MORBIDE GALASSIE di Jacopo Fo - Capitolo 14
Inviato da Jacopo Fo il Mar, 04/18/2006 - 17:18MORBIDE GALASSIE
La vera storia di Mikaijll Kandinski, dell'invasione del mondo e dei mostruosi Crow
Capitolo 14
Sun Yatz Zen gli fece da guida in quell'immenso dedalo di corridoi scavati nella roccia. Il colore della pietra mutava costantemente dal rosa all'azzurro, al verde, al grigio, all'ocra, man mano che ci si spostava, salendo e scendendo scale e passaggi. A un certo punto giunsero a una grotta dal soffitto bluastro, fregiato da venature di rosso cupo, dalle quali pendeva una selva di frastagliamenti pietrosi che formavano un panorama di colline rovesciate. Mikaijll non avrebbe saputo dire quanto fosse grande quella grotta. La semioscurita' e l'ambiguita' delle ombre proiettate rendevano difficile la valutazione delle distanze. Sul fondo della grotta, appoggiata al centro, stava una strana costruzione, dalle forme arrotondate, costruita con un gusto vagamente orientale. Pareva una basilica giocattolo con una larga sezione centrale a cupola e due torrioni laterali piu' sottili. Sembrava il pezzo di un presepe realizzato con cartone semilucido sul quale col pennello fossero stati imitati gli screzi del marmo e dell'onice.
Mikaijll la guardo'. Gli sembrava di averla gia' vista altrove ma, anche se non sapeva dove, gli appari' strano che fosse cosi' piccola. Un movimento alla base della costruzione attiro' la sua attenzione e d'un tratto si rese conto delle reali dimensioni della cosa. Quei puntini che si intravedevano sotto quel tempio erano uomini. Loro si trovavano almeno a un chilometro da quella costruzione che era davvero enorme.
Mikaijll resto' per un attimo annichilito. Sun Yatz Zen sorrise avendo intuito il corso dei suoi pensieri.
"Uno strano effetto ottico..." disse.
"Indubbiamente" interloqui' Mikaijll. "La cosa piu' strana, comunque, e' che ora ho ancora piu' forte la sensazione di aver gia' visto questo posto, questa cattedrale... "
Sun Yatz Zen disse: "Lo so." E dal suo sorriso pareva che non sapesse solo quello ma ben altro, quasi non vi fosse nulla, sotto il sole, che lui non sapesse. Mikaijll era irritato dalla saccenza di quel gioco. Cominciarono a discendere, nella parte centrale della grotta, per poi risalire dal lato opposto e raggiungere il tempio davanti a loro. Mikaijll continuava a rimuginare sulla presunzione del suo ospite e decise alla fine di provocarlo con una domanda:
"Se veramente tu sai tutto, come mai non sai chi e' il capo dei Crow?"
"Sei tu che lo sai" rispose Sun. "Sei tu l'Uomo Taro. "
"Tu dici che io lo so. Ebbene, io non so di saperlo. Tu che sai tante cose, sai anche come fare a far si' che io sappia cio' che tu dici?"
Sun lo guardo' negli occhi con un sorriso soddisfatto e astuto: "Forse" ammise. "Forse lo so."
Non aggiunse altro e quella risposta sibillina non diede modo a Mikaijll di continuare la polemica cosi' proseguirono il cammino in silenzio. Mikaijll osservava la minuta vegetazione di muschio che ricopriva le pietre. Superato un costone di rocce giunsero a un inaspettato specchio di acqua scura nella quale il tempio si specchiava acquistando nel riflesso una lieve trasparenza. Un lago sotterraneo era apparso improvvisamente spuntando da dietro una roccia. Una barca li attendeva, una specie di gondola a un remo guidata da un giovane molto alto, con gli occhi azzurri e luminosi sotto il cappuccio giallo. Vestiva una spessa tunica a strisce verticali bianche, verdi e blu. Sul cuore spiccava il piccolo sole rosso simbolo di Sentiero Luminoso.
Appena la barca si stacco' dalla riva, nel silenzio immacolato della distesa d'acqua, uno sciacqui'o leggero si uni' a quello del remo della barca nell'acqua. Mikaijll si guardo' attorno e vide decine di barche uguali alla loro staccarsi dalla riva, ognuna guidata da un uomo con il cappuccio giallo e la tunica a strisce verticali bianche, verdi e blu. Su ognuna delle barche tre o quattro passeggeri, sontuosamente vestiti, con alti cappelli a tuba, a ventaglio, ovoidali, tuniche e mantelli ampi e lunghi tessuti e fibre vaporose, magnificamente trapuntate e arabescate che quasi rilucevano, specchiandosi nell'acqua.
