Blog di Jacopo Fo

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Da dove arriva l'odio della Chiesa per il sesso? Apro una discussione di storia.

Al Papa vorrei dire: ma di che parli, giovinastro?
Come fai a dire che la Chiesa non odia il sesso sopra ogni cosa?
Il fatto che per la Chiesa il sesso sia male SOLO all'esterno del matrimonio è una palla al livello di Moggi.
Ci siamo dimenticati delle vestaglione con su scritto "Non lo faccio per piacer mio ma per far piacere a Dio" e con il buco ricamato ad altezza passera?
E ditemi dove e quando la Chiesa ha mosso un dito per informare le giovani coppie sui piaceri del talamo coniugale?
Ci sono religioni che vietano il sesso extraconiugale ma hanno una visione libera del piacere. I giapponesi scintoisti ad esempio nelle chiese espongono grandi dipinti di falli e passere iperrealisti.
Anche gli induisti, gli ebraici e i musulmani sono molto poco permissivi sui rapporti extraconiugali ma l'amore autorizzato non crea loro problemi. Il Kamasutra è considerato un'opera lecita.
Il Talmud contiene meravigliosi brani che spiegano ai mariti come titillare la clitoride per dare piacere alle mogli.
Caro Papa, la Chiesa Cattolica deve pedalare parecchio prima di arrivare alla sufficienza.
Per adesso siete e restate un'organizzazione sessuofoba.
Ma cosa te lo dico a fare, caro Papa, tanto non mi ascolti...
Invece è interessante chiedersi perché il Cristianesimo ha paura del sesso. Dalla cultura ebraica e romana, per nulla inibite, nasce una delle pochissime religioni del pianeta che ha in odio i contatti carnali.
Non mi dilungo ma trovo la questione un interrogativo enorme. Me lo sono posto per anni.
E ho anche trovato un'ipotesi di soluzione.
Come al solito la storia segue vie stupefacenti per rivelarsi.
Siamo nel 300 dopo Cristo. Il Cristianesimo è appena diventato la fede dell'Impero Romano.
La Chiesa si struttura. Sacerdoti pagani diventano da un giorno all'altro preti.
Si scatenano le battaglie sui dogmi e le donne perdono rapidamente terreno all'interno della gerarchia ecclesiastica.
La Roma patriarcale non può tollerare le predicatrici. Resistono ma sono destinate alla sconfitta.
A Milano Sant'Ambrogio, che comanda la curia locale, diventa il paladino di una rivoluzione.
Il Cristianesimo ha dato alle donne una speranza di libertà. Ai tempi erano solo oggetti senza diritti né politici né civili (come il diritto a possedere qualche cosa) .
Ed ora, nel passaggio dalla clandestinità alla pratica pubblica della loro fede, queste donne reclamano almeno il diritto a essere spose di Cristo.
Cioè il diritto a vivere in comunità separate e non sposarsi.
Per comprendere la valenza rivoluzionaria di questo gesto bisogna ricordare che allora una figlia era un bene da vendere e che nessuna poteva rifiutare il marito che le veniva imposto per quanto brutto, violento, puzzolente o malato fosse.
Bimbette di dodici anni venivano affidate a vecchi disgustosi perché le stuprassero e le picchiassero a piacimento con il consenso dei genitori e della società.
Quindi la pretesa delle giovani cristiane di sottrarsi a questo destino infame veniva vista come una ribellione insopportabile.
E non di rado i padri ricorrevano alla forza per riportare a casa le figlie fuggite per nascondersi nei primi conventi.
Sant'Ambrogio decide di dare la sua protezione ai conventi.
E per questa sua scelta si trova duramente attaccato nelle assemblee pubbliche.
Ma lui resiste forte di una straordinaria capacità di emozionare con i suoi discorsi.
Ed è qui che nasce, per la prima volta, l'idea della santità della rinuncia al sesso.
Ed è l'argomento che le donne usano per fuggire al matrimonio o per calmierare la brutalità sessuale dei mariti.
