Farmaci che ammalano e case farmaceutiche che ci trasformano in pazienti
Inviato da Cacao Quotidiano il Ven, 11/04/2005 - 23:01
Pubblichiamo oggi una scheda introduttiva al libro "Farmaci che ammalano e case farmaceutiche che ci trasformano in pazienti", di Ray Moynihan e Alan Cassels, ed. Nuovi Mondi Media.
Ci sono libri che andrebbero assolutamente letti, Farmaci che ammalano e' uno di questi.
Con incredibile chiarezza questo libro svela come la pressione alta sia in realta' una patologia "gonfiata" e la menopausa una naturale fase della vita. Come i cambiamenti d'umore della vita quotidiana si siano trasformati in disordini mentali e la timidezza in un Disturbo Sociale Ansiogeno.
Il libro si puo' acquistare direttamente online su http://www.commercioetico.it .
Trent'anni fa Henry Gadsden, energico direttore generale della Merck, una delle piu' famose case farmaceutiche al mondo rilascio' alcune dichiarazioni estremamente franche. Ormai prossimo al pensionamento, confesso' alla rivista Fortune che per lui il fatto che il potenziale mercato della societa' fosse limitato alla gente malata era sempre stato un cruccio. Gadsden avrebbe voluto che la Merck assomigliasse di piu' alla Wrigley's, la fabbrica di gomme da masticare, e da tempo il suo sogno era produrre farmaci per gente sana. Perche' in tal caso la Merck avrebbe potuto "vendere a tutti". A distanza di tre decenni, il sogno del defunto Henry Gadsden si e' avverato.
Le strategie di marketing delle maggiori case farmaceutiche mondiali oggi prendono massicciamente di mira le persone in perfetta salute. Gli alti e bassi della vita quotidiana sono diventati disturbi mentali, indisposizioni comuni vengono trasformate in malattie spaventose, e sempre piu' persone normali vengono fatte figurare come pazienti.
In un'epoca in cui molti di noi conducono esistenze piu' lunghe, piu' sane e piu' attive rispetto ai nostri antenati, una pubblicita' a tappeto e abili campagne "di sensibilizzazione" stanno trasformando i sani preoccupati in malati preoccupati. Problemi lievi vengono dipinti come patologie gravi, per cui la timidezza diventa sintomo di Fobia Sociale e la tensione premestruale una malattia mentale chiamata Sindrome Pre-Mestruale. Le piu' comuni difficolta' sessuali vengono viste come disfunzioni sessuali, il naturale cambiamento dell'organismo e' una malattia da deficienza ormonale chiamata menopausa, mentre gli impiegati distratti adesso sono affetti da una forma adulta del Disturbo da Deficit di Attenzione. Il semplice fatto di essere "a rischio" di una patologia e' diventato esso stesso una "malattia", per cui donne di mezza eta' sane oggi soffrono di un male latente alle ossa chiamato osteoporosi e uomini di mezza eta' in piena forma hanno un disturbo cronico chiamato ipercolesterolemia.
Nel caso di molti problemi di salute, ci sono persone all'estremita' dello spettro che sono realmente affette da una malattia o ad alto rischio di contrarla, le quali possono trarre grande beneficio da una definizione medica e da una cura farmaceutica potente. Tuttavia per la gente relativamente sana distribuita nel resto dello spettro, una definizione e un farmaco possono comportare notevole disagio, costi enormi e il pericolo molto concreto di effetti collaterali a volte mortali. Questo ampio territorio e' diventato il nuovo vastissimo mercato dei potenziali pazienti - decine di milioni di persone - un obiettivo chiave dei budget promozionali multimiliardari stanziati dall'industria farmaceutica.
Le strategie promozionali utilizzate per vendere le malattie sono tante, ma il fattore che le accomuna e' la promozione della paura. La paura dell'infarto e' stata sfruttata per vendere alle donne l'idea che la menopausa sia una malattia per la quale e' necessaria una terapia ormonale sostitutiva. La paura del suicidio tra i giovani viene usata per vendere ai genitori l'idea che persino una lieve depressione debba venire curata con farmaci potenti. La paura di una morte prematura viene utilizzata per vendere il colesterolo alto come un qualcosa che richieda automaticamente la prescrizione di farmaci. Eppure, per ironia della sorte, a volte le medicine tanto pubblicizzate causano proprio il male che dovrebbero prevenire.
Una ormonoterapia prolungata accresce il rischio di infarti nelle donne, mentre sembra che gli antidepressivi aumentino le probabilita' di pensieri suicidi nei giovani. Almeno uno dei piu' venduti farmaci anticolesterolo e' stato ritirato dal mercato perche' aveva contribuito a causare dei decessi. In uno dei casi piu' orribili, un medicinale venduto come in grado di aiutare a risolvere dei banali problemi intestinali in alcune persone ha indotto costipazioni cosi' gravi da causarne la morte.
"Farmaci che ammalano" smaschera le tecniche promozionali piu' nuove nelle campagne stratificate dell'industria farmaceutica. Tecnica dopo tecnica, disturbo dopo disturbo, emerge uno schema, una formula per cambiare il modo in cui pensiamo alle malattie allo scopo di ampliare il mercato dei medicinali. Le malattie prese in esame qui non sono le uniche a venire ipervendute, tuttavia sono tra gli esempi piu' eclatanti, coinvolgenti e recenti che abbiamo a disposizione. Una volta acquisita dimestichezza con la formula e con i trucchi del mestiere, si inizia a scorgere ovunque in azione la magia nera della promozione delle malattie.
"Farmaci che ammalano" non si ripropone di screditare ulteriormente un'industria farmaceutica gia' molto denigrata o i suoi molti prodotti validi, ne' di diffamare le tante brave persone di saldi principi che lavorano all'interno di queste societa' gigantesche e che, come molti volonterosi ricercatori nel campo medico al di fuori, sono impegnati a trovare ed elaborare nuove terapie efficaci e sicure. L'obiettivo e' invece di svelare il modo in cui la macchina promozionale dell'industria farmaceutica stia trasformando una fetta troppo grande di vita normale in patologia medica, allo scopo di ampliare i mercati dei medicinali.
Come ogni indagine scientifica che si rispetti, questa opera di informazione deve essere intesa come parte di una conversazione ininterrotta che bisogna proseguire con amici, familiari e medici, con altri operatori della sanita', con colleghi di lavoro, funzionari sanitari e rappresentanti dei cittadini: una conversazione che mette in discussione la vendita di malattie sponsorizzata dalle case farmaceutiche ed esplora nuovi modi per definire e comprendere i problemi di salute. E' una conversazione che potrebbe trarre notevole beneficio dall'energia e dall'entusiasmo di una collaborazione del tutto nuova tra ricercatori indipendenti e patrocinatori dei diritti dei pazienti, il cui obiettivo principale e' promuovere un dibattito pubblico piu' razionale e informato sulla salute umana, e non vendere la paura allo scopo di vendere farmaci.