Ribellione spirituale

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Viviamo in un'allucinazione collettiva.
La gente non vive veramente

AAA Progetto autoimpresa rivoluzionaria offresi. (Parte prima, imprese commerciali)

Due righe di preambolo per evitare malintesi.
Oggi vi propongo alcune idee. Di quelle semplici che ti permettono di cambiare il mondo. Quantomeno il tuo.
Da 25 anni Alcatraz offre progetti rivoluzionari chiavi in mano.
Siamo quello che gli economisti di grido chiamano un incubatore di nuove idee e nuove imprese. Quindi attenzione: siamo bravi a costruire progetti non a realizzarli. Ma lo scopo di questo ponderoso documento non sta solo nelle proposte concrete che contiene ma nel fatto che l’insieme delle proposte avanzate, se fossero realizzate, disegnerebbero uno scenario per il Movimento ecopacifista estremamente più evoluto.
Ho pensato cioè di riassumere le mie riflessioni sulle esigenze del Movimento traducendole in progetti concreti. Credo che sia un modo più corretto di avanzare una proposta perché la mostra già calata in una realtà.

La prima parte di questo documento è dedicata alle imprese rivoluzionarie professionali (proposte rivolte a persone che vogliono inventarsi un lavoro che sia contemporaneamente un’azione politica).
La seconda parte è dedicata alle attività militanti (basate su lavoro non retribuito).

Indice

Parte prima azioni rivoluzionarie professionali.

Settore internet
Progetto 1
Servizio scambio banner-visibilità tra siti alternativi (con portale).

Progetto 2
Servizio informazioni di ogni tipo. Ricercatori su commissione.

Settore consociazione degli acquisti.
Progetto 3
Creare una piattaforma di contratti consociati.

Settore ecotecnologie
Progetto 4
Creare un’azienda di grandi dimensioni che offra interventi di risparmio energetico chiavi in mano (attività di connessione tra imprese e marketing).

Settore ecoimmobiliare
Progetto 5
La Città Verde

Parte seconda: attività militanti
(Questa seconda parte è pubblicata nel post successivo
post successivo.)

Progetto 6
Un nuovo modo di fare politica. Perché non possiamo più utilizzare la forma partito.

Progetto 7
Diventare Corrispondente della Libera Università di Alcatraz.
Si tratta del modo più semplice di collaborare concretamente alla Rivoluzione Culturale Planetaria (ovviamente se non pensi che siamo maniaci depressivi compulsivi e quindi potenzialmente pericolosi). (Dove si spiega anche perché mi son messo a scrivere questo progetto e quale è il mio ruolo individuale e quale è quello di Alcatraz in tutta questa storia)

Parte prima: azioni rivoluzionarie professionali.

Settore internet
Progetto 1
Servizio scambio banner-visibilità tra siti alternativi (con portale).
Questo progetto non richiede mezzi economici particolari ma un alto livello di professionismo.

Crediamo che darebbe grande impulso alla comunicazione delle nuove idee creare un portale di connessione tra i siti e i blog già esistenti in modo da offrire un punto di selezione e connessione. Una specie di piazza della cultura alternativa.
Spina dorsale del progetto è un servizio di scambio banner automatico che permetta di conteggiare il numero dei banner scambiati creando una super strada che unisca i siti alternativi.
Gli utili dell’impresa deriverebero da una tassa in banner pagata, da chi aderisce allo scambio, al portale che offre il servizio.
Attualmente è attivo www.networketico.com che raccoglie alcune migliaia di aziende, professionisti, associazioni e operatori del settore alternativo. Questo sito-database potrebbe offrire un punto di partenza.

Progetto 2
Servizio informazioni di ogni tipo. Ricercatori su commissione.
Il mondo,le associazioni, gli imprenditori, le amministrazioni, i singoli cittadini hanno bisogno di informazioni. Orientarsi è un problema sempre più strategico nel mondo moderno. In Usa esistono già agenzie che forniscono risposte. Un operatore raccoglie la domanda e la sottopone a un organismo che, settore per settore, valuta la possibilità di offrire una risposta. Se la domanda viene accettata si stabilisce un prezzo, se il cliente lo accetta ottiene la risposta in un tempo prestabilito.
Abbiamo stretti rapporti con un’azienda che da decenni fornisce consulenze legali, commerciali, notarili per architetti ecc. E abbiamo anche raccolto in questi anni contatti con specialisti di chiara fama in molti settori.
Inoltre esistono in rete enormi risorse in questa direzione alle quali però arriva solo chi è capace di muoversi agilmente.
Quello che manca è un’azienda che organizzi il tutto e gestisca i contatti.
Questo progetto prevede una certa quantità di fondi iniziali per superare la fase di avviamento. Indispensabile però prevedere un consistente investimento pubblicitario iniziale.
A favore il fatto che l’investimento, dopo l’avvio, è tutto in lavoro essendo l’impresa completamente immateriale.
Lo scopo di questa impresa è di socializzare le informazioni di alto livello. Rendere disponibile al Movimento informazioni corrette che permettano di sviluppare attività limitando i costi di errori e disinformazione.

Settore consociazione degli acquisti.
Progetto 3
Creare una piattaforma di contratti consociati.
Di questo progetto parliamo da anni. Alcuni passi sono stati fatti come il contratto di telefonia etica (www.commercioetico.it).
Ma certamente iniziano a essere mature le condizioni per ripartire da dove noi siamo arrivati e organizzare una card collettiva che dia accesso a un vasto pacchetto di servizi. Ovviamente per iniziare una simile impresa servono esperienza nel settore contratti e trattative e mezzi economici per guadare la fase iniziale di spese senza profitti, che non sarà certo breve. Di contro le reali prospettive sono notevoli. La nostra esperienza, estremamente difficoltosa, nel settore può evitare alcuni errori primari nei quali siamo già cascati noi. Comunque prima o poi, o in un modo o nell’altro, è da qui che il movimento deve passare. Non ci sono scorciatoie e i vantaggi sarebbero immensi.
Sul cuore dell’idea ripubblico qui un articolo uscito su Cacao parecchi anni fa. E’ assolutamente attuale. Forse troppo.

