MORBIDE GALASSIE di Jacopo Fo - Capitolo 18
Inviato da Jacopo Fo il Mar, 04/18/2006 - 17:28MORBIDE GALASSIE
La vera storia di Mikaijll Kandinski, dell'invasione del mondo e dei mostruosi Crow
Capitolo 18
La folla, si sa, ama l'insolito. Forse soltanto per il gusto di poter dire, a quelli che non c'erano, che si sono persi qualcosa. Se poi c'e' la possibilita' di vedere un po' di sangue... L'esaltazione aveva conquistato la piazza ancor prima che lo speaker annunciasse che un uomo stava sfidando il neo eletto. La gente urlava e saltava, fuori di se' dalla gioia. Mikaijll non aveva ancora ben capito cosa stesse succedendo. Due agenti gli si avvicinarono. Lui si mise subito sulla difensiva pronto a fare chissacche' ma uno dei due lo tranquillizzo':
"Ci scusi... dobbiamo solo perquisirla, non faremo altro... Non e' permesso entrare nel perimetro armati."
Mikaijll li lascio' fare. Furono di parola: lo perquisirono e si allontanarono subito da lui.
L'altoparlante annuncio' che vi era uno sfidante nel perimetro. Il principe neoeletto si accorse finalmente di cio' che stava succedendo. Non fece una faccia allegra ma non si spavento'. Certamente avrebbe vinto. Non aveva riconosciuto Mikaijll che aveva la pelle abbronzata e sporca, la barba e i capelli lunghi.
Il presidente si infilo' l'elmo, sfodero' un bastone piombato irto di chiodi e decorato di diamanti. Mikaijll ascolto' cosa diceva l'altoparlante e finalmente anche lui capi' cosa stesse succedendo. Il presidente veniva avanti agitando lentamente il grosso bastone. Mikaijll resto' immobile.
Ci sono molti modi di combattere una battaglia, di affrontare un avversario. Si puo' attaccare, difendersi, contrattaccare, fuggire, fingere di arrendersi. Mikaijll non fece nulla, neppure quando il presidente si trovo' dinanzi a lui e alzo' il bastone e glielo calo' sul cranio.
Solo un istante prima che il legno irto di chiodi gli toccasse la testa, sfondandogliela sicuramente, Mikaijll scarto' di mezzo passo ruotando sul tallone sinistro. E' incredibile quanto tempo ci si metta a colpire un uomo, quanto poco se ne impieghi per schivare il colpo.
Mikaijll evito' il secondo fendente e il terzo. Mikaijll guardo' la situazione, gli pareva che qualche cosa gli sfuggisse. Come in quei momenti nei quali uno vede qualche cosa con la coda dell'occhio ma poi gira lo sguardo e non c'e' nulla. Forse era un topolino, forse una macchia di stanchezza sulla retina dell'occhio. Il monaco evitava uno dopo l'altro i colpi che Surry Magay sferrava insistentemente. Come puo' un uomo disarmato battere un uomo armato e protetto da un'armatura? Questo era il problema. Ma era poi questo il vero problema?
L'aria entrava nei suoi polmoni; li riempiva; l'ossigeno si scindeva, bruciava, si legava, si scatenava dentro di lui e lui pensava, vedeva immagini ed emanava calore. Mikaijll stava cercando di schivare i colpi, di prendere tempo e di ricacciare la paura del sangue, del dolore e della morte. Lui sapeva che, prima o poi, doveva morire. Tutti gli uomini lo sanno, mica come i cavalli e i batteri! Idioti convinti di essere immortali.
Mikaijll schivo' un altro colpo ma lo schivo' male: si trovo' un braccio aperto longitudinalmente. Il sangue gli colava giu' come i torrenti in primavera. E quello scemo bardato gli sorrideva in faccia, gia' pensava di aver vinto. Gia' lo vedeva: Mikaijll morto. Morto. Ma Mikaijll era nato per vivere, la vita era stata studiata apposta per lui. Infinite galassie c'avevano provato inutilmente: la vita.
Squarcio dell'istante nel nulla eterno della morte. Erezione fortunata. Fica pulsante. Bam di folgori ubriache. La morte, il niente, il vuoto si sono ritirati sconvolti di fronte a uno starnuto, una scoreggia, un passo. Piangete galassie. Lo spettacolo sconvolgente. Hollywood e' una quisquilia. La vita. Orgiastica. Mikaijll Kandinski, 63 chili. 4 colpi l'avevano gia' colpito quando lui capi' che non avrebbe potuto incassarne un quinto: aveva un braccio aperto in 2 punti.
Sangue dalla testa e dalla spalla. Dolore. L'enorme forza della vita lo pigliava alla gola. Se ne fregava del suo stupido cervello. Lo faceva soffrire. Mille turbine urlavano di dolore come sirene di fabbrica, come macchine cingolate che si distruggono l'un l'altra nel cervello bagnato dall'orrore della vista del sangue.
Mikaijll guardo' la situazione. La folla era sconvolta da quel duello con un duellante che veniva scannato senza opporre resistenza. Il vincitore, bardato di boria e borchie, si dava da fare per finire subito la partita. E lui, Mikaijll, era coperto di sangue. Gli serviva qualche cosa da fare, qualche idea, qualche soluzione, come nei films. Come nella vita, in effetti, che se uno e' a mal partito e non riesce a trovare un'idea che rivolti un po' le cose e' fregato.
