Perche' Berlusconi può perdere al Senato pur prendendo più voti se la Sinistra Arcobaleno supera l’8% nelle regioni rosse.

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I sondaggi di venerdi' scorso di Prediction People (la legge vieta di fornire dati di sondaggi subito prima delle elezioni) ci dicono che Berlusconi e' in vantaggio del 3,5% dei voti. I sondaggi ufficiali davano il distacco a 6 punti e più. Il sondaggio che cito io e' quello ottenuto tramite le scommesse gratuite sul sito Prevision People (http://www.predictionpeople.com/) e ho gia' spiegato (http://www.jacopofo.com/node/4293) perche' mi fido più di questo nuovo sistema di sondaggio che non a caso abbiamo sostenuto con una campagna pubblicitaria intensa.
Possiamo quindi realisticamente affermare (salvo rivolgimenti improvvisi) che si ripetera' una situazione simile a quella delle ultime elezioni con Berlusconi nelle condizioni in cui era Prodi, con una maggioranza minima.
Ma ora il quadro politico e' cambiato e se Casini riesce a superare l’8% in Sicilia e eleggere qualche senatore e se altrettanto riesce a concludere la Sinistra Arcobaleno in Toscana, Emilia o Umbria, otterremo che, pur essendo il primo partito, il PdL potrebbe non avere la maggioranza dei senatori.
E attenzione, se nelle regioni rosse Veltroni stravince in realta' e' un problema perche' il partito più votato ha il premio di maggioranza regionale ma se prende molti voti più del necessario questi voti hanno un peso inferiore in termini di senatori eletti perche' ormai e' scattato il premio di maggioranza. I voti della Camera vengono messi tutti insieme a livello nazionale, ogni tot voti c’e' un eletto, e chi ha più voti prende il premio di maggioranza. Al Senato invece (demenziale!) ogni votazione regionale va a se' e non si recuperano i voti in più nella singola regione se non in minima parte. Per questo nelle regioni rosse ha senso votare per la Sinistra Arcobaleno per ottenere il massimo effetto contro Berlusconi.
Capisco che questi discorsi contorti facciano girare le scatole a molti.
Tant’e', questa e' la situazione.
Si potra' dire che se Berlusconi non avra' la maggioranza in Senato arriverebbe comunque a un governo con Casini ma potrebbe anche essere contrastato in qualche modo, visto che la maggioranza dei senatori potrebbe costantemente metterlo in minoranza.
Insomma, nella migliore delle ipotesi siamo nella merda.
E allora, cosa parlo a fare?
Parlo perche' credo che la battaglia elettorale sia oggi importante anche se non essenziale.
L’essenziale e' che continua ad avanzare la cultura della pace, del rispetto per gli esseri umani e l’ambiente, della cooperazione.
E questo progresso non lo decide il Parlamento, andra' avanti comunque. Ma in questo momento vale proprio la pena di investire un po’ della nostra energia per tentare di limitare i danni in una situazione di crisi. Il paese e' sull’orlo del collasso e il crollo non possiamo permettercelo. Soprattutto gli strati più deboli della popolazione pagherebbero un conto esistenziale gravissimo.
In una situazione come questa anche quel briciolo di scarto tra destra e sinistra fa la differenza.
Berlusconi ci riporta nella guerra in Iraq, Veltroni no. Berlusconi fa impazzare la spesa pubblica e depenalizza i brogli economici, Veltroni cerchera', pigramente, di risanare il bilancio.
Berlusconi finanziera' centrali nucleari, ponti sugli stretti, trafori e se qualcuno si oppone mandera' la polizia come a Genova, con Veltroni c’e' qualche spazio di trattativa e scene alla Bolzaneto sono meno probabili.
Fa la differenza come fa la differenza Bush rispetto a Clinton. Guerra totale o non guerra totale.
E vorrei aggiungere che se andiamo a votare questo non toglie forza alla protesta del V-Day.
Ma se non votiamo, se annulliamo la scheda, se votiamo scheda bianca, il nostro voto non varra' un fico secco, sara' solo un dato statistico di cui i politici se ne fottono. Anche se 10 milioni di italiani non votassero verrebbe eletto lo stesso numero di parlamentari, non uno di meno.
Io credo che se verra' eletto Berlusconi anche chi non ha votato si sentira' un po’ deluso.
Allora perche' non votare?
Se non voti lasci che siano gli altri a decidere.
Punto e chiuso.

