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Una modesta proposta per rifondare il Movimento Progressista

Di Jacopo Fo

Secondo i miei calcoli circa 800mila persone si troveranno a guardare il titolo di questo articolo senza leggerlo.
Circa 10mila persone inizieranno a leggerlo. 3mila  andranno oltre le prime 4 righe.
200 persone arriveranno a leggere fino in fondo. 100 persone lo leggeranno solo per la soddisfazione di pensare che sono stupido; 200 saranno d’accordo.
Delle 200 persone che saranno d’accordo 150 non faranno nulla per sostenere e diffondere questa proposta. 30 faranno qualche cosa di ininfluente tipo mettere un “mi piace”. 20 persone decideranno di fare qualche cosa per sostenere in modo efficiente questa proposta. Se sei una di queste 20 persone hai una grossa responsabilità. Potresti cambiare il corso delle cose. 20 persone sono più che sufficienti.

So di non essere una persona simpatica. Da fastidio a molti sentirsi dire certe cose. Per questo negli ultimi mesi ho girato intorno a questo articolo senza avere il coraggio di scriverlo fino in fondo. Speravo che qualcun altro dicesse quel che volevo dire. Ma visto che non lo fa nessuno...

Dal 2007, quando mia madre era al Senato abbiamo iniziato a lavorare su una proposta politica nuova e molto semplice: una strategia per il Movimento basata su due azioni.
Abbiamo portato questa proposta a Di Pietro che sul suo blog si è dichiarato entusiasta, il suo articolo è stato pubblicato sulle pagine del Fatto Quotidiano on Line. Poi non ha fatto niente (vedi sotto lettera a Di Pietro e sua risposta).
Abbiamo provato con Vendola. Anche lui si è dichiarato entusiasta sul suo blog, anche la sua risposta è stata pubblicata sulle pagine del Fatto Quotidiano on line. Poi non ha fatto niente (vedi sotto lettera a Vendola e sua risposta).

I due punti del programma:
1) Dare vita a un’azione di Obbedienza Civile. In Italia ci sono tante buone leggi che lo Stato non ha la forza di far rispettare. C’è una legge che vieta alle banche di praticare tassi di usura, altre leggi stabiliscono standard di qualità per i prodotti (ad esempio per i caschi dei motociclisti), leggi che vietano il lavoro nero, leggi che puniscono chi gestisce vendite televisive truffaldine… Tutte leggi che non vengono rispettate. Si potrebbe mettere insieme un gruppo di avvocati, di tecnici e di militanti armati di telecamere per far rispettare la legge. L’associazione Altroconsumo ha documentato centinaia di casi di non rispetto dei regolamenti sulla qualità dei prodotti, basterebbe partire da lì per dare un duro colpo alla disonestà nazionale. Di Pietro, con la sua esperienza giudiziaria convenne che un’azione simile sarebbe possibile e fruttuosa: una grande campagna per appoggiare lo Stato nella repressione dell’illegalità basata su azioni che la magistratura e le forze dell’ordine non hanno la capacità o la volontà di realizzare.
Il problema è che un’azione simile richiede grandi mezzi. Ai tempi della mia proposta Idv aveva milioni di euro provenienti dal finanziamento pubblico dei partiti. Oggi li ha Sel e preferisce tenerseli e li ha il M5S, e (in modo meritorio) preferisce restituirli allo Stato.

2) A parole il governo Renzi vuole la rivoluzione verde. Nei fatti si muove su questo terreno a passo di lumaca.
Ci sono molte tecnologie ecologiche che oggi non arrivano sul mercato o ci arrivano debolmente perché ci sono i mezzi per produrre su larga scala e pubblicizzare i  prodotti. Si potrebbe organizzare (con i soldi del finanziamento pubblico dei partiti) un sistema di sostegno alle aziende, certificando i prodotti, aiutandole ad ottenere i finanziamenti europei, informando i cittadini. Questo gruppo potrebbe anche aiutare i Comuni che vogliono tagliare lo spreco energetico informandoli sulle esperienze di successo e fornendo supporto tecnico per la scelta delle tecnologie e le procedure d’appalto. Grazie al Festival Ecofuturo abbiamo realizzato un Libro bianco sulle ecotecnologie dimostrando che l’inefficienza energetica costa all’italia 200 miliardi di euro (scaricalo qui gratis).

