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I possedimenti del demonio

Per leggere la prima parte del racconto clicca qui

Alcibiade Scassi lascio' il Questore, Adolfo Bellagamba, dicendogli che avrebbe fatto il possibile per aiutarlo a districarsi dall’inchiesta piu' pazzesca che abbia solcato con il suo faldone i paludosi mari giudiziari italiani.
Il Questore in cambio aveva promesso che gli avrebbe fatto togliere la multa da 4 milioni di euro per divieto di sosta.
Ed era ovvio anche che Bellagamba non avrebbe mosso un solo muscolo vocale per la multa di Alcibiade se lui non avesse prima risolto il mistero.
Il mistero riguardava una banale inchiesta su di una ragazza ricca scomparsa, che era arrivata a coinvolgere il Presidente del Consiglio, il KGB, un ramo deviato del Mossad, Lenin, Mao Tse Tung e la camorra.
L’aspetto della storia che aveva sconvolto di piu' Alcibiade erano le prove che dimostravano che Ilona Staller, in arte Cicciolina, pornodiva degli anni ’80, fosse la figlia segreta di Mao Tse Tung. Alcibiade da ragazzo era stato un militante maoista.
La questione che metteva in ansia il Questore Bellagamba era che nell’inchiesta erano coinvolti praticamente tutti i tipi di traffici e di corruzioni e tutto il campionario possibile di tresche, insabbiamenti, servizi segreti, compravendita di informazioni, segreti, video di accoppiamenti e consumo di droga. La cosa impressionante era poi la mole di prove e confessioni di cui la Polizia era entrata in possesso.

Bellagamba era con le spalle al muro. Se andava avanti con l’indagine era un uomo finito, nessuno puo' mandare in galera decine di alti papaveri di svariate potenze occidentali e continuare a fare il Questore.
E d’altra parte come poteva bloccare le indagini? Aveva talmente tante prove inconfutabili da farci un castello di carta e dvd.
Alcibiade provava pieta' per quell’uomo. E anche per se' stesso: se non fosse riuscito a farsi togliere alla svelta la megamulta avrebbe avuto gravi problemi economici.

Alcibiade decise di darsi da fare.
Ando' a casa, si spoglio' nudo, in cucina, sorseggiando ginseng, si lavo' sotto la doccia, traccio' un grande cerchio con il gesso sul pavimento di cotto grezzo, all’interno del cerchio disegno' una stella a 6 punte formata da due triangoli sovrapposti, l’antico simbolo delle due polarita' energetiche diventato solo millenni dopo simbolo di Israele. Accese due candele e un incenso e mise agli angoli della stella pezzi di pirite, rame nativo, cristallo di rocca, una pietra occhio di tigre, granito e sabbia.
Poi si sedette al centro del pittogramma, semisdraiato sopra una grossa poltrona ergonomica.
Chiuse gli occhi e inizio' a ascoltare le sensazioni che provenivano dal suo corpo.
Dopo circa due ore smise di russare. Resto' a contemplare i brandelli di sogni che erano restati attaccati alla sua coscienza razionale. Aveva sognato qualche cosa a proposito di un barile di birra, il sole, una ragazza che sapeva tutto ed era molto carina, coi capelli neri riccioluti e la pelle chiara. Nel sogno c’era anche un albero-casa dove vivevano alcuni ex bancari di Alessandria. Alessandria in Piemonte, no quella in Egitto.
Decise che innanzi tutto doveva trovare la ragazza.
Puo' sembrare strano mettersi a cercare una ragazza incontrata in un sogno. Ma Alcibiade vedeva le cose cosi'.
Lui era un investigatore olistico. Per lui il mondo era un ricamo di coincidenze con microcosmo e macrocosmo intimamente interconnessi e una visione taoista della concatenazione tra cause e effetti. A volte tutto e' rovesciato: quello che apparentemente e' l’effetto di un evento in realta' ne e' la causa e la causa lo e' solo apparentemente.

