Burkina Faso, il paese delle sorprese: le volte nubiane

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Per vivere la nuova sorpresa messa in serbo dal Burkina Faso per me e Peppino, compagno di viaggio e architetto dell'associazione, dobbiamo spostarci dal Centro Ghélawé e dirigerci verso i villaggi di Wara e Karakasso Vige, a 40 km dalla città di Bobo-dioulasso.

Volte nubiane, architettura senza legno, solo mattoni in terra

Prima di concentrarsi sulla destinazione c'è da considerare che un viaggio, in Burkina Faso, è un elemento da non dare mai per scontato.
Partiamo in auto e decidiamo di percorrere la pista che collega Diébougou e Bobo, 160 km di strada sterrata invece dei 250 di asfalto rovente.
Ma stanno asfaltando anche la pista e c'è qualche centinaio di migliaia di deviazioni. Dopo 30 km la frizione dell'auto, una Renault 4, ci abbandona, soffocata dalla polvere. Innestiamo a forza la seconda e torniamo indietro.
Portiamo l'auto dal dottore e ripartiamo. In moto. Una sorta di Parigi-Dakar... Lungo il viaggio rischiamo di cadere, buchiamo una ruota, ci infiliamo in mezzo ad alberi, arbusti, sfioriamo animali e personalmente, stando seduto dietro, mi si è distrutto il sedere.
Arriviamo al villaggio di Wara completamente ricoperti di polvere rossa, che a sua volta si era mischiata alle lacrime provocate dall'aria, dalla velocità e da caschi di pessima qualità. Sembrava che avessimo pianto sangue ed era effettivamente un miracolo essere arrivati.
Nel villaggio di Wara l'associazione spagnola "Architetti Senza Frontiere" realizza strutture, da singole abitazioni a scuole per i bambini, senza usare un grammo di legno per i tetti.
La tecnica usata è quelle delle volte nubiane che, per l'appunto, prevede che il tetto sia realizzato in mattoni e sia autoportante (a volta), senza il bisogno di un'intelaiatura di sostegno, normalmente fatta con decine di tronchi di legno.
Le strutture a volte nubiane sono belle (le forme sono tonde e più "dolci"), solide (anni di esperienza ne hanno perfezionato le misure ottimali e la resistenza) e possono essere costruite utilizzando materiali locali e tradizionali, ovvero i mattoni in terra e paglia.
Architetti Senza Frontiere porta avanti il progetto delle volte nubiane da più di 12 anni, tutto il lavoro sul campo è gestito da muratori burkinabè che hanno fatto almeno due anni di formazione. Sono 150 i muratori "formati" fino ad oggi.
In ogni cantiere ci sono operai dell'associazione "Voute Nubienne" e muratori dei vari villaggi, che iniziano, o proseguono, il percorso di formazione.
L'idea che abbiamo proposto ad Architetti senza Frontiere e all'ass. Voute Nubienne, è di costruire alcune strutture al Centro Ghélawé, avviando così la formazione di 5 muratori locali. Tra novembre e dicembre di quest'anno costruiremo una struttura per gli studenti del Centro, utilizzando le volte nubiane e avviando la formazione di 5 muratori del nostro villaggio. Lavoreranno in collaborazione con 5 muratori specializzati dell'associazione Voute Nubienne per 40 giorni, riceveranno vitto e alloggio e il "corso di formazione" sarà gratuito.
L'Associazione Centro Ghélawé finanzierà i mattoni, pagherà i muratori delle volte e si occuperà di tutta la parte logistico-organizzativa.
Se funziona... sarà un successo e un'occasione unica per il villaggio di Loto.
Abbiamo preventivato una spesa totale di 2.000 euro, che porteranno alla costruzione di una struttura con 4 stanze e porticato.
Se dentro di voi c'è anche una sola briciola di architetto aiutateci a finanziare questa iniziativa...

Ritornati al Centro Ghélawé, dopo la visita alle volte nubiane, era quasi tempo di ripartire per casa, l'Italia.
Ogni giorno qualcuno mi chiedeva quando sarebbe stato il volo, quante ore di viaggio, dove si faceva scalo, a che ora, chi veniva a prenderci.
Nessuno invece chiede quando torneremo, strano.
L'ultimo giorno c'è però l'ultima sorpresa e a organizzarla non poteva che essere Issa.
Si fa dare un piccolo anticipo sullo stipendio e ci invita a pranzo a casa sua!
Ruba piatti, bicchieri, posate, tavolo e sedie dal Centro, per la cucina si fa aiutare da Ahmed e insieme comprano e preparano verdure, la pasta (costosissima), la carne e le bibite (due bottiglie di arancia e una di birra, per 6 persone).
Senza saperlo, Issa ha preparato un buffet.

Prima di concludere questi miei racconti un ringraziamento speciale a Sabrina e Tiziano, che hanno devoluto al Centro Ghélawé i regali del loro matrimonio equo e solidale.
Grazie a questo contributo finanzieremo alcune iniziative per migliorare le scuole dei villaggi di Loto e Bamako (vedi http://www.jacopofo.com/node/4885).
In particolare: iscrizione a scuola per 25 bambini (6 anni di elementari), finanziamento di un orto nella scuola di Loto e di un frutteto nella scuola di Bamako.
Finanziamento di materiale scolastico, penne, matite, quaderni, affinché tutti possano scrivere per tutto l'anno.
Finanziamento per la produzione di pane da regalare ai bambini. L'obiettivo è introdurre nelle scuole una cosa rivoluzionaria: la pausa merenda con merenda!
Grazie Sabrina, grazie Tiziano.

Per maggiori informazioni sul progetto http://www.centroghelawe.org/

Simone Canova