Spariti tutti i soldi delle pensioni degli Italiani! (Ecco perché andrai in pensione a 65 anni).

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Foto da www.superba.it

Negli anni ho imparato che su ogni grande tema c’è una domanda semplice che nessuno si vuol porre perché è in grado di far saltare tutto la facciata di apparente buon senso del sistema. E’ un interrogativo che getta le persone nel panico perché è intellettualmente pericoloso.
Ho passato la mattina a porre questa semplice domanda sulle a economisti, avvocati, presidenti di associazioni consumatori, consulenti finanziari. Nessuno ha saputo rispondermi.
Quindi la giro a voi, straordinari lettori, nella speranza che qualcuno possa confermare la mia agghiacciante ipotesi.
Premessa.
Sulla questione delle pensioni assistiamo a un gran dibattito. Quasi tutti gli opinionisti sono concordi nel dire che non ci sono più soldi per le pensioni perché ci sono troppi vecchi in pensione e pochi giovani che lavorano in regola e pagano i contributi. Quindi i contributi di chi lavora non bastano a coprire l’importo delle pensioni in atto. E, si dice, questa situazione peggiorerà in futuro.
Questo è falso.
Il problema delle pensioni è che in Italia non esiste la separazione tra previdenza pensionistica (i soldi accantonati sulla paga dei lavoratori per pagare la loro pensione) e assistenza (cassa integrazione, prepensionamenti, pensioni minime eccetera).
Nei paesi civili i soldi dei lavoratori vengono investiti in modo che possano aumentare negli anni e pagare successivamente le pensioni mensili. In Italia i politici hanno usato questi soldi per finanziare l’assistenza. A volte questa assistenza era sacrosanta e meritoria, come nel caso delle pensioni minime. A volte è stata una regalia alle grandi aziende, come la cassa integrazione o i prepensionamenti per la Fiat. Ma comunque, se il governo decide che alcuni milioni di lavoratori atipici vari debbano versare solo il 20% dello stipendio per le pensioni (invece del 40%) dovrebbe anche tirare fuori i soldi per finanziare questa decisione. Invece il governo decide che tutti i lavoratori in regola devono finanziare il provvedimento e preleva i soldi delle loro pensioni senza neanche avvisarli.
Cioè i governi italiani da sempre si fanno belli con i soldi degli altri. Una cattiveria.
La situazione è tale che oggi come oggi, di tutti i contributi versati nell’ultimo secolo non è restata una lira e anzi l’Inps ha dovuto vendere buona parte del suo patrimonio immobiliare per stare a galla.
E fino a questo punto affermiamo cose dette e ridette da pochi liberi pensatori.
In parlamento, da eoni, giace una legge che prevede la separazione tra previdenza e assistenza.
Ma anche su questo i giornalisti tacciono.
Non avete letto su nessun quotidiano, in prima pagina: “Spariti tutti i soldi delle pensioni degli Italiani!” Peccato. E’ un titolo che avrebbe fatto verticalizzare le vendite.

