Tre tazze di te'
Inviato da Cacao Quotidiano il Sab, 01/15/2011 - 09:00Carissimi,
siamo contentissimi di ripresentare ai nostri lettori un libro che amiamo molto e che per varie vicissitudini era uscito dal nostro catalogo tempo fa.
Si tratta di “Tre tazze di te'” di Greg Mortenson e David Oliver Relin. Il libro racconta la storia di Mortenson e di come sia riuscito a costruire piu' di 60 scuole per i bambini delle montagne dell’Afghanistan, del Nepal, dell’Iran… Nel farlo ha incontrato anziani di villaggi, mujaheddin, talebani, estremisti ma anche ragazzi e genitori eroici, disposti a sfidare ogni ostacolo. Condannato a morte da alcuni integralisti, Mortenson e' riuscito, sostenuto dall’amicizia e dall’orgoglio di quei popoli, a rendere realta' il sogno di molti: studiare.
Un’incredibile storia di amore e di coraggio che ha cambiato completamente il volto di intere regioni, dimostrando che e' possibile sconfiggere il terrorismo.. una scuola alla volta.
Greg Mortenson, americano del Montana, ex scalatore, e' un uomo imponente, nel vero senso della parola e oggi e' il fondatore di una delle organizzazioni non governative piu' attive nel mondo, il Central Asia Institute.
Questo signore costruisce scuole per bambine e bambini in alcune delle zone piu' povere e inaccessibili del pianeta. Cio' che ha fatto Yunus creando il microcredito Greg Mortenson lo sta facendo costruendo scuole.
Nel 1993 la sorella di Mortenson, Christa, cui lui era molto legato, muore dopo aver strenuamente lottato per tutta la vita contro una forma di meningite che l'aveva colpita da piccola.
Mortenson decide di onorare la memoria della sorella scalando il K2 dalla parete piu' pericolosa, quella del Baltoro, Pakistan, e portarvi in vetta (a piu' di 8mila metri) la collanina che era stata della sorella.
Dopo ottanta giorni trascorsi sulle montagne pakistane del Karakoram, la spedizione fallisce e Mortenson si perde a 600 metri dalla vetta.
Durante la convalescenza Mortenson visita il villaggio e la scuola. I pochi bambini sono seduti all’aperto "intenti a studiare", in mezzo al vento gelido e segnano le addizioni con un bastoncino nella terra. Il maestro non c'e', perche' il villaggio non e' riuscito a raccogliere il dollaro per lo stipendio mensile.
Ma nonostante questo i bambini erano li', seduti a terra col loro desiderio di imparare.
Lo scopo del viaggio cambio': Mortenson si rese conto che non aveva molto senso portare la collana di Christa su una vetta arida; avrebbe onorato meglio la sorella aiutando quei bambini. Promise al villaggio che sarebbe tornato per realizzare quel sogno: costruire una scuola, con tanto di insegnante, per quei bambini.
Un progetto che realizzera' e che ancora continua a trasformare in realta'. Oggi le scuole CAI di Mortenson sono piu' di 170 e danno istruzione a 54.000 bambine e 64.000 bambine (fonte Wikipedia), tutti musulmani, che riescono cosi' ad avere una educazione alternativa a quella delle scuole coraniche.
Ogni scuola CAI viene finanziata e aperta con un preciso accordo: ogni anno il numero delle bambine iscritte deve aumentare del 10%.
Una clausola necessaria perche' - sostiene Mortenson - solo dando una formazione anche alle bambine si combatte la poverta'. Sono loro che rimangono nei villaggi quando i maschi se ne vanno in cerca di lavoro e sono loro che educano i figli.
C'e' una citazione molto bella all'inizio del Capitolo 3, che riassume perfettamente lo spirito del libro: Sir Edmund Hillary, conversando con Urkien Sherpa: "Ci dica, se ci fosse una cosa che potremmo fare per il vostro villaggio, quale sarebbe?"
"Con tutto il rispetto, Sahib, avete poco da insegnarci quanto a forza e resistenza. E non invidiamo i vostri spiriti irrequieti. Forse siamo piu' felici di voi? Ma ci piacerebbe che i nostri figli andassero a scuola. Di tutte le cose che avete, l'insegnamento e' quella che piu' desideriamo per i nostri figli".
