MORBIDE GALASSIE di Jacopo Fo - Capitolo 12
Inviato da Jacopo Fo il Mar, 04/18/2006 - 17:14MORBIDE GALASSIE
La vera storia di Mikaijll Kandinski, dell'invasione del mondo e dei mostruosi Crow
Capitolo 12
Vivere come uno straccione in una grande citta' non e' difficile, forse non comodo, ma non troppo difficile. C'e' sempre qualcuno, in qualche ristorante, disposto a darti qualche avanzo e un pezzo di pane e si riesce pure a trovare un buco dove dormire quando piove, in un cantiere, in una casa abbandonata o in qualche rudere. Bisogna solo non essere troppo esigenti sul concetto di "vivere".
Mikaijll non era esigente per nulla. Non gli importava piu' nulla di nulla. Non vi era nulla che destasse in lui un qualunque interesse. Viveva guardando fuori di se', senza osservare, con gli occhi incispati sopra la barba sporca e incolta. Ogni tanto il suo corpo voleva qualcosa, cibo o sonno, e lui cercava in qualche modo di tacitare quella richiesta senza concedersi altro che l'indispensabile.
Era come uscito dal film. Si era scordato di esistere. Passando cosi' una settimana, poi un mese, poi un altro. Mikaijll Kandinski aveva ormai gli occhi foschi e l'aria disfatta. La sua salute era al fine collassata per via che vivere d'avanzi non e' ricostituente. Si trascinava per la strada strisciando una gamba zoppa, col ginocchio perennemente gonfio e le gengive che gli sanguinavano. Il corpo asciutto e atletico del monaco si era sfranto contro le vicissitudini della vita, inflaccidendosi e scoppiando qua e la'. Ogni tanto cercava di riprendersi, riprovando quegli esercizi simili a una danza che gli avevano dato la forza e il vigore negli anni passati al Tempio. Ma era il vago, tremolante contorcersi di un pinguino ubriaco. Non si reggeva piu' neppure in piedi e usava due manici di scopa a mo' di bastone per spostarsi dal lercio cumulo di stracci dove passava la notte fino ai luoghi dove si procurava quel po' di cibo necessario a non morire subito.
Quel giorno era riuscito ad arrivare fino al "Bianco Ospizio di Carita'" dove ingioiellate dame Kavite davano cibo ai poveri della citta'. Gli piaceva quel posto, anche se era un po' troppo lontano dal luogo dove dormiva. Il cibo era caldo e pulito e i vestiti delle nobildonne gli ricordavano che anche lui, un giorno, aveva avuto una vita, ed emozioni, e tormentose avventure. Aveva molta fame. Si sedette intorno al grande tavolo tra gli altri poveri puzzolenti, nella vuota attesa del cibo, insensibile alle inutili chiacchiere degli altri pezzenti, e ai peng-trink elettronici dei giochi e dei flipper che l'ospizio metteva gratuitamente a disposizione per la ricreazione dei derelitti.
Finalmente una mano candida, incorniciata dal bianco polsino di pizzo del vestito, gli porse un piatto colmo di pasta e fagioli profumata sulla quale galleggiava una ricca foglia di basilico spruzzata di olio d'oliva . Mikaijll guardo' il bel viso della giovane dama e lei lo ricambio' con un conveniente sorriso. Mikaijll mangio' e il buon sapore gli filtrava nel cervello salendo come una sottile nebbia ridando fiotti di lucidita' alla sua mente. Come il Vim Clorex sulle piastrelle sporche. Vicino a lui c'era uno straccione che aveva una faccia che gli ricordava qualcuno. Lui lo guardo' e gli disse: "Non ti sembra che tutta questa storia sia priva di senso?" Mikaijll non capi' neppure le parole. Il suo cervello era bloccato.
Alla fine del lauto pasto, innaffiato di abbondante pane e acqua, la piu' anziana delle dame richiamo' con simpatici urletti l'attenzione dei presenti:
"Carissimi, e' mia letizia potervi dare un lieto annuncio. Perseguendo il nostro scopo di aiutare non solo il corpo ma pure l'anima dei nostri fratelli piu' sfortunati, speriamo farvi cosa gradita potendovi offrire, grazie anche al gentile interessamento del rettore magnifico dell'Universita' di Schalib, un Crow. Un Crow, assolutamente gratuito, che vi sara' donato oggi stesso, qui! Per l'esattezza oggi disponiamo di 10 Crow offerti dalla ditta Platooon. Ne potremo offrire dieci ogni settimana grazie a un accordo stipulato con la Progress Industry Agency. Allora, sarete certo impazienti di averne uno. Bene, poco a poco accontenteremo tutti. Chi vuole infilarselo oggi?"
Un gruppo di quattro o cinque barboni si lancio' avanti vociando un "Io! Io!" Da scolaretti che li faceva apparire piu' desiderosi di mettersi in mostra con la dama Kavita, per un surplus di minestrone e sorrisi, che realmente ansiosi di avere infilati in testa quei mostruosi giocattoli bionici.
L'entusiasmo dei presenti non fu comunque corrispondente all'attesa delle dame, tanto che la piu' anziana, che faceva da banditrice, dovette insistere e aizzare piu' volte i presenti cercando di dar via i dieci Crow. Avere un Crow gratis non era in effetti una gran cosa. Era piena la citta' di associazioni e fondazioni che li regalavano. Alla fine ne mancava solo uno da piazzare e le dame, spumeggianti di sorrisi e moine, si lanciarono in un estenuante gioco di incoraggiamenti, certe che era impossibile che qualcuno non accettasse un loro dono, qualunque cosa fosse.
"Su ragazzi, non fate i timidi! Ce n'e' ancora uno! Questo vostro altruismo vi fa onore ma non preoccupatevi, ce ne sara' per tutti."
"Su, su!" incalzava un'altra.
"Avanti! Chi si getta nella mischia per primo?"
La ragazza piu' giovane, che fino ad allora si era tenuta un po' in disparte, si lancio' anche lei negli incoraggiamenti, con tutto il peso della sua eta' e della fragranza della sua pelle.
"E tu? Tu non vuoi un bel Crow caldo dietro i tuoi occhi?" chiese a Mikaijll immerso, quasi assente, nelle nuvole vuote dei suoi pensieri. Mikaijll si accorse, sbigottito, che qualcuno gli stava parlando. La sua mente non aveva ben capito cosa stesse succedendo ne' d'altra parte se ne interessava.
"Allora vuoi?" insiste' la ragazza. Mikaijll si senti' un po' come i bambini a scuola quando non sanno rispondere alle domande a sorpresa della maestra.
"Vuoi o no?" ripete' la fanciulla alludendo con gli occhi a tutte le cose che un uomo non avrebbe potuto non volere da lei. Mikaijll rispose timidamente "Si'" non sapendo negarsi a quel sorriso morbido, opulento e carnoso, senza sapere ancora cosa si volesse da lui. Le dame erano veramente entusiaste. Lo coprirono di moine e carezze, lo fecero sedere davanti a tutti. Lui sorrideva lusingato da quella gioia e da quell'interessamento. Sorrideva con l'aria stolta dell'alienato di mente. E piu' sorrideva piu' lo indoravano. E lui continuava a sorridere, assumendo un'aria sempre piu' tronfia.
Una dama estrasse una specie di pistola dal cofanetto istoriato, vi inseri' un'ampolla di vetro, la punto' alla tempia di Mikaijll e sparo'. Mikaijll sorrideva ancora. Poi, un attimo dopo, si rese conto di cosa era successo. C'era qualcosa di nuovo nel suo cervello.