(Domanda incidentale: è vero che la pensione dei giornalisti è gestita da un ente autonomo che non è stato depredato dallo stato? Le pensioni dei giornalisti vengono gestite dall’Inpgi? L’Inpgi è in una situazione di attivo mostruoso?)
Ma a questo punto mi viene in mente la domanda veramente cattiva: l’Italia ha un debito pubblico che supera i 3 milioni di miliardi di lire (1500 miliardi di euro). In questo conteggio come è calcolato il fatto che ci siamo spesi i soldi delle pensioni?
Se il sistema fosse razionale tutti i soldi scippati dovrebbero essere inscritti nel debito visto che sono stati spesi per scopi altri. Cioè anche se per questi denari non si sono emessi bot e cct comunque sono soldi che dobbiamo ai pensionati attuali e futuri.
Il mio sospetto è che siccome questi soldi dovrebbero essere nelle casse della previdenza che è un demandamento del Ministero del Tesoro, l’ammanco si faccia finta di non vederlo. Cioè non essendo un debito dello stato sul quale si pagano gli interessi (non sono stati emessi bot e cct per coprirlo) ma un debito che diventerà attivo solo nel futuro (quando i lavoratori richiederanno la loro pensione) questi soldi non vengano contabilizzati.
Se fosse così risulterebbe che perfino la contabilità del debito pubblico dello stato è una presa per il culo inaudita.
Saremmo fuori da qualunque parametro dell’Unione Europea visto che il nostro debito reale sarebbe aumentato, se ho ben capito, di più di 2 milioni di miliardi di lire, per un totale di più di 5 milioni di miliardi di lire di lire. 2500 miliardi di euro invece di 1500.
Attenzione: quando i giornalisti dicono che l’Italia ha un debito pubblico inferiore a quello degli Stati Uniti dicono una cazzata sonora. Infatti la cifra complessiva del debito Italiano è circa un quarto di quello Usa. Peccato che la nostra popolazione sia quasi un quinto di quella statunitense e la nostra economia (il nostro Prodotto Interno Lordo) sia parecchio meno di un quinto di quello Usa (vedi http://www.jacopofo.com/?q=node/2006).
Ed ecco perchè l’Europa preoccupata per le nostre pensioni. Li abbiamo fregati con la nostra contabilità taroccata e siamo riusciti a entrare in Europa. Mo ci hanno scoperti e se la fanno sotto perché siamo una mina vagante.
Vorrei sapere dagli economisti in ascolto se quanto ho detto è vero o è una mia allucinazione onirica (vivendo nel mondo dei sogni da ormai un mese non so se ho perso ogni contatto con la realtà).
E gia che ci siamo vorrei porre un’altra domandina stronza: è vero che anche gli enti pubblici hanno un ulteriore debito di circa 1 milione di miliardi?
E’ vero che teoricamente la legge non consente alle amministrazioni locali di contrarre debiti in proprio ma loro se ne fregano?

Ps
Vorrei che si capisse che la mia celta di vivere in un sogno si rafforza ogni giorno di più. E’ iniziata come un gioco ed è diventata una forma di protesta a oltranza. Qui non siamo semplicemente di fronte al malgoverno. C’è una fitta rete di alleanze, di complicità e di silenzi che supera l’immaginazione dello scrittore di fantascienza medio.
Non si può limitarsi a denunciare il sistema. Bisogna affermare che siamo di fronte alla follia e all’abuso che sono diventati sistema.
Per questo credo che dobbiamo fare un salto di qualità nella nostra denuncia. Solo entrando nell’assurdo e svegliando di vivere virtualmente in un’altra dimensione (siamo extraterrestri) possiamo dare una misura alla distanza che ci separa da questo mondo e dalla sua ritualità demente e criminale. Noi non siamo semplicemente in disaccordo con il Sistema. Noi ci troviamo in una gabbia di matti.

PPSS
Conducendo questa inchiesta, oltre ad andare a ripescare vecchi articoli usciti su Cacao e interpellare vari specialisti del settore ho pensato bene di telefonare anche all’Inps. Già trovare il numero di telefono della direzione nazionale si è rivelato impossibile. Il servizio informazioni Telecom ha disponibile solo il numero dell’Inps provinciale di Roma (0677381). Provo sul sito Internet (Qualcuno sa quanto è costato? E’ patetico.). Ma anche lì danno solo il telefono della sede provinciale di Roma.
Telefono 4 volte, resto appeso all’auricolare per 20 minuti complessivi e sento solo un cazzo di nastro che mi dice di non perdere la priorità acquisita. Il numero verde (803164) si rivela inutile, non sanno darmi un altro numero (!!!!).