Quanto detto spiega anche perche' sui nostri siti e newsletter in questo momento trovate la pubblicita' elettorale della Sinistra Arcobaleno. Non abbiamo fatto una scelta di campo ma non abbiamo motivi per rifiutare la pubblicita' di chi sta concorrendo contro Berlusconi.
La nostra posizione e' vota chi ti pare ma vota contro Berlusconi.
E questo discorso spiega anche perche' sarò a Firenze contro il nucleare a una manifestazione dei Verdi toscani. E perche' sostengo la candidatura di Fabio Roggiolani anche se si presenta alla Camera, in Toscana. E’ una persona onesta, ci siamo incatenati insieme di fronte all’Enel di Firenze, e' uno che si da' veramente da fare per sviluppare le ecotecnologie e ha contribuito a realizzare tutte le nuove leggi sul solare, l’eolico e le biomasse. E’ al quinto posto della lista, una posizione molto scomoda, ma se ci sara' un successo della Sinistra Arcobaleno in Toscana ce la può fare. Avere una persona come lui al Parlamento sarebbe un voto utile.

Allego una lettera dell’avvocato Antonio Rotelli che mi e' stata inviata da Lorenzo Carmassi, del comitato per le Class Action, che spiega perche' le lettere che girano in rete, che sostengono che non votare abbia qualche effetto, sono menzognere.

Viene fatta girare in rete un’informazione sul funzionamento della legge elettorale che vorrei smentire.

Si invitano i cittadini elettori a non votare scheda bianca o nulla in quanto queste sarebbero attribuite come voti validi, automaticamente, alla lista che ha prende il maggior numero di voti, andando a determinare il premio di maggioranza. Non e' vero.

Le schede bianche o nulle non vengono attribuite a nessuna lista o coalizione di liste, ma sono voti che vanno dispersi. A maggior ragione non entrano nel calcolo di alcun premio di maggioranza.

Una scheda bianca o una scheda nulla non rappresentano voti validamente espressi e non vengono assegnati a nessuna lista o coalizione di liste.
La legge, come da ultimo riformata nel 2005, afferma espressamente che il quoziente elettorale, che determina l’assegnazione dei seggi alle coalizioni e alle liste, e' dato dalla somma dei soli voti validamente espressi a ciascuna lista.

Il premio di maggioranza viene assegnato alla lista o alla coalizione di liste che riesce a prendere un voto in più di tutte le altre, indipendentemente dal fatto che abbia ottenuto solo il 10%, il 30% o il 51% delle preferenze degli elettori. e' sufficiente che prenda un voto in più di tutte le altre liste o coalizioni di liste.

Poiche' esistono soglie di sbarramento sia alla Camera, 4% su base nazionale, che al Senato, 8% su base regionale, i voti validamente espressi per liste o coalizioni di liste che non raggiungono rispettivamente il 4 o l’8 %, sono anch’essi voti che non si conteggiano e non concorrono a formare il quoziente elettorale nazionale o regionale. Cosi' come accade per le schede nulle o bianche, sono voti che vanno dispersi e, quindi, che non incidono per nulla sull’elezione dei deputati e dei senatori.

Peraltro il risultato delle elezioni e' valido quale che sia il numero dei cittadini che partecipa al voto, anche se molto basso, e quale che sia il numero dei voti validamente espressi, anche se molto basso. Se partecipasse al voto solo il 70% dei cittadini e di questi il 50% votasse scheda bianca o nulla, mentre solo il 20% esprimesse validamente un voto, quel 20% di voti eleggerebbe il Parlamento e ne stabilirebbe la composizione.

