Ribellione spirituale

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Viviamo in un'allucinazione collettiva.
La gente non vive veramente

Chi vuole uno studente morto? (E cosa possiamo fare per evitarlo)

A proposito dei provocatori, di come organizzare l’autodifesa dei cortei e come salvarsi dai nuovi leaderini. E anche a proposito degli scontri di piazza Navona a Roma, con una ricostruzione inedita dei fatti e alcuni video di supporto.
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di Jacopo Fo

Piazza Navona: ragazza tenta di fermare chi vuole lo scontro
Questa ragazza che tenta di fermare chi vuole lo scontro con i fascisti e' l’emblema degli incidenti di Piazza Navona. Sono questi i nostri eroi. Quelli che hanno la capacita' e il coraggio di non cadere nelle provocazioni e di fermare chi vuole buttarcisi dentro.

Non volevo scrivere questo articolo perché e' faticoso fare il grillo parlante. Ma mia madre mi ha detto: “Scrivilo!”. Non so se hai presente mia mamma. Dirle di no e' un problema.
E allora eccomi qui a bere l’amaro calice. E a dire un paio di cose sugli scontri di piazza e su come funzionano le provocazioni. Mi sembra di essere un vecchio nonno che fa le raccomandazioni ai nipotini.
Ardua speranza che le nuove generazioni sfruttino le esperienze dei vecchi.
Ma tant’e', la capacita' indomita di sperare e' la caratteristica che ha reso grande l’umanita'.
Cerchero' di essere almeno sintetico.
E’ chiaro che il governo mira a usare vecchi sistemi contro questo movimento fantastico degli studenti. Cercano di dimostrare che solo una piccola minoranza di facinorosi protesta e contemporaneamente cercano di radicalizzare il movimento con provocazioni violente.
Finora il movimento non ha preso iniziative per tutelarsi.
Si tratta di un movimento chiaramente pacifista ma non si e' ancora giunti a un’azione necessaria quanto difficile: creare un servizio d’ordine non violento. Il prezzo di sangue pagato a Genova e' figlio dell’avventurismo che ha portato i dirigenti del movimento a non prevedere aggressioni violente e provocazioni organizzate.
Non basta decidere di essere pacifisti: se si vuole scendere in piazza nonostante i provocatori e' necessario che tutti i partecipanti alle manifestazioni si facciano carico di isolare i provocatori e di non reagire alle aggressioni. E su questo punto non c’e' stata molta discussione negli ultimi anni. Scendere in piazza in modo non violento vuol dire essere disposti a prendere botte senza reagire. E’ una delle cose piu' difficili che si possono tentare. Per capire quello che intendo, consiglio la visione del film su Gandhi, la scena in cui vanno in migliaia a prendere il sale e gli inglesi li bastonano e loro continuano ad avanzare e vengono abbattuti uno dopo l’altro a migliaia. Una cosa spaventosa. Ma questo deve essere lo spirito oggi con il quale si affrontano fascisti e polizia. L’unico modo per evitare di cadere in questa trappola che e' aperta ormai sotto i piedi dei prossimi manifestanti. Potete scommettere che episodi di provocazione come quello di Piazza Navona si ripeteranno. Se avete dubbi guardatevi bene il video che linko qui sotto realizzato proprio dal gruppo che era in piazza con i bastoni.
Ma il movimento ha anche il problema di bloccare chi invece spera, a sinistra, di trascinarli negli scontri. In piazza Navona questa divisione si e' vista chiaramente. I fascisti entrano in piazza, si schierano con i bastoni in mano e aspettano a pie’ fermo. Alcuni manifestanti li circondano pacificamente e iniziano a discutere con loro. Dopo un poco arrivano alcune centinaia di giovani, che si sono infilati i caschi e sono li' in gran parte con l’idea di frapporsi tra i fascisti e i manifestanti. Ma alcuni di questi giovani di sinistra con i caschi vorrebbero non limitarsi a contenere i fascisti. Ed ecco che accorrono altri che si mettono tra il gruppone con i caschi e i fascisti. Ci saranno 30 metri di distanza e questo spazio viene riempito da una specie di forza cuscinetto: manifestanti pacifici, operatori e giornalisti.
Nel video si vede bene un gruppo di ragazzi che si mette davanti a quelli con i caschi per fermarli. In particolare una ragazza, con le braccia nude, spalancate, che immagino bellissima, si mette a fare argine contro i piu' scalmanati.
Passano pochi minuti. I non violenti non riescono a organizzarsi, sono troppo pochi in quel punto, la maggioranza dei manifestanti e' restata dall’altra parte della piazza o e' scappata. Questo e' stato il problema. Sarebbe servito un servizio d’ordine di massa, che si fosse piazzato tra i fascisti e i violenti di sinistra. C’erano ma erano pochi e non organizzati. Anche noi le prime volte che scendevamo in piazza non eravamo organizzati. Solo dopo un po’ di feriti gravi si e' capito che ci si doveva dare una struttura. Ma per noi fu semplice: cercammo di iniziare a menare piu' forte di chi ci aggrediva. Oggi e' molto piu' difficile… Si e' capito che la violenza non e' la via giusta, etica ed efficace ma non c’e' una chiara idea del pericolo fisico che gli studenti stanno correndo.
E poi ci sono molti che credono di avere il dovere morale di picchiare i fascisti.
A chi dice che DOBBIAMO REAGIRE AGLI ATTACCHI FASCISTI chiedo: PERCHE'? e rimando alla lettura del discorso di Cossiga che consiglia a Berlusconi di infiltrare un po' di provocatori nel movimento per poi poter picchiare tutti (http://www.jacopofo.com/cossiga_studenti_provocatori_berlusconi_strategia_tensione). E rimando alla storia di Gandhi che ottenne l'indipendenza dell'India senza reagire alle bastonate.
E Martin Luther King che ottenne la fine della segregazione razziale senza reagire alle bastonate.

