Libri: "Tutto in vendita. Ogni cosa ha un prezzo. Anche noi."
Inviato da Cacao Quotidiano il Ven, 12/09/2005 - 23:01L'articolo del sabato
A cura di Gabriella Canova
Questa settimana vi proponiamo un altro libro veramente eccezionale (lo so lo diciamo di tutti ma di questo siamo particolarmente orgogliosi).
"Tutto in vendita" e' il frutto di un lavoro di redazione durato molti mesi. Una redazione tutta italiana, quella di Nuovi Mondi Media. Hanno raccolto insieme le migliori firme del giornalismo indipendente mondiale e creato un libro che racconta in modo globale la situazione del pianeta.
Vandana Shiva, Giulietto Chiesa, Clara Nieto, Norman Salomon, Dario Fo, Franca Rame e Jacopo sono solo alcune delle firme di questo libro.
E' veramente Tutto in Vendita?
Buona lettura.
Introduzione
Nei luoghi e nel tempo della "globalizzazione", qualcosa accomuna e assimila le foreste del Sud America e la politica mondiale, i mari tropicali e i nuovi farmaci, l'informazione e le sementi, il petrolio e il clima, la satira e la guerra.
Una gigantesca anomalia storica che non ammette eccezioni in nessun angolo, seppur recondito, del pianeta: ogni cosa ha un prezzo. E ogni cosa e' in vendita, disponibile al miglior offerente.
Non c'e' piu' nulla di "reale", l'oggettivita' e' divenuta mero frutto del business soggiacente. Le malattie possono essere pura invenzione delle industrie farmaceutiche. Le guerre si rivelano strumenti coloniali al servizio non piu' degli Stati, ma di aziende e multinazionali. Nel mondo non ci sono mai stati tanti schiavi quanti ora.
La nostra e' diventata un'epoca in cui e' oggetto di vanto esportare una democrazia che ormai non esiste piu'. E' stata venduta. Ceduta a politici bramosi di potere, a finanzieri senza scrupoli, a multinazionali avide.
L'informazione ha cessato da tempo di rivestire il ruolo di Quarto Potere a disposizione e a tutela delle masse, e si e' trasformata in un medium che vende una percezione distorta della realta', celando gli interessi degli acquirenti, abbassando il prezzo per gli usurpati.
La ricerca scientifica non ha piu' la sola finalita' di occuparsi dei problemi dell'uomo o della Terra, preservando il presente e garantendo il futuro. Ora il suo interesse principale e' sviluppare idee commerciabili. Siano esse malattie assassine, nuovi ritrovati tecnologici, armi devastanti o strumenti per l'annientamento delle risorse.
Il sistema economico mondiale si e' tramutato nel regno di pochissimi, un'oligarchia ereditaria che non ammette intrusioni. Questa economia deviata e' sfuggita a ogni tipo di controllo, tanto che sta distruggendo se stessa insieme al mondo di cui si nutre. Ha brevettato ogni cosa: dalle opere dell'intelletto ai frutti della natura, dalle sementi prodotte in millenni di storia dal lavoro dei contadini agli esseri umani.
Interi paesi non esistono piu', anche se il loro nome e' presente sulle mappe. Sono "beni" privati di multinazionali del petrolio, del gas, del legname, persino dell'abbigliamento. Oggetti di sfruttamento dei minerali, degli spazi e del lavoro a buon mercato.
Gli esseri umani sono le cavie per medicamenti ed esperimenti chimici. Sono la forza lavoro, sono spendibili come lettori, acquistabili come consumatori. Fanno capolino, mercificati, sui cartelloni pubblicitari, sono assoldabili come killer per le guerre coloniali.
Vengono ceduti insieme al terreno sul quale da sempre vivono, vengono strumentalizzati attraverso il tubo catodico.
La satira un tempo era grido di sdegno che additava i comportamenti negativi, invettiva sociale e politica. Ora e' poco piu' che un sorriso compiaciuto o rassegnato sulle miserie dell'umanita'.
E basta guardarsi intorno per accorgersi che ogni cosa, qualunque cosa, e' in vendita.
Gli autori di questo libro denunciano situazioni a volte al limite del paradosso, ma tremendamente reali, nel tentativo di evitare che almeno la coscienza di un mondo all'asta non venga del tutto alienata.
Da Breve storia della censura e della satira
Dario Fo e Franca Rame, Jacopo Fo
La "Genesi" della censura
I primi a falsificare i fatti e nascondere la realta' furono i popoli di allevatori guerrieri che misero a ferro e fuoco le valli bagnate dai grandi fiumi e abitate da contadini pastori matriarcali.
Gli allevatori guerrieri erano potenti grazie all'efficienza dei loro archi, e all'uso dei cavalli. Questi inventori della guerra avevano eserciti formidabili ma non una grande cultura.
I contadini matriarcali erano ben piu' evoluti e dotati di una creativita' fantastica, epica e grottesca ma forti di una maggiore aggressivita'. Ecco che i conquistatori si impossessano non solo dei loro terreni e delle loro vite ma anche del loro racconto della storia del mondo modificandole allo scopo di legittimare il loro potere.
La narrazione matriarcale della creazione ad opera della Dea Madre (Gea) viene stravolta.
In Grecia si inventa che le divinita' dei conquistatori comandati da Urano, figlio di Gea, hanno sconfitto sua madre. Poi arriva un'altra ondata di pastori ancora piu' aggressivi che prendono il sopravvento e raccontano che Urano e' stato a sua volta spodestato da Zeus.
Nelle cosmogonie si verifica quel che avverra' con i templi che cambiano padrone e divinita' via via che nuovi eserciti conquistatori si succedono. Ma qui, piu' di censura si tratta di una falsificazione.
