Raccontami i tuoi vertici di sfiga! Io ti racconto i miei.
Inviato da Jacopo Fo il Dom, 02/15/2009 - 12:01Quello che non avrei mai dovuto scrivere sui miei grandi disastri privati.
Piccole vergogne segrete. Facciamo l’outing dei momenti vergognosi.
Care lettrici, cari lettori,
c’e' crisi.
E quando le cose si fanno difficili la prima mossa da fare e' buttar via la zavorra.
La zavorra che ci resta nella testa e che fa attrito e ci impedisce di vedere con chiarezza, di essere elastici mentalmente e vedere le cose da un altro punto di vista.
Si tratta di una questione della quale il Movimento progressista Mondiale si e' occupato molto poco. Un errore. Rimedio subito.
Vi propongo questo spazio come luogo di esternazione dell’imbarazzante, dell’inconfessabile, di tutti quegli episodi che abbiamo nascosto sotto il tappeto della nostra anima.
E comincio io.
L’idea di questo articolo mi e' venuta fuori da se' guardando un film: “Mai stata baciata” con Drew Barrymore, molto bello, e ho avuto un’illuminazione. Lo so che a qualcuno gli si arricceranno sentendomi dire che “Mai stata baciata” e' un bel film. Ma questo fa parte dell’illuminazione. Questo film, che narra di una sfigata cronica che, da giornalista in incognito, torna a frequentare l’ultimo anno del liceo, mi ha riportato agli anni traumatici della scuola. In effetti anche io a scuola ero un disastro di sfighe. Ma questo lo sapevo gia'. L’illuminazione e' stata che queste figuracce adolescenziali continuiamo a farle per tutta la vita. Ma non se ne parla mai.
E ho pensato che parlarne farebbe proprio bene.
Io quando ero al liceo avevo proprio il complesso di essere uno sfigato. Uno di quelli che non sarebbe mai riuscito a fare naturalmente la cosa giusta. Uno che quando, dopo sforzi inenarrabili, ci va vicino riesce sempre a buttare via il risultato.
Mi ricordo invece di quei tipi che erano sempre a posto. Che non si starnutivano mai in mano mentre parlavano con la piu' bella della scuola. Ed e' vero che questa fauna scolastica (ed extrascolastica) ci prova gusto a prenderti per il culo. Mi ricordo che arrivavano a raccontare delle finte barzellette per le quali sghignazzavano tutti. Ma non ridevano per la barzelletta, ridevano guardando la faccia dello sfigatone di turno (io) che non sapeva se fingere di ridere per adeguarsi oppure restare li' con la faccia di quello che si accorge di essere di un altro pianeta.
Al Berchet c’era Ciri Della Porta che era il super strafigo cubico. Lo invidiavo ma dovevo ammettere che dava la birra a tutti.
Non solo era micidialmente bello, elegante, intelligente, atletico, eccetera. Era anche una brava persona e non mi prendeva mai per il culo. Anzi una volta prese le mie difese.
Ho passato gli anni della rivolta a inseguire come un pirla gli status symbol dei rivoluzionari belli. Quelli che quando parlavano in assemblea tutti ammutolivano.
Anch’io parlavo in assemblea ma mi fischiavano tutti, a prescindere da quel che dicevo. E io andavo avanti testardo. Pensavo che se mi fossi impegnato di piu' ce l’avrei fatta.
Quando riuscii a diventare capo di un microscopico servizio d’ordine, le ragazze non consideravano piu' dei fighi quelli del servizio d’ordine. Ce l’avevo fatta con due anni di ritardo sulla storia. Erano arrivate le femministe che consideravano i militaristi come me dei pirla. Lo capii mentre eravamo in un corteo duro, intruppati e pronti allo scontro di piazza. E la ragazza a cui facevo il filo mi fa uno sgambetto. Solo sei mesi prima le ragazze rispettavano i militari. Adesso lei mi aveva fatto lo sgambetto. Non c’era piu' religione. E io rischiai di cadere per terra con la borsa con dentro quattro molotov chimiche, che rischiavo di fare l’imitazione di Giordano Bruno.
