MORBIDE GALASSIE di Jacopo Fo - Capitolo 11
Inviato da Jacopo Fo il Mar, 04/18/2006 - 17:11MORBIDE GALASSIE
La vera storia di Mikaijll Kandinski, dell'invasione del mondo e dei mostruosi Crow
Capitolo 11
Teoricamente era possibile togliersi un Crow dalla testa, una volta che ce ne si fosse stancati (cosi', almeno, garantivano tutte le ditte che commercializzavano i Crow) ma, in effetti, non era certo che i meccanismi "leva-Crow" (che le stesse ditte produttrici producevano e che avevano la forma di un casco da motociclista) funzionassero realmente bene.
La ditta si incarico', innanzi tutto, di alcuni esperimenti, usando personale esterno e in effetti sembrava che i leva-Crow funzionassero ma si rompevano spesso. Non davano la certezza di essere completamente efficienti, ne' che avrebbero continuato a funzionare, nel caso la popolazione portatrice di Crow decidesse di farvi ricorso in massa.
Fu cosi' che la ditta incentro' la sua attivita' nella progettazione di un leva-Crow che offrisse le migliori garanzie; sarebbe stato imprudente lanciare una campagna di propaganda anti-Crow senza poter offrire mezzi certi per levarseli dalla testa.
La notte del 4 dicembre successe qualche cosa che modifico' in modo violento e repentino la situazione. I Crow abbandonarono la loro calma, che li portava a usare la forza solo in situazioni difensive, e si scatenarono contro tutto cio' che in qualsiasi modo si opponesse al loro controllo, totale, sulla razza umana. Migliaia di persone scomparvero quella notte: o furono accoltellate per strada, o demolite elettroliticamente, o incenerite coi raggi laser, oppure il loro cervello fu, piu' semplicemente, fritto.
Per fortuna il sistema difensivo delle regine Coan era una cosa seria e l'allarme scatto' 12 minuti prima che le orde sanguinarie dei Crow si abbattessero sugli oppositori. Samuel, Marilin e quasi tutti gli altri erano riusciti a salvarsi scappando per cunicoli sconosciuti, guidati dalle androidi che non persero un solo istante e, comunicando tra loro con segnali a microonde, mantennero i fili dell'organizzazione garantendone la fuga.
Samuel si trovava nel retro di un furgone blindato truccato da trasporto gelati; stava urlando a una stupenda androide, nuda e sorridente:
"Dovete correre ad avvisare Mikaijll! Perche' non ci avete pensato? Come sarebbe a dire che non si sa dov'e'?"
"Lo stiamo cercando da quando e' scattato il pre-allarme" rispose lei, continuando a sorridere.
"Il Signor Kandinski e' scomparso; forse lo hanno preso prima che tutto iniziasse..."
Mikaijll Kandinski non l'aveva preso nessuno. Lui non si sarebbe mai fatto prendere da nessuno. Era inutile inseguirlo, nessuno sapeva fuggire come lui... Era ubriaco fradicio sdraiato su un cumulo di immondizia. Ogni tanto scoppiava a piangere e si lamentava:
"Ester... Ester... dove sei? Morbidapelle! Bellearance! Mambruca di ghiaccio! Serastagnante! Ursipidapolla! Oh! capelli di cellophan! Matita snodabile! Astromaiolica! Pannanonzia! Ah pannanonzia pannosa! Testuggine di sentimenti! La tua bocca convulsa! (ecc...) "
L'alcool era il suo rifugio, il suo sublime scampo. Nessun postino lo avrebbe trovato; neppure i santi postini di Gubbio che trovano anche i pazzi che si sono perduti e i lupi pentiti. Lui non c'era. Era uscito. E quando giunse a casa (camminando a quattro zampe, vomitando e rotolando per terra) e vide un uomo alto con una pietruzza nera sulla tempia sinistra e un friggi-cervelli in mano, non si accorse proprio di niente, ne' dell'espressione assente del viso dell'aggressore, ne' del lampo verde che partiva, ne' della ragazza che colpiva l'arma, deviando un poco il colpo, cosi' che qualche cosa del suo cervello si salvo'.
