persona che non sospetta minimamente che una proposta geniale possa non trovare ascolto. “Sono nel giusto quindi verro' ascoltato!”
Balle.
Essere nel giusto non vuol dire niente.
Bisogna avere semi buoni ma bisogna anche trovare il terreno giusto.
Io giravo per i Comuni e per gli alberghi con un sacchetto di plastica graduato e un riduttore. Mettevo sotto il rubinetto il sacchetto e lo riempivo per 30 secondi. Ne uscivano 7 o 8 litri di acqua a seconda della pressione. Poi montavo il riduttore, aprivo a manetta il rubinetto e in 10 secondi non uscivano piu' di 3-4 litri nonostante il getto dell’acqua si mantenesse bello forte. Piu' chiaro di cosi'.
Ma la mente delle persone non segue, ahime', la logica. Bensi' le emozioni.
Quando fai un progetto e' come quando vuoi sedurre una persona. Devi usare le emozioni provocate dal linguaggio corporeo.
Quindi se vuoi realizzare un progetto, se lo vuoi veramente, devi andare oltre la semplice dimostrazione che e' un’idea giusta. Devi lavorare sulla confezione.
La soluzione per lanciare i riduttori su larga scala la trovo' Luigi Rambelli, capo di Lega Ambiente Turismo. “Dobbiamo fare uno studio con un’universita' che dimostri che si risparmia anche su grandi numeri”. Cosi', grazie alla sua abilita' di creare relazioni, riusci' a varare un progetto dimostrativo a Bagnacavallo, in collaborazione con l’Universita' di Parma, che duro' un anno e mezzo. Andammo in 15 claun a Bagnacavallo, facemmo cortei comici, spettacoli, corsi per bambini e adulti, avevamo un palco in piazza con un lavandino e un rubinetto e dimostravamo ai passanti come funzionavano i riduttori. Distribuimmo 2.300 kit con 3 riduttori (per due rubinetti e la doccia) ad altrettante famiglie. Alla fine si dimostro' che c’era un risparmio globale del 10% con punte oltre il 25%.
E poi riuscimmo a far parlare di questa storia i giornali, le radio, i siti web…
Poi quando arrivarono i grossi appalti arrivarono anche i pescicani e ci fregarono… Ma questa e' un’altra storia…
Quel che voglio dire e' che la confezione e' il veicolo che trasporta un’idea. Serve l’idea ma se non riesci a trovare la strada per realizzarla non e' niente.
E per trovare l’idea geniale per comunicare la tua proposta ti serve molto tempo passato a fantasticare, giocare con le ipotesi, montare e rimontare il progetto.
Da bambini eravamo tutti bravissimi in questo passatempo mentale. Ricominciare e' facile.
Ma bisogna aspettarsi che trovare il modo per veicolare il proprio prodotto sia piu' complesso del trovare l’idea di prodotto.
Il 90% dei fallimenti non dipende dalla qualita' del prodotto ma dall’incapacita' di dargli gambe.
E anche qui siamo di fronte a un meccanismo che funziona sulla base del PESO DELLE INTENZIONI.

La forza delle relazioni.
Quando avevo 16 anni mi stupivo molto per come funziona il mondo.
Ero abituato a gente che dice una cosa e poi la fa.
In un’assemblea dopo uno spettacolo, nel 1967, un ragazzo critico' mio padre dicendo che in fondo faceva teatro per l’e'lite, nei teatri con le poltrone rosse.
Mio padre rispose che stava per l’appunto pensando di fare teatro fuori dai teatri.
Un’affermazione assurda, a quei tempi non esistevano i service che ti affittano palchi smontabili per recitare in un palazzetto dello sport.
Mi sentii dispiaciuto perche' mi sembrava che mio padre avesse fatto il furbo promettendo l’impossibile. Ero solo un ragazzino ma sapevo bene quanta tecnologia serviva per fare uno spettacolo teatrale…
Sei mesi dopo, stavo con una chiave inglese in mano a montare il primo palco mobile della storia del teatro italiano, fatto per essere montato in due ore da 20 persone. E quella sera i miei genitori recitarono in una bocciofila, migliorando l’acustica con grandissimi pannelli realizzati cucendo imballaggi per uova. Tutti gli attori e decine di volontari non avevano fatto altro per una settimana. C’era tutto: le torrette per le luci, quelle per l’amplificazione, il palcoscenico a due piani, le scenografie, i costumi e i trucchi scenici. In una bocciofila comunista.