Per meglio spiegare queste proposte ripubblico una sintesi delle lettere che scrissi a Di Pietro e a Vendola (e le loro risposte) e i video del mio intervento all’assemblea sull’ecologia del Sel e all’assemblea delle liste civiche di Beppe Grillo a Firenze del 2009 nel quale parlai tra l’altro di come selezionare e formare attraverso l’azione diretta i dirigenti di un movimento progressista.

Lettera a Di Pietro
Caro Di Pietro,
Perché non fai il difensore dei cittadini?
 Sarebbe ora di iniziare una battaglia per l’obbedienza civile, all’americana. Hai voglia di farlo tu?...

Vorrei proporti di far saltare il banco cambiando strategia.
Non è un’idea mia. Viene dai neri americani. Nel 1955, nella città di Montgomery, una sarta nera quarantenne si sedette su un sedile libero nella parte di un bus riservato ai bianchi, e poi si rifiutò di cedere il posto a una persona di razza caucasica. Per questo fu arrestata. Martin Luther King fu tra gli organizzatori di una protesta colossale e incredibile. Per 381 giorni, la quasi totalità dei neri di Montgomery smise di prendere i mezzi pubblici. Migliaia di operai, cameriere, inservienti, impiegati, iniziarono ad andare al lavoro a piedi. Si organizzarono servizi di auto con la collaborazione anche di centinaia di democratici bianchi, per trasportare vecchi, invalidi e malati. Uno sforzo chiaramente colossale che alla fine portò al quasi fallimento dell’azienda dei trasporti pubblici e alla cancellazione dell’apartheid sui bus.
Fu questo il primo passo del movimento della Disobbedienza Civile, non violenta.
In 13 anni di lotte riuscirono a far cancellare una dopo l’altra, dal Congresso, le leggi sull’apartheid.
Ma via via che le vittorie avanzavano si dovette affiancare alla Disobbedienza Civile un’altra tecnica di lotta non meno essenziale: l’OBBEDIENZA Civile.
Quando i neri poterono finalmente entrare nelle università bianche la battaglia era vinta solo a metà. Era necessario che gli studenti esercitassero quei loro diritti, che entrassero in una università, frequentandola e uscendone laureati. Fu anche questa una battaglia durissima, con gli studenti neri che per entrare negli atenei dovevano passare in mezzo a due ali di razzisti bianchi che li insultavano. Ma tennero duro e si laurearono. E solo allora la battaglia fu vinta veramente.
La situazione italiana presenta un’analogia con quella americana.
In questo momento la corruzione e l’illegalità generalizzata che domina il paese sono teoricamente vietati dalla legge ma in pratica lo Stato non ha la forza di imporre questa legalità.
Ci sono le leggi ma i giudici e gli agenti da soli non possono farle rispettare.
Questo avviene a livello generalizzato su mille questioni grandi e piccole. E questa condizione di impunità generalizzata è il substrato della cultura del berlusconismo e dell’inciucio.
Che cosa succederebbe se un partito con la forza dell’Italia dei Valori decidesse di cambiare la situazione?
In realtà sarebbe relativamente facile proprio perché si tratta di dare un semplice “aiutino” allo Stato.
Faccio un esempio. Nel 1996 con Angese lanciammo una rivista di satira: l’Eco della Carogna. Nel primo numero denunciammo una situazione allucinante: avevamo scoperto che la vernicetta argentata dei biglietti del Gratta e Vinci, conteneva ftalati e fenoli ed era quindi cancerogena. Ogni mattina milioni di italiani grattavano la polverina tossica sul bancone del bar e poi con le dita impolverate inzuppavano il cornetto nel cappuccino.
Dopo la pubblicazione dell’inchiesta, documentata con analisi chimiche e pareri di specialisti, non successe nulla.
Restammo stupiti, avevamo denunciato un’aperta violazione della legge e del buon senso e nessuno interveniva!
Allora il 17 agosto presentammo un esposto documentato alla magistratura, denunciando il danno alla salute pubblica che si stava producendo per semplice idiozia, da parte di un ente statale per giunta.
 Il 19 agosto i Gratta e Vinci tossici furono ritirati su tutto il territorio italiano. Fu uno shock nazionale, ci furono crisi di astinenza da grattazione ma dopo un paio di settimane i Gratta e Vinci tornarono in commercio, meno luccicanti e argentati di prima e senza cancerogeni. Modestamente abbiamo evitato un tumore a migliaia di connazionali e ci siamo guadagnati un posto nel paradiso degli impenitenti, che è addirittura meglio di quello dei credenti.
L’attuale stato delle cose in Italia è che ci sono migliaia di casi analoghi. Migliaia di situazioni che danneggiano gravemente i cittadini, in plateale, aperto, conclamato, disprezzo della legge, sulle quali nessun partito interviene in modo costante e organizzato.