Ho telefonato anche all’ente pensionistico autonomo dei giornalisti. Dopo 8 squilli il nastro mi guida in un minuto a un operatore umano che mi dà il telefono della segreteria della direzione nazionale. Oggi pomeriggio mi daranno il dato esatto sul loro attivo nel 2005 (il 2006 non è ancora chiuso). Quando gli ho chiesto se erano in passivo anche loro mi hanno risposto scandalizzati: la legge italiana ci impone precisi criteri di accantonamento finanziario!
Date retta a me: essere giornalisti è meglio.
Ora che ci penso: anche gli attori, i presentatori televisivi e i cantanti hanno le loro pensioni a parte. E come funziona per avvocati, commercialisti, notai e medici?
Non è che a restare con un pugno di mosche in mano sono solo gli operai, i portuali, le cameriere, le segretarie e i venditori ambulanti? Sarebbe veramente crudele…
E se la facessimo finita con queste corporazioni?


Commenti

Sono proprio d'accordo con il fatto che le pensioni siano state rapinate.
In effetti sono di questo parere da anni e spesso faccio notare che il ragionamento "quello che i pochi contemporanei versano non basta per pagare le pensioni ai tanti pensionati" è un falso.
E' un falso perchè i tanti pensionati la loro pensione l'hanno già versata nel corso dei decenni passati, e se la pensione dobbiamo pagargliela con i versamennti di chi lavora adesso: 1° dove sono finiti i soldi versati fin'ora? 2° vuol dire che neanche chi versa adesso prenderà la pensione, visto che i loro soldi servono ad altro?
Il brutto è che spesso mi sento guardare come si guarda un rompiballe, un attizzapopoli, un provocatore, e poi mi dicono che ormai è così, bisognerebbe ripescare cose ormai sepolte.. etc.
A volte mi sento pazzo. Forse lo sono... ;-)
R. Daneel Oliwav

E che vuoi farci. In fondo la partita doppia l'abbiamo inventata noi ( fonte: Wikipedia ) A giocare con i numeri siamo sempre stati abili. Io ho smesso di leggere i giornali e ne ho guadagnato in salute: Grazie; non posso farmi il bagno perché a casa ho solo la doccia.

Per quanto riguarda gli avvocati, posso dire che la Cassa di previdenza è ben messa. Anche se si sono messi a piangere miseria anche loro (Sulla Stampa di mercoledì 10 gennaio 2007 è comparso un lacrimevole articolo sugli avvocati che non ce la fanno ad arrivare a fine mese, bah!)

Ho 38 anni e da 16 (compreso l'anno di leva militare), verso contributi previdenziali come pubblico dipendente (sono un tecnico della prevenzione, ex vigile sanitario), all'INPDAP.
Secondo la legge Dini, attualmente in uso, debbo lavorare per altri 24 anni per raggiungere la pensione. Va inoltre aggiunto che, al termine del periodo lavorativo, l'importo della mia ipotetica pensione si ridurrà al 35-40% del mio attuale stipendio. Ai tempi d'oggi circa 700 euro.
Con la nuova legge pensionistica che il governo attuale vuol varare, le cose sicuramente peggioreranno, (sia per tempi lavorativi che rendimenti). E tralasciamo lo scippo perpetuato ai lavoratori sul TFR: mi sale la pressione arteriosa dall'incazzo al solo pensarci. Ladri!
Io, Jacopo, voglio essere solidale. Pretendo, perché verso soldi, che l'anziano viva decorosamente. Vorrei però altresì che pure io, vecchio e malridotto, possa godere d'un minimo ragionevole di benessere.
Non rientro, dato il mestiere che svolgo, in una forte corporazione che gestisce i propri fondi pensione. I miei contributi finiscono nel pentolone dal quale tutti attingono per i più svariati motivi. E mi chiedo: è mai possibile che in Italia gli imprenditori potenti ritengano privati gli utili e pubbliche le perdite? Questa prassi delle pubbliche perdite ha letteralmente svenato le casse dell'INPS. Meglio sarebbe stato far partecipare finanziariamente anche gli imprenditori al mantenimento dei lavoratori licenziati. Via segreti bancari, via paradisi fiscali, e attingere anche dalle loro belle e laute risorse. I tempi di vacche magre devono essere duri per tutti. E dato che una legge c'è, (quella che differenzia la previdenza dall'assistenza), perché non la si applica su tutte le categorie lavorative?
Chiudo ringraziando Jacopo per le sollecite informazioni che spesso ci rende dal suo blog: i giornalisti tacciono, purtroppo.
Richiudo dicendo che voglio e vorrò sempre contribuire per chi oggi non può lavorare, sperando che, se mi ritroverò sulla terra tra tanti anni, anch'io possa godere d'un minimo di assistenza in un paese pulito, solidale e consumisticamente sobrio (tranne che sessualmente si intende).
Cordiali saluti a Jacopo e bloggers tutti,
Giuliano Marcia.