Quando iniziai a frequentare il mondo capii che la qualita' delle dichiarazioni d’intenti ha pesi molto diversi.
Quando occupammo il Berchet lo decidemmo in 80 e tutti giurarono che ci saremmo trovati alle 7 e un quarto di fronte alla scuola per fare irruzione e bloccare i corridoi e le scale.
La mattina dopo alle 7 e 15 eravamo in 10.
Il giorno dopo eravamo in 5.
Io non capivo. E poi c’era il problema di come occupare una scuola in 5. La soluzione che trovammo fu geniale. Bloccavamo scale e corridoi con banchi, sedie e cattedre accatastate.
E andammo avanti a farlo per tutta la durata dell’occupazione. Noi rompevamo i coglioni a tutti perche' venissero a scuola prima, perche' ogni mattina era sempre piu' dura col custode e dovevamo fare a spintoni per entrare.
E non solo non venivano all’ora stabilita, iniziarono a prendermi anche per il culo chiamandomi “Barricata”.
Non e' facile prendere le misure a un problema del genere. Quando si fa un progetto e si mettono insieme 5 persone e ognuno dice quel che fara', quante probabilita' ci sono che il 50% delle persone faccia quel che ha detto?
Quante vorrebbero farlo e non ci riescono per sculo, malintesi, errori e qui pro quo? Quanti semplicemente perche' sono inconcludenti?
La variante umana, nella realizzazione di un progetto e' tutto.
Pochi si rendono conto che questo mondo non e' basato sui soldi, le macchine o il potere. E’ basato sulle relazioni. La Mafia, la Massoneria, la Confindustria, i Sindacati, i partiti, le chiese, le associazioni, sono sistemi per organizzare relazioni. Li usano i buoni e i cattivi. Ma ci sono poi reti di relazioni di famiglia, di amicizia, d’amore, di lavoro.
Quando inizio a realizzare un progetto devo chiedermi CON CHI realizzarlo.
Ho visto decine di imprese fallire perche' il gruppo che le voleva realizzare aveva come unico collante una certa idea. Ma essere d’accordo che la guerra e' male non e' una garanzia che poi si sia capaci di fare un video.
Noi di sinistra troviamo difficile digerire questo concetto.
La Professionalita' e' una qualita' essenziale.
Non fai la rivoluzione, che e' una cosa difficile, se non sei neanche capace di montare un impianto di amplificazione che non fischi.
Invece si pensa che, siccome ho idee giuste, tutto il resto, la realizzazione pratica delle idee, sia secondario.
Ho sempre pronta la giustificazione.
E’ un modo di ragionare tipicamente cattolico.
I cattolici possono sempre dire: “Il Diavolo me lo ha impedito”. I calvinisti invece credono che Dio ti abbia dato dei talenti e che il tuo dovere sia quello di farli fruttare. Che il Diavolo remera' contro, lo danno per scontato. Onora Dio chi riesce a portare a termine il suo progetto nonostante il Demonio.
E questo spiega perche' i Danesi se la passano mediamente meglio degli italiani.

Nei capitoli precedenti ho cercato di dimostrare che se vuoi sedurre una persona ci devi mettere tutto il peso delle tue emozioni.
Se vuoi realizzare i tuoi progetti devi metterci tutto il peso delle tue emozioni. E capire che scegliere bene l’obiettivo del tuo bersaglio sessuale e' altrettanto importante che scegliere bene le persone con le quali lavori. Ti serve gente che ti dice: “Ci vediamo domani mattina alle 7 e un quarto” e poi, la mattina dopo, alle 7 e 15 sono li' col sorriso sulle labbra.
E qui attenti, perche' c’e' un grande trucco della vita. Una cosa che non ti dicono ne' a scuola ne' alle riunioni di partito.
La professionalita', l’onesta', la correttezza, sono cose che sedimentano. Cambiano il tuo linguaggio corporeo e creano negli altri impressioni positive che si assommano nel tempo e diventano la tua identita' sociale.
Ho visto gente arrivare a 50 anni e scoprire di essersi giocati tutte le relazioni. E non so se in questo processo abbiano piu' peso i bidoni che hai tirato o l’idea che ti sei fatto di te di essere un bidonaro (e il conseguente messaggio corporeo che invii agli altri…). Credo comunque che alla fin fine, una persona, a furia di dare pacchi, vada in giro con scritto in fronte: “Sono un taroccatore”.
Le persone che vedono le cose da questo punto di vista si trovano meglio nella vita.
Ogni volta che scegli di mantenere la parola data, che porti a termine un lavoro nonostante le difficolta', che riconosci un torto e lo risarcisci, aumenti il tuo capitale di credibilita' verso te e verso gli altri.
E ogni volta che trovi una persona che mantiene la parola data hai fatto un grande affare e lo devi tenere in enorme conto. Le relazioni con le persone di valore sono la tua ricchezza sociale.
Valgono piu' dei soldi e nessuno te le puo' rubare.
Per realizzare i tuoi sogni hai bisogno di poter telefonare ad amici fidati che siano disposti a dirti chi conoscono che potrebbe collaborare con te. La qualita' dei tuoi amici la dimostra la qualita' degli amici che ti presentano.
E anche questo funziona tra i buoni e tra i cattivi.
La Massoneria e' un sistema simile a un franchising, ti garantisce di entrare in contatto con un socio potenziale selezionato, cosi' come si suppone che se vado da un concessionario Fiat sono capaci di riparare una 500.
Non sempre e' vero ma questi sistemi di garanzia sono meglio di niente.
E ti sara' capitato di dover chiedere a un amico il nome di un bravo dentista o di un avvocato esperto.
Ognuno ha le sue massonerie, i suoi sistemi di clan che gli permettono di selezionare la qualita' delle persone e diminuire il rischio di trovarsi a collaborare con un incapace. E’ pieno di politici che intascano le tangenti e poi non riescono a farti avere la licenza edilizia per costruire sopra un torrente. Ed e' pieno di santi altruisti che vanno in Africa a insegnare orticultura e diventano una calamita' per l’agricoltura locale.
Costruire una societa' nuova, migliorare la propria vita significa dedicarsi a trovare persone positive e amarle perche' sono preziose.
Conosco un grande manager che dice: “Per realizzare un’impresa servono idee, soldi e persone. Ma se hai le persone allora le idee e i soldi non sono un problema.”

Primo capitolo clicca qui

Secondo capitolo clicca qui

Terzo capitolo clicca qui

Quarto capitolo clicca qui

Quinto capitolo clicca qui

Sesto capitolo clicca qui