Ti serve una comunità, altro che community!!!
Inviato da Jacopo Fo il Dom, 05/27/2012 - 00:02Carissime e carissimi, questo articolo è dedicato a chi ha ancora voglia di immaginare passi di danza verso un futuro molto più divertente.
Vorrei raccontarvi alcune riflessioni su quel che si potrebbe fare, anche se per ora non vedo il modo di realizzarle.
Quindi chi ama l’arte di progettare mi perdonerà se mi abbandono a sogni che ancora sono nebulosi e non hanno gambe per correre.
A volte il futuro inizia proprio giocando con idee un po’ strampalate.
Allora ti racconto il mio sogno.
Metto insieme scene sparse…
Questo sistema tardo capitalista non funziona e non si vede all’orizzonte soluzione.
E’ una crisi di valori, di stili di vita, di cultura.
Il vecchio non funziona più e il nuovo ancora non è maturo.
Cosa ci manca?
Conosco un solo metodo per fantasticare in modo produttivo: partire da me.
COSA DESIDERO?
Punto primo
Voglio la tribù!
Quel che di buono abbiamo sperimentato negli ultimi 30 anni è che ad Alcatraz passa un sacco di gente simpatica. Persone che hanno un comune modo di intendere la vita, senza ideologie e preconcetti, ma con un desiderio per ciò che è buono, tranquillo, gentile, creativo, rispettoso.
Ma questi rapporti tendono a disperdersi.
Facebook è divertente e permette di mantenere i contatti, ma la relazione resta circoscritta a scambi verbali, immagini, nel migliore dei casi emozioni.
Ma questo tipo di community non aiuta a costruire livelli di relazione e di collaborazione più stretti e più produttivi.
Punto secondo
Alcatraz tutto l’anno
Ogni volta che abbiamo messo insieme un laboratorio creativo abbiamo verificato che un certo tipo di persone riesce a esprimere un’altissima capacità creativa, livelli di professionalità che potrebbero benissimo dar da vivere: perché c’è la passione, la motivazione, il piacere di inventare.
Ad Alcatraz si incrociano continuamente professionisti di grande valore e dilettanti di grande spirito. Una combinazione potenzialmente esplosiva.
Ma fin’ora si è trattato di momenti. Momenti bellissimi ma solo momenti, parziali. Non realtà continuative capaci di diventare lavoro, denaro per vivere, un certo livello di tranquillità sociale (il riconoscimento del valore del tuo lavoro) ed economica.
Immagina se Alcatraz potesse essere un ente che centralizza offerte di lavoro che permettono di creare laboratori stabili.
Vieni qui, crei, giochi, sperimenti, e questo paga il costo del tuo soggiorno e se va bene ti arrivano anche dei soldi sonanti.
Punto terzo
Una congregazione di professionisti creativi ed ecoetici.
In questi anni, girando per l’Italia con gli spettacoli ho conosciuto tantissime realtà eccellenti, persone che non solo la pensano giusta ma hanno anche la professionalità per realizzare eventi e collaborazioni, che stanno in piedi economicamente e che creano posti di lavoro.
Cosa succede se metti insieme questi ingegni?
Anche qui abbiamo fatto esperienze eccellenti. Ma episodiche. Io vedo una colossale squadra di lavoratori instancabili e furenti, se ci mettessimo assieme sposteremmo le montagne… Ma collaborare stabilmente è faticoso perché difficilmente porta anche vantaggi materiali…
Punto quarto
Esiste in effetti una grande fame di prodotti culturali, ecotecnologici, modalità di coordinamento e sinergia tra consumatori e produttori etici.
Esistono molti gruppi d’acquisto, banche del tempo, mercatini del biologico, del riuso e dell’usato, forme di risparmio etico, una quantità incredibile di cooperative sociali, aziende socialmente impegnate, il commercio solidale, l’associazionismo di base eccetera. Ma questa enorme realtà è spezzettata, scollegata, non costituisce una vera comunità relazionale sinergica e solidale. Non solo non si riesce a costruire un soggetto politico unitario, non si riesce neppure a connettere questo mondo (mi spieghi perché non esiste una compagnia di telefonia cellulare del Movimento? Perché non esiste una borsa del biologico o una moneta complementare unitaria? Lo Scec è ottimo ma non si propone come moneta complementare - vedi miei articoli sul Wir svizzero - ma come una sorta di carta sconti, cioè non paghi il 100% del valore di un servizio con gli Scec, ma solo una quota. Inoltre lo Scec viene regalato quindi rinuncia alla concorrenza diretta con l’euro, giustamente perché ha un altro scopo).
