Tre anni fa, con Michele Dotti davamo alle stampe “Non è vero che tutto va peggio”, edito dalle Edizioni Missionarie Italiane. Editore al quale ci rivolgemmo perché uscire per l’editrice missionaria dava al libro più credibilità, in quanto notoriamente i missionari sono a contatto con i più poveri del mondo. Quindi che loro ci editassero avvalorava la nostra tesi: nonostante tutte le brutture e gli orrori del mondo attuale è utile rendersi conto che stiamo costruendo quotidianamente un mondo un po’ migliore, e lo stiamo facendo da migliaia di anni.
Certo, esistono zone particolarmente povere, in preda alle guerre, dove le condizioni di vita sono oggi peggiori addirittura di quelle dell’età della pietra, ma nel complesso ci sono meno guerre, meno omicidi, meno poveri di duemila anni fa come di 50 anni fa.
Convincere le Edizioni Missionarie a editare il nostro libro richiese una lunga discussione: alcuni sostenevano che se si diceva che la povertà è diminuita allora sarebbe diminuita anche la voglia della gente di fare la carità. Altri erano invece convinti che parlare dei miglioramenti ottenuti con decenni di sforzi collettivi, avrebbe spronato le persone a impegnarsi ancora di più, diffondendo ottimismo.
Molti hanno paura dei piccoli miglioramenti. Tendono a esagerare la parte negativa dei comportamenti umani, convinti in buona fede che così facendo si aumenta la quantità di persone disposte a impegnarsi “per salvare il mondo”. E poi la paura vende.
Ora è uscito un ponderoso studio di Matt Ridley dal titolo “Un ottimista razionale”. Scritto in modo leggero e spiritoso, pieno di racconti ed esempi, questo libro fornisce una mole impressionante di dati. Con metodo scientifico il libro prende in considerazione tutti gli aspetti della vita umana dimostrando che in tutti i campi i progressi sono stati immensi e che negli ultimi 50 anni il ritmo del miglioramento ha avuto una progressiva impennata.
È triplicata la popolazione terrestre e il numero dei poveri che vivono con meno di un dollaro al giorno è al contempo diminuito del 75%. E questi poveri hanno comunque un livello di povertà inferiore a quello dei loro genitori: illuminazione, acqua corrente, accesso alle scuole, servizi sanitari di base, hanno ormai raggiunto gran parte dei più poveri del pianeta. C’è ancora una strada immensa da percorrere ma molta di più è quella già percorsa.
Per sostenere la sua visione ottimista Matt Ridley prende in considerazione una serie di dati globali: la durata della vita umana, che solo 100 anni fa era poco al di sopra dei 40 anni, il livello di dolore patito mediamente (un mal di denti nel 1800 era qualche cosa di spaventoso), il livello delle violenze, l’avere un tetto sulla testa, l’istruzione, la protezione di reti sociali e solidali. Con un’ammirevole meticolosità smonta uno per uno i luoghi comuni dei pessimisti e i miti di un passato nel quale le persone conoscevano la buona educazione, rispettavano gli anziani, si viveva secondo i comandamenti di Dio e certe porcherie sessuali non si facevano…
(Chi dice: “Una volta non c’era tutta questa pedofilia di oggi!” potrebbe leggersi qualche descrizione della vita dei piccoli schiavi “zolfatari” nelle miniere siciliane agli inizi del 1900…)
Impressionante è anche la misura che il libro ci offre, del livello di possibilità e ricchezza. Oggi un abitante medio del pianeta deve lavorare meno di un secondo per pagarsi una lampadina a led accesa per un’ora. Questo valore qualche secolo fa era di un giorno intero di lavoro, per pagare una candela accesa per un’ora… E in più le candele tremolanti rovinavano la vista e i polmoni.
Oggi moltissimi prodotti che anche un povero si può permettere solo 4 secoli fa erano appannaggio di pochissimi riccastri: un libro, un paio di occhiali, una pillola antidolorifica. E i lussi della classe media di un secolo fa sono oggi alla portata di quasi tutti, non è più sintomo di un certo successo sociale possedere un giaccone, un paio di scarpe, una bicicletta, un materasso, un tavolo e le mutande…
Ma oltre a una gradevole valanga di dati e statistiche Matt Ridley ci regala anche un ragionamento molto interessante.
Innanzi tutto osserva che nonostante il costante miglioramento negli ultimi 100mila anni, la maggioranza degli umani continua a essere convinta che si sia sull’orlo di una catastrofe e che il futuro sarà terribile. Ridley ci fornisce un divertente elenco di tutte le grandi minacce che dovevano distruggere il genere umano, dalla guerra nucleare, alla bomba demografica (sta diminuendo drasticamente il numero dei nuovi nati) al buco dell’ozono, la Mucca Pazza, e poi il Millenium Bag, il 21-12-2012… e mo’ in mancanza di meglio e visto che la crisi economica si sta attenuando, va forte il meteorite che ci casca sulla testa e ci estingue in stile dinosauro…
Ma Ridley aggiunge anche una geniale spiegazione del perché l’umanità è riuscita a migliorare le proprie condizioni di vita costantemente e molto probabilmente continuerà a farlo in futuro. Egli spiega che il motore del cambiamento sta nella nostra passione sfrenata per le discussioni. Le idee si mischiano e si evolvono, in modo analogo a quel che succede grazie al sesso per quanto riguarda l’evoluzione genetica. Geniale questo: l’umanità è capace di migliore perché le idee si accoppiano e producono velocemente altre idee, con tale forza e velocità che se c’è un problema prima o poi si evolve un’idea che contiene la possibilità di superarlo.
Se è possibile fare una cosa prima o poi qualcuno riesce a inventare un modo per farla.
