Una Callas dimenticata di Dario Fo e Franca Rame
Inviato da Cacao Quotidiano il Sab, 06/14/2014 - 09:48Carissimi,
questa settimana vi raccontiamo di un nuovo libro-spettacolo di Dario Fo.
Parliamo di una grande diva della musica lirica: Maria Callas, il libro si intitola “Una Callas dimenticata”.
Una sera di più di un anno fa Dario era ad Alcatraz con Franca. Quella sera la nostra amata signora si era ritirata presto, Jacopo le aveva portato la cena in camera. Dario invece era al ristorante ed eravamo in pochi, gli raccontai che avevo visto in quei giorni, via streaming, alcune lezioni che Alessandro Baricco aveva tenuto all'Auditorium a Roma e che mi erano piaciute molto. Dissi a Dario che Baricco aveva raccontato la grande rivoluzione che la Callas aveva imposto alla musica lirica, questa voce così personale, così unica...
Dario mi interruppe: “Te la racconto io la vera storia di Maria Callas, quella che nessuno racconta!”
Ovviamente mi zittii immediatamente, potevo perdermi un racconto del mio Premio Nobel preferito? Avrei ascoltato in religioso silenzio anche se mi avesse letto la lista della spesa, pensa la vera storia di Maria Callas!
Ed ecco qui il risultato di quella scintilla, un libro, il testo di uno spettacolo sulla Divina Callas.
Perché quando Dario racconta una storia, vuole poi che sia di tutti.
Grande formato, 23 cm per 29, disegni magnifici, senza spese di spedizione!
E qui di seguito la consueta anticipazione. Buona lettura!
Gabriella Canova
Una Callas dimenticata di Dario Fo e Franca Rame
A Franca
Questo mio libro è dedicato a una delle cantanti più famose dell'ultimo secolo e che, a Verona, nello stupendo palcoscenico dell'Arena, per la prima volta nella sua vita ha debuttato in Italia.
Si tratta di Maria Callas.
Personalmente ho conosciuto questa eccezionale soprano quando avevo poco più di 20 anni. Lei ne aveva due o tre più di me.
Frequentavo l'Accademia di Brera e tutti noi allievi spesso eravamo ingaggiati dalla Scala, nello spazio dedicato alla scenografia, per rinfrescare i fondali e i drappi di repertorio per i nuovi allestimenti.
Naturalmente ci pagavano... poco, ma ci pagavano!
Da un trabattello sul quale stavo lavorando ho notato una ragazza piuttosto avvenente che attraversava tranquillamente il palco, transitando come niente fosse tra le strutture sceniche e gli scorrevoli.