Se inoltre accadesse che quel 20% di voti validamente espressi, facendo l’esempio per la Camera dei Deputati dove il quorum di sbarramento e' del 4%, fossero stati dati: il 6% alla lista A, il 5% alla lista B, il restante 9% a più coalizioni o liste nessuna delle quali raggiunga la soglia di sbarramento del 4%, la cifra elettorale nazionale scenderebbe ulteriormente e sarebbe dell’11% (somma dei soli voti presi dalle liste A e B) mentre il restante 9% dei voti si perderebbero.
In questo caso al partito A verrebbero attribuiti il 55% dei seggi, in quanto avendo preso almeno un voto in più di tutte le altre liste gli viene assegnato anche il premio di maggioranza, che gli spetta indipendentemente dalla soglia di voti/preferenze che ha ottenuto.

L’esempio che ho fatto e' abbastanza irrealistico che si verifichi, ma spiega chiaramente il meccanismo di funzionamento della legge elettorale, quale risulta dalla riforma Berlusconi della legge elettorale, legge 270 del 2005, c.d. Porcellum. Lo stesso esempio e' valido anche per il Senato della Repubblica dove però voti, quorum e cifre elettorali si contano regione per regione.
Per chi fosse interessato a verificare gli estremi legislativi di quanto ho spiegato, sono i seguenti:

Testo unico delle leggi elettorali, Norme per l'elezione della Camera dei deputati, D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 e successive modifiche (ultime modifiche introdotte dalla Legge 21 dicembre 2005, n. 270) art. 83;

Testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione del Senato della Repubblica, D.LGS. 20 dicembre 1993, n. 533, artt. 16 e 17.

Infine, non esiste alcuna disposizione regolamentare per il calcolo del premio di maggioranza, ma e' la stessa legge, negli articoli che ho appena citato che stabilisce come e quando si assegna il premio di maggioranza.

Chi scrive il contrario diffonde, consapevolmente o meno, informazioni non corrispondenti al vero.

Avv. Antonio Rotelli


Commenti

Buongiorno Jacopo,

 votare? Esiste ancora questo ricordo fuori moda? E vabbé votare voto. Ma voto convinto di dare un voto inutile. E consapevole, e convinto! Perché sognavo arrivasse un qualche supereroe o un entità divina che impedisse  di candidarsi a TUTTI i partiti che sino ad oggi si sono candidati. Facciamo un gioco diverso per una volta, vediamo cosa succede! Ma era solo un sogno, gli occhi son ben aperti e il buco del culo è stretto, hai voglia a muovere il muscolo pubo-cocigeo... Ma qualche sera fa è avvenuto qualcosa dal sapore miracoloso, l' avete visto il Professor Montanari alla tribuna elettorale di Rai 2? Che piacere sentir parlare una persona con cognizione di causa riguardo quel che andava dicendo. Parlava di futuro, di sostenibilità, di benessere, di inquinamento, non si mascherava dietro frasi da politicante esperto o da imbonitore del lontano west che deve venderti l’ultima soap. Per prima cosa s’è apertamente definito inutile politicamente per questo paese, a patto che questo paese diventi un paese normale. Ha risposto scientemente alle domande che gli venivano poste, cosa più unica che rara nel nostro panorama politico fatto di politicanti e imbonitori del lontano west. Una brava persona, (caspita mi son commosso d’orgoglio mentre parlava!) preparata, che a 59 anni dopo una vita di studi e ricerche mediche, dopo la scoperta della moglie, la Professoressa Gatti, delle nanoparticelle e dei suoi effetti sulla salute, dice fermamente no agli inceneritori e alla Tav, e per questo non riesce a coalizzarsi con nessuna formazione politica che abbia più peso di quella, PER IL BENE COMUNE, che s’è dovuto inventare in qualche mese e promuovere al novanta per cento tramite internet. “Eh, beh, bisogna creare lavoro” gli fanno capire, anzi gli dicono apertamente. Peccato che di lavoro se ne crei molto di più gestendo i rifiuti in altri modi (3.000 posti di lavoro a Seattle, contro i 70 di Brescia, che è uno degli inceneritori più grandi d’Europa), in Italia ci sono due progetti brevettati, fatti, finiti e operativi se solo qualcuno li pagasse, ma uno dei due se lo sono comprato all’estero. Uno per il trattamento a caldo del rifiuto, senza fiamma, uno per il trattamento a freddo, ma si fa molto prima ad infilare il cip6 sotto una legge verniciata di verde e incenerire, ci guadagna il politico e ci guadagna l’imprenditore, che si respirino tumori non importa. Non importa se a Seattle, in Nuova Zelanda e in sempre più parti del mondo prendano piede metodi alternativi compatibili con creato e uomo, una piccola parte del creato, e gli inceneritori non vengano costruiti ma anzi smantellati.

