I Romanzi e le storie di Jacopo Fo

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I fatti improbabili avvengono continuamente.

Ad esempio su 1.300 persone che si sono gettate giu' dal Golden Bridge di San Francisco, 20 sono sopravvissute.

Capitolo terzo

Come sopravvivere a un volo dal settimo piano.
E’ opinione comune che sia sufficiente cadere dal terzo piano per morire. Oltre il quinto, il decesso diventa una certezza. Ma le cronache ci narrano di persone che sono sopravvissute a voli di parecchi piani.
Ad esempio: il 7 dicembre 2008 Alcides Moreno stava pulendo i vetri esterni di un grattacielo appollaiato sopra un’impalcatura mobile che ha ceduto. Moreno e' precipitato dal 47esimo piano, piu' di 150 metri di caduta libera. Varie fratture e traumi interni ma e' ancora vivo.
Nel gennaio del 2007, Joshua Hanson torna al suo hotel dopo una notte di baldoria, uscito dall'ascensore al 17.mo piano per raggiungere la sua stanza si diresse correndo contro la doppia finestra in fondo al corridoio, sfondandola e cadendo sull'asfalto del marciapiede.
Se l'e' cavata con una gamba rotta.
 
In un articolo del 1942, il fisiologo Hugh De Haven ha documentato di otto persone che sono sopravvissute a cadute tra i 15 e i 45 metri, sulla terraferma, molte se la sono cavata con lievi ferite.
Il Golden Gate Bridge di San Francisco e' alto 67 metri. Si dice che sia il luogo piu' popolare del mondo tra i suicidi. Nel 2003 erano gia' 1.200 le persone che avevano scelto questo tuffo per morire. Volando giu' da quell’altezza si raggiungono i 120 chilometri orari e l’acqua diventa solida quasi come una lastra. Uno stuntman che aveva scelto come nome d’arte Kid Courage, era convinto di poter penetrare nell’acqua ad alta velocita', ha studiato a fondo la questione e poi si e' buttato. E’ morto sul colpo.
Insomma, sopravvivere a una simile caduta non e' facile neanche per un professionista attrezzato.
Ma su 1.200 poveri cristi che si sono buttati dal ponte 20 sono sopravvissuti. L’uno virgola sei percento.
Non lo trovi eccitante?
Avrei scommesso che neppure uno su mille sarebbe sopravvissuto.
E che dire dell’Australiano Philip Lamattina, che si e' lanciato a circa 500 km/h, con un mostro da 8.000 cavalli, e si accorge che la sua auto va in pezzi e viene avvolta dalle fiamme? L’auto rotola, brucia, vola per decine di metri, diventa una palla di fuoco, va a sbattere contro le paratie.
 I soccorritori si precipitano a spegnere le lamiere contorte con gli estintori, Lamattina esce con le sue gambe dalla carcassa del veicolo, ha solo una piccola escoriazione a una mano.
Di questo fortunoso disastro puoi anche vedere il video.

Ma se sopravvivere a uno spaventoso incidente automobilistico o a un volo da un palazzo e' difficile, che probabilita' si hanno di rialzarsi ancora vivi buttandosi da un aereo senza paracadute?
Pochissime. Ma anche in questo caso sono molte di piu' di quante credessi.
La storia piu' pazzesca che ho trovato e' quella di una ragazzina: Juliane Koepcke.
Alla vigilia di Natale del 1971, un aereo di linea che volava sopra il Peru' viene colpito da un fulmine e si spezza. Una ragazza adolescente cade per piu' di 3 mila metri, ancora legata al sedile. Sopravvive, con una clavicola rotta e altre lesioni. Ma e' in mezzo alla giungla amazzonica. Una persona dotata di un livello medio di determinazione si sarebbe accasciata dolorante attendendo i soccorsi. Se Juliane Koepcke lo avesse fatto sarebbe morta. I soccorsi non impiegarono molto tempo per ritrovare la carcassa dell’aereo nascosta sotto il fogliame fitto di alberi giganteschi. Ma per fortuna il padre di Juliane Koepcke le aveva trasmesso una certa passione per la natura e lei sapeva che seguendo il corso dell’acqua di un fiume prima o poi si incontra un villaggio. Inoltre Juliane e' una tipa piu' tosta di Schwarzenegger. Cosi' si fa coraggio, sfida serpenti, insetti giganti, pesci carnivori e belve e inizia a camminare alla ricerca di un corso d’acqua. Lo trova e cammina per 11 giorni prima  di arrivare a un villaggio.
Ho reperito in rete indicazioni precise su una quarantina di altri casi di esseri umani sopravvissuti a cadute di piu' di mille metri.
Ecco altri esempi.

