Ho 14 anni e non sono una stronza
Inviato da Cacao Quotidiano il Sab, 09/25/2010 - 08:00Carissimi,
siamo lieti di comunicarvi che e' uscita la ristampa di “Ho 14 anni e non sono una stronza” di Jacopo Fo. Trattasi di un romanzo breve che racconta la storia di un gruppo di adolescenti che con pochi mezzi e tanta iniziativa riescono a mettere sotto scacco una grande multinazionale… come? Lo scoprirete solo leggendo.
E amori, pensieri, vita…
Vi anticipiamo il primo capitolo dove la protagonista si difende da accuse ingiuste con un’arringa degna del migliore principe del Foro.
Buona lettura!
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Capitolo Primo
"Non sono una stronza. Ho 14 anni e non sono una stronza. Ve lo posso ripetere mille volte. Gli stronzi siete voi.
Al massimo posso ammettere di aver fatto un po’ di casino. Ma non e' colpa mia se il mondo e' cosi'.
Quando sono nata era gia' una merda. E non credo proprio di aver peggiorato la situazione."
"Signorina, moderi i termini!" Mi interrompe la professoressa Russomanno.
"Moderi i termini?!? Ma si rende conto? Mi stanno accusando di tutto! Pornografia, rapimenti, ci mancano sole le truffe azionarie e la droga! Ma si rende conto? Non ho fatto niente di male e mi piovono sulla testa queste accuse allucinanti?!? Ma come fate a credere che io possa restare tranquilla? Ma lo vede come va il mondo signora pro-fes-so-res-sa?
C’e' la guerra e i bambini vengono fatti morire di fame a milioni e nessuno si preoccupera' se la mia vita sara' travolta ingiustamente.
Quindi, se volete sentire le mie risposte alle vostre domande, eccole, sono semplici e chiare:
Io non ho niente a che fare con tutto quello che dite. Non ho visto film pornografici, non ho collaborato a far sparire nessuno, non ho spezzato una gamba al signor Cragnotti, non ho infranto nessuna legge.
Guardate il labiale signori, io non sono un adulto corrotto come il presidente degli Stati Uniti. Ho 14 anni e sono una ragazza pulita che dice solo la verita'.
E ora scusatemi ma ho altro da fare. Se avete dei problemi rivolgetevi ai miei avvocati."
Mi girai e me ne andai. La Russomanno e il Preside mi guardavano a bocca aperta. Sulla porta incrociai gli sguardi raggianti di Ada e Squiglia, due zie acquisite che si erano offerte di accompagnarmi per coprirmi la ritirata. Avevo pensato che la presenza di due adulti mi avrebbe tranquillizzato ma non avevo voluto mobilitare i miei genitori.
Mia madre sarebbe stata inutile perche' il suo principio morale di base prevede di non rivolgere la parola agli imbecilli.
Mio padre aveva troppa voglia di sgozzare il preside con una roncola arrugginita e poi bere il suo sangue (testuali parole. e' molto protettivo nei miei confronti da quando si e' lasciato con la mamma).
Le mie due zie Ada e Squiglia mi erano sembrate la soluzione piu' potabile. Hanno cinquant’anni, l’aria rispettabile, sono entrambe maestre di Shaolin, antica arte marziale cinese, e come attiviste del movimento lesbico, hanno sfidato la polizia di mezzo mondo inscenando streep-tease di protesta. Per loro affrontare il Consiglio d’Istituto del mio liceo era cosa da poco. Avrebbero potuto ucciderli tutti anche solo a colpi di tette.
Oltre la porta trovai un gruppetto di amici. C’era tutto il Club delle Rosse e Ariel, che mi viene incontro e mi abbraccia. E io mi stringo forte a lui e scoppio a piangere. Stronzi di merda. Scoppiano a piangere anche tutte le altre. Con gli occhi pieni di lacrime ci guardiamo, io e le mie inseparabili amiche… ci guardiamo… e scoppiamo a ridere in modo irrefrenabile. Si', forse, hanno ragione a chiamarci le streghe.
Ariel cerca di calmare le nostre risate. Per la prima volta in vita sua cerca di calmare qualcuno. Ma siamo travolgenti.
Il potere delle piccole donne e' grande.
Ma forse e' meglio che vi racconti tutto partendo dall’inizio.