Buone notizie!
La borghesia ha perso il potere!!!
(ma nessuno lo ha ancora trovato)

Il primo indizio che qualche cosa di grosso è cambiato nel mondo l’ho avuto anni fa quando la Fiat ha lanciato sul mercato la Duna che doveva essere uno dei modelli di punta della casa torinese. Ma il pubblico, chissà perché, ha contraddetto il parere dei più pagati esperti di marketing. “La Duna fa schifo!” Ha mormorato qualcuno e alla fine solo pochissimi eccentrici l’hanno comprata. E l’hanno comprata non perché pensassero che fosse bella ma proprio perché era talmente brutta che è diventata un simbolo dell’anticonformismo più selvaggio e autolesionista.
Fu allora che mi chiesi:”Ma com’è che Agnelli, con tutti i soldi, gli appoggi e i mezzi di comunicazione che ha al suo servizio, non è riuscito a convincere tutti che la sua nuova auto è un capolavoro?”
Sicuramente si sarà incazzato di brutto:”Ma come!?! Sono il più potente degli italiani e questi pezzenti si permettono di avere gusti diversi dai miei?”
Perché a lui, pover’uomo, la Duna piaceva tantissimo.
Ma non ci sono stati cazzi e alla fine l’Avvocato ha dovuto cedere e smettere di produrre quello schifo, rimettendoci una quantità tale di soldi che per consolarsi ha chiesto un mutuo allo stato: 30 mila miliardi da restituire in 30 anni al tasso agevolato dell’1% annuo. A quei tempi l’inflazione stava al 17%.
Aver fermato il nucleare in Italia, e aver ucciso la Duna sono sicuramente le due più grandi vittorie ottenute dal movimento progessista negli ultimi 30 anni.
Ma la Duna non fu il solo disastro che colpì i signori del mondo.
La Ranx Xerox e l’Ibm e tutti i colossi che dominavano il mondo dell’elettronica negli anni ‘70 sono ancora lì che piangono per via che si sono fatti fregare alcune centinania di milardi di dollari solo perché non avevano previsto che milioni di persone avrebbero desiderato possedere un personal computer e poter ricevere e-mail pornografiche.
E dopo l’affare del pc hanno mancato quello di internet.
Oggi tra gli uomini più ricchi del mondo siedono molti che sono diventati multimilardari perché hanno avuto un’idea geniale e l’hanno saputa sfruttare. A volte non era neanche un’idea tanto geniale, solo una furbata come fregare alla Ranx Xerox l’idea del mause, delle icone e dei menù a scomparsa (vedi la storia di Bill Gates).
Tutti gli ultimi 20 anni sono costellati di storie, legate al mondo dei pc, dei software e di internet. Giovani di belle speranze hanno costruito fortune immense inventando programmi, portali, motori di ricerca, chat, forum, mailing list.
I grandi gruppi si sono lasciati fregare 99 volte su cento da microaziende gestite da universitari in piena esplosione ormonale.
In tutta la storia del mondo non è mai esistito un periodo nel quale così tante persone siano diventare super ricche in così poco tempo partendo da un garage e un migliaio di dollari.
Ma la capacità di capire il mercato non ha reso multimiliardari solo coloro che si sono dedicati ai computer. Nel settore della finanza è successo lostesso. All’inizio le grandi banche non capirono assolutamente che cosa era diventata la borsa dopo l’informatizzazione dei meccanismi di acquisto e vendita.
Anche qui manager con la bocca che sapeva ancora di latte si sono fatti avanti con idee strepitose e hanno spennato i grandi gruppi che dominavano il mondo.
La situazione è ormai talmente ingovernabile che un ragazzino di 15 anni inglese è riuscito a guadagnare 800 mila dollari in pochi mesi facedo girare e-mail che predicevano l’esplosione delle quotazioni delle azioni che lui aveva preventivamente comprato.
Una buona fetta degli uomini che oggi sono tra i più ricchi del pianeta non hanno mai prodotto nulla in vita loro, si sono limitati a dare la caccia alle informazioni finanziarie, elaborarle e poi utilizzarle per decidere che azioni comprare. Oppure sono semplicemente diventati bravissimi a far circolare informazioni positive su azioni che avevano comprato. Il crollo di decine di giganti come la Enron dovrebbe far capire qual è l’attuale livello di incontrollabilità del mercato.
Il fatto che nella super aristocrazia dei mega ricchi (parliamo di quelli che guadagnano centinaia di milioni di dollari all’anno) siano entrati centinaia di nuovi personaggi sbucati dal nulla è molto interessante. La mistica borghese narra da due secoli la storia del capitalista che si è fatto da solo. Ma fino agli anni ottanta si trattava in realtà di casi sporadici. E per lo più chi si era arricchito lo aveva fatto in modo più o meno criminale.
A partire dagli anni ottanta assistiamo alla caduta di interi imperi finanziari che non sanno aggiornarsi e capire i gusti del pubblico e le nuove domande del mercato e questi retrogadi vengono sostituiti da geni rampanti che intuiscono le mode e i bisogni, e sono bravissimi a assecondarli.
Questo fatto ci pone una prima domanda epocale: “Si può ancora parlare di potere assoluto di una casta di capitalisti quando buona parte di questi si fanno fregare il posto da una masnada di arricchiti?”
Per un secolo e mezzo il ricambio al vertice della piramide sociale è stato minimo. Sono poche centinaia le famiglie che si sono spartite il grosso della torta dall’invenzione del motore a vapore a oggi.
E molte di queste famiglie erano già ai vertici della piramide quando per essere potenti bisognava avere il sangue blu.
Ora converrete che se un gruppo di uomini ha il potere sul mondo ci tiene a conservarlo. Certo è sempre esistita la possibilità che un gruppo di potenti faccia fuori un altro gruppo di potenti. Ma per farlo dovevano camminare sui loro cadaveri. La grande novità della nostra epoca è proprio che quelli che stanno in cima alla piramide non riescono più a impedire che altri prendano il loro posto perché il potere non è più determinato dalla forza militare o dalla semplice ricchezza ma dalla capacità di prevedere i gusti dei consumatori.