Sarebbe molto importante che ci si rendesse conto che veramente il potere e' disposto a ogni nefandezza per fermare proteste di massa come questa. Sono terrorizzati e sono disposti a uccidere. Sono veramente cattivi. Non e' solo propaganda. Quella di Roma e' stata una piccola provocazione semplicemente perché si inizia cosi'. I fasci erano li' per essere aggrediti. Erano un gruppo di kamikaze. Hanno preso a calci e a bastonate un po’ di ragazzi prendendo la testa di un corteo di studenti medi e poi si sono messi in piazza Navona, schierati ad aspettare la reazione. Erano li' per prenderle, non per darle. Si sono comportati da professionisti cercando di risultare le vittime. Guardati il loro video che pubblico in appendice...
E il movimento ha perso il controllo. Non c’era coscienza della posta in gioco. All’arrivo di quelli di sinistra con i caschi i manifestanti pacifisti sono scappati. Si vede proprio un fugone. Una chiara dicotomia tra i violenti e gli altri. Ma i violenti avevano le idee chiare, i non violenti no.
La maggioranza della gente che non aveva intenzioni violente ha preferito togliersi di mezzo invece di organizzare cordoni che isolassero i violenti.
Quel che e' successo poi e' che i violenti hanno caricato lanciando sassi e bottiglie contro i fascisti, incuranti del fatto che tra loro e i fascisti c’erano manifestanti pacifici che si sono presi in testa bottiglie lanciate male e sono stati malamente spintonati dall’armata rossa. Dopodiche', nei video si vede, solo una trentina di persone si sono realmente lanciate sui fascisti. Gli altri si sono fermati. Da sottolineare il coraggio di alcuni che si lanciavano a mani nude contro i fasci con i bastoni. Coraggio? Coraggio militare, stupidita' umana. Che senso ha lanciarsi su uno con un bastone a mani nude? L’hai visto fare nei film?
La tua vita non vale niente?
Il problema e' che siamo imbevuti della cultura dell’eroe. E’ molto piu' esaltante affrontare un fascista a mani nude, a costo di prenderle, piuttosto che subire le botte per battere le provocazioni. Ma non ci sono alternative. O si rinuncia ai cortei o ci si danno strumenti per affrontarle.
E qui ritorno sul problema della gravita' dello scontro. Negli ultimi 30 anni ci sono state poche esperienze di scontri con la polizia. Di fronte al macello di Genova si e' restati scioccati come se cose del genere non si fossero mai viste. Bisogna invece essere consci che negli anni settanta erano pane quotidiano. Gli scontri erano di una violenza spaventosa e non c’era pieta' per i contestatori fatti prigionieri.
Ben presto si arrivo' a un tale livello di scontro che le formazioni a corteo non reggevano piu', ci venivano addosso con gli autoblindo. Allora scegliemmo di organizzarci in gruppi di una ventina, divisi in squadre di 5, tutti in giacca e cravatta, stavamo ai lati del corteo con le borse piene di pietre e altro. Uno dei criteri essenziali era che non dovevi essere identificabile come manifestante. Questo ci permetteva di agire alla svelta e poi sparire. Quando ho visto il servizio d’ordine dei disubbidienti a Genova, con la gommapiuma sulle spalle e gli scudi di plastica sono stato male. Gia' me li vedevo massacrati, ‘sti poveri ragazzi, che non riuscivano neanche a immaginare quello che li aspettava. E quando scrivevamo sul forum delle Tute Bianche, all’inizio di giugno, che si voleva un morto a Genova, non capivano di cosa stessimo farneticando.