Caro Jacopo, a parte che l'ente dei giornalisti è una categoria a parte, come un'isola, un paradiso, in mezzo ad un oceano in bufera.
L'INPGI prende i soldi degli affitti degli immobili di sua proprietà, li investe e ci paga le pensioni. Sono anni che l'INPS ed il governo italiano tentano di mettere le mani e di confluire i fondi dell'INPGI dentro all'INPS, come hanno fatto per altri enti, ma ogni volta che cci hanno provato, i giornalisti si sono incazzati (ed hanno fatto bene)!
Tanto più che l'INPGI non vede i propri immobili, nonostante si tratti di abitazioni vecchie di 60/70 anni come in Via dei Giornalisti a Roma. Anzi, ne fa costruire di nuovi, come nella parte sud di Roma, ricavandone altri affitti attivi e continuando a pagare le sontuose pensioni, senza un euro di passivo.
Come faccio a sapere tutte queste cose? Ho parenti stretti giornalisti, semplice, nonchè vivevo in un immobile dell'ente quando stavo a Roma.
Detto questo per la precisione, ora passiamo all'argomento in cui mi sento particolarmente forte poichè riguarda il campo dei miei studi passati, presenti e spero futuri.
Sono un appassionato di economia e non è una novità, e mi soo sempre chiesto come facesse il debito pubblico italiano ad aumentare ogni anno, nonostante tasse e finanziarie varie. Anche qui, dopo svariati studi ho saputo dare una risposta semplice: il debito aumento perchè ci nascondono dove vanno a finire i soldi che entrano allo stato.
Breve parentesi. L'amico Pascucci, che a giudizio di molti infesterebbe il web, alla fine, dice una verità sacrosanta. E cioè, che le banche sono i padroni del mondi, con la sovranità che detengono sui governi grazie al signoraggio.
Noi non sapremo mai i reali intenti del governo: vedi Jacopo, Prodi, Padoa Schioppa, Draghi, Rossi, provengono dal Bilderberg, che a sua volta non si sa cosa cazzo sia (o meglio io lo so, perchè mi sono informato), non si sa cosa deliberi, non viene mai pubblicizzato, non ne parla mai nessuno. Eppure, è la riunione degli uomini d'oro cioè coloro che tengono sotto schiaffo il mondo con la finanza ed i loro soldi. Ma non solo loro: ci sono anche i loro adepti che nel caso italiano sono quei quattro personaggi.
Il governo Prodi, la prima cosa che ha fatto è stato l'F24 telematico, quindi ognuno in possesso di partita iva, per pagare le tasse, deve necessariamente aprirsi un c/c bancario.
La seconda mossa è stata quella di far pagare una penale del 10% in caso di insoluto in prima presentazione di qualsiasi assegno non coperto, cosa che prima non accadeva, anzi la ripresentazione avveniva automaticamente.
La terza è la mancanza di informazione circa la riforma del credito di BASILEA II, in funzione da gennaio 2007. Con questa riforma, le banche daranno meno credito, con notevoli problemi dal punto di vista della produzione.
La quarta è stata un'ennesima accisa sui carburanti, in questo caso parlo del diesel, così da far lievitare il costo dei trasporti su strada, su ferrovia ed aerei, con ripercussioni sul costo finale che noi paghiamo.
Mi fermo qui, per ora.
Tu hai parlato di PIL: beh, io dico che calerà ancora, aumentando il debito pubblico, alla faccia di quello che dice il governo. Se c'è stata una diminuzione a novembre, il tutto è dovuto ai condoni che il governo precedente ha fatto. Checchè ne dica QUEL PORCO DI PRODI.
Ora, naturalmente, Almunia ha imposto all'Italia di adeguarsi alla CE, con questa storia delle pensioni. Hanno sputtanato 60 anni di introiti e persone come me, te e milioni di giovani, andranno (forse!?) in pensione con il 40% dell'ultimo stipendio: è giusto, questo?
Mi faccio il culo per 40 anni per avere 600/700 euro di pensione?
Ed i coltivatori diretti?
E, giustamente come dici tu, le cameriere?
Pare che si divertano a raccontare frottole, a scambiarsi di posto ogni 5 anni, basta che siano sempre loro, purchè siano sempre lì. Ma lo stipendio non se lo abbasseranno mai.
La dismissione da parte dello stato dei suoi immobili, è un altro autogol, visto che poi lo stato ci paga sopra l'affitto per 30 anni.
Non solo, un altro è quello di dare mandato a concessionari, con soci i ministeri, di incassare le imposte, vedi Riscossione S.p.A. (51% Agenzia delle entrate. 49% INPS): lo stato paga lo stato per incassare i crediti. Un cane che si morde la coda.
In Italia, manca un po' di serietà!
E gente con le palle che faccia una rivoluzione seria e li prenda a calci nel culo.
Mo sto mejo. Bella Jacopo.