Alan Magee era un mitragliere su un B-17 dell’U.S. Air Force, in missione a St. Nazaire,  Francia, nel gennaio del 1943. L’aereo viene colpito e si incendia. Lui si trova sbalzato fuori dal velivolo.
E’ caduto da piu' di 6.000 metri e si e' schiantato sul lucernario della stazione ferroviaria di St. Nazaire. Qualche frattura e molti vetri conficcati in varie parti del corpo.

Marzo del 1944, Nicholas Alkemade era il mitragliere di coda di un bombardiere britannico Lancaster in missione sopra Berlino. L’aereo colpito precipita e oltretutto Alkemade scopre che il suo paracadute e' in fiamme. Decide di saltare senza paracadute. Cade per 18.000 piedi (piu' di 5mila metri), sopra un bosco innevato e si procura una storta a un ginocchio e qualche contusione.

26 gennaio 1972, Vesna Vulovic era una hostess delle Jugoslavian Airlines, sulla rotta Copenaghen-Belgrado, il DC9 esplode per una bomba forse piazzata dagli ustascia, i nazionalisti croati. L’aereo precipita da quota 10.160 metri. Ventisette morti, lei sopravvive.

Christine McKenzie nell' agosto 2004 e' al suo lancio numero 112, sta precipitando da quasi 4.000 metri quando si rende tristemente conto che i due paracadute non si aprono.
Precipita sulle linee dell'alta tensione prima di toccare terra.
Conseguenze dell'incidente: un’anca rotta e niente di piu'.

Lareece Butler  nel marzo 2010 si butta da un aereo ma il paracadute si rompe e lei vola giu' per 1.000 metri. Il fidanzato la trova molto dolorante ma viva.

Questi esempi incredibili dimostrano che la realta' ci offre molte piu' possibilita' di quante si pensi. E credo che anche in questi frangenti entri in gioco la tendenza dell’universo a espandersi in tutte le forme e in tutti i modi possibili scatenando sciami di coincidenze improbabili per realizzare linee di sviluppo stupefacenti.
Abbiamo notizie di una quarantina di sopravvissuti dopo tuffi superiori a 1.000 metri. Mi sembra un numero enorme visto che e' sostanzialmente impossibile sopravvivere a migliaia di metri di caduta libera.