E sono battaglie che i singoli cittadini e i piccoli gruppi non hanno la forza di condurre, servono energie notevoli e serve la forza di resistere poi alle ritorsioni (l’Eco della Carogna chiuse nonostante il grandioso successo di pubblico, forse fra 20 anni potrò raccontare come accadde).
Scovare queste illegalità è facile. Ho in mano il numero 235 di Altroconsumo, una rivista collegata a un’associazione straordinaria che da 37 anni informa i cittadini sulla qualità dei prodotti e sui loro diritti, fornendo convenzioni, supporto legale e consulenza tecnica in casi di contenzioso.
Leggo che su 15 modelli di casco per motociclisti sottoposti a un test di qualità e resistenza da Altroconsumo, addirittura 8 risultano essere fuori legge perché non rispettano i parametri minimi di efficienza.
Non stiamo parlando di un problema da poco. Vuol dire che in Italia su due morti in motocicletta grossomodo uno indossa un casco tecnicamente illegale.
 Altroconsumo fa il suo lavoro impagabile informando sulla situazione. E credo che siano quotidianamente stupiti del fatto che la cosiddetta Società Civile non faccia tesoro del loro lavoro.
Perché non c’è nessun partito che incarica un avvocato di presentare un esposto alla magistratura e far ritirare questi caschi fuori norma? 
Io credo che questo dovrebbe essere uno dei compiti fondamentali dei partiti politici. Non basta fare le leggi nelle aule parlamentari. Bisogna poi praticare l’Obbedienza Civile e agire perché la legge diventi operativa...
Caro Di Pietro, secondo me otterreste una rivoluzione copernicana se l’Italia dei Valori mettesse in agenda questa battaglia. I cittadini italiani, abituati a partiti che poco si occupano della gente, resterebbero favorevolmente impressionati se vedessero farsi avanti un’organizzazione che prende a cuore il loro benessere.
Parliamo di prodotti scadenti che causano indirettamente o direttamente morti, feriti, contusi, malanni, sofferenze, perdite di tempo e di denaro. Parliamo di testi di contratti per servizi, palesemente fuori legge, con clausole vessatorie che non resisterebbero per un secondo nell’aula di un tribunale ma che per il singolo cittadino diventano ostacoli difficili da superare. Parliamo di tante piccole truffe, che continuano impunite, ad esempio nelle televendite, soltanto perché nessuno si prende la briga di far rispettare la legge con strumenti legali… Migliaia di vecchiette turlupinate ogni giorno non avrebbero il diritto a un difensore etico?
E otterreste anche un radicamento sul territorio e uno strumento di crescita sul campo, dei militanti e dei dirigenti del partito. Le sedi locali dell’IDV diventerebbero anche centri di Obbedienza Civile e difesa del cittadino.
L’IDV troverebbe finalmente quel rapporto localizzato con gli elettori che oggi le manca e gli italiani diventerebbero più ricchi e meno mazziati se, ogni lunedì, la settimana si aprisse con Antonio Di Pietro che mette fine a un’altra furbata dei potenti e di quelli che se ne fregano delle leggi dello Stato.
Una simile iniziativa politica avrebbe poi il pregio di creare un potere di dissuasione. Vi sono alcuni casi in cui si reca grande danno al cittadino anche senza violare una legge.
Casi di infima piccineria e miopia delle aziende che per ottenere utili minimi fanno danni enormi.
Ad esempio, sono in commercio pellicole che contengono pvc (che si scioglie a contatto con i grassi) vendute insieme alle pellicole per alimenti, senza una dicitura leggibile. Ho dato incarico a un avvocato di scoprire cosa dice la legge. E mi ha risposto che non c’è niente da fare. Se c’è scritto “Non usare per avvolgere alimenti contenenti grassi” non puoi denunciarli, anche se è scritto alto un millimetro. E’ una carognata che colpisce i consumatori che non leggono attentamente le etichette dei prodotti.
Vecchiette, commercialisti disinformati… Secondo me succederebbe qualche cosa se un partito politico come l’IDV andasse dai dirigenti dei supermercati e gli dicesse semplicemente: “Vi sembra bello fare questo? E’ bello mettere insieme un prodotto a norma di legge per alimenti e uno che non si può usare per alimenti contenenti grassi, e magari quello insano costa un po’ di meno?…”.
Ai dirigenti dei supermercati verrebbe il senso di colpa che non ci dormono perché sono sensibili e il giorno dopo questa crudeltà cesserebbe.
Ci sono tante situazioni in cui si sente la mancanza della funzione di BUON PADRE DI FAMIGLIA GLOBALE  che lo Stato dovrebbe avere. Una funzione di dissuasione, consiglio, formazione etica.
E visto che lo Stato non espleta questa funzione, ricade nella sfera di responsabilità dei partiti che si candidano a gestire lo Stato. E che possono così dimostrare, anche stando all’opposizione, quale è la loro filosofia sociale. Non in astratto, a parole, ma calata nel quotidiano con i fatti.
Ecco quindi come vedrei un programma di Obbedienza Civile.