L'accordo (interbancario) prevede di poter ridurre i fondi accontonati dalle banche a garanzia dei finanziamenti concessi se viene adottato dall'istituto un sistema di valutazione delle aziende a cui viene prestato il denaro (come, non c'era fino ad oggi? e su che basi veniva prestato il denaro?)....
Sottotitolo di Basilea 2 "alle imprese peggiori si dovranno applicare tassi più alti ed alle migliori tassi più ridotti". Ad alcune non verrà più concesso credito perché la situazione finanziaria è talmente negativa che non ci sono possibilità credibili di restituzione.
Fin qui sembrerebbe tutto logico... ma:
1) In questo modo si crea per "accordo" un sistema monopolistico del costo del denaro. (Mentre adesso un'impresa così così può cercare una banca che gli dia fiducia e avere un tasso accettabile (per es. il 5%) poi quando tutte le banche valuteranno l'azienda "cattiva" il tasso ottenibile sarà come minimo il 6/8%).
2) La solvibilità delle banche viene ridotta a vantaggio degli utili.

Il tutto ovviamente senza nessuna piega dell'autorità della concorrenza. Ne ovviamente di nessun governo.

M.

PS Negli anni 60/70 un gruppo di economisti "monetaristi" l'ha menata talmente tanto sugli effetti negativi della politica monetaria e sull'inflazione che i governi hanno delegato a terzi (alle banche stesse) il compito di decidere il costo del denaro.

Mi sto comprando casa. Ringraziando Dio, conosco tutto il consiglio di amministrazione della banca e mi hanno concesso un supermutuo.
A Natale, ho incontrato il presidente che mi ha detto: ".... con Basilea II avresti avuto problemi ........." e annuendogli l'ho ringraziato.
Il capitalismo porta a questo!
Se sei ricco, hai garanzie, non hai problemi.
Se sei ceto medio, non hai sufficienti garanzie, ma conosci, hai meno problemi.
Se non hai reddito, tanto meno garanzie, muori di fame.
E con Basilea II le banche faranno e disporranno sempre per chi può garantire loro degli introiti, altrimenti col cazzo che ti fai casa1
Bella porcata, invece di essere un diritto per tutti, è sempre più un arrivo sociale.

Sottotitolo: Come rubare i soldi ai nuovi lavoratori senza che se ne accorgano.