In certe situazioni i consumatori hanno determinato cambiamenti enormi imponendo al mercato prodotti che non erano proposti da gruppi economici ma dai consumatori stessi.
L’esempio più eclatante di questa nuova possibilità è Linux. Si tratta di un sistema operativo (che è il modo nel quale un computer di lavora, il programma di base) inventato da un ragazzo, una decina di anni fa. Era un sistema operativo molto migliore di Windows ma questo genio si rese subito conto che lo strapotere di Bill Gates e le sue politiche monopoliste, gli avrebbero impedito di arrivare al mercato. E inoltre lui aveva realizzato solo il cuore del sistema di elaborazione dei dati; per rendere appetibile il suo sistema per milioni di persone avrebbe dovuto sviluppare tutte le applicazioni specifiche (programmi di scrittura, contabilità, navigazione su internet ecc compatibili con quel sistema operativo). Per farlo servivano risorse economiche immense. Allora ebbe un’idea rivoluzionaria. Egli mise il suo programma a disposizione, gratuitamente, su internet, chiedendo a chiunque lo utilizzasse di regalare a sua volta le applicazioni che aveva elabrato. Nel giro di pochi anni Linux è diventato enorme con migliaia di pezzi aggiunti via via da chi lo utilizza e costantemente aggiornati e perfezionati da migliaia di programmatori volontari. Oggi Linux è l’unico sistema operativo al mondo a contrastare potentemente il monopolio di Windows. Lo usano il 20% dei server e milioni di utenti. Inoltre recentemente il governo tedesco lo ha scelto per i computer di tutta l’amministrazione pubblica ed è diventato lo standard ufficiale dei computer venduti in Cina.
Non è un evento di poco conto e non è neppure un caso isolato.
L’invenzione da parte di un altro ragazzo di un sistema di scambio di file musicali ha messo in ginocchio le case discografiche.
La diffusione dei sistemi di connessione a internet e alla rete telefonica tramite reti di trasmettitori radio stà ottenedo un risultato ancor più travolgente. Con antenne che costano poche centinaia di euro, si permette a chiunque si trovi nel raggio dell’antenna di connettersi gratuitamente ad alta velocità a internet e di telefonare.
Città come Los Angeles o San Francisco sono quasi completamente servite da una rete di qualche centinaio di antenne che connettono quotidianamente migliaia di persone. E le grandi multinazionali che hanno speso miliardi per le connessioni telefoniche e le fibre ottiche sono ora nel panico.
E va nella stessa direzione anche la scatola che registra i programmi televisivi e ti permette di saltare la pubblicità e vedere quel che vuoi, quando vuoi…
Le moderne tecnologie permettono ai consumatori di affrancarsi dai prodotti imposti dalle grandi multinazionali e trovare vie efficenti, economiche indipendenti e autogestite.
E quando questo succede i signori del mondo possono solo piangere sul denaro perduto e mettersi a produrre quel che i consumatori esigono. L’alternativa è farsi spazzare via da qualcuno capace di rispondere alla domanda di merci diverse.
Non c’è via di scampo. E questo è il cuore della nuova natura del potere oggi nel mondo.