Per questo credo sia cosi' importante sapere che le botte saranno vere, e che anche i morti saranno veri se il movimento non sapra' scegliere una linea ferrea contro la violenza e non sara' capace di affrontare le botte senza reagire. Da questo punto di vista dobbiamo imparare dai fascisti che erano in piazza Navona. E, tra parentesi, il fascista con la maglietta blu che alcuni hanno indicato come un agente della polizia in borghese, e' invece veramente un fascista, e anche abbastanza noto.
Nel video mandato in onda da Santoro si vede benissimo mentre le prende da un poliziotto, e dopo, in altri video, si nota che sta sanguinando dalla tempia sinistra. Sta in piedi e parla con i poliziotti perché e' uno dei capi dei fasci. In effetti il suo atteggiamento e' strano. Ma durante gli scontri succede anche questo. I capi del servizio d’ordine trattano con la polizia anche quando ci si mena. Da questo punto di vista si puo' imparare da questo ragazzo. Si vede innanzi tutto che e' uno che ci crede, quantomeno al suo ruolo. Ha deciso di andare a prendersi le botte. Il suo scopo e' quello di ottenere il casino e far finire la storia in televisione.
Attenzione, quando parliamo di provocatori non dobbiamo semplificare. Quel che dice Cossiga (cito in appendice la sua dichiarazione) e' il progetto a grandi linee. Ma poi gli agenti provocatori veri e propri sono pochissimi e si limitano a soffiare sopra un fuoco che c’e' gia'. Ci sono i fascisti e ci sono i compagni che giudicano sia un intollerabile disonore non scontrasi con loro se osano farsi vedere in piazza. Basta poco per ottenere il caos, a volte gli agenti provocatori dello stato deviato non devono fare quasi niente. E se fanno qualche cosa si occupano di colpi grossi come la bomba alla banca dell’Agricoltura o il rapimento Moro.
Faccio tutto questo discorso perché si capisca che quando si ha di fronte un gruppo di fascisti si possono fare tante cose invece di picchiarsi. Ad esempio parlare, spiegare. Questi ragazzi di destra erano veramente convinti che fosse loro diritto togliere il monopolio della piazza ai rossi. E quel che hanno ottenuto e' la conferma delle loro convinzioni. Se avessero trovato uno schieramento di persone che avessero impedito lo scontro avremmo anche cambiato il loro atteggiamento. Non sarebbero diventati buoni ma avremmo limitato la loro capacita' di fare danni.
E’ importante che si capisca che lasciando che le cose siano andate come sono andate abbiamo avuto dei feriti, abbiamo dato modo ai media di tirar fuori la storia degli opposti estremismi che si danno le mazzate e abbiamo oltretutto radicalizzati i fascisti nelle loro convinzioni. La prossima volta saranno piu' numerosi e piu' incazzati. Abbiamo cioe' fatto un regalo ai piu' estremisti tra di loro.
Se volete vedere come dovrebbe agire un gruppo di interposizione pacifista guardatevi il video trasmesso da Anno Zero. Il ragazzo con la maglietta blu viene colpito da un poliziotto. Le prende. Arretra di qualche metro, poi ritorna a parlare con i poliziotti che lo hanno appena colpito. Perde sangue dalla testa. Non molla. Non reagisce ma non molla. Non e' facile.
Siete sicuri di voler continuare a fare cortei?

