Schiave ribelli: 500 anni di vittorie africane censurate dai libri di storia
Inviato da Cacao Quotidiano il Sab, 03/19/2011 - 11:31Carissimi,
questa settimana vi voglio parlare di un libro che ho amato molto. Si tratta di Schiave Ribelli, edito dalla Nuovi Mondi e scritto da Jacopo Fo e Laura Malucelli.
Si può dire che il nostro mal d'Africa sia iniziato da questo testo, per scrivere il quale Laura ha lavorato e studiato per più di due anni, leggendo solo testi che parlavano delle popolazioni nere, visionando centinaia di video, ascoltando migliaia di canzoni, viaggiando in lungo e in largo per il continente. E malgrado tutto questo lavoro, l'Africa per Laura rimane ancora un grande mistero, come per tutti gli occidentali che abbiano la lealtà di ammetterlo. E quindi l'abbiamo raccontata, questa Africa straordinaria, come i cronisti di un tempo, sperando di riuscire almeno a trasmetterne il grande fascino e a rendere un po' di giustizia a un continente da cui è partita l'avventura umana.
Più di 350 pagine in cui si narrano 500 anni di vittorie africane censurate dai libri di storia, un libro pieno di immagini e di storie a ricordare dei popoli straordinari che sono nati in un continente altrettanto straordinario.
In un periodo storico come questo, in cui le donne appaiono spesso solo come un prodotto di svago per signori potenti che non amano l'amore, ci sembra bello ricordare queste regine d'Africa.
(Gabriella Canova)
Introduzione
Se vuoi capire l'Africa e il suo popolo è meglio partire da come si presenta, in questo continente, la natura. Racconta Basil Davidson nel suo libro La Civiltà africana:
Niente in Africa è fatto a metà. Le dimensioni sono sempre grandi e spesso estreme, Vi sono deserti tanto estesi da poter inghiottire metà delle terre emerse europee, dove al caldo intenso del dì si alterna il freddo pungente della notte... vi sono grandi foreste e terreni boscosi dove l'esuberanza della natura vi sommerge a ogni passo sotto erbe alte e pungenti come coltelli, spine che catturano e trattengono come uncini d'acciaio, miriadi di formiche, mosche e animali striscianti che pungono, mordono e tormentano, nel caldo ardente che inaridisce e paralizza, o gigantesche piogge torrenziali che cadono lente da cieli sterminati. Siete sopraffatti dai chilometri che si sovrappongono tra i vostri piedi e il luogo in cui dovreste essere. Se vi capiterà di aggirarvi nella boscaglia africana vi domanderete ben presto come qualcuno possa insediarsi in questa terra e per di più mantenervi una base e estenderla con perseveranza e continuità. Tutta questa esuberanza selvaggia incombe gigantesca, come una presenza consapevole che per riprendere il sopravvento attenda solo che le voltiate le spalle. Date a questo gigante la minima occasione e tutto il paesaggio circostante invaderà di nuovo questi stretti campi e sarà di nuovo padrone del territorio, padrone assoluto, come se il genere umano non fosse mai esistito.
Le Regine
La storia d'Africa è piena di regine che hanno resistito nelle varie epoche agli invasori: vi raccontiamo la storia di alcune di loro partendo dalla più antica.
Makeda, la più leggendaria tra le regine, la regina biblica del canto di Salomone, la regina di Saba, la regina della bellezza, dovrebbe avere uno spazio enorme in tutti i volumi di storia.
La storia nera è stata distorta e dimenticata ma non altrettanto la splendida Makeda. Il suo ricordo affiora ovunque, il suo nome è entrato con grande prepotenza nella leggenda, la regina nera d'Etiopia non può essere dimenticata.
Del resto le regine nere dell'antichità erano famose per il loro potere, il loro carisma e la loro bellezza, soprattutto le regine del regno d'Etiopia (conosciuto anche come Kush, Nubia, Axum o Saba). Sino a mille anni avanti Cristo, infatti, questa zona non aveva re ma solo regine, regine adorate dal popolo e temute dai nemici.
Makeda non dichiarò nessuna guerra, non fece nessuna conquista, eppure il suo regno fu tra i più ricchi dell'antichità. Ma non ricco per pochi, ricco per tutti. Un regno di pace totale, senza schiavi e senza vinti.
La Bibbia racconta poi, che re Salomone d'Israele decise di costruire un magnifico tempio e convocò i più grandi regnanti dell'epoca. L'Etiopia era seconda solo all'Egitto in fama e potere e re Salomone era totalmente sotto l'influenza della ricchissima cultura e tradizione del regno etiope. Giunse dunque dal regno di Makeda un ricco commerciante, Tamrin, che venne accolto con tutti i lussi possibili. Egli rimase favorevolmente impressionato dall'impegno di re Salomone e riferì alla sua regina. Makeda giunse dunque in Israele portando al re così tante ricchezze in dono che la Bibbia si sofferma a descriverle per molte righe. Salomone, però, aveva un concetto diverso delle donne.
Lui aveva un harem di più di 700 mogli e concubine e pensò subito di poter ammogliare la splendida regina nera. Ma le regine d'Africa non si sposavano e Makeda gli disse di no. Così il bravo re drogò le pietanze e riuscì, con una serie di trucchetti, a giacere con Makeda. Sperava di avere un figlio dalla regina costringendola così a sposarlo. Lei ebbe sì un bambino ma lo crebbe in Etiopia. Solo quando fu grande lo mandò a conoscere Salomone. Il re fu felicissimo. Ribattezzò subito il ragazzo con un nome che significava “colui che è bellissimo”, cioè Menelik, e lo invitò a rimanere e a succedergli al trono. Salomone, da tutte le sue donne, aveva avuto un solo figlio maschio che aveva 7 anni. Ma il giovane Menelik rifiutò. Lui era cresciuto con una diversa mentalità e tutto ciò che voleva era portare avanti la tradizione di pace e democrazia dell'Etiopia insieme alle fiere donne d'Africa. Non accettò di essere re di due regni, con centinaia di mogli e concubine, ma tornò alla sua pacifica Etiopia osservando la conduzione della sua saggia madre e tramandandola alle generazioni future. Il regno d'Etiopia si mantenne libero e democratico per molto tempo a venire.