Nel retro del furgone per il trasporto gelati, che percorreva anonimamente le strade della capitale, l'androide ruppe il silenzio rivolgendosi a Samuel, pietrificato dall'ansia dell'attesa di avere qualche notizia sull'amico e sul procedere del massacro che si stava svolgendo quella notte: "Mikaijll e' vivo. Le mie sorelle lo hanno salvato per un pelo ma non sara' piu' lo stesso per un po' di tempo; e' stato colpito di striscio da un inceneritore cerebrale. Per fortuna era ubriaco. Dicono che in questi casi l'alcool protegga i tessuti. L'hanno portato al sicuro in un albergo del quartiere americano..."
Samuel tiro' un sospiro: "Quanti altri ne hanno eliminati i Crow?"
"Non si puo' dire ancora, ma parecchi comunque. Abbiamo captato dei messaggi di alcuni radioamatori. Pare che un po' dappertutto i Crow si siano accaniti contro i gruppi che li osteggiano, massacrando tutti quelli che hanno trovato. Sembra un'operazione a tappeto..."
"Che possibilita' abbiamo di continuare a esistere?"
"Il nostro creatore ci ha lasciato alcune istruzioni speciali nel caso che un'emergenza si fosse abbattuta su di noi e i pianeti abitati non fossero piu' un posto sicuro per la nostra organizzazione. A questo punto credo che dovremmo fuggire su un'astronave."
"Fantastico... E dove la troviamo un'astronave a quest'ora della notte? I negozi aprono alle otto domani mattina... Saremo gia' morti per quell'ora!"
"Noi abbiamo un'astronave... Ci servono 7 ore per attivare il piano di decollo interstellare..."
"Benedetto sia il grande Sushi! Spero tu stia gia' dicendo alle tue sorelline di indossare le tutine di volo..."
"Il piano 7 e' attivato, dolcissimo Samuel... Ora non ci resta che aspettare... Se vuoi potremmo spogliarci, per ingannare l'attesa" sussurro' Genny.
Samuel la guardo' ricambiando il sorriso: "Tu sei gia' nuda, tesoro!"
"Chi sei?" chiese Mikaijll al gatto. Il gatto non rispose. "Chi sei?" chiese la voce a Mikaijll. Mikaijll non rispose. "Chi sei?" insistette la voce. "Chi sei?" "Chi sei?"
Mikaijll si giro' dall'altra parte annodandosi tra le lenzuola, cercando scampo sotto il cuscino. Il gatto lo guardo'. La voce giro' intorno a Mikaijll arrivandogli dall'altra parte del muro. "Chi sei?" disse la voce.
Era inutile fuggire. Quella voce era dovunque. "Chi sei?" "Siamo arrivati alla neurodeliri!" Annoto' soddisfatta una seconda voce dentro di lui. "Non lasciarti andare, Mikaijll!" intervenne ansiosa un'altra voce ancora. "Ci vuol altro per me!" rispose una quarta voce. "Chi sei?" ripete' la prima voce. "Sono io!" tento' di rispondere Mikaijll, snervato da quell'interrogatorio.
Il gatto guardo' Mikaijll. Mikaijll guardo' il gatto. "Chi sei?" chiese Mikaijll al gatto. "Chi sei?" rispose il gatto. Dopo un certo tempo Mikaijll si mosse dal letto, strascicandosi per la stanza ingombra di ogni cosa. Mikaijll inciampo' piu' d'una volta, facendosi male alle dita dei piedi. "Chi sei?" chiedevano le cose a Mikaijll. "Chi cazzo sei tu? Stupido oggetto!" rispondeva Mikaijll alle cose.
Arrivo' al bagno. Accasciato contro il muro riusci' a pisciare centrando qualche volta il vaso del cesso. Poi si guardo' allo specchio del lavandino. La sua immagine dimessa lo guardo' con aria interrogativa. Mikaijll cerco' di prendere tempo spalmando il dentifricio sullo spazzolino. Se lo infilo' in bocca e comincio' ad agitarlo sulle gengive. Il lieve pizzicore che gli procuro' la pasta dentifricia, a contatto con la mucosa orale, provoco' un clic da qualche parte nel deserto sconfinato e vuoto della sua mente. Come se una diga fosse crollata, una valanga di sensazioni invase la sua desolazione mentale facendo fiorire immagini, riempiendo gli spazi, divorando le distanze. Come dall'anima di un gigantesco computer rianimato cominciarono a riaffluire al suo cervello le striscioline di carta stampigliata delle informazioni cerebrali.