Per millenni i vertici delle società guerriere e schiaviste hanno mantenuto il potere grazie sostanzialmente alla loro forza militare. Se non volevi sottostare al potere dell’imperatore dovevi avere un esercito più forte del suo sennò eri morto.
L’avvento della borghesia è stato determinato dall’invenzione della macchina a vapore. Improvvisamente la pura forza militare di un esercito dipendeva dalla capacità di produrre armi tecnicamente migliori in quantità maggiori.
In una guerra i fabbricanti d’armi e i banchieri che li finanziavano erano diventati più importanti dei generali e del coraggio dei loro soldati.
Ma lo sviluppo delle tecnologie ha spostato il fulcro dell’attività economica dalla capacità di produrre alla capacità di vendere.
L’era post industriale è contraddistinta da una capacità di produrre ormai enorme, i magazzini sono pieni, ci sono troppe merci prodotte e non ci sono più compratori sufficenti. Serve chi sappia aumentare il numero dei compratori.
Vince chi è capace di capire cosa produrre e come venderlo.
E’ la durissima legge della domanda e dell’offerta. Quando non c’è più domanda di macchine da scrivere la tua capacità di offrirle sul mercato è zero. O hai i computer o non vendi niente.
Quando i computer arrivarono sul mercato gli industriali che ancora producevano macchine da scrivere dovettero letteralmente buttarle via tutte.
Posso essere l’imperatore ma non ho in nessun modo il potere di imporre ai consumatori di scrivere come voglio io.
Se hanno visto un computer lo vogliono. Non esiste potere al mondo che possa andare contro una decisione dei consumatori.
Il che vuol dire che oggi i consumatori sono più potenti degli uomini che stanno in cima alla piramide del potere?
Da una parte possiamo dire di sì dall’altra parte possiamo rispondere di no.
Il mondo è tuttora in mano dei signori che stanno in cima alla piramide. I mercanti d’armi, i trafficanti di petrolio, e alcuni gruppi finanziari costituiscono la lobby più potente e riescono a rallentare i tempi di crescita delle tecnologie ecologiche, rovinare i contadini poveri con dazi e speculazioni sulle materie prime, accaparrare aree commerciali, miniere e giacimenti di petrlio. Controllano le televisioni, i giornali, i governi. Fanno affari con la mafia, strozzano la concorrenza, organizzano guerre e trattati commerciali, disegnano gli oleodotti che attraverseranno il mondo e brevettano il dna della gente, e delle piante.
La loro forza è immensa. E sembra proprio impossibile che i consumatori riescano realmente a unire il propio potere d’acquisto individuale e trasformarlo in potere economico. Troppe barriere di tipo culturale impediscono la presa di coscienza delle potenzialità. Ma è una questione di cultura. Solo di cultura. Una gabbia costituita da punti di vista distorti ci impedisce di vedere che siamo liberi. Le catene sono state spezzate, i carcerieri sono fuggiti…Ma questo discorso sembra solo una follia osservando come milioni di persone sono alienate da questo sistema di valori perverso.
Ma resta comunque il fatto che ormai i signori del mondo non possiedono più un dominio incondizionato sull’umanità.
Essi non comandano più schiavi, sudditi o sterminate moltitudini di salariati pezzenti.
Oggi i consumatori possono comprare o non comprare.
I potenti del mondo pagherebbero qualunque cifra per poter fare quel che vogliono senza rendere conto a nessuno. Invece devono vivere costantemente collegati ai dati di vendita con l’ansia che li divora ogni volta che viene fuori qualche fenomeno che i loro specialisti (come al solito) non hanno previsto. Ma è vita questa? Neanche una guerra la possono fare senza tenere gli occhi incollati ai sondaggi d’opinione.
I consumatori sono terribili: comprano e votano.
Ma le due azioni non sono equivalenti. Il vero potere non sta nel voto ma negli acquisti.
Per cambiare qualche cosa con il voto devi conquistare più del 50% degli elettori.
Ma basta che il 5% dei consumatori decida di non comprare più un prodotto per scatenare il caos.
Il danno costituito dalla diminuzione delle vendite è limitato ma ha un effetto collaterale spaventoso. Il fatto che una multinazionale sia sotto boicottaggio rischia di creare nervosismo tra i piccoli investitori e spingerli a abbandonare il titolo. E se loro lo vendono subito li segue l’esercito di quelli che giocano in borsa seduti in pigiama davanti al pc. Anzi alcuni iniziano a scommettere pure che quell’azione crollerà ancora. Così il panico si diffonde nelle banche che decidono anch’essi di vendere e a quel punto il titolo stà precipitando. Le multinazionali sanno che esiste questo rischio. Ed è per questo che il boicottaggio di un’azienda si è rivelato un tipo di lotta tanto efficace.
Lo si è sperimentato più volte con successo: contro la Nike, la Glaxo, la Del Monte e parecchie altre aziende che hanno capito che conveniva venire a patti e accettare le richieste dei consumatori.
Ma ancora oggi il Movimento non ha messo al centro della sua strategia il potere che ci viene dal nostro essere dei consumatori. Non si crede che sia possibile convincere tante persone a realizzare selte così complesse.
Ma che alternative abbiamo?
Il voto? La guerra civile? L’opposizione non violenta? Lo sciopero? I cortei? I convegni?
A quali risultati ci ha portato ultilizzare questi sistemi di lotta per 40 anni?
La sinistra è allo sbando perché la sua azione politica è inconcludente.