E’ stato addirittura realizzato un manuale per sopravvivere a una precipitazione dal cielo.
La cosa che devi cercare di non fare in nessun caso e' atterrare di testa. Poi e' buona cosa, durante la caduta, il mettersi orizzontali allargando le braccia. Sembra poco ma decelerare un po’ puo' fare la differenza. Venendo giu' piatti bisogna poi ricordarsi di darsi un colpetto prima dell’impatto per atterrare di piedi.
Meglio stare morbidi prima dell’impatto per assorbire meglio il colpo. Se hai a disposizione un vassoio o qualunque altro oggetto capace di aumentare la resistenza dell’aria usalo. Non attaccarti a niente a forma di siluro di piombo. Se hai in tasca delle monetine buttale via, al momento fanno solo danno.
Anche il cellulare non ti serve.
Se cadi da 10.000 metri probabilmente svieni per mancanza di ossigeno e per il freddo. Non preoccuparti, se non muori dovresti risvegliarti verso i 1.000 metri d’altezza con tutto il tempo per metterti orizzontale, agitare le braccia, eventualmente scoreggiare cadendo di schiena. Aiuta.
Comunque anche se arrivi al suolo in stato di svenimento non e' male. C’e' gente che si e' salvata cadendo priva di conoscenza. Pare che i riflessi felini funzionino meglio se sei catalettico.
Spero che a questo punto tu ti senta piu' fiducioso e ottimista. E credo anche che tu ora abbia molte piu' probabilita' di sopravvivere a un tuffo di 6.000 metri.
Si', perche' il fatto che ora sai che potresti sopravvivere e sai anche che puoi compiere alcune azioni per incrementare la probabilita' di sopravvivere aumenta la tua autostima e migliora le tue capacita'. E questo scatena ulteriormente gli sciami delle coincidenze improbabili.
Dunque, l’ho detta grossa.
Sto sostenendo che un atteggiamento mentale positivo e appassionato, con un forte coinvolgimento emotivo ha un effetto diretto sulla probabilita' di beccare una coincidenza folle. E sostengo che questo e' possibile non in virtu' di qualche forma di magia ma a causa di precise concatenazioni materiali.
Impossibile?
Per anni la medicina ufficiale si e' scontrata con la psicanalisi. I medici sostenevano che l’azione degli stati d’animo sulla salute poteva essere solo di tipo mentale: fissazioni e paranoie possano creare la percezione di dolori che sono solo nella tua testa. Hai mal di pancia ma la tua pancia sta benissimo e' la testa che non funziona e inventa il dolore.
Poi si e' scoperto che gli stati d’animo mentali generano precisi segnali che arrivano al sistema immunitario attraverso specifiche sinapsi poste lungo la spina dorsale. E questi segnali provocati dall’umore, dallo stato psicologico, possono agire limitando o aumentando l’efficienza del sistema immunitario. Si e' poi dimostrato che baciarsi, giocare, fare un regalo, hanno effetti molto positivi sull’organismo arrivando a superare i risultati offerti dalle comuni medicine. Al contrario l’ansia, la rabbia e la vergogna hanno effetti disastrosi sull’organismo.
E addirittura si e' scoperto che le nonne cattoliche tendono a non morire prima di Natale perche' vogliono rivedere tutti i loro nipotini e bisnipotini.
Le nonne musulmane non muoiono prima delle loro feste, idem per le devote della religione ebraica, buddista, induista eccetera.
La voglia di rivedere i nipotini e' capace di fermare la morte per qualche giorno. Non esiste una medicina che sia altrettanto potente.
E allora ecco che mi si ingrossa il sospetto che ci sia anche una relazione tra il mio desiderio di sopravvivere e le coincidenze che potrebbero aumentare le mie possibilita' reali di salvarmi durante una caduta spaventosa. Qualche cosa di fisico. Cosa potrebbe essere?
Sinceramente non lo so. E’ solo un sospetto.
Pero' qualche indizio posso fornirlo.
Per farlo devo porti una bella domanda.