Per seguire occorre un minimo di matematica finanziaria.
Provo a spiegare:
Premessa) Chi fa parte della nuova riforma andrà in pensione con il contributivo (me compreso): quello che versa viene rivalutato ed il montante verrà poi ripartito sulla speranza di vita.
Ipotesi 1) La rivalutazione è del 75% dell'inflazione programmata
Ipotesi 2) L'inflazione è sempre superiore a quella programmata

Problema: Un tizio dovrà lavorare 35 anni fino ad andare in pensione a 65, versa 10.000 € annui, l'inflazione programmata è il 2%, quindi la rivalutazione è 1,5% mentre l'inflazione reale è il 3%. Ipotizzo che i versamenti annui siano rivalutati del 2% (ipotesi che lo stipendio si rivaluti con l'inflazione programmata).

Risultati del calcolo: il tizio verserà nei 35 anni 520.000 € nominali (ciò che gli esce di tasca di anno in anno). La cui rivalutazione di anno in anno porterà un montante (valore nominale futuro) di 660.000 € (in pratica il valore su cui si calcolerà la pensione comprensivo di interessi). Peccato che a quella data il valore reale dei 660.000 € sia in realtà come 235.000 € di oggi.

Il "prelievo" finanziario occulto per pagare le pensioni nel frattempo è di 425.000 €.

Ovviamente i calcoli non sono così semplici, poiché l'inflazione programmata cambia di anno in anno, l'inflazione reale nessuno sa quanto sia e ovviamente la rivalutazione annua potrà essere rivista nel corso del tempo.

Ma non è finita qui.... se invece l'operaio di oggi inizia a lavorare a 15 anni... versa 870.000 € che diventano nel tempo 1.217.000 ma che dopo 50 anni si sono svalutati a 277.000 ... così lo stato avrà incassato circa 940.000 € nel frattempo.

Sono un po' arrugginito in matematica finanziaria.... ma più o meno la logica della riforma è questa.

Moltiplicando per 10 milioni di lavoratori ... vi lascio l'onere di contare gli zeri. Il problema delle pensioni non esiste nel lungo periodo. Esiste nel breve. 3/10 anni... anche se flessibilizzare il mercato del lavoro con gli atipici ha scombussolato tutti i piani poiché versano molto poco.

M.

PS Che fine faranno tutti i soldi incassati?
CHI LO SA!!
PPS Jacopo, ti proporrei un'altro titolo per il quotidiano dei sogni:
"Astuti ladri sono in grado di rubarti il denaro che non hai ancora guadagnato... "

Esiste anche un'altra questione legata al tema delle pensioni: quello della forte sperequazione attuale. Vi sono pensioni da fame e pensioni addirittura superiori all'ultimo stipendio percepito, eredità del sistema retributivo che avevamo in precedenza. Tale metodo era possibile solo in presenza di un numero di contribuenti decisamente superiore ai pensionati (mentre oggi siamo vicini al rapporto 1:1), una idiozia impossibile da mantenere nel lungo periodo, a meno di non moltiplicare la popolazione attiva italiana decennio dopo decennio.