Stiamo cercando di spiegare agli italiani che serve un’altra economia e che la cultura della cooperazione è una necessità e l’efficienza energetica un comandamento divino (siamo contro lo spreco) e contemporaneamente non siamo capaci di moltiplicare per 10 la potenza del movimento creando un’autostrada sinergica. Non socializzando offerte, domande, finalità, contatti, referenze, progetti, informazioni; sprechiamo buona parte delle nostre risorse.
E pretendiamo di non capire la necessità della coesione e intanto riuscire a spiegare come far funzionare la nuova economia… Non si riesce. La gente lo sente che parli di cose che tu per primo non riesci a realizzare!
Punto cinque
Il vuoto relazionale
Quante persone conosci in un anno?
Se uno conosce solo 40 persone all’anno, del sesso che gli interessa, non c’è da stupirsi se non trova la persona giusta per amarsi.
Idem per quanto riguarda gli amici.
Devi baciare molti rospi per trovare un bel principe.
Allora un obiettivo prioritario per tutti quelli che desiderano amori o amicizie o tutti e due, è quello di arrivare a incontrare almeno 2.000 persone nuove all’anno.
Gli alternativi culturali in Italia sono almeno un paio di milioni. Rischi di morire senza avere mischiato i tuoi batteri con il 99% di questa bella gente. Come fai ad accettare una simile amputazione?
La vita è l’arte dell’incontro o no?
Punto sei
Nuove strutture comportamentali
Sto dicendo cose risapute, che pensiamo un po’ tutti. Quel che manca non è né la volontà, né la coscienza. Manca la modalità.
Una macchina che faciliti i sistemi relazionali e professionali e le potenzialità di gruppi di acquisto globali…
Una macchina. Un’infrastruttura.
A un certo punto il bisogno di formare le nuove generazioni ha prodotto l’invenzione delle scuole.
Macchine che producono un certo tipo di percorso didattico.
Una cosa del genere ci serve.
Allora immagino un sistema.
Come è fatto?
Altre idee sempre sparse.
Innanzi tutto non è uno spazio aperto.
E’ un posto interdetto a chi non ha voglia di stare bene e preferisce ammorbare gli altri.
E' un posto dove si scambia la qualità, non ci interessano testi mediocri, cibi mediocri, sentimenti mediocri.
E' un posto senza gerarchie ma dove vale quel che porti alla tribù, quel che vuoi scambiare, quel che vuoi connettere e la tua capacità di farlo e non solo di dirlo.
E ognuno esprime un giudizio pubblico sulla sua esperienza di cooperazione con ognuno dei membri della tribù.
Non è solo un posto per il tempo libero, non è solo un posto per lavorare, non serve solo a formarsi, non serve solo a fare impresa.
Non è solo una bottega creativa.
Ed è un posto che si autocostruisce, si autogoverna, trova da sé, nel fare, le sue regole.
Un luogo di incontro che allarga le prospettive e le possibilità.
Un posto per realizzare sogni che non puoi fare in solitudine.
Un centro di scambio solidale di beni, servizi e risorse.
Un luogo di organizzazione di cordate per imprese memorabili.
Un posto dove la tua fantasia ha un valore sociale e economico.
Non un semplice social network ma un modo di far esistere quello che non c’è e di cui abbiamo bisogno per cambiare realmente le cose (non è in crisi solo la politica ufficiale, i continui dissidi interni a ogni gruppo dimostrano che sono stantii proprio i vecchi schemi organizzativi, che separano lavoro, politica e vita personale).
Come funziona in soldoni.
Visto che sognare è gratis facciamolo alla grande. Immaginiamo che domani Alcatraz prende una commessa eccellente. Ci pagano il giusto per realizzare 100 articoli al giorno, o 100 quadri, oppure ci commissionano la gestione di un call center ecologista che dà informazioni sulle ecotecnologie a tutti gli italiani…
Per reggere un grosso ritmo produttivo, invece di creare un piccolo gruppo che lavora otto ore al giorno mettiamo insieme 10 coordinatori e 200 collaboratori.