Perche' esistiamo?
Migliaia di pensatori, spremendosi il cervello per anni su questa domanda, sono arrivati recentemente alla stessa conclusione.
L’era dei computer ha mostrato a tutti un fatto epocale: oggi non esiste solo un mondo reale. Ne abbiamo creato un altro, che cresce di minuto in minuto in modo esponenziale e che esiste solo in modo digitale.
Osservando che abbiamo amplificato in modo immenso le possibilita' dell’essere ci si e' chiesti se non fosse proprio questo lo scopo della razza umana: evolversi e creare un universo virtuale per soddisfare la sete di espansione, di essere tutto cio' che si puo' essere, esistere in tutte le forme, che come abbiamo detto nei precedenti capitoli e' una delle prime, fondamentali, modalita' esistenziali dell’universo.
Per questo l’universo ha creato un milione di pianeti dove la vita avrebbe potuto svilupparsi e almeno uno dove questo e' successo. E non e' stato facile, abbiamo rischiato parecchie volte di estinguerci ma sciami di coincidenze positive ci hanno protetto come una coperta blindata.
E se lo scopo era quello di produrre un universo di semplici, immateriali bit, allora vuol dire che l’universo e' sensibile alle idee. Contempla di evolversi non solo attraverso la materia ma anche attraverso i pensieri.
In fondo le idee che esprimiamo nella realta' virtuale sono oggetti fisici, sequenze di interruttori accesi o spenti dentro il mio portatile, milioni di connessioni aperte o chiuse. Roba molto piu' grossa di un quark che neanche si vede.
Quindi mentre scrivo questo testo l’universo lo sa. E l’andamento dei bit registrati sul file di testo gli permette anche di sapere se sto scrivendo qualche cosa di nuovo e sconvolgente oppure sto soltanto dicendo le solite cazzate.
Tra un pensiero banale e un pensiero nuovo, appassionato, pieno di dubbi e seduzioni, c’e' una differenza che potrebbe saltare all’occhio anche solo osservando la struttura elettrica di un file. Potremmo scorgere musiche diverse perche' i testi hanno ritmi diversi, costruzione sintattica, scelta delle parole, punteggiatura diversa. La forma digitale del file di un testo banale sara' banale, monotona. La forma di un testo appassionato e nuovo sara' irregolare, piena di picchi e laghi piatti.
E a ben pensarci anche il cervello traduce i pensieri in connessioni neuronali, registra le immagini memorizzando la combinazione di cellule coinvolte nel ricordo e la loro posizione. Quindi anche i nostri pensieri in effetti sono un mondo virtuale che l’universo ha creato nella sua brama espansiva.
La situazione e' curiosa. A un certo punto qualche cosa esplode e nasce un caos di fuoco e fiamme immenso che si espande, si raffredda e si struttura: un universo di particelle sub atomiche.
Poi si compie il primo salto evolutivo e le particelle si riuniscono in atomi, altro salto e gli atomi formano le molecole di parecchie sostanze. E poi sistemi di stelle, pianeti eccetera, che nella loro forma riecheggiano la struttura atomica fatta di nuclei e satelliti che girano intorno al nucleo.
E poi inizia un altro giro e si sviluppa la vita. Creature unicellulari che si riproducono scindendosi in due, poi la rivoluzione della riproduzione sessuata, poi le piante marine, quelle terrestri, gli insetti marini, i crostacei, i pesci, gli anfibi, i rettili, gli uccelli, i mammiferi, l’umanita'. E poi gli umani diventano creature pensanti che creano un secondo universo fatto di pensieri. E anche qui si sviluppa una complessa catena evolutiva, si passa da pensieri elementari a strutture filosofiche, si inventa l’arte, la comunicazione emotiva, la psicologia, la storia, la scienza. Contemporaneamente la razza umana crea una varieta' immensa di oggetti e manufatti che mai avrebbero potuto essere creati spontaneamente dalla natura. E poi le creature pensanti creano un mondo virtuale digitale, nel quale i pensieri diventano corrente elettrica grossolana.
Non lo trovi colossale?
Dicono che l’universo ha 7 miliardi di anni.
E per 7 miliardi di anni, che non sono pochi, l’universo non ha smesso un solo secondo di seguire una via precisa che doveva arrivare alla creazione dell’intelligenza umana, dei manufatti umani e della realta' virtuale. Certo tutto e' avvenuto attraverso megamiliardi di casi fortuiti.
Ma quando per sette miliardi di anni infili coincidenze, assolutamente improbabili, una dietro l’altra, magari ti viene il dubbio che queste coincidenze improbabili non siano poi cosi' improbabili. Anzi ti viene il dubbio che siano certe. Piu' sicure di un’assicurazione svizzera. Magari non sai come, dove, chi e quando, ma puoi avere la certezza matematica che prima o poi salta fuori uno come Obama, che non e' abbronzato, e' proprio nero, e ti diventa presidente degli Stati Uniti d’America. E attenzione Obama non aveva nessuna possibilita' di vincere. Fino a pochi mesi prima dell'elezione i sondaggi non erano favorevoli. Poi accade la coincidenza pazzesca: scoppia la bolla speculativa immobiliare, la piu' grande crisi economica degli ultimi 80 anni proprio prima delle elezioni nelle quali si presenta Obama. E la bolla speculativa scoppia ne' troppo prima ne' troppo dopo le elezioni. Giusto in tempo per far incazzare un numero sufficiente di americani che a quel punto vedono in Obama l’unica possibilita' di cambiare qualche cosa. E che lui rappresenta il cambiamento ce l’ha scritto in faccia e anche gli analfabeti lo capiscono: Obama e' nero.
E’ come se le coincidenze avessero creato un grande cartello sulla testa di Obama, una freccia che dice: vota quest’uomo!