Ha proposto una rivoluzione a nord delle sopracciglia, il professor Montanari, l’auspicio è che si partecipi tutti a questo evento straordinario: usare il cervello! Aggiungo io: ragionare ogni tanto col cuore e non col portafogli.

Prima del dottor Montanari è stata la volta di  Renzo Rabellino per la “Lista dei GRILLI PARLANTI” non entro nel merito, dico solo che quando gli hanno fatto una domanda di economia, ha tirato fuori un libro che s’era portato appresso “€uroSchiavi”. Certo parlare in diretta, su Rai 2, alle 21.30, di Signoraggio bancario ci vuole un bel coraggio!

Per me è stato un tripudio!

Vince sicuro Veltrusconi, ma sono andato a nanna felice!

Qualcosa si muove, qualcosa cambia, io continuo a crederci!

Me lo consentite un P.S.? Per continuare pigia qui

Un P.P.S. mi concedeteanche questo?
Vivo e scrivo la decrescita felice nel quotidiano delle cose. Desidero partecipare scrivendo degli articoli, magari buffi, ironici, infantili, ma semplici, diretti, spontanei. Perché uno dei limiti che riscontro parlando di decrescita è che alla gente comune che non ha troppa voglia di prendere coscienza sembra una cosa complicata, un percorso ascetico. Mi permetto di segnalarti quindi un post nel quale parlo proprio della rivoluzione a nord dei sopraccigli
 

Sperando d’esser gradito e di poter partecipare più attivamente ringrazio e saluto!
Continua così che ne abbiamo bisogno!

  

Arcano Pennazzi
Blog: http://arcanopennazzi.wordpress.com/
Video: http://www.youtube.com/ArcanoPennazzi
Mail: [email protected]
Skype: arcanopennazzi4

Caro Jacopo, noto che fai propaganda elettorale alla sinistra arcobaleno, con tanto di simbolo in alto a destra. Spero che ti paghino. Se mi pagassero probabilmente gliela farei anche io.Questo per dirti che non ho nulla contro di te, anzi ti stimo come prima. Con altrettanta sincerità dico che io questa volta, per la prima volta, non voto, o meglio me la farò annullare. Vorrei che le schede annullate fossero il 52%. Lo so, la mia è un'utopia , ma la coltivo.Vorrei un'azione comica rivoluzionaria: che ognuno annullasse con fantasia e che scattasse una  foto alla scheda annullata da pubblicare sul web.

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Ad oggi penso di votare (cambio idea ogni due giorni) Sinistra Arcobaleno al Senato (Rita Borsellino) e Per il Bene Comune alla Camera (Montanari).

M.

Sul non voto utile: sarebbe bello che il non voto fosse un bel segnale... ma su questo Grillo non può raggiungere più di un 5% o 10%... il che verrebbe comunque strumentalizzato e sarebbe comunque inutile (direbbero semplicemente che una campagna elettorale sottotono non ha convinto la gente ad andare a votare... specie se una giornata di sole). La paralisi dei seggi con il rifiuto della scheda sarebbe anche un ottima cosa... ma la rete non ci riesce a far capire le dimensioni della diffusione delle informazioni.

Inoltre il voto è un diritto conquistato con anni di lotte... la forma di lotta di non far valere un proprio diritto non mi sembra poi così efficace come messaggio. Secondo me l'astensione (non andare al seggio oppure bianca o nulla) è inutile mentre il rifiuto della scheda forse no (se anche solo 200.000 fanno verbalizzare il rifiuto della scheda non possono non tenere conto del segnale di protesta).

Secondo me la sintesi è questa: bianche=non so decidere; nulle=non so votare; astensione=non mi interessa la politica; rifiutare la scheda=sarei qui per votare ma questo sistema non mi va bene.

M.

