Uova fresche dal Centro Ghélawé
Inviato da Cacao Quotidiano il Ven, 08/31/2007 - 17:43Squilla il telefono, il chiamante non e' riconosciuto, alzo la cornetta: "Bonjour Simone, je suis Bissiri'...". E' Bissiri, il mio fornitore di batik, nonche' amico. Stacco il cervello italiano e comincio a parlare in francese. Mentre mi saluta faccio mente locale e mi rendo conto che sta chiamando dal Burkina Faso e che la cosa gli costera' un occhio della testa.
Mi chiede degli ultimi batik, mi racconta che e' stato al suo villaggio natale e ha fatto altri riti propiziatori per la nostra salute e perche' le vendite possano essere alte, poi mi annuncia che a dicembre, inshallah, si sposa.
Mi sta invitando al matrimonio, ma a dicembre non potro' essere in Burkina Faso, gli spiego che arrivero' ad aprile, ma come sono contento... Bissiri si sposa! Vuol dire che lui e la sua bellissima compagna stanno bene e che forse in questi anni sono riusciti a mettere via qualche soldo.
Non sono mai stato a un matrimonio burkinabe', ma se ai funerali suonano e danzano per due giorni, immaginatevi cosa puo' succedere a una festa nuziale.
Vorrei dirgli che gli portero' un gran regalo di nozze, ma il mio francese e' stato colto troppo di sorpresa e incespico, alla fine gli dico "felicitazioni" (complimenti) per un centinaio di volte.
In questi ultimi mesi la mia vita e' cosi': in poche frazioni di secondo passo dall'aggiornamento di un blog, al preoccuparmi di come maturano le zucchine e il mais al Centro Ghélawé, in Burkina Faso.
Un momento sto guardando in televisione un programma sulla chirurgia estetica, l'attimo dopo arrivano le pagelle dei bambini del villaggio di Loto che stiamo facendo studiare.
Ricevo mail che mi propongono bizzarri metodi per allungare il pene e mail che mi annunciano la gravidanza dell'asina.
Fra i componenti del gruppo ci si scambiano informazioni del tipo "le caprette ci fanno ciao" e probabilmente e' vero!
Da qualche tempo, nella nostra casa africana, si affrontano i problemi piu' svariati: un giorno si rompe la lavatrice, l'altro piove all'interno.
A volte mi ritrovo anche a pensare al passato, in particolare agli aratri a trazione animale o alle vecchie ricette per preparare la passata di pomodoro.
Mi sento un po' schizofrenico, diagnosi confermata anche dal fatto che spesso parlo di agricoltura e allevamento, da solo.
Faccio di tutto per non guarire. Raccolgo soldi, faccio propaganda per 6 ragazzi (4 uomini e due donne) che in Burkina Faso stanno portando avanti il progetto con ottimi progressi. Piantano, raccolgono, seccano e conservano, allevano, si prendono buona cura di 200 alberi. Durante il periodo estivo hanno infatti piantato 100 nuovi alberi di Teck, una specie africana in via di estinzione che produce un legno molto resistente. Se nei villaggi ci sono case in terra e legno che sono in piedi da secoli, e' merito del Teck.
La produzione di uova al Centro Ghélawé e' in costante aumento (e i proventi della vendita vanno a finanziare la cooperativa dei polli, creata e gestita dai ragazzi stessi).
Ci chiedono i granai per conservare il mais, il miglio e i cereali che raccoglieranno finita la stagione delle piogge e gia' sognano la stalla per i maiali.
Mi piace credere che nella loro testa si sia accesa una candela di creativita' (niente lampadine in Burkina Faso). Forse abbiamo finalmente attirato l'attenzione dei burkinabe', gli anziani del villaggio starebbero organizzando gruppi di lavoro per aiutarci e presto dovremmo poter contare anche su un "comitato di sostegno" (fisico e morale), 4 uomini e 4 donne, che si occupera' di organizzare e gestire le varie attivita' del Centro, far conoscere il progetto, organizzare i corsi, far funzionare e tenere in piedi la baracca.
Verra' il giorno in cui noi dovremo aver finito il nostro lavoro li' e il primo Centro Ghélawé dovra' camminare con le proprie gambe.
Ultime novita'
Oltre ad aver iscritto al secondo anno di elementari i 25 bambini del villaggio di Loto, da ottobre finanziamo anche l'istruzione di altri 30 bambini, 15 sempre del villaggio di Loto, 15 del vicino villaggio di Bamako.
Molti di questi nuovi trenta sono orfani, problema che ci e' stato sollevato nientepopodimenoche dal direttore della scuola, il quale ci ha fatto notare come un orfanello non abbia nessuna possibilita' di studiare, a meno che non crescano i soldi negli alberi. Questa volta l'albero e' uno di quelli del Centro.
Inizieremo la costruzione dei granai subito dopo la stagione delle piogge, settembre/ottobre, mentre per la porcilaia ci vorra' un po' piu' di tempo, in quanto l'allevamento dei maiali non e' cosa semplice, richiede una struttura studiata, uno spazio adeguato, recinti, concimaia.
Grazie al camion che abbiamo acquistato, a settembre porteremo giu' alcune macchine da pasticceria per la lavorazione del burro di karite'. Nascera' cosi' il primo laboratorio per la lavorazione del karite' dell'intera zona, un ambiente che sara' organizzato per fare meno fatica e risparmiare tempo e che verra' tenuto costantemente pulito e controllato.
E' in programma l'acquisto di qualche pannello solare fotovoltaico (per evitare di dover accendere il generatore diesel).
Volete contribuire? www.centroghelawe.org