C’è però un punto essenziale di questo ragionamento che Ridley non prende in considerazione e che io reputo essenziale base per una visione ottimistica del futuro.
Negli ultimi 40 anni la velocità evolutiva umana ha conosciuto un notevole incremento. Ma oltre a questo c’è stato un salto evolutivo epocale.
Da una parte le rivolte degli anni ’70 hanno diffuso idee di pace, di fratellanza e una sana ideologia di collaborazione e di creazione di comunità di persone affini, dall’altro lato la rivoluzione dei computer ci ha dato gli strumenti per costruire comunità di interscambio e condivisione che hanno reso possibili livelli di azione e di coscienza inimmaginabili: Linux, Wikipedia, i siti di recensioni (elettronica, viaggi, libri, cibi…) sono stati creati da migliaia di persone che hanno lavorato alacremente assieme per produrre qualche cosa di utile per tutti e in cambio non hanno ottenuto denaro ma la soddisfazione di un lavoro utile e ben fatto.
E quando mai era successo prima?
Aggiungiamo quel che ho già scritto su Moltitudine Inarrestabile di Paul Hawken che ci racconta di un milione di associazioni solidali nel mondo, centinaia di milioni di volontari… Facendo la somma viene fuori che da centomila anni il mondo migliora, che finalmente abbiamo gli strumenti per creare un livello di cooperazione umana meraviglioso e che grazie a questi due elementi positivi una massa mai vista di volontari sta facendo in tutto il mondo del suo meglio per dare una sterzata sostanziale al livello di GIOIA dell’Umanità!
E noi abbiamo la strafottuta fortuna di vivere questo momento di cambiamento radicale… Un momento che è il frutto della fatica di millenni dei nostri progenitori… Gente tosta che in condizioni di vita spaventose non ha mai smesso di concentrare i propri sogni e le proprie speranze nella possibilità di regalare questo futuro proprio a noi.
Io e te siamo il bersaglio del più immenso complotto che sia stato mai immaginato.
I nostri antenati hanno complottato a lungo, caparbiamente, per darci la possibilità di vivere liberi. Oggi possiamo farlo. Non era mai successo prima…
Per quanto per molti versi la situazione italiana sia terribile dobbiamo dirlo che sono state spezzate le catene della schiavitù e poi quelle della servitù della gleba, e poi quelle dell’aristocrazia di sangue, della diritto di voto per censo, del diritto di voto solo ai maschi, dell’intoccabilità dei potenti… Oggi abbiamo la libertà di parola e il mezzo per parlare a tutto il mondo direttamente dal letto di casa, con una bibita fresca a portata di mano. E solo raramente, almeno in Italia, vengono a prenderti con i carri armati a casa perché hai scritto che Letta ha fatto una legge di stabilità stitica.
E per concludere questa cascata di zuccheri provenienti solo da frutti biologici vorrei aggiungere che il meglio deve ancora venire. Sento, grazie alle mie sensibilissime palme dei piedi (argomentazione eminemente scientifica) che ancora il web ci deve regalare il meglio… Nuovi avanzati sistemi di collaborazione e integrazione. Robba forte! Sinergia tra le menti! Multimente visionaria numericamente quantica! Numeri topici, vortici energetici, linguaggi corporei, memi, vibrazioni emotive, epidemie della risata! Ne vedremo delle belle! …In effetti ancora non ho le idee chiare ma ci sto ragionando… Sono benvenuti contributi teorici… Nello spazio dedicato ai commenti…. (vedi anche qui).
Conclusioni
Siamo una specie che adora i miglioramenti, siamo incapaci di smettere di sperare nel futuro, siamo fortemente motivati a lasciare ai nostri discendenti un mondo migliore. E abbiamo una capacità straordinaria di attivare una sorta di mente sinergica collettiva. E chi ci ferma? L’asteroide? Può essere… Ma se c’è un modo per fermare l’asteroide qualcuno lo ferma.
Commenti
Un razionale "pessimismo"
La ragione scientifica non è né ottimista né pessimista "a priori", ma guarda semplicemente ai fatti noti, e meno noti, cerca di misurarli in qualche modo e tenta di identificare le possibili relazioni di causa-effetto tra gli eventi osservati. Solo dopo questo lungo, complesso e ingrato lavoro è possibile, se l'incertezza delle previsioni è molto grande, aggiungere gli aggettivi: "ottimista", "pessimista" o qualcos'altro.
Consiglio la lettura de "I nuovi limiti dello sviluppo" (edito in originale nel 2003 e più volte ristampato in Italia) per capire, con l'ausilio di moltissimi dati e simulazioni, perché l'ottimismo non sia l'atteggiamento più razionale per guardare al futuro dell'umanità da qui alla fine del XXI secolo, cioè quando saranno adulti i nostri tris-nipoti. Gli indicatori del benessere "medio" sono solo un aspetto della medaglia e non aiutano a predire gli attuali limiti dello sviluppo umano.
Comunque, nonostante i prossimi decenni siano già ampiamente compromessi, concordo col fatto che occorra muoversi con un atteggiamento positivo e collettivo. E' essenziale che la "moltitudine inarrestabile" di oneste persone raccontata da Hawken diventi massa critica anche in politica, per traghettare nel modo meno traumatico possibile (ogni ritardo peggiora esponenzialmente le cose) la società umana verso un sistema di vita che sia più equo dell'attuale e, soprattutto, sostenibile dal pianeta sul quale viviamo. Ogni ritardo può far superare quel punto di non ritorno oltre il quale nessuno, al di là degli atteggiamenti ottimisti o pessimisti, sarà veramente in grado di gettare uno sguardo sul futuro.