Cosi' schivo' tre colpi, aspettando un fattore nuovo, perche' quelli vecchi gia' li conosceva e non gli servivano. Poi si accorse di quanto lui, il nemico, ci desse dentro nel colpirlo. Si vedeva che in ogni colpo ce la metteva tutta perche' voleva vincere: diventare il capo, super uomo, super Crow. E poi perche' anche a lui faceva un po' schifo tutto quel sangue che usciva dal corpo ferito di Mikaijll. Che in effetti anche i piu' cattivi sono un po' buoni e gli da' fastidio di stare li' a guardare, minutamente, gli scempi della loro cattiveria.
Mikaijll riusci', con uno sforzo disumano, a distaccarsi dalle grida ansiose del suo corpo che vibrava squassato dal terrore. C'era qualche cosa che gli sfuggiva ma non riusciva a coglierlo. Ma cosa poteva essere cosi' ambiguo da continuare a sfuggirgli? Egli vedeva tutto nitidamente: lui, la folla, l'uomo che tentava di ucciderlo. Se qualche cosa gli sfuggiva doveva essere qualche cosa di molto impalpabile, estremamente sottile, tanto da poter sfuggire ai suoi sensi. Il nulla, forse.
Il nulla penso' Mikaijll ecco cosa mi sfugge! Il nulla che permea tutto, che riempie lo spazio enorme tra un atomo e l'altro, il vuoto che unisce una galassia a un'altra. Il nulla che stava accucciato dentro di lui, dandogli ogni giorno la forza di esistere; come un sognatore che anima un immenso robot, nella propria fantasia... Un'identita' segreta, timida, debole... Ma nessuno puo' distruggerla. Tutta la ricchezza della materia non e' che un vuoto dibattersi; invece il nulla che vibra dentro Mikaijll, sognando di esistere, quello e' qualche cosa d'incorruttibile, possente e inarrestabile. Perche' la vita e' fascinazione e nulla e' piu' forte del desiderio e il nulla e' il piu' forte perche', non essendo proprio niente, desidera tutto con una forza non limitata da nessuna misura materiale.
E' il nulla che ti spinge a grandi imprese, a correre di notte tenendo la sua mano, a lavorare come un cane, a rialzarti quando sei gia' morto, a continuare a esistere in un mondo che non ti promette niente. Qualunque forza naturale si arrenderebbe, qualunque cellula cederebbe, qualunque atomo esploderebbe di fronte all'arrogante orrore che la vita staglia, a volte, sulla strada degli uomini.
Il nulla, no! Il nulla insiste, pazzo! Perche' nulla e' troppo poco per il nulla! Qualunque spiraglio di luce e' sufficiente. Il nulla e' piccolo, vuoto, parco, timoroso. Affamato. Cos'e' importante nel vaso, nella finestra, nella ruota? Non l'argilla ne' l'infisso ne' il cerchione. Quello che conta e' il vuoto nel vaso, il buco della finestra, il foro nel mozzo. Senza il nulla che c'e' dentro non c'e' cosa che abbia significato, che serva a qualche cosa, che esista. Togliete il vuoto tra gli atomi, lo spazio tra le galassie... cosa vi resta? Un sacchetto di sabbia morta.
Cosi' pensava Mikaijll mentre Surry Magay lo studiava per trovare il modo di infliggergli il colpo mortale. Il problema era, intanto, come sarebbe uscito di li'. Aveva due possibilita': vivo o morto. Avrebbe preferito uscirne vivo.
Guardo' Surry Magay e lo vide estremamente attaccato alla pienezza fisica del suo essere, estremamente pesante nel suo immenso distacco dalla divina nullita' che era in lui. Come puo' un uomo senz'armi vincere un uomo armato? Mikaijll penso' di fargli uno sgambetto. Attese che quello cercasse di colpirlo con la potenza e la decisione di chi sa che tutte le telecamere sono puntate su di lui, che tutte le televisioni di tutta la galassia stanno trasmettendo quel duello e che lui potra' solo vincere.
Surry Magay snocciolo' un colpo pesantissimo, Mikaijll lo schivo' e, facendolo, giro' su se stesso, avanzo' e uni' le sue mani a quelle del nemico che stringevano la mazza e uni' la sua forza a quella del colpo, aumentandola, tirando Surry Magay esattamente nella direzione nella quale egli aveva gettato tutta la sua energia. Continuo' a tirare in quel senso, sbilanciandolo, e quando l'ebbe sbilanciato continuo' a spingerlo sempre nella stessa direzione. Cosi' lo tiro' a terra e mentre quello cadeva gli afferro' il polso destro torcendogli il braccio e sollevandoglielo verso il cielo, di modo che la spinta della caduta di Surry Magay gli slogasse la spalla fino a rompergliela. Poi Mikaijll rialzo' l'avversario e gli diede un ceffone e gli chiese:
"Chi ha vinto, macaco?" E quello non rispose, con la bocca che sputava sangue. Mikaijll gli diede un'altro schiaffone.
"Chi ha vinto?" E l'altro, allora, disse:
"Tu."
E solo allora lo riconobbe. E senti' che qualche cosa gli si spezzava dentro. E Mikaijll lo lascio' cadere come un sacco di patate. Come una cosa passata e triste che bisogna lasciar cadere, lasciando a lei tutto il suo peso, cosicche' cada e si stacchi dalla nostra mente. La folla grido' e qualcuno disse:
"Uccidilo!"
E lui, Mikaijll si allontano' come se stesse facendo una passeggiata, ma lentamente. Cosi' Mikaijll vinse il presidente.