La scuola ha fatto di tutto per nasconderci la verita'.
Ad esempio ci hanno falsificato la storia delle battaglie.
Hanno taciuto il fatto che un numero incredibile di eventi militari sono stati vinti non per la superiorita' di un esercito o i colpi di genio dei generali ma per coincidenze assolutamente folli.
Ad esempio, l’esito della battaglia di Legnano, nella quale la fanteria lombarda massacro' l’esercito imperiale del Barbarossa, fu deciso, oltre che dalla trappola di pali nascosti che bloccarono rovinosamente la carica imperiale, anche dal fatto che proprio mentre i tedeschi si ritiravano arrivo' una compagnia di 300 cavalieri lombardi che si erano persi e da ore vagavano cercando il luogo della battaglia. Arrivano nel momento esatto in cui i tedeschi si ritirano malconci e gli imperiali, gia' stupiti dalla trappola di pali che li ha massacrati, si fanno prendere dal panico, si convincono che i 300 cavalieri lombardi siano 3.000 e iniziano una rotta disordinata, si buttano nel Ticino annegando a centinaia e molti altri vengono colpiti alle spalle dai 300 cavalieri lombardi, che fanno prodigi perche' sono ormai convinti di essere divinita' invincibili.

Napoleone a Waterloo aveva vinto la battaglia. Ma quel cretino del fratello di sua moglie, desideroso di partecipare alla vittoria ormai certa coprendosi di gloria, abbandona il fianco dello schieramento francese che doveva tenere saldo con i suoi lancieri a cavallo. Decide di caricare una batteria austriaca ma non si accorge che c’e' una trincea profonda 4 metri e si schianta dentro con i suoi meravigliosi cavalieri. Una strage idiota, un suicidio di massa.
Contemporaneamente un cretino austriaco che comandava uno squadrone di cavalieri e che, incredibile ma vero, si era perso con i suoi uomini e da ore vagavano per il Belgio cercando Waterloo (e non la trovavano) sbuca dalla boscaglia proprio in corrispondenza del fianco dello schieramento francese che quel cretino del fratello della moglie di Napoleone aveva abbandonato alla ricerca di gloria per farsi bello con le ragazze.
Gli austriaci prendono quindi d’infilata lo schieramento francese e le sorti della battaglia vengono rovesciate.
Il che comunque non avrebbe avuto conseguenze gravissime se non per l’assurda coincidenza che Napoleone quel giorno non ci stava con la testa. Comandava la battaglia disteso sopra un tavolo nel quartiere generale dell’armata, in preda a un attacco spaventoso di colite spastica. Dolori lancinanti. Proprio quel giorno.

L’Invincibile Armata spagnola fu sconfitta da una tempesta spaventosa che provoco' dieci volte i danni causati dai cannoni inglesi.
I mongoli tentarono per due volte di invadere il Giappone con flotte enormi cariche di soldati, catapulte, razzi e bombe di ferro. Centinaia di navi. Entrambe le volte furono spazzati via da tempeste epocali. Poi decisero che invadere il Giappone era una cazzata.
Nel mio libro: La vera storia del mondo (di imminente ripubblicazione) ho elencato decine di queste coincidenze incredibili.

Ma ancora piu' stupefacente e' osservare che hanno avuto successo piani militari assolutamente folli e azzardati, complicati tecnicamente e che richiedevano un livello di coordinamento altissimo. Ed e' chiaro che tanto piu' un piano e' complesso tanto piu' e' probabile che qualche cosa si intoppi. Invece nella pratica succede con notevole incidenza che piani complessi siano realizzati senza problemi (cioe' con un culo mostruoso) mentre, in altre condizioni emotive, eserciti di grande esperienza non riescano a mettere in pratica manovre elementari.

I patrioti vietnamiti sbaragliarono la flotta cinese costruendo un’immensa selva di pali di bambu' conficcati sul fondo del mare. Il luogo era la foce di un fiume, dove lo scarto del livello dell’acqua tra alta e bassa marea era notevole. I vietnamiti attaccarono con piccole barche i cinesi, si fecero inseguire, poi li bloccarono dove avevano piantato i pali e li tennero li' fino a quando la bassa marea non fece adagiare le navi sui pali appuntiti bloccandole. Poi le attaccarono e le bruciarono una per una.
Cioe' un piano complicatissimo esposto a ogni sorta di contrattempi.

Invece durante la battaglia di Balaklava vennero mandati al massacro 600 splendidi lancieri inglesi per un errore di trasmissione di un ordine.

