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Tutto quello che sai su Dio e' falso

Libri Tutto quello che sai è falsoCarissimi,
questa settimana vi presentiamo un nuovo libro edito da Nuovi Mondi Media: “Tutto quello che sai su Dio e' falso”. Il titolo richiama evidentemente un altro best-seller della casa editrice emiliana: “Tutto quello che sai e' falso”, e non a caso.
Il curatore di questo nuovo e imponente tomo (oltre 650 pagine) altri non e' che Russ Kick, lo stesso del primo libro che ha venduto piu' di 100mila copie solo in Italia. Kick e' anche l’ideatore e il curatore del sito http://www.disinfo.com/ che si occupa da molti anni di informazione indipendente negli USA.
Ma lasciamo a lui la parola pubblicando l’introduzione del nuovo libro e una straordinaria lettera di un blogger iraniano.
Buona lettura!

Tutto quello che sai su Dio e' falso - Russ Kick
Introduzione

Allora, cosa si puo' trovare in una delle nostre corpose e collaudate antologie, curate da me e pubblicate da Disinformation, il cui tema e' la religione?
Il volume si apre con una triade di articoli – di Richard Dawkins, James A. Haught e Douglas Rushkoff – che considerano i problemi generali inerenti al credo religioso. Passiamo poi ad affrontare questioni particolari riguardo alle quali la religione sta attualmente facendo rizzare i capelli alla societa' laica, dall’affissione in luoghi pubblici di un’antica lista di regole per Israeliti della tarda eta' del Bronzo all’insabbiamento, durato decenni, dei crimini di sacerdoti che abusano di bambini. I Buckner, padre e figlio, dimostrano semplicemente che gli Stati Uniti non furono fondati su principi cristiani, e Douglas Rushkoff fornisce resoconti di prima mano dei tentativi istituzionalizzati da parte del giudaismo di reprimere se stesso. Nasrin Alavi racconta la speranza riguardo a una possibile riforma islamica che sta iniziando in Iran.
Subito dopo, quattro punti di vista obiettivi e distaccati sulla Bibbia. Il lungo articolo di Ruth Hurmence Green distrugge irreparabilmente l’amorevole immagine di Gesu' facendo la cosa piu' lineare che sia immaginabile: leggere il Nuovo Testamento, in particolare i Vangeli, e riferire cio' che vi e' scritto veramente. E se vi siete chiesti chi ha scritto realmente i Vangeli - tradizionalmente attribuiti a Matteo, Marco, Luca e Giovanni - l’articolo di Gary Greenberg vi riservera' una, per cosí dire, rivelazione. Bobbie Kirkhart esamina in che modo le persone riescano a complicarsi la vita quando cercano di prendere alla lettera la Bibbia. La sezione successiva, che porta il titolo a effetto “Io c’ero!”, presenta i resoconti elettrizzanti ed emozionanti di una conferenza per studenti musulmani finalizzata alla jihad, di una chiesa cristiana assetata di sangue, di un ritiro del fine settimana di un nuovo movimento religioso e di una cerimonia Macumba, con tanto di sacrificio animale. Due saggi fotografici presentano sconvolgenti immagini di reliquie, luoghi e rituali religiosi.
Dopodiché Dianna Narciso, Greta Christina e Paul Krassner discutono il loro non credo in un essere superiore, il che ci conduce delicatamente alla sezione successiva, in cui si considerano alcune azioni che le persone hanno fatto nel nome di Dio e dei profeti, dal maledire i nemici al sottomettere in schiavitu' le donne attraenti.
Dato che sono costituzionalmente incapace di curare un’antologia che non abbia in qualche modo a che fare con il sesso, preparatevi a gustare i quattro saggi sul “Peccato piu' popolare”.
I primi due ci regalano un approccio orientale, con uno sguardo dettagliato sulle statue esplicite dei templi indu' e un assaggio dei versi erotici creati da un Dalai Lama del passato.
Nel secondo gruppo, il cristianesimo viene messo a nudo con Jack Murnighan, che rivela un sorprendente poema medievale, e Kristan Lawson, che svela qualcosa di molto singolare rispetto all’altare piu' sacro della Cristianita'.
A questo punto, ci spostiamo su musica e libri. Nel saggio piu' lungo dell’antologia, Dan Barker fornisce una panoramica epica sui non credenti che ci hanno regalato molta della piu' grande musica del mondo attraverso le composizioni classiche e il grande canzoniere americano. Troverete alcuni nomi molto familiari. Quindi, David V. Barrett e Michael Standaert leggono tra le righe di due dei piu' grandi successi editoriali religiosi di tutti i tempi: il Codice Da Vinci e la serie Gli esclusi.
Le nostre lezioni di storia si aprono con lo sguardo allegro di Bill Brent sul sorprendente nesso tra religione e bowling, quindi diventano terribilmente serie quando Michael Parenti strappa via il velo di romanticismo e ingentilimento della storia teocratica del Tibet.
Robert Damon Schneck ci intrattiene con la storia vera di un uomo del XIX secolo che si assunse l’onere di costruire un nuovo messia, mentre Erik Davis ci riporta a tempi piu' recenti esaminando il ruolo della California come terreno di sperimentazione religiosa.
Concludiamo con una miscellanea di oggetti vari, compresa una sorprendente conversazione di H.G. Wells con Gesu', un esame del sottovalutato ruolo che feci e urina svolgono nel culto religioso, la stroncatura degli esorcismi da parte di Benjamin Radford. Infine, per concludere, vi propongo dei minisaggi su una gran varieta' di argomenti – dal dibattito teologico di vecchia data sul come sia rimasta esattamente incinta la Vergine Maria fino al film che ha innescato un enorme, sebbene in gran parte dimenticato, incidente terroristico negli Stati Uniti – e recensioni letterarie che si occupano, tra le altre cose, del pene di Gesu' nell’arte rinascimentale, il ridimensionamento del cristianesimo da parte di Mark Twain, la tratta degli schiavi islamici, il mito di Confucio e il vero ideatore della parola scientology.

