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Tutto quello che le tv per bene non ti raccontano

Stop al nucleare: sì, no, forse

Nucleare ItaliaNe parlano tutti i giornali: il governo italiano ha abrogato le norme che avrebbero permesso la  costruzione di nuove centrali nucleari nel nostro Paese.
Una buona notizia? Forse. Il WWF, ad esempio, fa notare che “sono state abrogate le disposizioni sottoposte a quesito referendario ma non il complesso di norme che hanno rilanciato il nucleare in Italia”.
Secondo Di Pietro è una truffa per distogliere l'attenzione sui referendum, tra i quali c'è anche quello sul legittimo impedimento che riguarda direttamente Berlusconi.
Dello stesso parere Nichi Vendola: “La paura del quorum, la paura dunque della democrazia, spinge il governo Berlusconi a cancellare le norme della sua 'rivoluzione nuclearista' nella speranza di preservare la sua porcata del legittimo impedimento e il suo affare della privatizzazione dell'acqua”.
E a proposito di privatizzazione dell'acqua scrive AgoraVox (sito di giornalismo partecipativo):
“Il Governo era ben cosciente che il raggiungimento del quorum avrebbe comportato la bocciatura non solo della legge sul Nucleare ma anche quelle sul Legittimo Impedimento e sulla Privatizzazione dell’acqua. E’ stato proprio su quest’ultimo punto che è nata la contropartita da offrire oltralpe, attraverso un patto che sposta gli interessi economici dal nucleare all’acqua e dovrebbe garantire a VEOLIA una consistente presenza nel suo processo di privatizzazione (l’azienda francese è uno dei leader mondiali nel settore della gestione urbana degli acquedotti, dei rifiuti e dei trasporti). I mediatori italiani hanno dovuto fare una vera e propria corsa contro il tempo per cercare di giungere a un accordo che soddisfacesse Parigi e che potesse essere ratificato già il 23 aprile, giorno dell’incontro tra Berlusconi e Sarkozy. Il Governo ha, così, trovato il modo di liberarsi di un referendum chiave che rappresentava, dopo Fukushima, il vero motore della votazione e l'elemento che avrebbe portato i cittadini alle urne”.
Ma noi alle urne ci andremo lo stesso...