Decise che quella era comunque una storia di grandi appetiti sessuali ed economici. Quindi trovo' logico, per affinita', iniziare le sue ricerche da un ristorante biologico in cima a una montagna. Un posto nel quale non capitavi per caso. La cucina era superba, venerata da una scelta cerchia di estimatori del buono senza orpelli. Il buono che ti prende il palato e te lo porta a farsi un giro nello zen.
Conosceva Paolo, il ristoratore che era anche il regista del ristorante. Ai fornelli c’era Sua Sublimita' Alessia Fantozzini Salice. Neanche lo Spirito Santo sapeva far saltare gli spaghetti alle vongole come lei.
Dopo che Alcibiade ebbe spolverato 4 capesante che erano una forma di preghiera, un humus di ceci filosofico, un roccolo (di mucca) che ti leggeva nel pensiero e una mousse di lamponi che conosceva il karate, decise che poteva parlare con Paolo il ristoratore.
“Credo che esistano 22 colonne che reggono il cielo. Sicuramente questo posto e' una delle 22 colonne. Detto questo avrei bisogno di un tuo aiuto. Guardami e immagina una storia incredibile. Avrei bisogno che tu mi dicessi cosa vedi attraverso i tuoi occhi.”
Passarono alcuni secondi che servirono a Paolo per osservare serenamente Alcibiade.
“Vedo un gran piatto di ossobuco. Alcibiade. Ossobuco con risotto allo zafferano e fiori di zucca. Possibilmente non fritti, seccati al forno. Tostati. Ridotti alla trasparenza.”
“E dove si mangia una cosa simile?”
“A Ivrea, certamente. Al Ramarro Ubriaco. E’ un locale poco conosciuto ma te lo consiglio.”
Mentre usciva, Alcibiade passo' a salutare Alessia Fantozzini Salice e porgerle i complimenti per la sua spiritualita' alimentare.
Lei lo guardo': “Alcibiade, stai attento, hai una nuvola nera sulla testa. Quando hai fatto l’amore l’ultima volta?”

Alcibiade dopo due giorni era seduto davanti ai fiori di zucca tostati semitrasparenti. Stava raccogliendo le energie per dedicarsi assolutamente a quella comunicazione percettiva che si sarebbe instaurata tra le sue papille gustative e l’Universo.
Poi immerse la forchetta nel risotto cremoso. Quando la porto' alla bocca capi' perche' Dio aveva previsto che si inventassero le forchette. La forchetta porta il cibo in un punto particolare della bocca, diverso dal punto dove arriva il cibo mangiato col cucchiaio. Gliel’aveva dimostrato Fabio Picchi, del Cibreo, con una ribollita, che va mangiata con la forchetta.
Una ragazza lo stava guardando. Era seduta dall’altra parte della piccola sala. Aveva addosso una specie di Montgomery marrone con un’ampia mantellina. Sotto portava una giacca testa di moro. Daino tinto, probabilmente.
Quando Alcibiade ebbe finito con il risotto, le polpette di pollo, la trota in carpione, le patate dolci, la polenta bianca e l’insalata di campo con l’aceto non balsamico e l’olio d’oliva verde, la ragazza si avvicino': “Si vede proprio che lei gusta il cibo. Deve aver sofferto molto. Mangia come un evaso da un campo di concentramento. Lento ma inesorabile. Le dispiace se mi siedo qui vicino a lei? Credo che la vita sia l’arte dell’incontro e quando vedo qualcuno che sollecita la mia curiosita' mi sembra un crimine non parlargli. Io mi chiamo Anna Sinisbaldi, di mestiere compro e vendo stock di medicine in giro per il mondo. Lo faccio in modo etico. Facciamo arrivare a un prezzo ribassato medicine che scarseggiano in un paese ma che in un altro sarebbero restate invendute. Il mercato globale e' il caos e noi ci mettiamo un po’ di buon senso.”
Alcibiade non voleva guardarla. Sapeva gia', dalla voce, che lei era bellissima, che aveva meno di 30 anni mentre lui ne aveva piu' di 50. E sapeva anche che lei era la ragazza del sogno. Ci era dentro fino al collo. E intuiva che se avesse alzato gli occhi e l’avesse guardata avrebbe provato un’emozione potente che lo avrebbe fatto vacillare fin nel profondo. In effetti non faceva l’amore da parecchio tempo.
La ragazza lo guardo' intensamente aspettando una risposta. Intanto si era gia' seduta. “Non vuoi rispondermi uomo? Che ti succede? Hai chiuso i rapporti con gli esseri umani e ti interessano solo le delizie del palato? E’ una forma di religione?”
Alcibiade inizio' a dire, senza guardarla: “Vedi, ogni tanto mi sento preda delle vertigini. Come quando penso che il rapporto di grandezza tra il nostro Sole e la Via Lattea e' lo stesso che corre tra un puntino sopra una “i” stampata dentro un libro e tutto il Nord America. Se poi penso che ci sono miliardi di galassie…”
E per un attimo la vertigine di vedere quell’idea destabilizzante lo distrasse dai suoi propositi e mentre diceva: “galassie” alzo' inavvertitamente gli occhi e guardo' il viso di lei.
E quel che aveva temuto si concretizzo' violentemente.
Lei era la ragazza del sogno e lui si trovo' sbalzato dalla sedia. Sbalzato a livello di anima sparata a mille metri sopra il suo azimut.
Lei gli sorrise accorgendosi dell’effetto che aveva su di lui. Sono cose che alle donne piacciono.
Potere assoluto.
Due ore dopo erano distesi sopra un letto. Coperte e lenzuola erano finite per terra durante il parapiglia.
Sorridevano entrambi.
Lei stava fumando una canna.
Lui disse: “Credo che ci si sia incontrati per una ragione precisa. Ti ho sognata due giorni fa.”
“Curioso.”
“C’e' in ballo una storia impossibile. Traffico di rifiuti nucleari, Mossad, squillo, capi di stato, camorra, grossi affari, palazzi, finanziarie vaticane. Ne sai qualche cosa?”
“Niente di niente, frequento altri ambienti. Pero' conosco un pittore di Bergamo che e' fissato con i complotti, se vuoi te lo presento.”
“Meglio un pittore di Bergamo che un calcio nel sedere.”