Il futuro, come già detto da altri, seguirà il metodo contributivo: ottieni in base a quanto hai versato, ferme restando alcune protezioni di base, come una pensione minima o sociale per chi non avesse avuto la possibilità di crearsi un trattamento nel corso della propria vita lavorativa. L'importo attuale di tali trattamenti "sociali" non è compatibile con una esistenza decorosa: come fa un tale pensionato a campare con 500 euro mensili? A parità di PIL, il paese "che sta meglio" è quello in cui non vi sono squilibri assurdi tra classi reddituali, confrontate la situazione dei paesi scandinavi rispetto a quella USA.
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Parliamo anche del fatto per cui la popolazione attiva italiana è - in percentuale e solo sulla carta - ben più bassa di quella degli altri paesi europei. Ci sono troppi lavoratori in nero: se pagassimo tutti, forse potremmo pagare molto meno.
La realtà dei fatti è differente: se calcolate la probabilità di venire controllati e scoperti dopo un accesso da parte delle autorità preposte, rapportandola alle sanzioni che rischiate, capirete perchè in Italia è conveniente assumersi il rischio. Molti "imprenditori" fanno così. Giunto all'età pensionabile, il lavoratore in nero graverà sulla collettività: chi impiega lavoratori in nero di fatto ruba un pezzetto della vostra futura pensione. Chi chiude gli occhi di fronte a situazioni lampanti è un complice, e come tale non ha più la facoltà di lamentarsi del fatto che "questo paese sta andando a rotoli".
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Il problema INPS deriva - per larga parte - dal passato. L'inps è stata la zattera sui cui sono stati spostati i problemi del paese. Le vittime dei megalicenziamenti derivanti dalle crisi dei giganti (Fiat in primis) sono state di fatto costrette ad andare in pensione, percependo poi pensioni a cui non hanno fatto fronte i necessari versamenti, chi ha il coraggio di dire loro "adesso ti tagliamo la pensione e non provare a lamentarti"? E' possibile tagliare tali pensioni, spesso sotto i 1000 euro? Non credo proprio.
Esistono però trattamenti pensionistici assolutamente ingiustificati: pensioni da migliaia di euro mensili ottenuti con il medesimo sistema retributivo. E' così assurdo parlare di un blocco dell'adeguamento al costo della vita di tali trattamenti (sopra ai 2000 euro), fino al raggiungimento dell'importo corretto? Non l'ho sentito proporre da nessuno. Il potere di acquisto di tali soggetti è ben diverso dal "povero pensionato" con cui tutti si riempiono la bocca.
Credo sia necessario intervenire subito, prima che scaturisca un conflitto tra lavoratori e pensionati, non così lontano nel tempo.

Io ho 30 anni e lavoro da 6. So che difficilmente potrò ritirarmi dal lavoro prima dei 70-75, ma fortunatamente il mio non è un lavoro usurante dal punto di vista fisico. A meno di particolari patologie, potrò lavorare ancora a lungo. Credo sia necessario discriminare tra le tipologie di lavoro: non si può chiedere a chi svolge un lavoro faticoso di lavorare come chi svolge una professione intellettuale.
Allo stesso tempo, la differente età pensionabile tra uomini e donne è anacronistica ed ingiustificata, parifichiamola in base al lavoro svolto, non al sesso. Oltretutto, le donne hanno una maggiore speranza di vita, no?
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Le casse previdenziali separate dall'inps sono un'altra questione: protette dai propri iscritti fino a che la situazione è in attivo, diventano "un problema sociale che lo Stato deve affrontare" quando ormai il danno è fatto. E' già successo in passato (ad esempio le ostetriche, ora comprese nella "gestione commercianti inps"), succederà ancora in futuro. Chi sosterrà l'onere di tali dissesti?

Provate a controllare quanto siano differenti i metodi di calcolo dei contributi annuali a carico degli iscritti delle decine di casse autonome oggi esistenti: se l'obiettivo è comune (garantire all'iscritto un trattamento pensionistico equo, nel momento in cui vorrà/dovrà terminare la propria vita lavorativa), la molteplicità di sistemi sembra - a prima vista - vagamente schizofrenica, oltre che costosa. Le strutture costano e questo prezzo lo pagano gli stessi iscritti.

Solo per fare un esempio, la questione delle casse previdenziali è stato il tema principale del conflitto tra i dottori commercialisti (cassa ancora in crescita come numero di contribuenti) e ragionieri commercialisti (cassa attualmente in diminuzione come contribuenti e quindi a forte rischio per il futuro) dal momento in cui è stato decisa l'unificazione parziale tra le due professioni protette.

Sapete qual è lo scenario futuro più probabile con una situazione di popolazione stagnante come la nostra? Il fallimento di una parte delle casse separate. I lavori cambiano in relazione al mondo in cui vengono svolti. Non è detto che in futuro un sistema oggi ritenuto sano debba necessariamente funzionare. Più è grande il bacino di utenza, maggiori sono le possibilità che esso possa assorbire gli shock derivanti dalle dinamiche sociali. Il problema è che le casse sono organizzazioni di persone che tendono - in prima battuta - alla propria sopravvivenza, prima che agli obiettivi dei propri assistiti. Forse dovrebbero essere questi ultimi ad essere interpellati: chi insiste per l'"indipendenza" della propria pensione dovrebbe mettere per iscritto la rinuncia a pesare in futuro sulla collettività. Non credo che sarebbero in molti a farlo.
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In sintesi: la situazione è grave ma agendo ora possiamo risolvere questa questione, ripartendo il sacrificio in modo progressivo rispetto alla capacità reddituale, principio sancito anche dalla Costituzione.