Possono essere pagati in euro oppure in parte anche in una moneta alternativa (abbiamo già stampato i talenti della Libera Repubblica di Alcatraz, su carta filigranata, mica bubbole!).
Creiamo così il primo nucleo di una comunità, che in parte si ritrova a Alcatraz periodicamente per formarsi e produrre, in parte collabora via web.
Abbiamo così creato un piccolo gruppo e messo carburante nel motore…
E diciamo che c’è anche un attivo economico di gestione che reinvestiamo per creare occasioni di incontro in giro per l’Italia tra queste 200 persone e i loro amici. La rete si allarga. Diventiamo un’efficiente agenzia per far incontrare le persone e questo migliora la qualità del lavoro e la qualità delle vite individuali.
Iniziamo a investire poi su un altro punto: creazione di occasioni di scambio di merci e servizi tra queste 200 persone selezionate.
Scambi circolari tipo banca del tempo, non scambi a due tipo eBay.
Si crea un database di professionalità, hobby, conoscenze.
E si creano strumenti semplici tramite i quali se voglio sapere qual è un buon ristorante a Parigi c’è chi me lo consiglia. E tutti questi scambi interni alla tribù possono essere ripagati in talenti, che potrebbero corrispondere sia a un valore in euro che a un valore in ore di lavoro.
Inizia a crearsi un portale dove si mettono in comune risorse e consigli, recensioni di libri ed esperienze terapeutiche e scambi di gentilezze e regali (qualcuno si ricorderà l’esperimento del Gioco dei Regali su questo blog).
A questo punto l’offerta potrebbe iniziare a essere interessante. Possibilità di guadagno, possibilità di aumentare il valore del denaro che si spende attraverso varie forme di baratto, possibilità di incontro, possibilità di valorizzare tutto l’insieme delle competenze individuali, anche quelle che esulano dall’area lavorativa principale.
Altri si uniscono, si trovano altri sbocchi commerciali per i “prodotti” della tribù (vedi il progetto Mamma Service che da tempo teniamo nel cassetto).
Alcatraz inizia a funzionare come centro di coordinamento e laboratorio permanente multidisciplinare. E si creano altri spazi analoghi in altre parti d’Italia. Centri di incontro, sinergia, collaborazione professionale, formazione.
Immagino decine di piccoli vantaggi quotidiani che si potrebbero ottenere da una simile infrastruttura. Vantaggi materiali e immateriali.
Il valore aggiunto di questo sistema è che i consigli non te li dà un qualunque utente della rete ma una persona che è referenziata dal suo stesso essere parte attiva di un sistema intrinsecamente selettivo (se gestisci un lavoro collettivo gli incapaci e gli stupidi hanno vita breve visto che la rete permette di fornire dopo ogni momento di collaborazione report sulla qualità di questa collaborazione, quindi chi non mantiene fede alla parola data o chi non lavora con passione, salta fuori alla svelta. Non perché ci sia una commissione d’esame, un capo o una gerarchia ma perché le singole relazioni lasciano traccia, vengono contabilizzate in un profilo individuale realizzato con i contributi degli altri membri della tribù, in modo diretto e trasparente. Quindi è la collettività nel suo complesso che seleziona naturalmente, non ci sono posizioni di rendita, non ci sono centri di potere, se non l’autorità data dalla qualità dei tuoi contributi unanimemente riconosciuta).
Vedo infinite applicazioni di un sistema simile.
Ovviamente questo è solo un abbozzo di idea a livello intuitivo.
E disgraziatamente non ho sottomano nessuna commessa sostanziosa per finanziare il primo nucleo propugnatore.
Ma vorrei comunque sapere che ne pensi.
Grazie a chi vorrà dare il suo contributo.
Leggerò tutto con grande attenzione (anche perché da anni ho scoperto che i navigatori che approdano a questo blog sono una razza strana che non ama gli insulti e le polemiche a vuoto e al contrario ama condividere ragionamenti. Quindi ORSU’!!!).