Reprimere i desideri fa molto, molto male
Inviato da Jacopo Fo il Dom, 10/30/2011 - 00:21(Per vincere è necessario avere la Forza per farlo)
A questo punto del mio discorso sulle tecniche per ottenere un clamoroso insuccesso, qualcuno si aspetterà che io entri nel dettaglio delle singole azioni che portano certamente al disastro.
Ma i consigli tecnici non hanno valore se prima non si comprende che la nostra capacità di mettere buon senso nelle iniziative, dipende dalla passione.
La passione è la forza che muove la storia, arma gli eserciti, difende le città assediate, fa nascere i bambini, le reti commerciali e costruire case scozzesi in Sicilia.
La scienza moderna avanza a velocità extragalattica. E ci mostra un panorama esistenziale che sta cambiando molto rapidamente.
Le nostre idee sulla mente, sul corpo e sull’anima si modificano potentemente alla velocità del vento sotto la poderosa pressione delle nuove evidenze scientifiche.
Si è scoperto che baciarsi fa bene al sistema immunitario. E anche regalare.
Si è scoperto che i super ricchi vivono quanto i bancari, chi campa di più sono gli artisti e gli scienziati, perché fanno qualche cosa che piace loro veramente e hanno molti rapporti sociali.
E quelli incazzosi diventano pessimisti, restano soli e crepano statisticamente molto prima di quelli socievoli, pacifici e ottimisti.
E se vinci l’Oscar campi mediamente 5 anni di più.
E poi ci sono i neuroni a specchio: se guardi qualcuno che sorride qualche cosa sorride dentro di te.
E se guardi una persona che prova piacere scattano dentro di te tutte le reazioni cerebrali e chimiche che sperimenti quando il piacere lo vivi direttamente.
L’ultimo numero di Internazionale pubblica un articolo che racconta di una serie di esperimenti che dimostrano che fare scelte provoca un incredibile consumo di energia che poi ci rende difficile essere disciplinati nel ragionare e compiere scelte sensate.
Hanno analizzato 1.100 giudizi su detenuti che chiedevano la libertà provvisoria, i giudici avevano liberato i richiedenti almeno tre volte di più quando la decisione veniva presa subito dopo aver mangiato.
Quando erano stanchi non riuscivano a decidere e lasciavano i detenuti in prigione.
Il che vuol dire che decidere è uno sforzo tanto grande da lasciare le persone senza l’energia per svolgere il proprio lavoro scrupolosamente.
Ma questo significa anche un’altra cosa, piuttosto ovvia: essere disciplinati tanto da svolgere bene un compito non piacevole, costa una grande fatica.
Queste osservazioni, unitamente a 50 anni di esistenza sul pianeta terra, mi inducono a pensare che un elemento determinante nella nostra vita è quante cose facciamo perché dobbiamo e quante ne facciamo perché vogliamo.
Quando ne ho parlato con Eleonora mi ha stoppato subito: se la gente inizia a pensare che impegnarsi fa male alla salute siamo finiti! Ci sono già un sacco di persone che vivono male perché non sono capaci di appassionarsi fino in fondo a quello che fanno.
E come potevo dare torto a mia moglie?
Non si fa.
Infatti Eleonora ha sempre perfettamente ragione, tale e quale alla moglie del Tenente Colombo.
Infatti il problema, la chiave del successo di tutte le imprese umane, è l’impegno. La dedizione. Ma il massimo di capacità passionale noi la esprimiamo quando svolgiamo un compito che ci appassiona selvaggiamente.
E’ chiaro che nella vita ti può succedere di dover attraversare il deserto a piedi per soccorrere una persona cara, lottare contro tribù beduine gheddafiste, armati solo di un coltellino svizzero, sventrare a mani nude coccodrilli e altri animali aggressivi… Tutte cose sgradevoli che fai per senso del dovere. Cose che fai non perché le vuoi fare ma perché non ne puoi fare a meno.
Qui scattano ragioni di priorità categoria 1.
In una situazione di emergenza militare puoi anche decidere di farti ammazzare, il che non fa bene alla salute, almeno nella maggioranza dei casi. E non è neanche un grande successo. Ed è pure sgradevole.
Ma fuori da queste questioni drammatiche, in tempo di pace, quando non c’è nessuna bomba atomica piazzata in uno stadio da disinnescare… Allora vale la considerazione di cui sopra: fare qualche cosa che non ti piace costa fatica. Molta fatica.
E' essenziale comprendere che la molla più potente del mondo è la passione, il gusto che di fare qualche cosa di appassionante.
Nessuna molla è altrettanto potente.
Il denaro, il potere, il sesso… Non ti danno la stessa forza.
Conosco gente che è riuscita a fare cose incredibili per i soldi. Sono riusciti perfino a passare intere serate nei party mondani a Milano. Io piuttosto che andare a cena con un direttore della Rai mi sparo in un piede.
Quindi ho ammirazione per chi dimostra un tale disprezzo del pericolo.
Ma questo è nulla a confronto della forza incredibile che ti dà fare esattamente, perfettamente quello che desideri fare.
Lo dicono anche i maestri zen: tra i due guerrieri vince quello che desidera semplicemente restare se stesso. Perché per restare te stesso fai poca fatica.
Se io desidero fare una cosa che mi piace questo ha per me un costo energetico bassissimo, anzi mi ricarica.
Se invece faccio qualche cosa che non mi piace mi esaurisco rapidamente. E fa molto molto male.
Quindi se vuoi vincere è meglio che cerchi un tipo di impresa che ti piace veramente in ogni suo aspetto.
Frequentare certa gente ti indebolisce perché fanno schifo.
Ma tocca fare attenzione. Capire cosa vuoi, nel profondo della tua anima immortale richiede un livello di sincerità con sé stessi paragonabile con quella necessaria per confessare alla donna che ami che hai paura dei Puffi.
Che per inciso è una cosa da non dire MAI a una donna se vuoi che ti faccia vedere come si arriva in paradiso. E’ vero che alle donne i teneroni piacciono, ma a tutto c’è un limite. I Puffi lo superano.
INDICE DEGLI ARTICOLI PRECEDENTI (in ordine di lettura)
1 - Lo zen e l'arte di vincere
3 - Come fallire in maniera pazzesca
4 - Reprimere i desideri fa male, molto male
5 - Le vie della perfezione sono finite
6 - Il senso della realtà. Agire con passione, agire con metodo!
7 - Non ho potuto arrivare in orario perché c’è stato uno tsunami.
8 - Lo spirito di sacrificio o lo spirito del gioco?