Il giorno dopo, all’una e un quarto, Alcibiade aveva gia' inviato 18 sms a Anna Sinisbaldi. Si sentiva un adolescente nel pieno di una tempesta ormonale.
In quel momento era fisicamente seduto di fronte a una polenta con i bruscit, carne macinata di vitello, rosolata e poi fatta consumare con pomodoro e brodo e un sacchetto di tela con dentro un cucchiaio di semi di finocchio selvatico. C’e' Dio e poi c’e' la polenta coi bruscit. E milioni di esseri umani non l’hanno mai mangiata! E poi ci stupiamo se c’e' la guerra e i film sono di bassa qualita'?

Oltre il piatto di polenta c’era un bicchiere di barolo, una bottiglia d’acqua, un altro bicchiere, un piatto di melanzane alla parmigiana fritte in olio d’oliva di frantoio. Oltre le melanzane c’era un sessantenne con i capelli a spazzola alla giovinastro, Camillo Pizzoccheri, il pittore.
Alcibiade gli aveva spiegato tutta la storia.
Camillo a un certo punto l’aveva interrotto: “Ascoltami, mi sono fatto un’idea. Io sono anni che studio i complotti. Da piazza Fontana in poi. Per anni ho cercato i nessi tra diversi atti criminali, i grandi monopoli finanziari, i trust di fabbricanti d’armi, i cartelli della droga, i signori della guerra. E ho visto semplicemente che sono milioni i farabutti e sono tutti parte di un’unica ghenga. Avrai sentito dire che solo 6 passaggi di conoscenze mi separano da Obama, o da qualunque altro essere umano. Io conosco uno che conosce uno che conosce uno che conosce Obama…
Il mondo dell’illegalita' e' molto piu' ristretto dell’intera umanita'. Un professore americano, Aliosha Ungrainj, ha teorizzato che tra i disonesti i gradi di separazione siano solo 4. Ma questo non vuol dire che siano tutti d’accordo.
Fanno complotti dalla mattina alla sera ma poi gli interessi dei singoli, le correnti, i localismi, i tradimenti, i doppiogiochisti e l’entropia mandano tutto al cesso.
Il complotto richiede un livello di perfezione che non e' di questo mondo. E’ come l’Araba Fenice o il Santo Graal. Molti provano a trovarli ma nessuno riesce. Semplicemente perche' non esistono.
Certo, se ti dai da fare puoi creare una mappa di tutti i crimini e dimostrare che sono interconnessi, ma non vuol dire che siano architettati da una regia unitaria.
La vita e' essenzialmente un gran casino.”