Ma vaffanculo!
Dopo un po’ diventai pacifista. Ma a quel punto erano tutti pacifisti.
Merda.
Alla fine me ne sono andato a vivere in montagna, che gli alberi ti prendono raramente in giro.
Ho aspettato 30 anni e un bel mattino mi sono trovato che c’era la crisi ambientale e certe idee facevano figo.
Cosi' sono finito da Santoro a Anno Zero e ho avuto il grande colpo di culo. Trovarmi di fronte il vice primo ministro Rutelli. Bello come il sole. Un ragazzo che a scuola si innamoravano di lui anche le professoresse.
E Rutelli salta fuori a dire cavolate sulla legge approvata dal suo governo sul solare.
E io mi dico: ma non e' possibile! Ho un culo mostruoso! So tutto di questa legge e lui non sa un cazzo. Mi sono rivisto poi mentre parlo. E mi sono accorto che mi era successo un fenomeno allucinante. Mentre spiegavo a Rutelli che non era stato attento a niente mi successe semplicemente che mi uscirono i bulbi oculari dalle orbite. Proprio come nei cartoni animati. E io a bestemmiare: ma cavolo, una volta che ho un’occasione cosi'! Mi deve venire una malattia fulminate e sconosciuta che mi escono i bulbi oculari dalle orbite? Malattia che mi passa subito dopo la trasmissione. Che non posso neanche dire che sono malato!
Come quando a scuola mi sono starnutito sulla mano.
In realta' non ando' cosi'. Molto peggio. Non ero a scuola. Ero in un bar. E lei era la piu' bella dell’Autonomia Operaia. Aveva 4 anni piu' di me. Finalmente ero riuscito a agganciarla dopo una riunione nella quale avevamo progettato la rivolta armata.
Ero li' al bar. Appoggiato al bancone come un adulto. Avevo appena compiuto 18 anni. Lei era fantastica.
Bevevamo qualche cosa. Io un cappuccino. Non bevevo altro. E dico qualche cosa di spiritoso. E trak. Orribile. Mi esce una candela dal naso. Nariccio 100%. Di quello trasparente, elastico, resistente.
Avete presente morire li'?
Ma a quel punto il problema era che avevo una proboscidina lunga 30 centimetri che mi pendeva dal naso. Non si staccava. Resistente come la tela del ragno. Modestamente.
Non cade. Che fai?
Tiro su.
E poi sorrido. E vedo negli occhi di lei che non vorra' mai, in nessun caso, rotolarsi nuda con me sul tappeto indiano di casa sua.
Quando ero li', di fronte a Rutelli credo che sia stato il rele' liceale a scattare.
Sfiga stratificata.
Era tempo che non aprivo questo cassetto della mente. Ne rotolano fuori fatti incresciosi. Eventi epocali che ti segnano in modo devastante.
A scuola mi piaceva una ragazza. Un giorno lei, insieme a otto deficienti di successo decidono che non sanno cosa fare e che e' molto divertente l’idea di buttarmi per terra per togliermi le scarpe e le calze e lasciarmi a piedi nudi. Checcazzo di divertimento di merda!
E non si puo' dire che io non abbia lottato. Ma le forze nemiche erano preponderanti. Mi sono opposto con tutte le mie forze e anche di piu'. Semplicemente non potevo permetterlo. Per via che quelle erano delle merde di scarpe nuove che mi aveva comprato la mia mamma. E avevano un difetto tremendo. La suola scoloriva. E ti faceva le piante dei piedi viola. Viola. Quando alla fine mi strapparono le scarpe e le calze sentii urla di disgusto.
Una figura di merda a livello epocale? Una delle tante.
