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Solidarietà e 5 per mille: anche i centometristi ricchi, belli e biondi soffrono. Ma nessuno li aiuta

di Jacopo Fo

Tutte le associazioni umanitarie stanno facendo a gara per ottenere il 5 per mille dai cittadini. Ogni volta che vedo una pubblicità mi dico che anche noi, con il Nuovo Comitato Il Nobel per i Disabili, dovremmo fare un po’ di comunicazione.
Poi vedo la pubblicità di Emergency e mi vien da dire che è meglio che le persone il 5 per mille lo diano a loro.
Qualcuno si chiederà perché allora non sciogliamo il Comitato e non confluiamo in Emergency.
Il perché è il pensiero che sia importante che qualcuno si occupi di questioni secondarie.
Questioni che proprio per questo sono piuttosto trascurate.
Quando mia madre propose di comprare pulmini attrezzati per il trasporto di persone sulle sedie a rotelle in effetti mi sono chiesto se fosse l’iniziativa più urgente.
E se dare un aiuto legale ed economico ai soldati italiani contaminati dall’uranio impoverito nella ex Jugoslavia è di sicuro un aiuto per un bisogno primario di persone che stanno morendo e a cui sono negati i propri diritti, altre iniziative possono sembrare un po’ strane.
Ad esempio mia madre decise di realizzare una medaglia in oro per premiare Adele Parrillo. Adele era la compagna di Stefano Rolla, ucciso nell'attentato del 12 novembre 2003 a Nassiriya. Siccome non erano sposati lei fu esclusa dalle cerimonie ufficiali. La medaglia recava incisa la figura di una Dea della giustizia che invece di essere bendata aveva gli occhiali. Sul retro una frase: "Un segno di stima non può cancellare il dolore ma elimina l'oltraggio del silenzio".
Con quel che costa una medaglia d’oro era proprio il caso di investire in un riconoscimento morale, denaro che si sarebbe potuto spendere per comprare medicine?
E che dire delle iniziative come Arte Irregolare che permette a persone al di fuori del mercato dell’arte di esporre e vendere dipinti in uno spazio nel quale non espongono solo “diversi” ma anche artisti affermati come mio padre?
C’è poi un settore della nostra attività basato su assistenza legale e materiale a persone che vivono situazioni eccezionali. Nel senso che la loro vita è un’eccezione e non fanno parte di nessuna delle categorie umane che sono assistite da associazioni “dedicate”.
C’è chi soccorre i bimbi, i neri, i profughi, le donne, i malati, i disabili, i senzatetto eccetera.
Noi assistiamo chi per una ragione o per l’altra è fuori da qualunque categoria.

Ho riflettuto a lungo sul nostro lavoro.
E mi sono convinto che vale la pena di continuare con questo impegno.

Il nostro obiettivo, come movimento solidale nel suo complesso, è certamente quello di aiutare chi è in una situazione di emergenza ma anche quello di migliorare il mondo.
E per migliorare il pianeta dobbiamo continuare a sviluppare la sensibilità delle persone e il diffondersi dello spirito di solidarietà.
E da questo punto di vista tutte le azioni positive sono importanti al di là del numero di persone alle quali si salva la vita nel breve periodo.
Se il nostro obiettivo è che non ci sia più nessuno che rischi di morire per mancanza di cibo, igiene o medicine, dobbiamo sviluppare un’azione che sia la più vasta possibile.
Non dobbiamo trascurare nessuna iniziativa positiva perché il nostro obiettivo è diffondere la comprensione, la coscienza civile, l’ascolto. Ecco che allora un’azione mai compiuta prima, come decorare una donna che ha subìto un torto, diventa importante anche se Adele sarebbe sopravvissuta ugualmente senza una medaglia d’oro coniata apposta per lei. Perché l’ideale della solidarietà e della giustizia sociale si diffonderà con grande potenza solo se la solidarietà sarà rivolta verso tutti, a prescindere dal grado di pericolo fisico che vivono e dalla tipologia del dolore che sperimentano.
Ad esempio, trovo che sia una grave carenza del movimento solidale il fatto che nessuno si impegni a soccorrere ricchi sessantenni in perfetta salute ma afflitti dalla sindrome della diciottenne popputa. Il fatto che siano ricchi, sani e sessualmente sgarrupati non dovrebbe diminuire il nostro amore e la nostra disponibilità solidale.
So che è difficile dedicarsi all’ascolto e alla consolazione di un vecchio porco ma solo se il nostro amore per l’umanità sarà totale e incondizionato riusciremo a contagiare tutta l’umanità con una visione solidale della vita. Se la nostra solidarietà esclude qualcuno, il nostro messaggio diventa parziale e quindi debole. Vogliamo un mondo migliore per tutti e proprio perché ne trarrebbero vantaggio tutti possiamo chiedere con voce chiara che tutti si sentano coinvolti.

Quindi se hai pochi soldi da donare dalli a Emergency, che è meglio.
Ma se puta caso hai già donato un milione di euro a Emergency, che Dio ti abbia in gloria, manda diecimila euro anche a noi e la tua azione solidale raggiungerà l’acme della perfezione.

PS.
Visto che la rete è popolata anche da commentatori compulsivi bisognosi d’affetto, specifico che la proposta di assistere vecchi vogliosi è data come iperbole evocativo, parabola simbolica, caso limite teorico. Io i vecchi esaltati li aborro. Preferisco le diciottenni poppute.
Ma forse questa precisazione scatenerà più casino che altro. Volevo condurre in modo leggero un discorso filosofico estremamente profondo sulla strategia solidale. E anche aver offerto il fianco a bordate di critiche selvagge è una buona azione. Sfogarsi sul web commentando causticamente un post su Cacao fa bene. Soprattutto dopo pranzo.
Dateci dentro! Son qui apposta.

5 per mille al Nuovo Comitato Il Nobel per i disabili Onlus