La flotta avanzava in silenzio, immobile sulla pozza, austera; sulla prua di ogni barca brillava una torcia. Mikaijll resto' stupefatto da quella visione, dallo sfarzo di quei vestiti antichi e ancora una volta egli ebbe la sensazione di aver gia' visto quella scena. D'un tratto si rese conto, guardandosi in giro, che egli era l'unico, in quella coreografia iridata, a essere completamente vestito di bianco, cosi' come Sun Yatz Zen era l'unico a essere vestito di nero. Mikaijll istintivamente collego' il significato del colore bianco, la purezza, al ruolo della vittima sacrificale e questo lo fece sentire a disagio e gli provoco' un istante di terrore. Man mano che le barche attraversavano l'acqua Mikaijll si rese conto che le dimensioni della basilica erano ancora maggiori di quel che gli era sembrato; inoltre s'avvide che tutte le pareti dell'immensa grotta erano disseminate di ingressi, di gallerie e corridoi, passaggi, sentieri e scalette che si arrampicavano un po' dovunque e che, al momento, erano gremite da un'enorme folla che si dirigeva in fila indiana verso il tempio. Nello stesso modo, la riva del lago davanti a loro era coperta di gente, ordinatamente disposta in quadrati e lunghe file.
Volgendosi indietro Mikaijll vide che altre centinaia di barche solcavano la superficie del lago, formando un cuneo diretto al tempio, la punta del quale era la barca dove, in piedi, stavano lui e Sun Yatz Zen; Mikaijll alla vista di quella scena si risveglio' dallo stupore che lo aveva avvolto e con una voce abbacinata chiese a Sun: "Cosa succede? Cosa sta succedendo buon Dio? Che accade? "
Sun lo guardo' come se lo vedesse per la prima volta, poi con un automatismo freddo nella voce rispose:
"Il mondo e' in pericolo. Una volta ogni diecimila anni i demoni escono dagli atomi dove sono stati rinchiusi e i fratelli, candidi figli del Sentiero Luminoso, si riuniscono qui prima di affrontarli per ricacciarli nel nucleo infuocato della materia. Oggi si compira' il mito, sapremo se vincera' il bene o il male. Tutto dipende da te. Noi ti daremo la forza ma sarai tu a doverci dire in quale corpo umano alberga il re dei demoni."
Mikaijll lo guardo' esterefatto: "Come volete che io vi dica chi e' il cuore dei Crow se non lo so?"
In quell'istante la barca tocco' la riva e decine di mani tese lo presero, trascinandolo gentilmente sulla riva. Sun Yatz Zen disse: "Tu lo sai."
Ma Mikaijll non lo senti'; era immerso in quella folla osannante che lo carezzava e lo sospingeva mormorando- all'unisono un sommesso: "Ye, Oh, Ye, A, Oh!" che ripetuto da migliaia di bocche diventava una litania penetrante, ambigua e incomprensibile. "Ye, Oh, Ye, A, Oh!" Mikaijll era immerso in quella folla palpitante di emozioni, trasportato da centinaia di tocchi gentili sui duemila gradini che portavano alla basilica; la folla scandiva il tempo della litania agitando nell'aria grossi fiori gialli e rossi, branditi come bandiere.
Come in un rito prestabilito con grande esattezza, ognuno dei figli del Sentiero Luminoso si avvicinava a lui e lo toccava, allontanandosi poi, seguendo un movimento circolare, per cedere il posto ad un altro. Mikaijll era confuso, quasi spaventato, dall'ordine caotico di quella folla che lo circondava trasportandolo come gli ingranaggi di una gigantesca -macchina umana. "Ye, Oh, Ye, A, Oh!"
Continuavano a urlare tutti da tutte le parti, e solo avvicinandosi a lui si interrompevano per lanciare frasi gentili, piccoli auguri, teneri richiami: "Vai, fratello di luce" "Lunga vita a te" "Dolce rosa, salvaci" "Piccolo vento, la forza sia con te" "Innalzati, sorgente" "Ti amo, piccola speranza"
Era sconvolto da quei visi sorridenti e sconosciuti, dalla dolcezza dei loro gesti, dai baci delle ragazze, dal tiepido contatto coi corpi intorno a lui. E vi era chi gli faceva piccoli grattini sulla schiena, chi gli ravvivava i capelli, chi lo abbracciava, chi gli faceva spazio intorno per non soffocarlo, chi gli prendeva le mani portandosele al seno, chi lanciava profumi e petali di fiori e chicchi di riso.