NOTA ESISTENZIALE SUI LEADER

Ad Anno Zero c’erano due giovani chiamati a rappresentare in qualche modo le idee del movimento. Non so ne' da chi ne' come siano stati designati ma la loro presenza e' indicativa dello stato filosofico di questa nuova onda ribelle. Una ragazza, straordinaria, che parlava chiaro e non interrompeva mai, e un giovanotto che invece mi e' sembrato il prototipo umano del leader vecchio stampo. Salace, competitivo, aggressivo. Magari e' un bravissimo ragazzo ma quel che ha fatto da Santoro e' stato un errore. Ha dato proprio l’impressione di un prepotente, paraculo, con la battuta pronta. Mirava a un punteggio di supremazia invece di puntare a comunicare idee chiare ed emozioni positive. Inoltre era molto bello. Il tipico figo che tutti si sono trovati intorno al liceo a spaccare i maroni.
Dal punto di vista mediatico esattamente l’opposto di quel che serve.
Molto dipendera' dalla tipologia umana delle persone che questi studenti si sceglieranno come leader. Se passa il macho sono cazzi acidi.

A proposito degli scontri di piazza Navona, sulla dinamica dei fatti.
I fascisti sono venuti per trovare lo scontro e lo hanno trovato.
Obiettivo raggiunto al 100% grazie a chi non ha ancora capito il perché della NON VIOLENZA IN PIAZZA, AD OGNI COSTO.

TESTIMONIANZE SU QUEL CHE E' SUCCESSO

TESTIMONIANZA DI CURZI, GIORNALISTA DI REPUBBLICA. NEL VIDEO SI VEDONO I MEMBRI DI BLOCCO STUDENTESCO ARMATI DI BASTONI E SCHIERATI.

NEL VIDEO DI BLOCCO STUDENTESCO, IL GRUPPO FASCISTA AUTORE DELLA PROVOCAZIONE, SI VEDE BENE COME UNA PARTE DEI MANIFESTANTI ABBIA CERCATO DI TRATTARE CON I FASCISTI E DI FERMARE IL GRUPPO DI SINISTRA CHE VOLEVA ACCETTARE LO SCONTRO.  POI ALCUNI MANIFESTANTI DI SINISTRA CON I CASCHI SI BUTTANO IN UN ABBOZZO DI ATTACCO CHE SI SFALDA SUBITO, VENGONO LANCIATE BOTTIGLIE VUOTE, SEDIE E TAVOLINI. IL GRUPPO DI BLOCCO STUDENTESCO INVECE STA CON IN MANO I BASTONI (SI VEDE SOLO PER UN SECONDO). A QUESTO PROPOSITO VEDI GLI ALTRI VIDEO.

LA POLIZIA SI RITIRA, GLI STUDENTI DI BLOCCO STUDENTESCO SONO SCHIERATI CON I BASTONI E I CASCHI. ALCUNI PARTECIPANTI AL CORTEO CERCANO DI IMPEDIRE LO SCONTRO E PARLAMENTARE. POI ALTRI DAL CORTEO ATTACCANO

 

COSSIGA HA DETTO:
"Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perche' pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito... Lasciarli fare (gli universitari, ndr). Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Universita', infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le citta'. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovra' sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pieta' e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in liberta', ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine si'... questa e' la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio".
Intervista a Francesco Cossiga. Presidente della Repubblica Italiana e senatore a vita.