Gli inglesi sbaragliarono i tedeschi in Nord Africa perche' riuscirono a ricevere i rifornimenti navali nonostante i continui attacchi aerei tedeschi, di giorno e di notte.
Questo avvenne grazie a un esperto di illusionismo che capitano' una squadra incaricata di escogitare trucchi.
Essi riuscirono a far scomparire un’intera citta' e il suo porto costruendo una citta' finta, fatta solo di luci, a dieci chilometri di distanza dalla citta' vera. Ovviamente spensero tutte le luci della citta' vera. E mentre i tedeschi bombardavano migliaia di lampadine accese, le navi inglesi entrarono nel porto e scaricarono i rifornimenti.
Anche qui resta un mistero per quale serie di coincidenze fortunate il trucco riusci' e a nessun pilota tedesco venne in mente di chiedersi perche' quella notte tutte le luci della citta' fossero accese o di fare due conti sulla distanza percorsa.

La cosa interessante che si scopre studiando la storia delle battaglie e' che c’e' un nesso chiaro tra la vittoria di eserciti fortunati o capaci di escogitare strategie belliche geniali e la compattezza ideale e la forza economica del popolo che esprime questi eserciti vincenti.
In altre parole e' vero che “Cuor contento il ciel l’aiuta”.
Ovviamente questo fatto dipende dalla natura emotiva della guerra. Un esercito motivato, che ha fiducia nei suoi generali, con soldati che sentono di dover combattere al meglio per il bene dei propri figli, lottera' sempre molto meglio di un esercito comandato da cialtroni ed espressione di un’economia e di una cultura decadenti.
L’aspetto psicologico e' determinante anche perche' le capacita' umane, sia fisiche che mentali, variano enormemente a seconda del contesto.
Lo hanno dimostrato decine di esperimenti. Ad esempio, se prendo 100 studenti universitari statunitensi di colore e chiedo loro di rispondere a un test da terza liceo la maggioranza rispondera' correttamente. Ma se prima del test chiedo loro di compilare un modulo nel quale si chiede nome, cognome e gruppo etnico di appartenenza, poi non sono piu' capaci di rispondere alle domande. Forse sono incazzati, forse umiliati, forse demotivati. Comunque il loro cervello non funziona piu'. E se in condizioni analoghe testiamo la forza muscolare registriamo anche in questo caso un crollo delle capacita'.
Ed e' quindi chiaro perche' lo stato d’animo diventa un elemento essenziale per determinare l’esito di una battaglia.
Ma osservando quel che e' successo nei millenni non puo' non venirmi il dubbio che a determinare gli esiti delle guerre entrino in gioco anche attrattori di ben altra portata.
E sottolineo che la caratteristica costante di tutti gli eserciti vincenti e' che esprimono novita' ecologiche, economiche, sociali. La superiorita' strategica di un esercito dipende dallo stato d’animo e dalla potenza economica e sociale che lo ha prodotto e questi elementi sono intimamente collegati al livello di innovazione che quel popolo esprime in quel momento storico.
Parlo di innovazione, non di bonta' d’animo.
Le pacifiche popolazioni matriarcali vengono massacrate da bruti ignoranti e schiavisti. Un mondo pacifico che era restato immobile e beato per migliaia di anni viene travolto da una manica di psicopatici in frenetico divenire, sempre alla ricerca di nuove prede e nuove tecniche per combattere.
Essi hanno archi potenti, spade di bronzo e sanno cavalcare.
Non si era mai visto niente del genere e questa era la loro forza.
Alessandro Magno conquista il mondo grazie a nuove tecniche di doma del cavallo: i suoi squadroni sanno arrestare improvvisamente una carica, girarsi e caricare di nuovo il nemico. E poi ha le catapulte.
I Romani sono predatori senza morale, con la mania dell’efficienza, imparano tutti i trucchi possibili e immaginabili e perfezionano continuamente strade, fortificazioni, armi. Combattono schierandosi a forma di enorme testuggine, un carro armato costituito da centinaia di scudi levati in ogni direzione. E costruiscono macchine da guerra enormi, combattono per catturare schiavi e bottino e dopo ogni battaglia aumentano gli schiavi e i terreni che possono coltivare.
I mongoli sono nomadi, velocissimi, un popolo giovane, disciplinati e organizzati in modo ossessivo e hanno la polvere da sparo, i razzi, le bombe, i gas tossici, i lanciafiamme montati su carri e alla fine aiutati dagli arabi assoggettati fondono i primi cannoni di bronzo.
 