Mikaijll giunse cosi' all'enorme portale, istoriato di sculture ornate di coralli rossi e ametiste, dove si narravano le gesta degli eroi delle mille battaglie, lungo la storia del mondo, nelle quali i figli del Sentiero Luminoso avevano lottato e vinto contro il male. Mikaijll era esterefatto, commosso, scioccato, perche' mai, in vita sua, aveva ricevuto tanto amore, tanta immotivata dolcezza. E penso' vi fosse un errore, uno stupido scambio di persona. Ed entrando nella basilica, immensa e gia' in parte gremita di folla, si trovo' davanti una parata di notabili vestiti in modo ancor piu' ricco, austero e fastoso degli altri. Davanti a tutti Sun Yatz Zen sorridente gli si avvicino' ponendo intorno alle sue spalle una stola bianca istoriata d'oro e di diamanti.
"Salve a te, perla di vita" gli disse. Mikaijll, imbambolato, ritrovo' la forza di reagire a tutta quell'estrema gentilezza e gli chiese: "Ma perche' proprio io? Ci deve essere un errore."
"Nessun errore" rispose Sun. "Tu sei Carhat. Tu sei la reincarnazione di Oschuri il Salvatore. Tu sai, tu torni ogni diecimila anni a salvare il mondo. Lode a tutta la tua carne."
Mikaijll avrebbe voluto ribattere, confutare quelle parole, ma la folla amorosa, come una grande gatta in calore, non gli diede tregua sospingendolo innanzi mentre i notabili lo avvicinavano compiendo un rito di vestizione, ponendo sul suo capo un alto cappello papale bianco, cingendo il suo collo di pendagli e i suoi fianchi di cinture e poi bracciali, mantelli di seta, anelli alle dita e inondandolo ancora di profumi e di essenze.
Mikaijll piangeva, squassato da tutta quell'emozione, dal dubbio e dal desiderio di soddisfare le richieste di quella folla senza sapere come fare. Alla fine giunse sull'altare in fondo alla basilica, rialzato, posto alla fine di un'altra scalinata. E su quell'altare si trovo' improvvisamente solo, attorniato infinitamente da quella folla osannante che si accalcava tutt'intorno restando qualche metro discosta da lui.
Il salmodiare dei fedeli si fece piu' alto, sempre piu' forte, piu' ossessivo ed egli ne era sventato, sbattuto come un'aquilone nella tempesta, incapace di agire o pensare, sopraffatto, gettato in una angoscia inesistente. La testa gli girava leggera e non sentiva ormai piu' nulla. Alla fine, cercando di arrestare quell'uragano di sentimenti, levo' le braccia al cielo per chetare quel turbinante insieme umano. A quel gesto il salmodiare ritmico si ruppe in esilarante, gioioso, isterico esplodere di grida che avrebbero fatto rodere di invidia la piu' eccelsa delle rock-star. Quell'urlo unanime e compatto lo investi' come una bordata di artiglieria palpitante, scaraventando la sua anima oltre la sua mente. Vide se' stesso a quel party prima che i Crow iniziassero a picchiarlo. E allora capi' e la sua testa esplose ed egli comincio' a parlare nell'antica lingua delle madri.
"Schumhe' sai aie', ore'do sche'o the schuma oie Kai de fe'i un cha, bakdram sai sche' unnka mau sidde' Kanfra'! "
La folla deflagro' in grida bestiali, alti si'bili e suoni talmente sconnessi da non essere umanamente credibili. Mentre Mikaijll sveniva, afflosciandosi compitamente, tutto si scateno' in un delirio collettivo. La gente si strappava via i capelli o le vesti, si rotolava, saltava, strisciava, strillava, correva, si dimenava, rantolava, graffiava, sputava, crollava, cantava in un turbinare ossessivo e bestiale di gesta incoerenti. Un manipolo di uomini scelti tra i piu' massicci e decisi, avvolti in pesanti armature di cuoio borchiato, si lancio' sull'altare afferrando Mikaijll per evitare che fosse divorato dalla folla ansimante. E, mentre Mikaijll veniva portato fuori a braccia, quello scatto di isteria collettiva si stemperava piano piano in una colossale, grandiosa, stupenda orgia collettiva, dalla quale si sprigiono' tanto piacere da minacciare di far crollare l'intera basilica.