 

Rifiutare la scheda e far verbalizzare il rifiuto non è possibile. E' una bufala che circola in rete.

Se io vivessi in Sicilia voterei senza alcun dubbio la Borsellino comunque.

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Riporto un articolo interessante con il link in fondo. Buona lettura

L’altro giorno è venuto a trovarmi da Marte un amico che non vedevo da moltissimo tempo. Come è noto infatti i marziani vengono raramente sulla terra, e quando lo fanno trovano sempre mille occasioni per stupirsi di noi. Questa volta non è stato diverso.

Il mio amico aveva sentito dire che “fra poco ci saranno le elezioni”, e voleva sapere da me che cosa fossero.

- Le elezioni - gli ho spiegato - sono il momento più importante nella vita di una democrazia.
- E cos’è una democrazia? - mi ha chiesto lui.
- Una democrazia è un sistema di governo basato sulla volontà del popolo.
- Cioè?
- Vuol dire che è il popolo a decidere cosa si deve fare, nella cosa pubblica. Democrazia infatti significa “potere del popolo”.
- E come fate, a decidere cosa si deve fare? Con sessanta milioni di persone da accontentare…
- In una democrazia si accetta già in partenza la volontà della maggioranza, e gli altri si devono adeguare.
- D’accordo, ma come fate a esprimere queste scelte? Tecnicamente, intendo dire: non mi dirai che ogni volta che c’è da decidere qualcosa telefonano a tutti i cittadini ….
- No, certo che no. La nostra infatti è una democrazia di tipo “rappresentativo”. Vuol dire che viene scelto un certo numero di persone, alle quali si dà il compito di rappresentare la volontà di tutti gli altri. Poi sono loro ad occuparsene.
- Ah, capisco. E come le scegliete, queste persone?
- Con le elezioni, appunto. È proprio questo che avviene fra qualche giorno. Andiamo in un posto speciale, che si chiama seggio elettorale, e lì ciascuno indica chi vuole che vada a governare in nome suo.
- Interessante, come sistema. Ma… potete scegliere chiunque?
- Teoricamente si, chiunque ha diritto di essere eletto. In realtà, per evitare che ciascuno elegga suo cugino, prepariamo prima delle liste apposite, e i nomi vengono scelti fra quelli.
- E come decidete i nomi da mettere sulle liste? Tirate a sorte?
- No, non ce n’è bisogno. Ci sono delle persone che si offrono spontaneamente per fare questo mestiere. Si chiamano politici, e si “candidano” – cioè si propongono - per essere eletti.
- Devono essere persone particolarmente generose – commentò il mio amico - se vogliono dedicarsi alla cosa pubblica mettendo in secondo piano i loro interessi privati.
- Oddìo … diciamo che comunque vengono ricompensati adeguatamente per quello che fanno. Lo stipendio di un politico non è proprio da buttare via.
- Beh, mi sembra giusto. Dopotutto, si assumono delle grosse responsabilità, ed è giusto che siano compensati in maniera adeguata.
Il mio amico riflettè per un attimo, poi disse:
- Ma, scusa… come fate voi a scegliere le persone che vi devono rappresentare?
- Le votiamo, te l’ho appena detto.
- Questo l’ho capito - disse con un tono leggermente seccato - Intendevo dire, come fate a scegliere un candidato piuttosto che un altro? In base a che cosa li scegliete? Li conoscete tutti di persona?
- No, certo che no. Li scegliamo in base alle loro proposte. Quando un politico si candida, spiega che cosa intende fare una volta arrivato al governo.
- Ah, ecco! Ora capisco.
- Si chiama campagna elettorale. Nel periodo che precede le elezioni, i politici vanno in giro un po’ dappertutto, nelle piazze come in televisione, e spiegano agli altri cittadini quali sono le loro intenzioni se saranno eletti a governare. A quel punto i cittadini hanno la possibilità di scegliere a ragion veduta…
- Capisco.
Ci fu una breve pausa, poi il mio amico disse:
- Ma, scusa… se per caso il politico, una volta eletto, non fa quello che aveva promesso di fare, voi come vi regolate?
- Devo dire che hai messo il dito nella piaga, caro amico, perché il problema della democrazia è proprio questo: i politici promettono, ma non mantengono quasi mai.
- “Quasi mai”? Addirittura?
Annuiii con la testa, tristemente.
- Forse si assumono degli impegni troppo gravosi – suggeri il mio amico - per poi poterli mantenere?
- No, anzi, è l’esatto contrario! Già ti fanno delle promesse vaghe e fumose, e poi riescono a non mantenere nemmeno quelle.
- Ma allora perché li votate, scusa?
- Li votiamo… beh, li votiamo perché non abbiamo scelta.
- Come, non avete scelta? Non mi hai appena detto che alle elezioni si può candidare chiunque?
- Sì, teoricamente sì. In pratica però ti trovi davanti sempre le stesse persone da trent’anni a questa parte.
- Forse quel lavoro non è così appetibile, e non ci sono altri che si offrono…
- Ma figurati! Anzi, è talmente appetibile che una volta arrivati al potere questi fanno di tutto per non doverlo più mollare.
- Ad esempio?
- Ad esempio fanno delle leggi per cui non voti più i singoli individui, ma voti un partito. Dopo sono quelli del partito a decidere chi andrà a governare.