I potenti del mondo stanno in cima a questa folle piramide insanguinata senza più avere il modo per contrastare il potere dei popoli.
La sterminata massa dei consumatori senza nome è più potente di tutto il loro denaro e dei loro eserciti. Non serve ne ucciderli ne confiscare i loro beni. E’ sufficiente smettere di comprare i loro prodotti. Un’azione semplice e indolore.
Un’azione che è assolutamente legale.
Elementare.
Anche un vecchio può schierarsi in prima fila in questa battaglia e fare più danni di un atleta palestrato. Puoi camiare il mondo anche se non riesci a fare le scale. Finchè sei vivo compri qualche cosa e finchè compri qualche cosa puoi fare danni.
E’ un’azione che oggi ci sembra impossibile perché troppo complessa da pensare. Inimmaginabile mettere d’accordo tanta gente…
Eppure il nuovo mondo, il mondo migliore è lì, a portata di mano e resterà steso sulla carreggiata della storia, alla mercè di questa lobby di petrolieri, fino a quando la gente non capirà che nessun esercito può marciare contro i consumatori che non vogliono più lavarsi i denti con la Pasta del Capitano perchè preferiscono il dentifricio “Furia Operaia” alla menta piperita prodotta dal commercio equo e solidale.
Ma oltre alla possibilità teorica oggi abbiamo anche l’urgenza economica.
E’ una fase di gravissima crisi economica e i salari sono sempre più rosicchiati nel loro potere d’acquisto. Parallelamente la qualità di molti prodotti e servizi offerti dal mercato è in caduta libera: mucca pazza, pollo scemo, Coca Cola al topicida…
La consociazione degli acquisti potrebbe innanzi tutto permettere ai consumatori di sviluppare enti di controllo e di certificazione simili a quelli messi in atto da Altroconsumo. Si consociano gli acquisti per risparmiare e per essere sicuri della qualità dei prodotti.
Ma su questo fronte la consociazione degli acquisti potrebbe ottenere un altro vantaggio enorme. Oggi ci sono centinaia di innovazioni tecnologiche che farebbero risparmiare milioni, ogni anno ai consumatori.
Ad esempio grazie alle nuove tecnologie i costi del servizio telefonico sono crollati per le aziende ma i consumatori hanno avuto sconti molto relativi. E non tutti li hanno ottenuti.
In Italia ad esempio abbiamo tariffe di telefonia e connessione a internet che sono svariate volte maggiori di quelli pagati dagli utenti Usa.
La convenzione di telefonia proposta dal sito alcatraz.it e quella proposta da altroconsumo.it hanno dimostrato che un gruppo di consumatori che si consociano riescono a ottenere condizioni eccezzionali. Addirittura potremmo dotarci di connessioni telefoniche tramite una rete di antenne autogestite (che potremmo installare rispettando semplici criteri che le rendono innoque per la salute).
Vorrebbe dire avere una rete telefonica indipendente e risparmi strabilianti. Impossibile? Troppo ambizioso? La Banca dei Poveri del Bangladesh lo ha fatto già da anni riuscendo a offrire telefonia a basso costo in 36 mila villaggi e diventando così la seconda compagnia di telefonia cellulare del paese Hanno così dato lavoro a 36 mila donne, per lo più anziane o invalide, che ora vendono telefonate grazie alla dotazione di un cellulare e di un pannello solare per ricaricarlo (visto che là non c’è corrente elettrica). E hanno creato questa impresa quando ancora non esistevano le tecnologie di connessione antenne-internet che ora esistono e che sono più efficenti e molto meno costose.
Cosa succederebbe se il Movimento scegliesse di impegnarsi veramente in questo campo spostando qui l’adesione di massa che si è vista nei cortei per la pace?
Se i consumatori si uniscono e razionalizzano i loro consumi possono ottenere risparmi a catena. Il prezzo di un prodotto è determinato solo in minima parte dal suo costo di produzione materiale. Al costo iniziale di materie prime e lavorazione si sommano i costi di gestione, pubblicità, vendita, trasporto, stoccaggio ecc. Se i consumatori si consociano possono ottenere prodotti al prezzo “costo vivo”. La pubblicità non serve più, la rete di vendita è costituita dai consumatori stessi e quindi smette di essere un costo, i trasporti possono essere ridotti razionalizzando i punti di rifornimento e i tempi delle consegne possono essere scaglionati, evitando lo stoccagio. Pensare di poter acquistare le merci migliori sul mercato al 50% del loro prezzo corrente è assolutamente realistico anche calcolando un costo per l’organizzazione degli acquisti collettivi.
Ma se si sviluppasse realmente un simile movimento si otterrebbbe anche un ulteriore effetto.
Esiste un gruppo di nuove tecnologie ecologiche che sono ormai sperimentate da anni e che hanno dimostrato efficienza e affidabilità.
Queste invenzioni sono boicottate dalle grandi multinazionali in ogni modo.
Il controllo delle fonti energetiche è l’ultimo vero potere che resta nelle mani dei signori del mondo.
Vi ricordate la storia della fusione fredda? Coprirono di ridicolo per anni questa scoperta accusando quei poveracci che l’avevano realizzata di essere dei truffatori. Ora, dopo poco più di 10 anni la fusione fredda è una realtà indiscussa. Ancora non ha un utilizzo pratico è vero. Ma ormai è chiaro che è stata affossata per parecchi anni solo perché era un’invenzione commercialmente pericolosa. E ancora nessuno stà investendo in modo sufficiente in ricerche su qusto argomento. E’ più urgente costruire portaerei che consumano mille litri di gaslio al minuto.
Ci sono centinanai di altre innovazioni che hanno raggiunto l’efficienza ma che non vengono usate o si impiegano solo in alcune zone del pianeta. In Germania hanno dieci volte più pannelli solari che in Italia. E noi abbiamo molto più sole di quanto ne godano i tedeschi…
E la regione italiana dove sono concentrati il maggior numero di pannelli solari è il Trentino Alto Adige dove sono per lo più tedeschi. E’ una questione razziale?
Gli italici sono coglioni?
L’auto ad aria compressa, i carburanti alternativi, i rotori e le torri a vento, le microturbine, gli impianti di cogenerazione di elettricità e calore, di fitodepurazione dell’acqua, di compostaggio dei rifiuti organici, i motori a idrogeno, sono poco o per niente utilizzati solo perché i petrolieri hanno paura che si compri meno petrolio.
Lo sanno anche loro che oggi abbiamo la tecnologia per sostituire i combustibili fossili in dieci anni, con fonti rinnovabili. Ma cercano di resistere. Ogni anno che guadagnano sono miliardi di dollari che si mettono in tasca.
La rivoluzione dei computer non colpiva direttamente gli interessi effettivi della lobby che comanda sul mondo.
Le tecnologie ecologiche sì.
E’ una partita grossa, una partita vitale.
I consumatori teoricamente potrebbero consociarsi e diventare i finanziatori e i compratori di queste nuove invenzioni.
Nel momento in cui questo avvenisse i signori del petrolio si troverebbero sbalzati fuori dal vertice della piramide come successe ai produttori di macchine da scrivere quando arrivò il pc.
Allora ci resterebbe da fare i conti soltanto con i mercanti di armi. Ma a quel punto il 34% dei consumatori avrebbe un conto bancario etico e milioni di persone si rifiuterebbero di comprare azioni o prodotti di chiuque sia implicato in qualunque modo nella produzione di armi.
Quando il genere umano ti mette sotto embargo economico non puoi resistere.
Tocca che ti metti a produrre cannoni antigrandine e a trasformare i cingolati in trattori. Oppure ti estingui.