Una nuova voce, stentorea e impersonale, con un vago accento meccanico, comincio' a dettare...:
Nome: Mikaijll
Cognome: Kandinski
Razza: bianca mediterranea
Eta': 27 anni
Tipo: umano
Occupazione: uccisore del tempo
Stato sociale: Iadu'.
Il senso degli ultimi due termini gli sfuggiva ma, complessivamente, si sentiva rassicurato. Torno' a letto e si rimise a dormire. Sogno' di essere uno stupido disegnatore di sinistra, perdutamente innamorato di una pupa niente male. Sogno' di starsene da qualche parte in campagna, a scrivere un romanzo per deliziare gli occhi di lei. Sogno' ancora di aver speso tutti i soldi per costruire una casa volante e sogno' che la casa non volava e i creditori non gli davano pace. Sogno' di avere vissuto molte vite e si ricordo' di quel che faceva tra una vita e l'altra. Sogno' che c'era un imbroglio da qualche parte e una Dea Madre con il volto di luce che gli diceva:
"Vai Mikaijll, tu sei il 357° a tentare. Gli altri 356 sono morti."
Sogno' un vecchio all'angolo di una strada. Aveva i capelli lunghi e muoveva le braccia ritmicamente. Gridava: "Mikaijll! E' tutto un imbroglio! La realta' e' manipolata! Niente e' vero!"
Sogno' di parlare con Alrobindo, il grande illuminato dell'antichita', e lui diceva: "E' il Samshara. Tutto e' Samshara. Tutto e' un sogno. Guarda sotto la superficie delle cose. Scoprirai che sotto c'e' solo un Cadram 3000 con tre miliardi di megabyte. Circuiti, fasci di energia. Niente di vero, insomma."
Poi sogno' di avere una pistola molto lunga e di correre per la strada ammazzando tutti quelli che incontrava. Sogno' anche che lei lo veniva a trovare. Poi apri' gli occhi. Vide il gatto che non gli chiese niente. Il gatto non voleva sapere chi lui fosse. Lui era Mikaijll Kandinski comunque. Il mondo avrebbe sentito parlare di lui.
Per ora non era necessario fare nulla. Doveva dormire. Non doveva rispondere a nessuna domanda. Lui sapeva tutto ma non avrebbe parlato. Lui non era un cagasotto come gli altri. Lui era duro come l'acciaio. Uomini di un'altra pasta.
"Chi sei?" chiese la voce.
"Chi sei?" chiese il gatto a Mikaijll. Mikaijll non rispose. Non aveva intenzione di farsi fregare. Non lo avrebbero fregato mai piu'. Poi si addormento' e sogno' di morire. Ma continuo' a vivere. Dormendo.
Sull'astronave era tutto quasi pronto. Marilin stava ricontrollando i piani di volo perche' non si fidava del tutto delle regine Coan ma non c'erano errori. Quando tutti erano gia' a bordo si seppe che Mikaijll Kandinski, fuori di se' per l'alcool e la scossa cerebrale, era scappato dalla scorta che lo proteggeva. Fuggendo dall'albergo aveva preso a pugni tutti, danneggiando gravemente due Regine robot. Di lui si erano perse le tracce. A malincuore si decise di decollare ugualmente; ne andava della pelle di tutti. Cosi' partirono lasciando sulla terra soltanto 5 regine Coan con l'incarico di cercarlo e impedire che gli succedesse qualche cosa di male.
Fu mentre ancora rantolava nel delirio che, agitando le braccia e annaspando con le mani, Mikaijll urto' accidentalmente il pulsante della radio che si trovava sulla tastiera del letto (in quella stanza squallida di quell'hotel malfamato, in quel quartiere-bidonville dove si accalcavano miserabili famiglie nordamericane coi loro nugoli di bambini sporchi e urlanti, con le loro puttane magre e i loro macro armati di coltello). La radio si accese gracchiando e, tra fischi e gracidii, una voce ansiosa disse:
"Attenzione! Attenzione! Qui "Sentiero Luminoso" che parla. Non sappiamo se qualcuno ci ascolta. Ripeteremo questo messaggio ogni 30 minuti. Chi conosce l'Uomo Taro? Chi conosce? Seguite le coordinate di Malibu, 25,29,16° parallelo, 28° meridiano. Uomo Taro, ascolta una rosa! Parla! Parti!!!"
Poi la trasmissione si interruppe. Pochi istanti dopo Mikaijll usci' urlando dall'albergo, abbattendo la sua scorta e sparendo nel nulla.