Ma l’aspetto piu' straordinario della storia come rivelatore di un’interrelazione tra spinta espansiva dell’universo, coincidenze e atteggiamento umano, la possiamo forse scorgere in modo netto osservando la storia dei grandi condottieri. Sembra quasi che esista una legge dell’universo speculare a quella che incentiva i comportamenti nuovi, una sorta di limite che impedisce ai vincitori di andare oltre un certo punto. Oppure si tratta di un sistema di espulsione automatica che entra in azione ogni volta che un condottiero ha esaurito la spinta innovativa e diventa ripetitivo. Sono pochissimi i grandi generali che muoiono nel proprio letto dopo aver realizzato conquiste incredibili, successe a Gengis Khan ma il suo impero venne comunque smembrato subito dopo la sua morte. Muoiono invece assassinati Alessandro Magno e Giulio Cesare, Napoleone impazzisce: si rovina tentando di conquistare la Russia e cade in disgrazia (e forse viene avvelenato), Hitler impazzisce: decide di invadere la Russia, viene sconfitto e si suicida, Stalin muore di malattia a pochi anni dalla fine della Guerra Mondiale (ma c’e' chi mormora che anche lui sia stato assassinato).
Insomma, esaurita la parabola ascendente, i condottieri vengono buttati via alla svelta come un fazzolettino di carta usato da un catarroso.
Essere estremamente cattivi alla lunga non conviene, l’universo ti manda uno sciame di sfighe e in un baleno sei piu' morto di Tutankamon.
Quindi, se le armate extraterrestri degli Sbaruck hanno invaso il tuo pianeta verde e al momento ti stanno dando la caccia nella Foresta della Sassonia, non perderti d’animo, inventati qualche tattica militare estremamente innovativa e abbi fiducia nel fatto che l’universo sta tramando perche' (a causa di una serie di assurde coincidenze) i tuoi persecutori si sparino in un piede, cadano giu' da un dirupo, contraggano la sifilide o si avvelenino mangiando cozze avariate. Combattere quando il nemico ha la cacarella e' meglio.

Contempla nella quiete della tua anima le probabilita' piu' improbabili e chiedi al tuo cuore quali probabilita' improbabili hanno numerose probabilita' di realizzarsi.
E ricordati: quando affronti le orde del male, avere l’alito profumato e' meglio. L’estetica e' un grande attrattore, vedere il bello aumenta le tue possibilita'. Ed e' anche piu' carino.

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Prossimamente

Capitolo quarto
I numeri della roulette non escono a caso (ma non illuderti di poter usare questa informazione per vincere alla roulette)

Capitolo quinto
Innamorarsi e' matematico. Quando sperimenti gli effetti destabilizzanti di un’erezione e' importante che tu sappia che le forze stesse che danno solidita' al concetto di numero stanno operando furiosamente per portarti a un livello frenetico di godimento.

Capitolo sesto
Non siamo soli. Ovunque vai 10 miliardi di batteri vengono con te. Hai appena letto una doppio senso perfetto. I batteri vengono con te nel senso che viaggiano a bordo del tuo corpo. I batteri vengono con te anche nel senso che mentre ti muovi crei immensi terremoti a livello batterico e questo movimento eccita i batteri e contemporaneamente amplifica l’aspetto cinetico dell’amplesso sessuale. In ogni istante, 10 mila batteri stanno raggiungendo l’orgasmo da qualche parte dentro di te. Sei un immane bordello viaggiante irrorato di sperma batterico. E non venirmi a dire che i batteri si moltiplicano per partenogenesi, cioe' scindendosi ogni volta in due individui autonomi. Che schifo. Sono tutte cazzate. I batteri trombano di brutto.

Capitolo settimo
Un nuovo modello mentale del mondo. L’azione perfetta: a prescindere dal numero di persone che sono presenti in una stanza, dalla loro posizione sociale e dal loro livello culturale, dalla quantita' di armi o di avvocati di cui dispongono all’interno della stanza, tutti usciranno velocemente dalla stanza se scoreggi abbastanza forte.
(Piu' restringi il tuo raggio d’azione piu' aumenta il tuo potere)

Capitolo ottavo
Il Dio dei numeri e' un comico. Per questo i matematici hanno difficolta' a vederlo. Nel programma universitario non sono previsti esami di barzellette.
Quindi adesso vorrei spiegare perche' soltanto l’esistenza dello charme puo' mettere insieme la teoria del tutto e chetare finalmente le crisi di ansia dei fisici. Lo charme e' l’attrattore cosmico che rende possibile alle donne distruggere un uomo senza toccarlo.