Settore ecotecnologie

Progetto 4

Creare un’azienda di grandi dimensioni che offra interventi di risparmio energetico chiavi in mano.
Il progetto che presento qui è molto ambizioso. Nel frattempo stiamo lavorando per la realizzazione di un elemento iniziale.
Con Maurizio Fauri stiamo tentando di organizzare una specie di consorzio che permetta a chi realizzi investimenti medio piccoli di accedere ai soldi provenienti dagli accordi di Kyoto (certificati bianchi e verdi). Un discorso complesso. In pratica chi oggi mette un pannello solare (o converte un bosco a alto fusto) avrebbe diritto a prendere dei soldi da grandi aziende e stati che non rispettano gli obiettivi di Kyoto (come l’Italia). Esiste cioè un mercato di questi certificati ecologici ma solo chi ha speso molto può avere interesse a seguire tutte le pratiche necessarie per ottenere questi soldi. Ecco quindi l’idea di centralizzare queste pratiche burocratiche rendendole così accessibili a tutti. Il progetto prevede poi di coinvolgere associazioni e gruppi locali nella diffusione di questo servizio offrendo in cambio una percentuale sul compenso richiesto dai tecnici per le pratiche. In questo modo otterremmo di far amare dalla gente il Movimento (perché ti fa avere dei soldi che non vedresti mai) e contemporaneamente offrire una robusta fonte di autofinanziamento per le associazioni.
Ci stiamo provando…
Qui di seguito invece trovi il Grande Progetto.
Un modello di marketing “in profondità” per le ecotecnologie

Sunto

Siamo alla ricerca di una società capace di fornire managment e mezzi finanziari necessari a creare un coordinamento tra realtà esistenti, allo scopo di offrire proposte globali chiavi in mano nel settore delle ecotecnologie.
Alcatraz si propone come consulente nella fase iniziale e offre la rete di relazioni nel settore fin qui sviluppata, con studi professionali e aziende di altissima qualità.
In una successiva fase Alcatraz sarebbe interessata a gestire la comunicazione del progetto.

Premesse

La rivoluzione del risparmio energetico è iniziata e come le precedenti (informatica e telecomunicazioni) costituirà una potente occasione per imprese che sappiano cogliere le possibilità di questo mercato.
La rivoluzione delle ecotecnologie ha, però, una differenza fondamentale: la complessità! Il pc e la telefonia mobile ponevano all’utente finale problemi di una certa complessità rispetto ai mercati tradizionali in quanto se da un lato richiedevano necessariamente di apprendere l’uso delle nuove tecnologie, dall’altro, viceversa, all’atto dell’acquisto di ogni componente la scelta era relativamente semplice.
 Chi, invece, vuole ottenere un soddisfacente risparmio energetico deve affrontare una complessità dei problemi e delle scelte tecnologiche ben maggiore. La domanda poi è molto diversificata e variegata. Il prodotto finale (l’isolamento di un immobile o l’installazione di un nuovo tipo di riscaldamento) richiede, quindi, l’intervento di un consulente.
L’investimento necessario alla conversione ecologica è decisamente più cospicuo e richiede l’uso di sistemi di finanziamento più complessi (ad esempio la rateizzazione agganciata al risparmio ottenuto con il sistema delle Esco/acquisto dello spreco).
Nella rivoluzione delle ecotecnologie sarà ancor più determinante la capacità di offrire al cliente finale un pacchetto globale comprensivo di: consulenza iniziale,
progettazione operativa,
scelta dei fornitori,
gestione dell’intervento,
finanziamento,
assicurazione dell’impianto,
gestione burocratica e degli incassi derivati da certificati bianchi e verdi e eventualmente di altri vantaggi correlati al risparmio energetico,
verifica dell’efficienza,
assistenza e monitoraggio.
A questo va aggiunta, nel caso di aziende, la gestione della possibilità di trarre dall’uso delle ecotecnologie anche una ricaduta di immagine. Questo puo’ avvenire attraverso l’acquisizione della possibilità di usare, nella comunicazione dell’azienda, un marchio di garanzia-qualità ecologica noto e capace di diventare un valore aggiunto per l’immagine dell’azienda stessa.

La filosofia del progetto
Nelle precedenti rivoluzioni tecnologiche abbiamo visto come i gruppi che hanno ottenuto i maggiori profitti sono stati quelli che hanno fatto dei nodi di complessità il loro punto di forza. Nella rivoluzione dei computer sono state le aziende che producevano i softwares (complessi ma immateriali) ad ottenere i maggiori vantaggi. Ugualmente chi fornirà strumenti che permettano di gestire in modo semplice il rapporto con la parte fisica degli interventi di ecoristrutturazione otterrà il maggior vantaggio.
Nella rivoluzione delle ecotecnologie la concorrenza tra le diverse aziende non passerà certamente per una comunicazione sul marchio. La gente non comprerà quella marca o quell’altra ma sceglierà sulla base della semplicità, della convenienza e delle garanzie offerte sul pacchetto globale di ristrutturazione.
Questo, tra l’altro, in un mercato caratterizzato da una miriade di aziende specializzate ognuna in un settore specifico e molto ristretto (isolamento termico, caldaie, doppi vetri, pannelli solari…).
Insomma siamo di fronte a un mercato che attualmente è come se vendesse i componenti dei computer pretendendo che ognuno sappia cosa gli serve per costruirsi un pc e come deve montarlo. Chi riuscirà a vendere il computer già assemblato sbaraglierà la concorrenza.