INNI DI RIFORMA. L’ISLAM, L’IRAN E I BLOG
Il blogger iraniano Lbaharam si chiede:

“Che cos’hanno imparato quelli come me dopo 12 anni di formale educazione religiosa? Qual e' il risultato di un regolare bombardamento di informazioni sacre in questa nostra Repubblica Islamica?
1. Quando parli della tua religione per piu' di 20 anni, i suoi problemi non potranno che venire evidenziati.
2. L’educazione religiosa e' il modo migliore per creare degli agnostici nel mondo moderno. Basta guardarsi intorno, pensare alle persone che conoscete personalmente e che sono andate in scuole islamiche tristemente note per la loro rigidita', come Haghani, Kamal, Moofid, ecc.
3. Persino quanti sono maggiormente dipendenti dalla religione a un certo punto finiranno in overdose.
4. Il problema non e' l’Islam, ma alcuni dei nostri compagni musulmani radicali.
L’altro giorno ho visto un muratore che dormiva profondamente accanto a una betoniera accesa; sembrava che avesse sviluppato la capacita' di non sentire tutto quel rumore. Dopo tanti anni di bombardamento di fatti religiosi, si smette semplicemente di sentirli.”
Coloro che hanno vissuto nel momento della Rivoluzione Islamica un quarto di secolo fa sono ora una minoranza.
Piu' del 70% della popolazione dell’Iran e' composta da persone sotto i trent’anni e il tasso di alfabetismo tra uomini e donne giovani si attesta ben al di sopra del 90%, persino nelle aree rurali. Sono le voci dei giovani istruiti che si rivelano attraverso quel peculiare fenomeno che e' la blogosfera iraniana. Internet ha aperto un nuovo spazio virtuale per la liberta' d’espressione in Iran, un paese che e'
stato ribattezzato “la piu' grande prigione per giornalisti del Medio Oriente” da Reporter Senza Frontiere. Con un numero stimato di 700.000 blog, il farsi e' oggi la quarta lingua piu' diffusa al mondo nel mondo dei diari online.
Un blogger si chiede: “Qualcuno ha notato l’assenza spettrale di graffiti nei nostri bagni pubblici da quando sono arrivati i weblog?”. Tuttavia, a differenza dei graffiti, i blog iraniani sono globali e senza confini.
Negli ultimi dieci anni, piu' di 100 pubblicazioni, compresi 41 quotidiani, sono state chiuse. Eppure oggi, con decine di migliaia di weblog iraniani, c’e' un mezzo di comunicazione alternativo che sfida ogni controllo. Anche se gli argomenti trattati da molti blog potrebbero sembrare poco interessanti in base agli standard generali, la maggior parte di loro aggira le limitazioni imposte dalla censura di Stato.
C’e' un’infinita varieta' di blogger che sono fan di qualsiasi cosa, da Harry Potter a Marilyn Manson.
La fiorente gioventu' iraniana viene descritta dal filosofo iraniano Ramin Jahanbegloo (capo del Dipartimento di Studi Contemporanei all’Ufficio per la Ricerca Culturale dell’Iran) come la “quarta generazione”, che si sta allontanando dall’Islam politico per dirigersi verso un “secolarismo islamico”, basato sulle tradizioni musulmane e sulla storia culturale persiana. A riprova del pensiero di Jahanbegloo vi sono le innumerevoli voci iraniane della blogosfera che, giorno dopo giorno, cercano di tenere separati gli atti del regime dai loro personali sistemi di fede islamica.

