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LIBRI: La Verita' nascosta sul petrolio - Eric Laurent

Cari Lettori,
questa settimana vi presentiamo un libro di Eric Laurent, giornalista, scrittore e politologo, edito da Nuovi Mondi Media e dal titolo "La Verita' nascosta sul petrolio".

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Georges Clemenceau, alla fine della Grande Guerra, predisse: "D'ora in poi una goccia di petrolio varra' piu' di una goccia di sangue". Il petrolio e' diventato la chiave del nostro benessere e della nostra prosperita', la sua esistenza condiziona il nostro futuro e la nostra sopravvivenza. Ciononostante, tutto cio' che lo riguarda da sempre viene celato o distorto. Al termine di un'inchiesta durata diversi anni e realizzata grazie a indagini svolte in tutto il pianeta sui retroscena del mondo petrolifero, Eric Laurent con "La verita' nascosta sul petrolio" riporta le rivelazioni stupefacenti del suo lavoro:

- Le contraddizioni dello shock petrolifero del 1973 e il relativo raggiro architettato delle compagnie petrolifere e dai paesi produttori;
- Le confessioni del capo nazista Albert Speer sul ruolo cruciale giocato dal petrolio nelle politiche di Hitler;
- La frode legale che permette alle compagnie petrolifere Usa di essere esonerate dalle imposte federali, garantendo loro profitti spropositati;
- Come il petrolio saudita ha provocato il crollo dell'Unione Sovietica. In che modo gli Usa hanno convinto l'Arabia Saudita ad aumentare in maniera massiccia la propria produzione per far crollare i prezzi a danno di Mosca;
- La dimostrazione di come i dati diffusi riguardanti le riserve mondiali siano falsi e di come i paesi produttori e le compagnie petrolifere riescano a manipolare le cifre;
- La sconcertante ipocrisia dei paesi consumatori nel protestare contro i rialzi del greggio - in quanto, in realta', ne beneficiano (in Francia, considerando l'IVA, il 75% del prezzo di un litro di benzina va in tasse);
- Come l'Arabia Saudita, primo produttore mondiale di petrolio, sta esaurendo i propri giacimenti. E' il segreto di Stato piu' gelosamente custodito: i sauditi sostengono di poter garantire un approvvigionamento da qui a trenta o quarant'anni, quando in realta' in circa tre-quattro anni le loro scorte saranno pressoche' esaurite;
- La verita' su come un agente della CIA, la cui identita' e' stata rivelata dalla Casa Bianca perche' il marito si era opposto alla guerra in Iraq, ha spiato i sauditi raccogliendo dati sulla loro realta' capacita' produttiva - gli stessi che l'amministrazione Bush ha voluto a tutti i costi occultare;
- Come l'amministrazione Bush ha pianificato, fin dal suo insediamento alla Casa Bianca, nel gennaio del 2001, l'invasione dell'Iraq. Una commissione segreta sull'energia predisposta dal vice-presidente Cheney ne ha stabilito tutti i dettagli; l'11 settembre e' servito come pretesto per l'intervento militare. I report che questa commissione e' stata costretta a rendere pubblici hanno mostrato una cartina dell'Iraq dove 8 zone di sfruttamento erano state tracciate proprio a fianco della frontiera saudita;
- In che modo Bush e i suoi alterano i rapporti sulla gravita' dei rischi climatici a favore dei giacimenti delle compagnie petrolifere;
- Le confidenze rilasciate dal consigliere del presidente cinese in merito alla sicurezza nazionale e all'energia, e tutti i rischi di un'eventuale "guerra delle risorse" con gli Stati Uniti.

"La verita' nascosta sul petrolio" si rivela cosi' un libro fondamentale in un periodo in cui l'emergenza petrolifera sta raggiungendo livelli senza precedenti. Basti pensare che, ormai, per sei barili di oro nero che ogni giorno vengono consumati nel mondo soltanto uno ne viene estratto.