Il progetto
Costituire una società che si avvalga della consulenza di ingegneri e ricercatori per selezionare le migliori offerte sul mercato costituendo un marchio di qualità che identifichi un insieme organico di proposte tecnologiche.
Si passerà quindi a contrattualizzare il rapporto con le singole aziende produttrici che stabilisca percentuali su ogni vendita effettuata.
Sarà poi possibile rendere maggiormente competitivo questo settore essenziale integrandolo con un gruppo di ricerca che si occupi di monitorare e testare le tecnologie più innovative disponibili in altri paesi e non ancora in Italia. Questo aspetto è particolarmente importante perché la dinamica del mercato delle ecotecnologie è caratterizzata da un’enorme varietà di proposte tecnologiche che provengono spesso da ricercatori con mezzi scarsissimi e con gravi difficoltà nel rapportarsi con il mercato, il che offre la possibilità potenziale di firmare contratti di distribuzione esclusiva di tecnologie estremamente competitive.
Dal momento che la realizzazione di impianti dipende non solo dalla tecnologia impiegata, ma anche dalla qualità dell’istallatore, si dovranno anche qui stringere accordi con le aziende migliori sul mercato, selezionandole con molta cura. Questo probabilmente è il passaggio più delicato di tutta l’operazione. Aggiudicarsi la collaborazione di installatori e artigiani capaci è difficile proprio perché la realizzazione dei progetti è esposta in modo maggiore alle varianti dell’errore umano. Inoltre attualmente c’è una grande penuria di manodopera specializzata in questo settore.
Stringere accordi con studi di engineering e con gli uffici progettazione delle aziende che forniscono le tecnologie e strutturare un sistema di progettazione degli interventi e di revisione finale che minimizzi la possibilità d’errore.
Raggiungere un accordo con consulenti finanziari e banche per il finanziamento ratealizzato dell’investimento.
Il passaggio successivo sarà quello di costruire un sito internet dove i naviganti potranno ottenere in modo automatico un primissimo check-up energetico in grado di diagnosticare grossolanamente l’entità dello spreco, gli interventi più elementari e di ipotizzare alcune tipologie di interventi complessi, costi, sistemi di finanziamento, risultati economici (softwares di questo tipo sono già utilizzati dalle aziende di engineering che collaborano con noi ma necessitano di un interfaccia più semplice che sia accessibile per l’utente finale).
Formare un gruppo di operatori in grado di gestire una serie di softwares in grado di fornire al cliente progetti e preventivi di massima più raffinati di quelli forniti dai softwares automatici. Questi operatori faranno anche da interfaccia per chi non è in grado di utlizzare i softwares autogestiti.
Strutturare una campagna di promozione e un portale web che siano megafono di questa proposta e fulcro della comunicazione e dei primi contatti con l’azienda.
Questo portale potrà anche contenere un web negozio che offrirà la possibilità di acquistare alcuni prodotti elementari (lampadine, riduttori per l’acqua, pannelli isolanti da sistemare dietro i caloriferi, filtri per ridare un buon sapore all’acqua del rubinetto ecc) eventualmente utilizzando una partner ship con www.commercioetico.it che già fa parte del nostro network.

Strategia dell’impresa
Il modo più efficiente e economico di organizzare un’azienda capace di affrontare un tale livello di complessità è quello di ridurre al minimo la struttura interna che sarà sostanzialmente solo un centro di management con funzioni di connessione e coordinamento tra una serie di realtà esistenti, selezionate sulla base dell’esperienza e dell’affidabilità.
La situazione può essere riassunta da un semplice schema (ovviamente alcune funzioni potranno essere accorpate in un unico referente qualora se ne presenti la possibilità).
Aziende produttrici
Consulenti tecnologici/
autorizzazioni burocratiche/
certificazioni
Scouting di nuove tecnologie
Consulenti finanziari/
banche
Management
Installatori/
assistenza agli impianti/
monitoraggio risultati
Punto info/
contatto con i clienti/
gestione portale informativo/
comunicazione
Amministrazione

La nostra proposta
Dopo 25 anni di esperienza nel settore della comunicazione e sperimentazione delle ecotecnologie la Libera Università di Alcatraz può offrire una rete di contatti consolidati e verificati con piccole aziende specializzate nel settore tecnologico e della progettazione (certificazione compresa), consulenza bancaria, vendita via internet, call center e comunicazione.
Inoltre Alcatraz ha rapporti consolidati di patnership con associazioni del settore come Lega Ambiente in grado di offrire certificazioni di qualità ampiamente riconosciuti.
Tutte queste entità sono già state contattate e da tempo collaborano proprio allo scopo di individuare un soggetto in grado di fornire il management e i mezzi necessari per connettere queste entità indipenti focalizzate sul proprio corebusiness, fornendo il collante organizzativo che unifichi tutti gli elementi già operanti e il sale della comunicazione e di una struttura di marketing.
Siamo quindi in grado di fornire un punto di partenza avanzato per lo sviluppo di questo sistema di vendita che possa rispondere globalmente alla domanda di ecotecnologia invece di vendere un solo pezzo per volta.
Alcatraz si candida a realizzare una consulenza che offra un piano dettagliato e tutte le informazioni e le referenze sulle aziende selezionate.
Referenze
La Libera Università di Alcatraz ha sperimentato l’installazione di un piccolo impianto fotovoltaico nel 1981.
Da allora non solo abbiamo installato molte ecotecnologie, ma abbiamo contribuito alla diffusione dell’idea del risparmio energetico e alla conoscenza delle tecnologie ecologiche.
Siamo stati i protagonisti della diffusione del biodiesel, abbiamo lanciato una campagna vincente per ottenere l’aumento delle quote di biodiesel detassate da 100 a 300 mila tonnellate. Dopo le leggi restrittive imposte dal governo Berlusconi abbiamo fatto conoscere la possibilità dell’uso dell’olio di colza.
Abbiamo poi organizzato una campagna di informazione sui pannelli solari termici selezionando le migliori offerte sul mercato, fornendo informazioni su finanziamenti e agevolazioni fiscali e supportandone la diffusione con corsi di formazione per installatori. Abbiamo, infine, promosso la collaborazione tra diverse piccolissime aziende contribuendo così allo sviluppo di una rete di installatori che oggi copre quasi tutta Italia.
Dopo aver testato l’efficienza dei riduttori di flusso per l’acqua calda li abbiamo messi sul mercato a un prezzo ribassato riuscendo a proporli in decine di comuni, convincendo le amministrazioni e i consorzi energetici (ad esempio in Emilia Romagna) a regalarli ottenendo così crediti energetici. Questo approccio ha avuto un enorme successo e ha portato alla distribuzione gratuita di almeno 4 milioni di riduttori e altrettante lampadine a basso consumo e lunghissima durata.
Abbiamo poi favorito la nascita del Coordinamento dei Comuni Virtuosi, un gruppo di amministrazioni pubbliche impegnate nella razionalizzazione del consumo energetico.
Abbiamo coordinato la nascita del progetto del comune di Padova che ha scelto di tagliare i costi energetici affrontando tutti gli aspetti del problema con la consulenza di un gruppo di ingegneri. L’intervento ha già ottenuto un taglio di 2 milioni di euro di costi annuali ed è il primo intervento di questo tipo in una città grande come Padova.
Nel 2005 il comune di Padova ha ricevuto il premio dell’amministrazione pubblica per il miglior risultato nel settore della razionalizzazione e del risparmio.
Settore ecoimmobiliare
Progetto 5

