Le ragioni di Paolo Guzzanti
Inviato da Jacopo Fo il Dom, 02/20/2011 - 10:00Possiamo semplicemente dire che Guzzanti e gli altri che sono tornati a sostenere il governo (dopo averne dette di tutti i colori) si sono venduti a Paperon de' Paperoni.
Ma la risposta non mi soddisfa completamente.
Credo che il mondo sia più complesso di come ce lo rappresentiamo.
Credo che ci sia un baratro tra Storace e Guzzanti.
L'altra sera ad Anno Zero Storace ha seraficamente dichiarato che anche lui ha ricevuto telefonate dai potenti… Ad esempio voleva licenziare un dirigente Asl perché incapace, ma un ministro gli ha chiesto di non farlo e lui ha rinunciato…
Cosa dici a uno che non riesce neppure a concepire i principi di responsabilità e correttezza di un rappresentante del popolo? Uno, che se gli spieghi cos’è la concussione, quando hai finito ti chiede: “Ma allora cos’è la concussione?”
Storace si capisce che appoggia B. Per lui la correttezza, l’onestà, il decoro sono robe noiose per intellettuali froci.
E te lo spiattella di fronte a 9 milioni di telespettatori.
Inutile discutere del perché fa certe cose. Non ha dei perché, ha solo pulsioni belluine.
Ma, scusate, Paolo Guzzanti è uno che capisce la differenza semantica tra governare e depredare.
Non è un analfabeta filosofico semovente.
E poi devo confessare che nonostante tutto ho una certa stima per Paolo Guzzanti. Fosse soltanto per i figli geniali che ha generato avrebbe diritto a una sospensione del giudizio (i meriti dei figli ricadono sempre sui padri).
Ma è anche la sua storia che mi induce a dubitare che un tipo spiritoso, mentalmente agile, colto e intelligente come lui possa semplicemente tradire le sue idee per un centinaio di milioni di euro…
Quindi vi propongo un gioco di fantasia: immaginare come sia possibile che Paolo Guzzanti decida di ricambiare idea escludendo la motivazione costituita da una valigia di milioni o altri benefit allettanti.
La domanda è: esiste un percorso logico plausibile che può portare l’autore di un libro feroce come Mignottocrazia a ritornare sui suoi passi?
Parliamo di una persona che ha estremamente a cuore la propria immagine pubblica, il proprio rapporto con i lettori... che non hanno importanza solo perché ti comprano i libri, il lettore per un vero scrittore è un’entità essenziale che va lusingata e sedotta con qualunque mezzo. Tutte le forze dello scrittore sono concentrate su questo gioco di fascinazione... Non credo che ci sia denaro che tenga... Questo vale più di ogni cosa...
E il caso di Paolo Guzzanti mi interessa particolarmente perché è evidente che lui non crede alle balle su un capo di governo che pensa veramente che Ruby sia la nipote di Mubarak. E ha denunciato con furore la scelta demenziale di nominare ad alte cariche dello Stato fanciulle avvenenti, scegliendole sulla base della loro abilità a letto.
Quindi ha capito come stanno le cose.
Eppure, egli dice, in questa situazione di assenza di alternative, di fronte a un’opposizione totalmente balorda e incapace, l’unica cosa sensata è quantomeno far continuare a galleggiare la barca. Almeno adesso un governo c’è, se si va a votare in questa situazione ci troviamo di fronte la certezza dell’ingovernabilità: vince la coalizione D’Alema-Casini-Fini, che non riesce a concludere niente perché questa coalizione è d’accordo solo sull’odio verso B., e nel frattempo l’Italia collassa.
Ha senso questo discorso?
Non ha senso ma lo capisco... E credo che Guzzanti sappia che è proprio il perdurare di B. e del suo sistema di potere a svilire tutta la vita politica italiana e fare da tappo verso il nuovo e anche verso la nascita di un’opposizione decente. Nell’acqua stagnante vivono solo le creature che divorano il putrido.
Quindi stento a credere che questa sia l’idea di Paolo Guzzanti.
Sospetto che lo scopo di Paolo Guzzanti sia un altro.
Per capirlo bisogna ricordare quanto lui si è sempre divertito a fare gli scherzi. Si racconta di telefonate fatte ad Andreotti imitando Pertini, dove lo minacciava di mandargli i Corazzieri ad arrestarlo.
Secondo me la situazione nella testa di Guzzanti è la seguente: è chiaro che B. si sta più o meno comprando parlamentari a man bassa.
Allora Paolo Guzzanti e alcuni altri onorevoli si ritrovano nella saletta di un ristorante romano e decidono di fare una cosa molto semplice: ritornare con il Pdl, così che B. si convince di avere i numeri per governare e fargli lo sgambetto votandogli contro alla prima occasione che offra un risultato devastante per il premier.
E’ un’astuzia diabolica!
Guzzanti sta preparando il più grande scherzo politico che sia mai stato ordito. I truffatori napoletani lo chiamano Pacco-contropacco-contropaccotto. Noi al nord lo chiamiamo colpo triplo con capriola rovesciata.
B. si crede intelligente ma è solo un povero premier.
E qui entriamo in gioco noi. Cioè io e voi, cari lettori.
Possiamo tentare un contro-contropaccotto.
Se riusciamo a diffondere la voce che Guzzanti, Barbareschi, Rosso e Moffa si sono incontrati una sera al ristorante Il Moro e hanno deciso di sbertucciare B., come fa B. a sapere se è vero o no?
Perché la paranoia dei tiranni è il tradimento. Non ci dormono la notte. E se si insinua l’idea che ormai B. è solo un grande BANCOMAT che tutti hanno deciso di mungere al meglio prima della mattanza, allora sai come ci sta male? E tanto più se di valige di milioni di euro ne ha distribuite veramente.
B. sa che molti dei suoi pensano soltanto: “Come faccio a spillare altri soldi al vecchio col culo flaccido?” e questo pensiero lo può distruggere e far saltare tutti gli equilibri interni al Pdl, in un rush finale a incassare prima che la salma inizi a puzzare (un bancomat morto che cammina).
Insinuate, gente! Insinuate!