Il primo lunedì: si fanno ritirare dal territorio nazionale i caschi da motocicletta fuori norma.
Il secondo lunedì: si denunciano le banche che nascondono con capziosi artifici di calcolo il fatto che praticano interessi a volte superiori ai tassi di usura.


Il terzo lunedì: si apre la caccia gli estintori domestici e aziendali fuori norma (ti è mai capitato di correre con un estintore per spegnere un incendio e accorgerti che non funziona? Io l’ho provato, un’esperienza molto deprimente).
Quarto lunedì: televendite di orologi finti, materassi in puro lattice vegetale chimico, quadri d’autore originali stampati in serie.
Quinto lunedì: si dice basta alla gente che telefona a tutte le ore offrendoti raggiri incredibili come l’abbonamento alle riviste: Amo la Finanza, Amo i Carabinieri, e Amo i Poliziotti, con autoadesivo da attaccare all’auto così puoi andare a 200 all’ora e non ti fanno la multa, puoi non pagare le tasse e la Finanza ti ama lo stesso e puoi sputare sui marocchini che in fondo siamo tutti settentrionali dentro.
E così via, 52 volte all’anno. Diventerebbe l’evento del lunedì più appassionante. Sei contrariato perché devi tornare a lavorare ma sei contento che è lunedì perché così scopri cosa ha combinato Di Pietro questa volta.
Si potrebbero anche stampare dei grandi manifesti:
 Guerra pacifista all’illegalità generalizzata. Guerra pacifista alla cultura dei furbetti impuniti.
Iniziamo a cambiare l’Italia, da subito, nel piccolo e nel grande, ovunque sia possibile...
PS: Nella lettera della settimana scorsa a Bersani, gli ho proposto di realizzare in tutti i Comuni gestiti dalla sinistra le azioni di efficienza energetica che decine di sindaci del PD hanno già concretizzato con enorme vantaggio economico e ecologico, migliorando contemporaneamente il benessere dei cittadini...

