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MORBIDE GALASSIE di Jacopo Fo - Capitolo 16

MORBIDE GALASSIE
La vera storia di Mikaijll Kandinski, dell'invasione del mondo e dei mostruosi Crow

Capitolo 16

Cosa c'e' di buono nella vita? Questo si chiedono tutti. I monaci cercano di abbandonarla come fosse una nave in fiamme, i laici cercando di depredarla come fosse una diligenza piena d'oro. E intanto la vita non abbandona i santi e continua a tentarli con la sua sensuale bramosia. E l'oro non puo' saziare lo spirito degli uomini ma solo accenderli d'ansia e d'invidia, in quanto l'oro e' immortale mentre gli uomini muoiono come mosche. Se la vita avesse un senso, un motivo di essere, uno scopo, allora forse si potrebbe trovare un modo di capirla e viverla in pace. Neppure questo c'e' nella vita. E chi si e' illuso di averla capita resta poi scottato perche' la vita soprattutto e' mutevole, in modo imprevedibile e costante, e nessuna teoria puo' penetrare la sua continua sconclusionatezza.
Cosi' gli uomini e le donne si aggirano vinti per la vita, affascinati talmente da essa che, pur non riuscendo a viverla non riescono a smettere di vivere. E di fronte agli orrori della vita, travolti, si chiedono se vi sia qualche cosa di buono in essa. Le margherite forse. E di certo le fragole sono buone e l'acqua fresca in estate. E se foste un viaggiatore, proveniente da un'altra dimensione, l'universo vi apparirebbe esteticamente molto bello.
La vita e', infatti, bellissima, come la piu' bella delle donne e mai, neppure quando diventa crudele, cessa di essere estremamente bella. Belli i tramonti, i fucili, le ferite nella carne, le menzogne e i funerali. Tutto puo' togliere la morte alla vita, tranne la seducente bellezza, perche' pure morire, alla fine, e' un evento che esprime un'estrema, sconcertante bellezza. La grandiosita' dell'ultimo istante prima del niente, l'irripetibilita' dell'ultimo gesto prima che la nulliscente marea dell'inanimato, per un istante perforata, torni a sommergere il tutto.

Mikaijll non riusciva a morire. Non gli importava piu' niente dei Crow, del pianeta, dei suoi fianchi, del suo sesso impossibile, della vita, del segreto di viverla. Solo vedeva l'ostinata disperazione che gli rodeva l'anima e gli squassava i tendini. La vita, per quanto tremenda possa essere, lascia sempre aperta, come ultima possibilita', la morte. Il che ridimensiona qualunque sofferenza perche' la sofferenza, per sua stessa natura, e' destinata a finire.

La vita a volte e' un caos bestiale e un uomo si trova legato a un muraglione di pietra e l'universo si scaglia contro di lui sotto forme orribili e ovunque guardi ogni cosa e' fuori posto e gli alberi mordono le formiche e il cielo e' sgradevole da guardare. Non vi era piu' nulla di cui egli fosse convinto. Se un passante lo avesse fermato per chiedergli un'informazione, qualunque informazione, egli non avrebbe saputo rispondere. Mikaijll non riusciva a morire.
Improvvisamente privato del suo diritto piu' inviolabile, la sua ultima speranza, Mikaijll giudico' che la vita fosse una truffa bestiale. Che valore poteva avere l'universo immenso se non gli era concesso di andarsene? Quale bellezza resta bella se lo spettatore non ha modo di smettere di guardarla? Chi poteva avere avuto l'idea cosi' orribile e spietata di impedirgli la morte? E l'ira gli riempi' il corpo e la mente visto che non aveva avuto la sua vita e visto che non possedeva neppure la sua morte. Egli si scaglio' contro quell'orribile realta' che lo circondava da tutti i lati con l'intenzione di distruggerla, di spezzarla, di romperla, di abbattere quella forma pomposa e multicolore, quella lussureggiante natura delle cose. Cosi' comincio' ad avanzare nella direzione del sole distruggendo tutto quanto gli si parava davanti, spaccando, sfrangendo, divellendo, sradicando, spappolando, frantumando, sconnettendo, schiacciando, stritolando, polverizzando, mandando in pezzi. Avanzava come un bulldozer tritatutto, come un arsenale di demolizioni, squartando, riducendo ogni cosa ai suoi fondamenti minimi, omogeneizzando ogni elemento come un gigantesco frullatore esasperato.
E Dio onnipotente, creatore e signore del cielo e della terra, lo guardo' negli occhi e gli parlo':
"Mikaijll, Mikaijll Kandinski, perche' distruggi il mondo che io ho costruito col sudore dei millenni e la fatica di infiniti giri di atomi e viaggi sterminati su minuscole particelle rotanti e infinito dolore di parti e germinazioni e fusioni ed eventi chimici? Chi sei tu per decretare la fine della mia opera? Chi sei? Che vuoi?"
E il monaco lo guardo' negli occhi e degluti' davanti al divino splendore ma questo non attuti' la sua ira e gli disse, quasi urlando:
"Dio, ho dedicato la mia vita alla ricerca del giusto, al sacrificio del corpo, mai ho calpestato formica senza dispiacermene, sempre ho onorato il Creato! Eppure sono stato strappato dalla mia vita e ora neppure la morte mi e' concessa e io resto prigioniero di questa insulsa tua creazione; io sono quello che ti chiede: "Chi sei? Che Vuoi?" Io sono quello che vuole sapere il senso della tua opera!"
"Ma veramente, Mikaijll, tu pensi che un Dio non conosca limiti di alcun tipo? Veramente credi che io abbia potuto scegliere la forma dell'universo senza tenere conto dei vincoli irrinunciabili di una creazione vivente? Io sono il creatore di tutto cio' che vedi. Questo e' il mio potere immenso ma non avrei potuto creare altro che non fosse questo, null'altro che fosse migliore di questo! Avrei potuto scegliere di non creare, questo si', di non costruire uccelli, fiori, tramonti e galassie. Ma tu credi che nei fantastilioni di megamiliardi di ere nelle quali sono esistito, solo, nell'incommensurabile nulla, io non mi sia chiesto se qualche cosa sarebbe stato veramente meglio di niente? Credi che sia stata immediata la scelta di innescare la scintilla che si sarebbe evoluta nell'inestricabile fluire degli eventi? Ma tu, piuttosto, piccolo uomo... cosa credi? Vorresti veramente non essere esistito mai? Mai... nell'esagerata, inosservabile, vastita' del tempo? Mai apparire, tu, sulla buccia increspata di un pianeta verde, mai vedere nulla, mai sentire, mai essere? Dimmi Mikaijll, tu cosa vorresti? Se vuoi posso cancellare i tuoi ricordi banali, fare sparire te dal principio alla fine, eliminarti dal novero delle possibilita', cancellarti, come tu non fossi mai esistito. Mai nato, mai vissuto, mai morto. Dimmi solo una parola, Mikaijll, e io ti accontentero' e tu non sarai mai esistito, non sarai mai stato nulla, non avrai mai sentito nessuna sensazione, ne' buona, ne' cattiva. Parla, Mikaijll, e avrai quel che tu vuoi."
Mikaijll lo guardo' e tacque. Cadde per terra e comincio' a piangere e Dio, l'immenso creatore, si allontano'.