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MORBIDE GALASSIE di Jacopo Fo - Capitolo 17

MORBIDE GALASSIE
La vera storia di Mikaijll Kandinski, dell'invasione del mondo e dei mostruosi Crow

Capitolo 17

Mikaijll era rassegnato. Grande medicina. Non voleva vivere, non poteva morire, non voleva non essere vissuto. Si rassegno' a vivere, uomo sconfitto che non aveva saputo vincere ne' era riuscito a non sbagliare.
Continuo' a vagare per alcuni mesi in quella foresta, fino a che un giorno inciampo' e cadendo si sbuccio' un ginocchio. Dalla ferita usci' il sangue. Mikaijll senti' di essere stato graziato. Si rialzo', sorrise e riprese a camminare, gustando il dolore che gli tormentava la carne ferita. Finalmente, poteva di nuovo vivere o morire.
Camminando giunse a un sentiero, lo segui' e giunse a una strada e seguendola arrivo' a una via piu' grande.

C'era molta gente che si dirigeva in citta'. Ci sarebbe stata una grande festa perche' quella mattina avrebbe avuto luogo la Nomination del nuovo presidente dell'Unione dei pianeti da parte del Parlamento. Un'occasione per la quale non si badava a spese e venivano offerti gratis al popolo cotillons, lenticchie, bigne' e ragazze scosciate che danzavano.
L'elezione del presidente avveniva di norma una volta ogni 10 anni. Il caso volle che il presidente precedente, che aveva osteggiato in ogni modo l'avvento dei Crow, fosse morto prematuramente.
Mikaijll Kandinski camminava per la citta' senza in realta' sapere dove andare. Erano le undici e mezza e si trovava in una lunga strada sottile e deserta; dal fondo sentiva giungere le urla della folla.
Giunse cosi' alla piazza dove si svolgevano i festeggiamenti elettorali. Un grande altoparlante stava gridando le informazioni sui risultati della votazione. Era una grande piazza, rettangolare e lunga: "Piazza delle quattro primavere". Ai lati della piazza una folla enorme stava assiepata dietro i cordoni della forza pubblica, lasciando libero un grosso spiazzo al centro, quadrangolare e oblungo.
Mikaijll entro' nella piazza e si fece largo tra la folla per vedere cosa succedesse. Uno scroscio di grida, applausi e ovazioni fece capire a Mikaijll che gli altoparlanti avevano annunciato il nome del nuovo eletto. Il nuovo presidente avrebbe regnato col nome di Osvaldo III. Mikaijll era ormai giunto, a fatica, al cordone di poliziotti che arginava la folla. L'altoparlante annuncio' l'ingresso del neoeletto nella piazza. Da una parte vide un certo trambusto. Attorniato da notabili, guardaspalla e colleghi di partito, il presidente stava facendo il suo ingresso nello spiazzo libero al centro della piazza. La folla lo accolse con un boato di applausi e grida. Mikaijll guardo' da quella parte: il presidente stringeva mani e baciava bambini. Portava una grossa armatura di cuoio borchiato in oro e argento e in mano teneva un elmo istoriato coi segni del drago azzurro.
Era quasi mezzogiorno quando Mikaijll, sporgendosi forse per vedere meglio, fece un passo avanti superando senza rendersene conto la linea gialla tratteggiata al suolo. Cosi', avendo superato il cordone della polizia, si trovo' praticamente a entrare nello spiazzo vuoto all'interno della piazza. I poliziotti non intervennero, limitandosi a guardarlo con l'aria molto, ma molto stupita. Era infatti tradizione che l'elezione del presidente, la piu' alta carica politica di tutta la galassia, avvenisse con una votazione in Parlamento ma questa elezione doveva essere convalidata dall'entusiasmo popolare. Vi era inoltre una clausola che prevedeva che un qualunque cittadino potesse opporsi alla Nomination, subito dopo che essa si fosse verificata. Il rito prevedeva che il neoeletto si presentasse coi paramenti, nella piazza antistante il palazzo del Parlamento e cola' attendesse per un'ora. Se qualcuno si fosse opposto alla sua elezione sarebbe diventato "lo sfidante" e ci sarebbe stato tra i due un duello. Quello dei due che avesse vinto sarebbe diventato presidente e avrebbe regnato per dieci anni, dominando la galassia.
Era un rito antico e da parecchio tempo non si verificava una cosa del genere. Anche perche' vi era una postilla che prevedeva che, a differenza del neo presidente, lo sfidante combattesse a mani nude e senza armatura. La tradizione prevedeva inoltre che il modo di pronunciare la sfida al neoeletto fosse molto semplice. Fin dal giorno antecedente le votazioni, sulla pavimentazione della piazza veniva tracciato, con vernice gialla, un perimetro, al di fuori del quale la folla si sarebbe assiepata: chiunque avesse superato quella linea gialla avrebbe automaticamente sfidato l'uomo designato, ponendo cosi' la propria candidatura alla presidenza. Mikaijll stava aguzzando la vista per distinguere il viso del neoeletto. Fece un altro passo, poi un altro, poi finalmente lo vide bene in faccia. Era Surry Magay.
Mikaijll si senti' ribollire il sangue in gola. Non era possibile che se lo trovasse sempre davanti. Maledetto principe! La sua memoria torno' ai morbidi fianchi di Ester, i suoi occhi da donna, le sue dita. Ripensava a tutto questo e ancora non si era reso conto di quello che stava succedendo.