Finalmente negli ultimi tempi se ne sente parlare, infatti anche se vedo poca tv, l'altro giorno ho sentito a Ballarò Giordano di Rifondazione dire che prima di parlare di elevare l'età pensionabile bisognerebbe agire su 2 grossi fronti:
Evasione Contributiva
Separazione del sistema assistenzailista da quello previdenziale.

Purtroppo oltre ad essere solo parole, questi punti che riguardano l'economia del paese non sono ben visti dalle grandi lobby.
Per ridurre il primo infatti bisognerebbe ricorrere a sistemi di incroci fiscali alla "americana" che porterebbero un sacco di soldi allo stato facendo capire che spesso privatizzare e tagliare è inutile.
Per ottenere la separazione inoltre bisognerebbe far pagare alle aziende i costi di mobilità varie.
Come al solito troppi interessi per pochi e troppo poca democrazia vera per molti.
Daltrocanto siamo in Italia una piccola regione dell'impero che ci governa...

Egr. Sig. Fo,
ho letto con interesse il suo articolo inerente le sventurate pensioni di noi Italiani, ho trovato tutto molto veritiero, tranne le cifre che lei ha sciorinato:
lei fa confusione con il rapporto tra Euro e Lira perchè 1,5 miliardi di Euro corrispondono a circa 3.000 miliardi di Lire ed anche 2,5 miliardi di Euro corrispondono a circa 5.000 miliardi di Lire, non di certo a milioni di miliardi.
Inoltre lei dice che il PIL italiano corrisponde ad un cinquantesimo di quello degli USA: SBAGLIATO!
Le cito fonti dalla BANCA MONDIALE inerente i dati del 2005:
PIL USA: 12.455,068 Dollari
PIL ITALIA: 1.723,044 Dollari
Con una semplice operazione matematica si ricava che il PIL USA è superiore di 7,22 volte a quello dell'Italia.
Certo che ad arrivare a 50 ce ne corre.
Ma da dove ha ricavato questi dati?
Credo che lei dovrebbe porre maggiore attenzione ad esporre dati che potrebbero essere fuorvianti rispetto alla realtà.
Jena

Una serie di refusi si sono sommati producendo una mostruosità artimetica notevole.
Per fortuna c'è ancora chi sa fare i conti e ha la ocrtesia di avvisarmi degli svarioni.
Grazie.
Comunque il senso del discorso era corretto, come i suoi dati confermano: l'italia ha, proporzionalmente, il debito pubblico più alto del mondo! (O no?)
Spero di sì. Cioè spererei di no. Ma temo che sia sì.
Salute!

Per capire da dove arriva quel dato errato, su wikipedia sono andato sulla
cronologia, e ho fatto il confronto tra la versione del 4 settembre 2005 e
la versione attuale.
http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Stati_Uniti_d%27America&diff=6...
33&oldid=1191855
scorri fino a dove c'è scritto
riga 109
e vedrai che sulla sinistra (versione sel settembre 2005) c'era scritto 44,9
miliardi di dollari
sulla destra invece, su quella stessa riga, c'è il dato corretto successivamente.
44,9 miliardi pareva un ovvio refuso. e noi lo interpretammo come 44,900 miliardi di dollari. I dati furono trascritti allora e non mi sono accorto della correzione successiva.
Non che questo diminuisca le mie colpe, spiega soltanto i percorsi e la difficoltà, di trovare certi dati per un profano. sono i limiti di internet ma, per fortuna, gli errori, sulla rete, se si ha voglia di corregerli, hanno le gambe corte. Grazie ancora per questa segnalazione. e grazie a tutti coloro che costantemente ci aiutano a migliorare il nostro lavoro.