La Città Verde
Il successo della proposta di Alcatraz come centro vacanze e centro culturale ci ha portati a progettare l’ampliamento dell’attività nel grande parco da noi acquistato. Si tratta di un’area di grande pregio, riconosciuta dall’Unione Europea come sito di interesse comunitario, costituita per lo più da boschi (querce, ornielli, aceri e faggi) e oliveti, magnificamente esposta a sud e protetta dalle montagne verso nord, situata a un’altezza tra i 300 e i 500 metri sul livello del mare.
L’idea è quella di creare un nuovo centro salute e benessere, dotato di piscina con acqua a 34 gradi, palestra, centro estetico, spazi per massaggi, trattamenti estetici e visite specialistiche di medici e terapisti delle diverse correnti mediche. Cibo sano, intrattenimenti comicoterapeutici, sport e vita all’aria aperta. Vorremmo che fosse una struttura versatile, che si rivolgesse a un target più alto di quello al quale attualmente si rivolge Alcatraz (pensiamo a tariffe intorno ai 140 euro al giorno, per la pensione completa). Immaginiamo una struttura che dedichi poi spazi particolari dell’anno a un’offerta più accessibile economicamente (intorno agli 80 euro al dì), rivolta a gruppi e in particolare ai portatori di handicap.
Una tale struttura potrebbe poi essere aperta a meeting aziendali e corsi di formazione. E che sia una specie di centro espositivo delle ecotecnologie.
Ogni cosa, dai mobili ai cibi del ristorante, dovrebbe avere una sua carta di identità etica e dovrebbe essere presente in un Catalogo della Città Verde. Si tratterebbe cioè di un luogo che oltre a offrire ospitalità e attività culturali e fisiche sia un luogo di diffusione dei prodotti alternativi e delle logiche che ci stanno dietro. Una dimostrazione pratica del fatto che etico e bio sono meglio da tutti i punti di vista, estetica compresa. Un villaggio dell’arte e dell’utopia. Un luogo che oltre a essere fisico potrebbe avere un suo doppio sul web con la possibilità di una visita alla Città Verde Virtuale in 3D e la possibilità di seguire in teleconferenza cosi e eventi culturali.
Abbiamo già ottenuto l’inserimento del progetto nel nuovo piano regolatore di Perugia, che è già stato approvato. Vi si contemplano 1.850 metri quadrati di nuove costruzioni, la classificazione di due casali come strutture turistiche e un campeggio con 50 piazzole.
Attualmente la porzione di proprietà dove sono dislocati queste autorizzazioni è costituita da due milioni e 700 mila di metri quadrati di terreno (per lo più boschi), 6 immobili rustici allo stato di ruderi, un immobile già ristrutturato e funzionante, uno di nuova costruzione quasi ultimata e 5 ruderi), altre costruzioni minori e cubature concesse dal nuovo piano regolatore di Perugia per un totale di più di 6000 metri quadrati.
Negli ultimi 15 anni, da quando la proprietà è stata acquistata, sono state apportate migliorie sui terreni, 32 ettari sono stati rimboschiti, piantati a tartufaia 2 ettari, realizzati 10 chilometri di strade, 2 invasi per l’irrigazione, portata elettricità, acqua e telefono (26 linee telefoniche ad alta velocità).
Non abbiamo i mezzi per sviluppare questo progetto quindi vogliamo cedere la proprietà mantenendo eventualmente una funzione di consulenza.
attenzione, due chiarimenti.
Questo progetto non riguarda la Libera Università di Alcatraz che continuerà a offrire il tipo di ospitalità spartana e a basso costo di sempre. Si tratta di case che si trovano dentro il parco di Alcatraz ma non dell'attuale struttura di ospitalità. Ad alcuni amici è sembrato strano che noi si progetti un'altra struttura con prezzi più alti del solito. Il motivo è che non è pensabile che degli investitori mettano denaro in un progetto che non ha i numeri per remunerare l'investimento stesso. I costi di Alcatraz sono così bassi proprio perché rinunciamo a priori ad avere un utile dal denaro investito inizialmente per le strutture.

La seconda parte di questo articolo sulle: attività militanti è pubblicata nel post successivo.)