Raramente mi era capitato di vedere un marziano strabuzzare gli occhi in quel modo. Le piccole antenne sulla testa cominciarono a girare veloci, e mi sembrò persino di veder uscire un po’ di fumo dalle sue orecchie.
- Ma come? - disse sconcertato - Non era il popolo che doveva scegliere chi lo deve rappresentare al governo?
- Era. Ma loro hanno cambiato la legge apposta, proprio per evitare di dover cedere il potere a qualcun altro.

Le antenne si fermarono di colpo, gli occhi tornarono normali, e il mio amico mise in mostra un grandissimo sorriso:
- Ma allora la soluzione è semplicissima – disse.
- Sentiamola, questa soluzione semplicissima.
- Basta smettere di votarli, no?
- Certo. Hai scoperto l’acqua calda.
- Perchè, scusa? Non mi dirai che ti obbligano a votarli con la pistola puntata alla tempia….
- No, certo che no. Se io volessi potrei tranquillamente starmene a casa, invece di andare a votare.
- E allora?
- Il problema sono gli altri: anche se io stessi a casa, non cambia comunque nulla. Gli altri vanno tutti a votare, e le cose rimangono immutate.
- Ma perché, gli altri non la pensano come te?
- In che senso?
- Voglio dire, gli altri sono contenti di come stanno le cose, invece?
- No, non credo proprio! Almeno, a sentire in giro si lamentano tutti.
- Ma allora basta che vi mettiate d’accordo, no?
- Non serve a niente. Anche se l’80% della popolazione decidesse di non votare, con il 20% dei voti quelli si fanno eleggere lo stesso. Teoricamente, basta un solo voto, e quelli rimangono comunque al potere.
- C’è qualcosa che non mi quadra – disse il mio amico – aspetta un attimo.

Da verde pisello, la sua pelle era diventata di un blu profondo. I marziani prendono sempre quel colore, quando pensano con intensità. Dopo un certo tempo, il volto del mio amico tornò del suo normale colore.

- Ho cercato di computare tutte le informazioni che mi hai dato, ma il mio cervello segnala una incongruenza logica che non riesco a individuare. Dunque, ricapitoliamo: tu mi hai detto che “democrazia“ significa potere del popolo, giusto?
- Giusto.
- E mi hai anche detto che in una democrazia la minoranza accetta sempre il volere della maggioranza, giusto?
- Giusto.
- Ma se quelli vanno al governo con il 20% dei voti, come fanno a dire che rappresentano la maggioranza?
- Infatti, non la rappresenterebbero.
- Ma allora non possono avere il diritto di restare il governo, scusa!
- Però ci resterebbero lo stesso.
- D’accordo, ma con quale autorità potrebbero promulgare una qualunque legge?
- Con l’autorità che si danno loro stessi.
- Con l’autorità che gli ha dato il 20% dei cittadini, vorrai dire.
- Sì, certo. Ma che differenza fa?
- La differenza è che non sei più obbligato a rispettare le leggi che fanno, perchè non esprimono più la volontà della maggioranza.
- Forse non sono stato chiaro – dissi - ma io parlavo della maggioranza dei votanti, non degli italiani. Quelli che non vanno a votare non contano nulla. Ecco perchè io vado a votare comunque.
- Scusa, ma non capisco.
- Voglio dire che se io non voto mi devo sottomettere alle scelte degli altri.
- Ma anche se voti, ti devi sottomettere alle scelte degli altri, no?
- No, se voto scelgo io.
- Ma se mi hai appena detto che ti ritrovi davanti sempre le stesse persone, e che nessuna di queste ti va bene, che razza di scelta è la tua?
- Beh… – esitai. In realtà, non sapevo cosa rispondere.
- E’ una illusione di scelta la tua, non è una scelta vera.

