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tratte dalla newsletter Cacao Il quotidiano delle buone notizie comiche

La scatola delle meraviglie. Il mondo di Franca Rame

Qualche mese fa mi telefona una signorina gentilissima: “Siamo la Rue Ballu edizioni, volevamo sapere se era interessata a scrivere un libro per ragazzi su Franca Rame. Sarà bello, elegante, a colori e con i disegni di Pia Valentinis”
Ostrega, mi dico, ostrega perché sono veneta sennò dicevo altro.
“Il libro sarà illustrato” continua la signorina “Quindi non ci serve tantissimo testo”
Riostrega, difficile fare un libro su Franca che non sia di almeno duemila pagine, ha avuto una vita così intensa che anche volendola riassumere è comunque tanta roba.
Jacopo ha dato il mio nome alla Rue Ballu perchè anni fa ho curato la biografia dei Fo per il sito dell’archivio di Franca e quindi conosco bene la vita di questa splendida donna.
La stessa Franca un giorno mi telefonò dicendo: “Stavo rileggendo la nostra biografia e mi chiedevo: ma quando dormivamo?” Me lo sono chiesta anch’io e spesso.
Spettacoli, tournèe, battaglie per i diritti, Soccorso Rosso, libri e anche il minestrone. Altro che multitasking, Franca forse aveva tre cervelli e sette paia di braccia. E rimaneva comunque bellissima.
E allora ho pensato che dovevo trovare un trucco, un modo per scrivere di lei facendola conoscere ai ragazzi almeno per le sue vicende più importanti... e l’ho intitolato La scatola delle meraviglie.

Il libro comincia così, buona lettura

Gabriella
 

Le cose, gli aneddoti, la vita

Sono qui, nella casa di Franca ad Alcatraz, nel cuore delle colline umbre. Una casa fatta tutta di legno. Franca ci ha lasciati da poche settimane e Jacopo mi chiede di prendere le sue cose e portarle in quello che chiamiamo “magazzino”, una grande costruzione che ha preso il posto del maneggio.
Abbiamo ancora i cavalli ma sono liberi, non c'è più bisogno di posti dove tenerli rinchiusi, stanno a pascolare nei campi. E allora dove prima c'erano box e scuderie adesso c'è una bell’edificio grande che raccoglie tutto l'archivio, l'immenso archivio, della famiglia Fo. Noi lo chiamiamo “Il magazzino di Franca”, per distinguerlo da altri sparsi nella valle, ma attenti, non il “magazzino di Franca e Dario”, solo il “magazzino di Franca”, perchè era lei l’archivista della famiglia, lei che raccoglieva tutto, anche i più piccoli biglietti, anche le più piccole cose, lei che negli anni è stata la memoria storica della famiglia. E in questo enorme magazzino, c’è tutto il mondo dei Fo.
Ci sono le tele di Dario, quadri piccoli, grandi e grandissimi, sempre in movimento da una mostra all'altra, poi i costumi, le scenografie, tutti i copioni delle commedie nelle diverse stesure, i video e i libri... c'è da farsi venire il mal di testa.
Mi piacerebbe tanto essere un topolino da biblioteca, stare lì dentro per mesi e guardare tutto, leggere la scrittura spigolosa di Dario, quella morbida e piccola di Franca. La vedo mentre, bella come poche altre donne al mondo, con i suoi grandi occhiali sul naso fa le sue note ai testi stampati su grandi fogli, e usa tutti colori: sottolinea in rosso, evidenzia in giallo, qui un asterisco blu, lì una nota in verde, quegli stessi fogli diventavano opere d'arte.
E poi in grandi bauli guardaroba ecco i costumi di scena, cuciti nella sartoria di Pia Rame, l’inseparabile sorella di Franca. Ecco lo scialle di lana nera che Franca usava per recitare la Madonna sotto la croce in Mistero Buffo e poi la sua giacca rossa senza bottoni, elegante e semplice. Lo stesso rosso che indossarono tutte le donne venute a salutarla per l'ultima volta in una giornata di fine maggio, piena di sole, davanti al Piccolo Teatro a Milano.

Ma mi sono distratta, devo mettere ordine. La grande casa è vuota, solo il rumore delle cicale mi accompagna in questo viaggio nel mondo di Franca. Mi sento un po’ intimorita, ho paura di rovinare qualcosa, di perdere un ricordo importante, mi sudano le mani.
Apro l’armadio in camera da letto e che ti trovo? Una vecchia scatola da scarpe, azzurra, un po’ consumata negli angoli, è tenuta insieme da un elastico, ha fiori dipinti che ormai sono sbiaditi, non può essere quella scatola lì!
Tolgo l’elastico con cautela e piano apro... è davvero un tesoro!

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