La prima censura vera e propria la ritroviamo nella Genesi biblica. Qui vi e' primo tentativo di cancellare ogni traccia delle divinita' matriarcali e di un passato nel quale le donne avevano pari diritti. Una censura grossolana che lascia una traccia ben visibile, quasi una cicatrice linguistica.
Questa epica deformazione appartiene a una tradizione piu' antica di quella ebraica ed e' comune a tutti i popoli dell'area mediorientale dove il patriarcato si e' instaurato in forma molto rigida.
Nella Genesi, come nel resto dei testi biblici, convergono differenti tradizioni storiche e culturali e le tracce sono visibili, come le impronte digitali delle tradizioni che le hanno generate.
Nel primo racconto della creazione (Genesi, 1,1) l'essenza creatrice e' chiamata Elohim.2
Questi de'i primordiali, operano fino al sesto giorno. E sono essi a creare tutto l'universo, esseri umani compresi. Infatti, alla fine del sesto giorno si legge: ""Dio creo' l'uomo a sua immagine...maschio e femmina li creo'" (Genesi 1, 27). Poi all'inizio del settimo giorno gli Elohim scompaiono e nella secondo racconto della creazione (Genesi, 2,4), il registro narrativo cambia completamente e fa la sua comparsa Jahve', il Dio unico e innominabile che "da' vita" alla creazione. E, nota bene, egli non e' soddisfatto degli esseri umani creati precedentemente e crea percio' Adamo e Eva.
Ecco che e' evidente che Elohim e Jahve' sono divinita' diverse, senno' perche' Jahve' dovrebbe creare gli esseri umani il sesto giorno e poi crearli nuovamente il giorno successivo?
E' chiaro che sotto alle stranezze di questa storia ci sono due passaggi di censure e falsificazioni.
Possiamo immaginare che, come accade nella cultura greca, nelle versioni iniziali gli Elohim vengano sconfitti da Jahve', ma in questo caso Jahve' non e' soddisfatto dell'umanita' creata dagli Dei che ha spodestato e si crea dei nuovi esseri umani di qualita' superiore. In questo modo i guerrieri patriarcali vincitori affermano la loro superiorita' sui contadini matriarcali che hanno sottomesso. Poi pero', un'altra ondata di conquistatori patriarcali si sovrappone e questi cancellano perfino la traccia della creazione degli Elohim. E dicono: Elohim e' solo una diversa forma verbale per indicare l'Unico Dio... Ma come sempre il diavolo fa le pentole e non i coperchi e i grossolani censori si dimenticano di cancellare la doppia versione della creazione dell'umanita'.
Ma, oltre che nel testo biblico, le tracce di questa falsificazione restano nella tradizione ebraica, nella quale sono numerosissimi i midrash, commenti al testo biblico tramandati in forma orale. Uno di questi contiene un riferimento a esseri umani creati prima di Jahve', qui si parla di Lilith.
Lilith fu la prima sposa di Adamo ma fu da lui scacciata perche' pretendeva di essergli pari.
Si narra che da allora Lilith erri per il deserto e tenti i giovani uomini nel sonno provocando loro le eiaculazioni notturne con cui genera i demoni (i jinn della tradizione araba).
Secondo alcuni recenti studi, Lilith rappresenta una divinita' femminile proveniente dal culto della grande Madre Terra adorata dai popoli presemitici che abitavano la Palestina e contro cui si scontrarono gli ebrei. La storia di Lilith rappresenta il momento di passaggio dalle culture matriarcali originarie verso quelle patriarcali.
Passano i secoli e si continuano a mettere in atto censure e falsificazioni.
Cosi' due banditi adottati da una prostituta che trasformano una banda di predoni reietti in un esercito con tanto di citta' fortificata diventano Romolo e Remo, adottati da una lupa (i lupanari erano i postriboli) e discendenti dalla stirpe di Ettore, l'eroe troiano.
Dovettero pero' passare altri secoli prima che le storie dei potenti trovassero oppositori capaci di immaginare un'altra genesi e un'altra visione del mondo.
Certamente la satira esiste da tempo immemorabile e ce ne sono giunti esempi anche dall'antichita' come "L'asino d'oro" di Apuleio (125-170 c.a d.C) o la commedia dove si narra dello sciopero del sesso proclamato dalle donne dirette da Lisistrata contro la guerra scritta da Aristofane nel IV secolo e Lucio e l'asino di Luciano di Samosata.
Ma non si trattava ancora di una critica culturale radicale.
Gesu' fu probabilmente tra i primi a rifiutare la cultura autoritaria del suo tempo. E la sua predicazione in alcuni momenti si riempie di senso dell'umorismo ad esempio quando racconta che e' piu' facile che una gomena (una grossa corda usata per ancorare le navi) passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli (non era un cammello, ci fu un errore di traduzione).
A quei tempi trasformare l'acqua in vino per allietare una festa, guarire un'anoirissa (donna intoccabile afflitta da mestruazioni permanenti) e salvare un'adultera dalla lapidazione perche' "ha peccato per troppo amore" erano gesti rivoluzionari che negavano la cultura dominante e l'ideologia del Dio guerriero e della donna proprieta' del maschio. Infatti, Gesu' venne crocefisso quasi subito. E la sua stessa figura fu resa digeribile attraverso successivi passaggi di censure e falsificazioni. Alla fine il piccolo palestinese dalla pelle scura e con i capelli ricci e neri che cacciava i mercanti dal tempio divento' biondo, bianco di pelle, alto e longilineo, attorniato da nobili e imperatori.