I FATTI
A Roma il 29 ottobre durante la manifestazione contro il decreto taglia scuola della Gelmini, mentre il corteo era in piazza Navona, la polizia ha lasciato entrare un camion bianco e un gruppo di fascisti che si sono schierati con i bastoni in mano.
Precedentemente questi stessi fascisti avevano gia' malmenato alcuni ragazzi.
La polizia non e' intervenuta. Alcuni manifestanti si sono messi tra i fascisti e il grosso dei compagni cercando di evitare lo scontro. Poi un gruppetto di poche decine di astuti compagni si sono buttati alla carica, peraltro dimostrando una straordinaria cialtronaggine militare. Evidentemente non erano un gruppo organizzato e peraltro erano sprovvisti di strumenti contundenti, si sono battuti con bottiglie, sedie e tavolini presi dai bar della piazza. Un esagitato ha lanciato con scarso successo una bombola del gas con tanto di stufetta a fungo attaccata. Stupido e pericoloso.
Il risultato dello scontro e' stato per fortuna non grave dal punto di vista dei feriti. Gravissimo dal punto di vista politico perche' ha permesso ai media di accusare il movimento degli studenti di essere pieno di violenti opposti estremismi.

RIPORTO PARTE DELL'ARTICOLO DI CURZIO MALTESE SULLA REPUBBLICA

e' quasi mezzogiorno, una ventina di caschi neri rimane isolata dagli altri, negli scontri. Per riunirsi ai camerati compie un'azione singolare, esce dal lato di piazza Navona, attraversa, bastoni alla mano, il cordone di polizia, indisturbato, e rientra in piazza da via Agonale. Decido di seguirli ma vengo fermato da un poliziotto. "Lei dove va?". Realizzo di essere sprovvisto di spranga, quindi sospetto. Mentre controlla il tesserino da giornalista, osservo che sono appena passati in venti. La battuta del poliziotto e' memorabile: "Non li abbiamo notati".

DAL GRUPPO DEI FUNZIONARI PARTE UN SEGNALE. UN POLIZIOTTO FA A UN ALTRO: "ARRIVANO QUEI PEZZI DI MERDA DI COMUNISTI!". L'ALTRO RISPONDE: "ALLORA SI VA IN PIAZZA A PROTEGGERE I NOSTRI?". "SI', MA NON SUBITO". PASSA IL VICE QUESTORE: "POCHE CHIACCHIERE, GIU' LE VISIERE!".

Calano le visiere e aspettano. Cinque minuti. Cinque minuti in cui in piazza accade il finimondo. Un gruppo di quattrocento di sinistra, misto di studenti della Sapienza e gente dei centri sociali, irrompe in piazza Navona e si dirige contro il manipolo di Blocco Studentesco, concentrato in fondo alla piazza. Nel percorso prendono le sedie e i tavolini dei bar, che abbassano le saracinesche, e li scagliano contro quelli di destra.

Soltanto a questo punto, dopo cinque minuti di botte, e cinque minuti di scontri non sono pochi, s'affaccia la polizia. Fa cordone intorno ai sessanta di Blocco Studentesco, respinge l'assalto degli studenti di sinistra. Alla fine ferma una quindicina di neofascisti, che stavano riprendendo a sprangare i ragazzi a tiro.

http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-4/camion-spranghe/camion-spranghe.html

Aggiungo una poesia pubblicata da Sara nei commenti al blog di Beppe Grillo

”Ora non voglio fare la catastrofista,
ma pensate che con questo
CLIMA
prima o poi non ci scappi
qualcosa di veramente grave?

Le uniche assunzioni che lo stato
in questo momento sta facendo
sono i posti
di lavoro che
stanno assegnando
AGLI INFILTRATI.

Pronti per provocare
guerriglie,
pestaggi,
lotte,
parapiglia,
feriti
e la storia racconta...
anche MORTI.

Ma possibile che
non ci sia un modo democratico
per appellarci
al governo europeo
affinché qualcuno
possa venire a fermare
lo scempio?

Il rischio e' alto ragazzi.
E non perche' ricordo bene
cosa successe negli anni 70,
ma perche' da questi
governanti
non si puo' aspettare
ormai
NESSUNA FORMA DI DEMOCRAZIA.

Attenzione ragazzi ,
guardatevi alle spalle.

Cossiga ha pubblicamente spiegato
come funziona il sistema
delle provocazioni.

Non fidatevi di chi vi vuole
portarvi verso la catastrofe.

No alla violenza.“

Sara