Credi veramente in un mondo migliore o lo dici solo perché ti piace come suona?
Inviato da Jacopo Fo il Dom, 09/09/2012 - 00:47Una volta un imprenditore navigato mi ha detto: “Ci sono tre modi per rovinarsi economicamente: il gioco è il sistema più rapido, le donne sono il più piacevole, i tecnici il più sicuro.”
E visto che adesso siamo in mano a un governo di tecnici che fanno sesso solo con i barili di petrolio, possiamo dire che non ci manca niente.
E di fronte allo sfascio, alla speculazione selvaggia, alla ruberia suprema, chi fa muro? Chi si oppone in modo concreto? Grillo.
Sì Grillo è bravo e il M5S sta facendo un lavoro eccezionale.
Un grandioso movimento telematico. Ma, ahimé, mi pare evidente che non basta. A meno che tu non creda che Grillo possa vincere le prossime elezioni.
Io non ci credo.
Io credo che i grandi cambiamenti arrivano quando le idee diventano economia reale: soldi. Ho rivisto il film sulla vita di Gandhi. Cos’hanno fatto gli indiani? Per prima cosa hanno smesso di comprare vestiti inglesi e si sono messi a tessere i loro tessuti. Gandhi diceva: non puoi opporti con addosso i tessuti che arricchiscono gli inglesi.
E hanno iniziato a togliersi i vestiti e a bruciarli.
E poi Gandhi ha detto: l’Oceano Indiano è degli indiani e quindi possiamo andare sulle spiagge e raccogliere il sale del nostro oceano, gli inglesi non possono pretendere di avere il monopolio del sale. E Gandhi è partito con 300 militanti e ha camminato per 200 chilometri. E in ogni villaggio che attraversavano c’era qualcuno che si univa alla marcia del sale. E quando sono arrivati all’oceano erano decine di migliaia. Questo manca a noi oggi: un movimento che sappia colpire in modo plateale il dominio degli speculatori sulla nostra società. Siamo colonizzati da un’orda di conquistatori che usano bombe finanziarie per spargere il terrore e arricchirsi. Dobbiamo capire dove sta il cuore dei loro interessi e dobbiamo colpire lì. E dobbiamo farlo in modo che si veda. Proporre oggi forme di lotta come lo sciopero generale è preistorico. È un’arma spuntata. Sento questo bisogno. Un salto di qualità nel modo di opporsi. Uno stile di battaglia politica che contenga un rigore che induca rispetto, un metodo che punti al risultato, un’estetica dell’azione che sappia affascinare per la sua chiarezza cristallina.
È importante che tu sappia che proprio in questo momento mentre tu stai leggendo queste righe, ci sono migliaia di persone che stanno realizzando qualche cosa di concreto per aiutare qualcuno in difficoltà, difendere un pezzo di territorio, bloccare un imbroglio, far valere un sacrosanto diritto. Ma oggi questo oceano di gruppi locali, di singoli individui che difendono un pezzo di giustizia, è invisibile. Disunito. E difficilmente i singoli sentono di far parte di una grande onda. C’è avvilimento, incertezza, fatica. Abbiamo bisogno che tutti questi nostri compagni sappiano che non sono soli (sì, COMPAGNI, perché stiamo conducendo la stessa lotta).
Che cosa potremmo fare?
Quale azione potrebbe insieme essere opposizione fattiva al degrado e segnale per tutti che ci siamo e abbiamo intenzione di costruirlo veramente questo mondo nuovo. Perché quello che vendono al supermercato fa schifo.
Disgraziatamente non conosco la risposta.
Ma vorrei discuterne. Perché solo se ne parliamo in tanti possiamo farci venire l’idea giusta. Non è più il tempo dei leader massimi, che con il loro solo cervello sciolgono gli enigmi della storia. Il mondo oggi è più complesso, nessuna mente è abbastanza grossa, servono le reti neurali. E le tempeste di cervelli. Apro la discussione, nello spazio dei commenti a questo post e il tra il 28 e il 30 settembre, a Alcatraz. Daremo vita a un laboratorio creativo sul tema: qual è la forma di lotta più efficace e stupefacente che ci sia? Vieni solo se hai veramente voglia di farti venire delle idee pazzesche. E porta tutti i tuoi sogni.