Introduzione
Il 31 gennaio 2006, mentre il prezzo del petrolio (la cui quotazione era aumentata piu' del 12% dall'inizio dell'anno) raggiungeva i 68,25 dollari al barile, gli undici ministri dell'OPEC, a Vienna, hanno pubblicato un comunicato lapidario. In quel frangente hanno deciso di mantenere costante il loro livello di produzione nonostante il vertiginoso aumento della domanda. La spiegazione con cui hanno giustificato il mantenimento dello status quo sembra del tutto plausibile: i prezzi elevati del petrolio garantiscono guadagni record.
La verita' e' che le ragioni di tale scelta sono esattamente opposte: se i membri dell'OPEC hanno deciso di mantenere inalterato il livello di produzione e' perche' semplicemente non sono piu' in grado di aumentare i loro rifornimenti. Le loro riserve (comprese quelle dell'Arabia Saudita, primo paese al mondo nella produzione del petrolio), ampiamente sopravvalutate, in realta' sono in via di esaurimento. Una realta' volutamente occultata. I paesi produttori, le compagnie petrolifere e i governi degli stati consumatori, o almeno di quelli a conoscenza dei fatti, stanno cercando di nascondere la verita' a ogni costo per evitare le disastrose conseguenze economiche e psicologiche che una notizia di questo genere potrebbe avere.
I membri dell'OPEC e anche altri paesi produttori di petrolio stanno attraversando un silenzioso declino. E lo stanno facendo nel momento peggiore: l'esaurimento delle risorse disponibili coincide con una crescita dei consumi senza precedenti. E senza che esista alcun rimedio. Stiamo ormai vivendo l'ultimo atto di un'opera "piena di frastuono e di furore", che ha avuto inizio circa un secolo fa e che e' stata messa in scena all'insaputa di tutti.
Il mondo del petrolio e' da sempre dominato dall'opacita' e dalla disinformazione. Tendiamo a dimenticarci del potere che, grazie ai bassi costi d'estrazione e agli straordinari benefici che produce, possiede questa materia prima.
Il petrolio ha consentito una crescita della societa' senza precedenti e ha plasmato il nostro agiato stile di vita. Eppure i consumatori, nonche' cittadini, non hanno mai avuto accesso alla piu' piccola porzione d'informazione e di verita'. Questo libro, frutto di piu' di trent'anni di ricerche e d'interviste, vuole svelare alcuni segreti accuratamente celati all'opinione pubblica.
Sin dall'inizio degli anni '70 ho capito che il petrolio era stato uno degli elementi chiave dei grandi conflitti del XX secolo. Grazie a due incontri di cui racconto in questo libro - il primo, nel 1972, con un dirigente nazista, e il secondo, nel 1974, con un ex Primo Ministro britannico che fu il braccio destro di Churchill - ho compreso realmente quanto sia stato determinante il ruolo del petrolio durante la Seconda Guerra Mondiale.
Durante il primo shock petrolifero del 1973, ho scoperto un Occidente incredulo e spaventato, che sembrava vacillare e temeva di essere privato del suo potere... e dei suoi privilegi. I paesi produttori di petrolio apparivano come i vincitori. Un'illusione tanto breve e infondata quanto la paura manifestata dall'Occidente. Il primo libro che ho pubblicato, nel 1975, fu il risultato di diverse interviste con uno degli artefici delle statalizzazioni petrolifere in Iraq, Libia e Algeria.
Negli anni seguenti, ho assistito spesso alle riunioni dell'OPEC e ho incontrato i principali attori di questo "grande gioco": presidenti di compagnie, speculatori, capi di stato come Gheddafi, Saddam Hussein, lo Scia' dell'Iran e colui che provoco' la sua caduta e il secondo shock petrolifero, l'imam Khomeini, allora in esilio in un piccola villa a Neauphle-le-Château.
Un giorno, uno dei miei interlocutori mi ha detto scherzando: "Il mondo del petrolio e' dello stesso colore del liquido tanto ricercato: nero, come le tendenze piu' oscure della natura umana. Suscita bramosie, accende passioni, provoca tradimenti e conflitti omicidi, porta alle manipolazioni piu' scandalose". Ho potuto verificare nel tempo che queste affermazioni erano del tutto fondate e quanto mai attuali. In un momento in cui dobbiamo prepararci non tanto all'aumento del prezzo del petrolio quanto piuttosto alla sua mancanza, continuo a stupirmi di certi comportamenti.
All'inizio del secolo, l'Iran e l'Iraq, prima di divenire stati sovrani, non erano che delle gigantesche concessioni petrolifere che fornivano dei benefici "eccezionali", come scrive un azionista dell'epoca, ai consorzi che le sfruttavano.
L'intervento militare americano in Iraq nel 2003 e la conseguente conquista dei giacimenti petroliferi del paese seguono la stessa logica. Bush e Cheney, da quando hanno assunto i loro attuali ruoli, si sono preoccupati innanzitutto della sicurezza energetica degli Stati Uniti e delle opportunita' che l'Iraq poteva offrire al riguardo, piuttosto che della minaccia terroristica.
(Febbraio 2006)

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