Il fatto di tenere un blog, se da una parte da' ad alcuni iraniani la liberta' di difendere la propria fede, dall’altra fornisce anche una valvola di sfogo per dare voce al loro risentimento e disapprovazione di un sistema religioso che governa ogni aspetto della loto vita.

Anche se sono forse banali per gli standard occidentali, i commenti spontanei dei blogger riguardo alla “Sacra” Guida Suprema sono denunciati come blasfemi nella Repubblica Islamica Iraniana. La blasfemia comporta la pena di morte, e cosi' anche un gran numero di reati, dall’omicidio, lo stupro, la rapina a mano armata, fino al traffico di droga, l’adulterio e l’apostasia.
Rimane da vedere per quanto tempo un piccolo gruppo di religiosi che sta ormai invecchiando puo' imporre il proprio desiderio di uno stato islamico su una societa' in cui la maggioranza dei cittadini ha meno di trent’anni e non ha alcun ricordo della Rivoluzione. Un giovane blogger, che si rivolge al “Leader della Rivoluzione”, scrive:
“Sua Santita',
lei si e' mai innamorato? Si e' messo mai a fissare il colore cremisi del vino, quando ti sembra ancora di sentire il punto in cui lei ti ha baciato sulle palpebre? Ha mai ballato? Ha mai mangiato le Maz Maz [patatine iraniane] intinte nella Mast Moseer [una salsa cremosa]? Ha mai indossato i jeans? Sa qual e' il deodorante di sua madre? Ha mai pianto la notte? Per quanti anni e' andato a scuola? Ha mai fatto l’abghosht [uno stufato iraniano]? Ha mai fatto un buon barbecue? Mi dica, qual e' la terza legge di Newton?
Quante volte il profumo della primavera a Shiraz [una citta' iraniana] l’ha fatta impazzire? Ha mai baciato un cane? Ha mai ascoltato la musica classica persiana? O che mi dice del rap? Lei fischia mai?
L’ha mai baciata sul collo? E dietro le orecchie?
Ha mai scaricato un mp3 da Internet? Ha mai chiesto al tizio del chiosco delle sigarette come gli va la vita? Mai camminato per la citta' a mezzanotte? Le hanno mai passato al setaccio la casa e confiscato i libri?
e' mai stato costretto ad andare in esilio? Le e' mai capitato di scervellarsi per recuperare nelle sue memorie il motivo di quelle piastrelle nella cucina di sua madre (per tre notti di fila), ma di non riuscire proprio a ricordarsi il colore? Ha mai chiamato sua madre da molto lontano chiedendole di descrivere il colore di quelle piastrelle – per poi, al solo sentir nominare quel colore, singhiozzare entrambi senza controllo?
Ha mai desiderato ardentemente le finestre del suo appartamento a Teheran?”