Di Pietro rispose:
“Caro Jacopo,
ho letto con molta attenzione il post che mi hai indirizzato. Innanzitutto ti ringrazio per aver pensato a me e all’Italia dei Valori come tuoi interlocutori...
Il salto di strategia che tu ci proponi fa parte del nostro Dna, visto che siamo un movimento che si è trasformato in partito e che – tra le sue caratteristiche principali – ha proprio quella di lavorare fianco a fianco con i cittadini…” (qui il resto della risposta di Di Pietro)

Questa la lettera a Vendola
Hai aperto un grande dibattito ora possiamo mettere ai voti alcune decisioni?...
Centomila di posti di lavoro. Miliardi risparmiati per le famiglie.
Possiamo creare lavoro anche se stiamo all’opposizione. Oggi esistono gli Ecobonus per la casa, sgravi fino a 50/60 mila euro per chi ristruttura in modo energeticamente efficiente. Ma nella situazione attuale le famiglie dei lavoratori che più avrebbero interesse a tagliare del 50% la loro bolletta energetica non sfrutteranno questa occasione a causa della disinformazione, della caoticità del mercato delle ecotecnologie e alla difficoltà di reperire finanziamenti bancari.
È esattamente quel che è successo per il fotovoltaico, il governo Prodi ha varato una legge ottima ma poi quasi nessuno è andato a spiegare alle famiglie italiane che era una grande opportunità per l’ambiente e per le loro tasche.
Chi lo ha fatto ha ottenuto buoni risultati, noi, ad esempio, abbiamo creato un gruppo d’acquisto fotovoltaico con 350 famiglie. Ma cosa sarebbe successo se una grande organizzazione come Sel si fosse impegnata?
 Oggi Sel potrebbe dare vita, usando in modo ammirevole il finanziamento pubblico, a un sistema di assistenza alle famiglie che intendono tagliare la loro bolletta energetica, e stipulare una serie di accordi con banche e aziende, verificando prezzi, garanzie e standard tecnici. In questo modo potremmo rendere semplice e sicuro migliorare la propria casa ma anche comprare in cooperativa case e ristrutturarle. Quindi potremmo dare vantaggi concreti alle famiglie e creare contemporaneamente posti di lavoro.
Non è semplice ma noi lo abbiamo fatto con 350 famiglie, con l’appoggio di Sel, fatte le debite proporzioni, potremmo offrire un servizio di assistenza a 350mila famiglie. Sarebbe una novità, nell’avvilente panorama nazionale, un partito che si presenta dicendo: “Per adesso ti aiuto a migliorare la tua casa e risparmiare, quando saremo il primo partito italiano miglioreremo l’Italia…” Un rovesciamento assoluto di logica! E anche un modo per selezionare i dirigenti del partito sulla base delle loro capacità di essere militanti al servizio del popolo.
Militanti al servizio del popolo suona strano, un po’ trombonesco… retorico… Ma cosa vogliamo che siano i militanti di un partito? E se vuoi essere al servizio del popolo come fai se non scendi in campo a misurarti con i problemi reali: muri e tubi della vita delle persone?
Tagliamo un miliardo di euro di costi dei comuni senza avere la maggioranza in parlamento. 
L’assurdità del sistema Italia è tale che alcuni problemi potremmo risolverli per via legale. E riuscirci sarebbe proprio una bella novità: “Caro Elettore, abbiamo tagliato lo spreco senza neanche avere la maggioranza, immagina cosa faremmo se tu ci votassi…”
Si dà il caso che la legislazione italiana contenga un’anomalia delirante: siamo l’unico paese al mondo a prevedere l’obbligo per i comuni di costruire cimiteri che non sono semplici appezzamenti di terreno dove i morti vengono seppelliti ma vere e proprie follie. Un cimitero italiano è una una scatola di cemento armato, dotata di tutta una serie di sistemi di scolo delle acque e di impermeabilizzazione e di un muro di recinzione alto due metri… Questa scatola enorme viene poi riempita di terra e quindi vengono sepolti i morti… Questo sistema è delirante perché già le bare sono sigillate e non c’è nessuna possibilità che sostanze organiche si infiltrino nel terreno attraversando le pareti metalliche che ne rivestono l’interno. E se anche questo dovesse accadere basterebbe uno strato di calce viva per scongiurare rischi sanitari. Pensare oggi di modificare queste disposizioni per via parlamentare è utopico. Si potrebbe invece ricorrere al Tar, alla Corte Costituzionale e al Tribunale Europeo e chiedere che la legge venga invalidata per manifesta demenzialità. Riuscirci vorrebbe dire liberare i comuni (e quindi i cittadini) da una tassa occulta, ignobile e idiota… Folle tanto più in un momento drammatico come questo.