Ci fu un lungo silenzio, poi il mio amico disse:

- Ora l’ho capito, dove sta il trucco: si illude la gente di scegliere, perchè è indispensabile la loro firma per poter comandare, e poi si conta sul fatto che ciascuno abbia paura delle scelte degli altri, per continuare a vederli votare comunque. Geniale, devo dire, come idea. Feroce, ma geniale.
- Ma perchè, scusa – chiesi io – Su da voi come fate?
- Noi in un certo senso la democrazia la pratichiamo già, anche se non l’abbiamo mai formalizzata in quel senso.
- E cioè?
- Ciascuno di noi fa quello che gli sembra giusto, e non fa quello che gli sembra sbagliato, indipendentemente da ciò che fanno gli altri. Ognuno risponde al suo codice morale, e sa da solo quali siano i limiti alle sue azioni. Ciascuno si assume le proprie responsabilità, e segue come regola il principio di non fare agli altri quello che non vorresti fatto a te stesso.
- Tutto qui?
- Perchè, ti sembra poco? Prova tu a rubare, sapendo che non ti piacerebbe essere derubato. Prova tu ad uccidere, sapendo che non ti piacerebbe venire ucciso….
- D’accordo, in linea di principio è bellissimo. Ma, nella pratica, le cose funzionano?
- Abbastanza. Ogni tanto succede che qualcuno si lamenta per il comportamento altrui, ma di solito è sufficiente dirlo a voce alta perchè l’altro di ravveda, e corregga le sue azioni.
- Seeee…. Qui manco se urli per tre giorni la gente ti ascolta, altro che “voce alta”. Noi siamo lontani anni-luce da una civiltà del genere.

Mi guardò con una sfumatura di compassione, mentre diceva:
- Lo so. Me ne rendo conto. Però il problema non sta nella democrazia, come dici tu. Anzi, a me sembra un sistema ottimo, quello che mi hai descritto, solo che bisogna usarlo nel modo giusto. Avete dei poteri eccezionali, e ogni volta li rimettete in mano di questa gente, senza pretendere niente in cambio. E’ ovvio che questi se ne approfittano.

A quel punto il mio amico si congedò. Aveva l’astronave che tornava su Marte, e non voleva farli aspettare. Prima di andarsene si voltò un’ultima volta, e mi disse:

- Capisco che la strada sia lunga e dura. Ma se non cominciate a fare un passo in quella direzione, e ciascuno di voi aspetta sempre che siano gli altri a farlo…

Aveva uno strano sorriso negli occhi, come se per lui le cose fossero molto più semplici di quanto ci appaiano.

In effetti – pensai più tardi - è curioso: com’è che il potere lo abbiamo noi, ma a comandare sono sempre loro?

Link all’articolo originale

In lombardia se la SA raggiunge l'8% avrà 4 senatori (tra cui Rita Borsellino) se non raggiunge lo sbarramento i 4 senatori andranno 3 al PDL e 1 al PD = +2 per Berlusconi. VIsto che la SA è data tra il 7,5% e l'8,5% bisogna provarci.

www.kuda.tk

Seguire questo blog per mesi , apprezzandolo, per poi vedere che i suoi protagonisti ancora vanno dietro a bertinotti , pecoraro e frattaglie del genere, mi sono cadute le braccia .. per non dire altro.