Ho studiato arti marziali, meditazione, medicina, storia, ecotecnologie per aver sempre qualche cosa di intelligente da dire alle ragazze, visto che se non so cosa dire resto muto. Ho imparato a parlare in pubblico e riesco anche a far ridere la gente se mi sono preparato per mesi. Non e' stato facile. La prima volta che ho recitato un pezzo era sul palco di un festival organizzato dal Male, rivista satirica e iconoclasta che avevamo fondato sotto la direzione di Pino Zac. Avevo in testa un cappello da vigile urbano. E addosso un cappottane di lana blu. Mi ero preparato un pezzo di 4 minuti sul fatto che la materia non esiste. Se metti i nuclei e i satellitini degli atomi uno sopra l’altro, togliendo lo spazio vuoto che c’e' in mezzo, allora tutto il Monte Bianco ti sta in una tazza da te'. C’erano duemila persone. Era uno spettacolo assurdo, avevamo invitato a esibirsi chiunque fosse disposto a farlo. Era arrivata gente incredibile. Tra l’altro c’era Ilona Staller che si voleva spogliare. La folla era una nube di esaltati. Nei primi dieci minuti del festival avevamo gia' un giornalista che sanguinava copiosamente dalla bocca. Aveva comprato un whisky da uno che vendeva superalcolici (!) in bicchierini di plastica. Le bottiglie erano esposte sopra un banchetto fatto con tre scatoloni uno sopra l’altro e alcuni fogli del Messaggero. Il giornalista aveva osservato che faceva schifo e il barista senza dire ne' A ne' BA gli aveva timbrato la faccia. Lo spettacolo inizia con qualche comico, poi una canzone. La gente si entusiasma solo quando annunciano Ilona Staller nuda. Urla e schiamazzi. Ma uscendo dal camerino Ilona Staller si strappa il vestito con un chiodino della porta. Allora, in sostituzione di Cicciolina vado su io. E inizio a spiegare che la materia non esiste. Cominciano a fischiarmi di brutto. Allora il presentatore, un tipo sconosciuto che avevamo ingaggiato e che io non conoscevo, viene li' e praticamente mi spinge fuori approfittando che era piu' grosso di me. Arrivo in quinta un po’ abbattuto e li' c’erano Angese e Vincino che mi dicono di non fare il pirla e di tornare sul palco che il presentatore non aveva nessun diritto di cacciarmi. Lo spettacolo era nostro! Allora torno su e il presentatore mi viene incontro per fronteggiarmi. Cazzo, voleva lo scontro fisico. Casualmente mi avevano appena regalato una spada da kendo. Me l’aveva regalata un ex fascista che si era convertito all’induismo. L’avevo salvato una notte a Milano, in piazza Vetra. Stavo fumandomi una canna in santa pace quando arriva un gruppo di compagni. Mi dicono che hanno preso un fascista e che devo decidere io se maciullarlo di botte o no. Una specie di risarcimento per via che mia madre era stata rapita dai fascisti. Insomma mi trovo con questo disperato a fargli il processo. Dico che gli voglio parlare da solo e tutti si allontanano. E intanto io penso a come salvargli le ossa. Comunque alla fine riesco a convincere i compagni a lasciar perdere la faida. E lui era arrivato quella sera e mi aveva portato una spada vera per ringraziarmi che lo avevo difeso. E cosi' casualmente quella sera sul palco, mentre il presentatore mi si fa sotto avevo ricevuto una spada in regalo e non sapendo dove metterla me l’ero appesa alla spalla, sotto il cappottone di lana non si vedeva. Cosi', visto che il presentatore si faceva avanti minaccioso, e io avevo 11 imputazioni per banda armata (che detto cosi' fa impressione ma erano solo cazzate e poi mi hanno assolto) mi son detto: ma che cazzo vuole sto’ stronzo. E ho slacciato il bottone del cappottane e ho sguainato la spada giapponese e l’ho anche impugnata bene perche' avevo fatto un corso di kendo che mi avevano massacrato di botte per quindici giorni.