(Sulla lotta legale per la razionalizzazione del sistema nel 2010 avanzai altre proposte che qui non c’è lo spazio per citare, in una lettera a Di Pietro che mi rispose pubblicamente in maniera entusiastica avvallando con la sua esperienza di giudice la possibilità di utilizzare lo strumento legale per imporre cambiamenti. Poi fu colpito da amnesia selettiva…)
Aiutiamo i comuni italiani a risparmiare denaro sostituendo le lampadine dei lampioni. Si risparmierebbero centinaia di milioni.
Oggi una delle voci di spreco più notevoli per i comuni è il fatto che si usano lampadine antiquate. La sostituzione con i led oggi è possibile e taglia del 90% la spesa elettrica e il costo degli operai che sostituiscono le lampadine ogni 3mila ore circa. Le lampadine a led durano più di 80mila ore. Sono decine i comuni che hanno dimostrato che è possibile farlo e conviene. Ma Padova è l’unica città italiana dove, con Zanonato e il professor Fauri, siamo riusciti a farlo. Ristrutturando anche i sistemi di riscaldamento abbiamo ottenuto un risparmio annuo di un milione e mezzo di euro. E anche una dozzina di riconoscimenti nazionali e internazionali. Sel potrebbe creare un ufficio di consulenza per i comuni, che proponga i percorsi burocratici e finanziari migliori, e una consulenza centralizzata? Le grandi città italiane hanno bollette che superano i 20 milioni di euro ognuna. Imponiamo con una campagna di informazione che si smetta di sprecare questa montagna di denaro. Se partiamo subito potremo vedere nuovi lampioni entro il 2014…
Qui il video del mio intervento all’ assemblea Sel del 26 ottobre 2010
La risposta di Nichi Vendola sul suo blog.
Caro Jacopo, pratichiamo insieme una qualità nuova della politica
Caro Jacopo,
la tua lettera mi ha fatto particolarmente piacere perché è uno di quei rari casi in cui la politica sospinta da valori di riferimento giunge all’immediatezza del fare. Spesso queste due dimensioni della politica marciano separate e talvolta, addirittura, sono del tutto assenti. Le azioni che tu proponi invece, così io le leggo, tengono insieme un orizzonte di fondo come può essere quello della partecipazione diretta dei cittadini, della necessità di smuovere le cose anche stando all’opposizione e del principio fondamentale della cooperazione, con la concretezza di un obiettivo mirato, anche parziale o settoriale ma utile alla vita reale delle persone. E’ precisamente un’idea di politica che mi anima e mi agita da tempo, qualcosa che cerco di portare nella mia esperienza di governatore di regione e che i partiti che hanno in mente il cambiamento sociale, a cominciare da Sinistra Ecologia Libertà, dovrebbero fare stabilmente propria, modificando alla radice forme e pratiche politiche ormai vuote di contenuto e di efficacia. Per questo aderisco alla tua proposta e ti ringrazio della stima e della fiducia che riponi in noi. Naturalmente, proprio per dare concretezza alla tua proposta, è necessario compiere insieme quel minimo percorso organizzativo e operativo capace di definire ancor meglio obiettivi e mezzi necessari per conseguirli. Per me, per noi, le tue suggestioni rappresentano uno stimolo teso a praticare una qualità nuova della politica di cui, ti posso assicurare, avverto un bisogno sempre più forte ed urgente. Troviamo presto dunque il modo di entrare insieme nel merito delle azioni e delle campagne da te indicate e da altre che, nella reciprocità del confronto, potremo individuare… (continua qui)

Questo il mio intervento alla presentazione delle liste civiche di Grillo del 2009
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