Quest'idea sarà poi sviluppata nei secoli. Arriviamo quasi all'anno mille per avere divieti chiari sui rapporti sessuali per i religiosi.
Divieti peraltro che stentarono a lungo ad essere applicati.
Leggendo Rosa fresca e auleontissima, che è giusto di quel periodo, scopriamo che le ragazze hanno già coniato espressioni tipo: Non te la do neanche dipinta! Contrazione del più primitivo Non te la faccio vedere neanche dipinta figuriamoci se te la do!
Intanto i nobili girano il mondo in cerca di guerre e le nobilesse restano ad amministrare i castelli e chiedono ai menestrelli di piantarla con le storie di sgozzamenti e di raccontare invece avventure romantiche con principi che non vogliono solo sodomizzare le serve.
E nasce pure l'idea che sia santo per una nobildonna e un giovane cavaliere, dormire nudi nello stesso letto allo scopo di dimostrare che è possibile farlo senza peccare, immergendo la mente in pensieri di contemplazione della Gloria di Nostro Signore Gesù.
E sospetto che più di una abbia veramente così trascorso la notte in preghiera. Sottile femmineo sadismo: costruire una situazione perfetta per peccare e poi non farlo...
E da lì, passo passo, arriviamo alla chiusura verso il 1100 dei bagni pubblici, luogo di scandalosa esposizione di nudità e di contatti subaquei tra parti corporee vietate. Ce n'era uno in ogni cittadina o villaggio. La domenica ci andavano tutti. Doveva essere molto divertente. I preti iniziarono a dire che le prostitute li usavano per farsi pubblicità.
Non fu facile convincere gli europei che lavarsi fosse peccato. I moralisti ci misero un secolo e mezzo. Ma con gli scandinavi non ci riuscirono mai.
Poi iniziarono a scoppiare le epidemie di peste. Essere Cristiani si rivelò una grande sola. Quasi un terzo degli europei finirono sotto terra. E mica una volta soltanto. Le pestilenze erano cicliche.
E anche la peste, con quell'idea del contagio fisico, insieme all'esplosione della sifilide e di tutte le infezioni e i tipi di piattole aiutarono a diffondersi l'idea che il contatto fisico fosse una schifezza (avevano genitali in condizioni igieniche apocalittiche).
Ed è così che arriviamo all'idea della scandalosità del corpo e di tutte le sue funzioni comprese quelle innocenti e indispensabili come andar di corpo. Alla fine del 1700 (la storia è lenta) la regina di Francia scandalizzò la corte pretendendo di fare pipì in privato in una stanza dotata di porta e non più pubblicamente su di una sedia cacatoria. Poco dopo pagò la sua eccessiva puditizia perdendo la testa sulla ghigliottina della Rivoluzione Francese.
A partire dell'invenzione della stanza da bagno vi fu un irrigidirsi dei costumi. Il culmine fu quando in Inghilterra, sotto la regina Vittoria (grande spacciatrice internazionale di oppio), qualcuno arrivò a mettere la gonna alle gambe dei tavoli. Che se erano nude i maschi si infoiavano.
E molti stati americani specificano nelle loro leggi che i pompini e la sodomia sono reati anche se vengono praticati nell'intimità coniugale.
Poi, dopo la seconda guerra mondiale e l'invenzione del cinema, alla gente ha iniziato a dar fastidio vedere soldati sbudellati durante il pranzo. Marilyn Monroe si è spogliata, si è prostituita, è diventata l'incarnazione di un mito, si è uccisa (o è stata uccisa) e di lì a poco la pornografia ha preso a dilagare.
E il posto più sessuofobico del mondo è diventato il tempio della permissività illimitata.
Insomma, alla fine i moralisti hanno perso. Ma non è che questo impero della pornografia piaccia tanto anche a noi...
E' una reazione di rigetto (malata) dopo secoli di repressione perversa.
Beh, che ne pensate di questo riassunto? Obiezioni, aggiunte... Mi piacerebbe discuterne.