Questo gigante dai modi gentili, rispettato dai capi tribu' di una delle zone piu' pericolose al mondo, narra il suo singolare american dream: portare i libri dove il governo Usa semina bombe.
Riportiamo alcuni brani di un’intervista fatta a Mortenson in occasione di un suo viaggio in Italia. Buona lettura!
Come decise di costruire una scuola?
Volevo scalare il K2 per onorare la memoria di mia sorella Christa, morta a 23 anni. Quando arrivai a Korphe, deluso, scoprii c'era un modo piu' sensato di onorarla: dare istruzione ai bambini di quel villaggio.
In Tre tazze di te' scrive di essere cresciuto in Tanzania, dove i suoi genitori insegnavano. Ha seguito il loro esempio?
Essere bambino nell'Africa post coloniale degli anni Sessanta e' stato un paradiso. Poi, da adolescente, al rientro negli Stati Uniti, sono stato contagiato dalla mania del controllo, dall'ossessione del risultato. In Pakistan ho riscoperto l'intuizione, la pazienza della mia infanzia africana.
Dove ha trovato i fondi per il progetto di Korphe?
Quando tornai in California, nel 1993, mandai piu' di 500 lettere a personaggi famosi, ma nessuno rispose. Poi uno dei pionieri di Silicon Valley, il miliardario svizzero Jean Hoerny, lesse di me su una rivista. Aveva fatto trekking sul Karakoram, conosceva la poverta' dei balti. Mi chiamo' e mi disse: "Se prometti di non berteli in Messico, ti mando i 12mila dollari che ti servono". Cosi' ho creato la scuola a Korphe. Morendo, Hoerny ha lasciato un milione di dollari affinche' creassi una fondazione e costruissi altre scuole.
In questi anni non tutto e' filato liscio. E' stato sequestrato, contro di lei c'e' stata una fatwa
Fui sequestrato anni fa, per 8 giorni. Mi ero spinto da solo in una zona wazira al confine tra Pakistan e Afghanistan; i capi locali volevano capire chi ero, poi mi rilasciarono. La fatwa e' stata emessa da un mullah sciita a cui non piace che le bambine vadano a scuola. Ma gli altri imam del Pakistan settentrionale hanno scritto a Qom, la citta' santa iraniana, per un parere. Il responso e' stato che il Corano non vieta l'istruzione delle ragazze: la fatwa e' stata ritirata, ho la loro benedizione. Ho avuto un processo regolare, al contrario dei prigionieri talebani nel carcere di Guantanamo.
Lei parla di tolleranza, rispetto. Cosa non sopporta dell'integralismo islamico?
L'integralismo ha a che fare con l'ignoranza piu' che con l'Islam. La violenza sulle donne, il razzismo e l'odio per me sono insopportabili. Ma non solo in Pakistan, anche negli Usa.
Che rapporti ha con il governo americano?
Il Central Asian Institute vuole restare autonomo dal governo. Il Pentagono mi ha offerto milioni di dollari per fondare scuole in aree 'strategiche' per il controllo militare, ma ho detto no. Sa quanto costa l'istruzione di un bambino in Asia Centrale? Circa dollaro al mese. E a quanto ammonta la spesa militare Usa in Afghanistan nel 2005? 14 miliardi di dollari.
Come si rapporta ai governi locali?
Le mie scuole hanno lo stesso programma delle scuole governative pakistane o afgane: un insegnamento islamico, ma moderato. Con una sola clausola: ogni anno ci deve essere un incremento del 10% della quota femminile.
Perche' e' importante istruire le bambine?
Come si riduce la mortalita' infantile, come si promuove la democrazia, come si sconfigge il terrorismo? La risposta e' questa: con l'educazione delle donne. Se legge economisti come Amayrta Sen, Jeffrey Sachs, o Yunus scoprira' che dicono la stessa cosa: educare una donna e' educare un'intera comunita'.
Come immagina il futuro?
Se arrivi da ospite in un villaggio dopo l'offerta di tre tazze di te' puoi considerarti parte della loro famiglia. Ecco, io credo all'idea di un'unica famiglia umana nonostante le differenze.