Allorche' il presentatore ha capito che c’era qualche cosa di dissonante nel quadro che si era fatto della situazione e ha preferito non morire li', subito, di fronte a duemila persone che aspettavano di vedere Ilona Staller nuda e cruda.
Mentre mi accingevo a finire il mio pezzo e dare un po’ di dritte sulla fisica atomica alle masse della suburra, alcuni sotto il palco iniziano a rumoreggiare. Io agito la spada e gli faccio capire che ho perso il lume della ragione e anche se loro sono duemila accetto lo scontro. Cala un silenzio tipo: “C’e' un killer pazzo in mezzo a noi” e io finisco il mio pezzo. A quel punto la gente si e' sentita libera di fischiare e c’e' stata una cosa tipo tzunami sonoro.
Lo so che e' incredibile ma e' successo. Ho duemila testimoni, chiedete in giro.
Che probabilita' ha un attore di sinistra di dover salire sul palco in sostituzione di una porno modella che si deve spogliare? A quanti attori sara' successo nella storia del mondo?
Esiste una grandezza mistica la grandezza nelle coincidenze allucinatamente figuraccesche.
Una specie di attrattore dispettoso.
Una cosa che quando ti succede dici: ma e' mai possibile?
Passano gli anni. Io divento un attore, passando dai festival dell’Unita' e alle discoteche ai teatri, inizio ad avere un certo successo e riesco a fare interi spettacoli da solo…
Quindici anni dopo, mi ero appena fidanzato con Eleonora, e mi ingaggiano per uno spettacolo sul sesso all’interno di un festival dell’erotismo. Ci vado con la mia innamorata e scopriamo che non si tratta di un festival dell’erotismo ma di un festival della pornografia. Inoltre si sono persi il pullman con le ragazze che si dovevano spogliare e ci sono 800 maschi imbufaliti che hanno pagato 45 mila lire per vedere quelle pupe nude e aspettano da due ore.
Colpo di scena: annunciano lo strip tease di Lulu' la Bonazza Pazza. Ma siccome non c’e' mandano su me.
Avete mai provato a far ridere 800 maschi arrapati fin da piccoli che hanno subito una truffa passeresca? Cercate di evitarlo.
Una scena pietosa. Alla fine ho detto: “Gente, io non c’entro un cazzo, non ho neanche le tette. Andate a prendervela con gli organizzatori e lasciatemi fare il mio spettacolo.” Se ne sono andati in 600 a cercare sangue altrove. Ma poi non e' stata una grande esibizione lo stesso.
Ho sempre lavorato come un ciuccio, sono sempre stato corretto da far schifo, ho cercato sempre di mantenere la parola data e dire cose mediamente intelligenti. Che in certi giorni non e' facile. Ma ancora oggi quando mi scontro con i paraculi mi frana tutto addosso.
Pero' una cosa l’ho scoperta e magari potrebbe essere utile a qualche sfigato che in questo momento si trova in una scuola superiore a iniziare la sua vita costellata da figure pazzesche.
Chissenefrega!?! Se non hai la battuta facile e il sorriso devastante va bene lo stesso. Quelli di successo sempre, quelli che non sbagliano mai sono un’altra categoria. Non c’e' competizione. E secondo me uno che non fa una mega figura di merda ogni tanto non puo' capire veramente cos’e' la vita. E comunque anche i tipi come noi hanno i loro pregi. Fare figure di merda alla fine irrobustisce. E’ un allenamento. Poi i disastri dell’esistenza li affronti meglio. E siccome devi imparare a tenere gli occhi aperti, alla fine rischi di vedere cose che ai furbi sfuggono. Il martello lo ha inventato uno sfigato.
I paraculi piantavano i chiodi a mani nude.
PS
Qualcuno ha notizie di Della Porta?
Vorrei ringraziarlo per avermi difeso a scuola ma ho perso le sue tracce.