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16 civili uccisi a Milano dalle truppe talebane. La kamciakta protesta.

E’ stato un massacro. Tutto è iniziato quando un kamikaze della Brigata Bossi, ha guidato il suo Fiorino Fiat imbottito di tritolo contro un convoglio di blindati Talebani. Qualche cosa non deve essere andata per il verso giusto e il suicida si è fatto esplodere, con il suo mezzo, prima di andare a sbattere contro i mezzi corrazzati.
Si poteva tirare un sospiro di sollievo, solo un militare della colonna talebana leggermente ferito per il sobbalzo che l’esplosione ha provocato sul mezzo sul quale viaggiava.
Ma a questo punto ai militari della Missione di Pace patrocinata dall’Onu sono saltati i nervi e hanno iniziato a sparare su chiunque fosse presente nella strada.
Il comando talebano ha diramato un comunicato nel quale si sostiene che i militari hanno sparato solo dopo che una folla di italiani inferociti ha iniziato a lanciare pietre e ad agitare bastoni.
Ma perfino il prefetto di Milano, Formigoni, fermo persecutore della guerriglia leghista, ha smentito la versione dei fatti presentata dal comando talebano, accusando i militari della Missione di Pace di aver sparato sulla folla senza motivo.
Massimo D’Alema, dal suo esilio in Francia, ha dichiarato che era dalla Seconda Guerra Mondiale che in Italia non si assisteva a simili rappresaglie di chiaro stampo nazista: “dieci italiani saranno uccisi per ogni soldato tedesco caduto”.
Che oltretutto in questo caso l’unico morto è stato l’attentatore lumbard.
Il ministro degli esteri della Kamciakta, che prtecipa alla missione Onu, ma su posizioni critiche verso l’attuale direzione talebana, ha diramato un comunicato di protesta nel quale afferma che i talebani in Italia hanno il grilletto facile e poco rispetto delle vite dei civili.
Ricordiamo che proprio la Kamciakta ha un contenzioso aperto con l’Afghanista a causa di un agente segreto kamaciaktese ucciso in Italia da militari talebani, a un posto di blocco, mentre stava portando in salvo una giornalista kamaciaktese che era stata sequestrata dai ribelli seguaci della Padania Libera, fanatici per i concorsi di bellezza forzati ai quali costringevano le donne di tutto il Nord Italia fin dalla pubertà.
E non si è ancora spento il clamore per il massacro causato da due piloti afgani ubriachi che a bordo di un caccia hanno speronato il cavo di una teleferica in Kamciakta. Il governo talebano si è rifiutato di consegnare i due piloti alla magistratura kamciaktese e i due pirati dell’aria se la sono cavata con pene ridicole (quattro tirate d’orecchie a testa). Un altro episodio gravissimo è lamentato dal governo della Kamciakta, il rapimento di un prete cattolico veneto, rifugiatosi in kamciakta dove era diventato parroco di una chiesa nella quale si incontravano gli immigrati cattolici.
Il sacerdote sarebbe stato torturato in modo inumano e detenuto senza processo in un carcere segreto per più di due anni.
In Kamciakta il processo per questo rapimento vede imputati 32 tra agenti segreti talebani e kamciaktesi.
La Kamciakta sta tentando, insieme a Pakistan e Ukraina, un’azione diplomatica per rovesciare totalmente il segno della missione, portandola ad aiutare le popolazioni invece che ucciderla. Ovviamente il primo passo da compiere sarà il ritiro delle truppe afgane dalla missione visto che i soldati talebani sono divenuti ormai il simbolo di un’occupazione militare violenta e criminale. La gente per strada chiede: “Questa è una missione di pace?”
Ma al di là delle operazioni diplomatiche è da registrare un drammatico aumento della tensione. In tutta Italia ci sono stati cortei di protesta con slogan che chiedono all’Onu di imporre il ritiro delle truppe talebane dal paese.
Non bisogna essere dei raffinati strateghi per capre che continuando a provocare l’ira della popolazione con queste sparatorie ingiustificate contro i civili si arriverà all’inasprirsi della guerriglia. E di certo non si capisce proprio quale possa essere la strategia talebana. Sembra quasi che invece di essere venuti in Italia per abbattere la dittatura dei cleptocrati e proteggere l’onore delle donne dall’orrore delle labbra gonfiate col botulino e della liposuzione, abbiano fin dall’inizio programmato di provocare una guerra civile totale.
Dovrebbero sapere che gli italiani sono un popolo rissoso, dedito da secoli alle faide e agli scontri tra eserciti mafiosi, provocarli non è mai stata una mossa intelligente. Meglio farebbero a studiarsi la storia questi coglioni.