Quando ho visto la pubblicita' della sx arcobaleno mi sono venuti in mente i video di Piero Ricca quando tenta di intervistare fassino e i vecchi comunisti del pubblico li aggrediscono.. questo per spiegare che mi date l'impressione di questi vecchi che non hanno altro da votare e persistono con le fette di cotechino sugli occhi.

 

Viva Di Pietro [Fin quando non sgarra anche lui].

Di Pietro, che proprio immacolato non è, è il politico che è stato più fedele al proprio elettorato durante questo breve governo del centrosinistra. E nonostante , ripeto, immacolato non sia, lo vorrei ministro della giustizia.Ma a quanto pare nemmeno con Walter glielo lasceranno fare...Un buon motivo in più per non votare pd. Un buon motivo in più per farsi annullare la scheda .

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Votare Di Pietro non vuol dire votare pd. Sarebbe anche ora di smetterla di dire "Di Pietro non e' male /mi piace pero'................[campo facoltativo]".

Iniziamo a votarlo intanto, da parte mia votare per lui mi da ancora almeno l'illusione che questo paese abbia una speranza.

 

Scusami ma devo correggerti...Votare Di Pietro significa votare pd, perchè la coalizione è quella!!!E pare che nemmeno Veltroni  voglia Di Pietro ministro della giustizia.

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Votare DiPietro significa votare DiPietro, non pd o veltroni. Io Voto l'uomo onesto,di principio, con dei Valori.

Gli altri cialtroni che una volta finite le elezioni Arrivederci e Grazie li ho gia' votati nella mia carriera di votante, piu' di uno e di partiti diversi, infatti se non ci fosse idv oggi non voterei piu'.

Possibile che voialtri continuate a considerare la politica come una partita di calcio, non importa nulla apparte sconfiggere l'avversario, voi non votate in base al vostro modo di pensare(*) ma in base all'avversario, se ce' questo dilla' allora perforza votare diqqua'.

 

(*) be' forse votate davvero come pensate. (**)

(**) arguzia.

Tu scrivi :"Possibile che voialtri continuate a considerare la politica come una partita di calcio, non importa nulla apparte sconfiggere l'avversario, voi non votate in base al vostro modo di pensare(*) ma in base all'avversario, se ce' questo dilla' allora perforza votare diqqua" . 

Sbagli.Voi altri chi?Io ho scritto più volte che non voterò, ma mi farò ANNULLARE LA SCHEDA.

Sbagli inoltre quando dici che votare Di Pietro non è votare pd. Idv e Pd sono alleati. In caso, altamente improbabile, di vittoria, il presidente del consiglio  sarebbe Veltroni.Se poi vuoi fare campagna elettorale a Di Pietro falla con un'ortografia migliore, non scrivere "apparte", "dillà", "diqquà" ecc ecc e altri errori che sicuramente troverai da solo, dato che tu sei "arguto".

 

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Stai a guardare l' ortocOltura, vabbe', mi sforzo di farti notare che quelle parole sono state scritte volutamente, punto.

Riguardo l'annullamento ok, peccato sarete una manciata che in pochi noteranno, tutti gli altri semplicemente non andranno ai seggi, insomma non creerete un caso voi che sapete come fare un non voto.

Ritiro il voialtri per quanto ti riguarda, va bene?

Ciao

Vabene. Ma anche il "se ce' " era voluto? Economia degli apostrofi, per l'illegalità verbale.

:-)

 

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"bertinotti , pecoraro e frattaglie del genere, mi sono cadute le braccia .. per non dire altro."

Ma no, perchè ti censuri!   dicci dicci, facci sognare con il tuo eloquio raffinato e arguto!!!!

masnadiero dice:"bertinotti , pecoraro e frattaglie del genere, mi sono cadute le braccia .. per non dire altro."
Ma no, perchè ti censuri!   dicci dicci, facci sognare con il tuo eloquio raffinato e arguto!!!!

Non ci provo nemmeno, e' chiaro che tu sei piu' arguto di me.

Fausto sia con te.

Anch'io voto Di Pietro, anche se il ragionamento di votare la sinistra l'arcobaleno nelle regioni rosse non è infondato. Mi pare che comunque questo non si applichi nella mia regione (Liguria) dove la maggioranza relativa di Veltroni non è per nulla scontata.