Quella sera stessa Alcibiade era davanti a un’insalata mista di campo, 7 diversi tipi di foglie morbide e croccanti, con scaglie di parmigiano reggiano invecchiato trenta mesi, prodotto da mucche che producevano al massimo 20 litri di latte al giorno e mangiavano solo fiori biodinamici e frutta permacoltivata. L’olio era stato spremuto per affioramento da olive raccolte scuotendo l’albero in una notte di luna piena.
Il commissario Bellagamba sorseggiava un the verde e si vedeva che gli faceva schifo.
Alcibiade gli disse: “Mi sono informato. Sei capitato in un Triangolo delle Bermuda di casualita'.
Ma posso suggeriti una via d’uscita. L’ho escogitata venendo qui in taxi. Ho telefonato al mio avvocato, e mi ha detto che secondo lui la soluzione regge. Secondo me devi sollevare un problema di sicurezza nazionale. Passa la patata bollente ai servizi segreti. Seppelliranno tutto ma tu ti salverai il nobile deretano.”

Il giorno dopo annullarono la multa per divieto di sosta da 400 milioni di euro con una lettera di scuse.
Dopo qualche altro giorno i giornali pubblicarono la notizia che Bellagamba era morto in un disastroso incidente d’auto.
Alcibiade penso': “Non ha funzionato.”
La cosa gli abbasso' l’umore.
In tv infuriava la polemica sulla legge che vietava le intercettazioni telefoniche e ambientali.
Il ministro dell’interno Maroni diceva che era troppo comodo per i giudici acchiappare i criminali con le microspie.
Bisognava ristabilire un equilibrio di forze tra giustizia e malavita?
Persino la Polizia stava protestando.
Alcibiade penso': “Non riusciranno a far passare questa legge, e' troppo assurda. E se ci riusciranno sara' la loro fine. Verra' fuori un crimine orribile e poi si scoprira' che la polizia avrebbe potuto impedirlo se avesse potuto intercettare per altre 24 ore soltanto. E ci sara' un’ondata di proteste. Poi cadra' il governo.
Poi telefono' a Anna Sinisbaldi.
Lei gli disse: “Sto cucinando un risotto con ananas, uvetta, banane, mele e mandorle tostate. Se sei qui entro 20 minuti te lo faccio assaggiare:”
Lui si infilo' le scarpe e usci' di corsa.
C’e' un nesso invisibile tra la qualita' del cibo che gli italiani mangiano e la qualita' dei loro governanti.
Mangiare bene e' una forma di opposizione politica.
Se dopo fai sesso con amore l’effetto si moltiplica esponenzialmente.

Mentre viaggiava a bordo della sua bicicletta, penetrando il traffico urbano come fosse burro, Alcibiade vide un cartello: “Lasagne bianche rosse e verdi contro la legge bavaglio!”
Sotto c’era la firma di Sloow Food.
Alcibiade fu sicuro che il mondo stesse migliorando.

 

Lasagne bianche rosse e verdi contro la legge salvacriminali

Come e' possibile che gli italiani tutti non insorgano contro una legge che rendera' ancora piu' difficile la lotta alla criminalita'?
Vietare le microspie in spazi privati e limitare le intercettazioni vuol dire far lavorare le forze dell’ordine con una mano legata dietro la schiena.
Solo un popolo che ha perso il senso della vita e del buon senso puo' accettare un simile abominio.
Evidentemente esiste un vuoto culturale che non e' colmabile utilizzando solo la controinformazione politica.
Qui c’e' un vuoto emotivo, sensoriale, umano.
Abbiamo cosi' deciso di aprire un fronte di lotta nel nostro settore specifico: il cibo. Il governo salvacriminali e' l’altra faccia della carne in scatola, delle patate fritte con olio di semi spremuto chimicamente, del cibo precotto insaporito con additivi chimici.
Se gli italiani non si ingozzassero di fast-food, coloranti e conservanti forse non tollererebbero un governo avariato.
Per questo vogliamo organizzare una serie di cene patriottiche e sublimi: dare nuova forza al substrato sensoriale del buon senso, celebrare la vita e il progresso, il bello e il buono contro l’umiliazione della legalita'.
Il buon cibo apre la mente!

Sabato 19 giugno, ore 20:00, a Alcatraz, vieni anche tu alla cena di protesta contro la legge salvacriminali.