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MORBIDE GALASSIE di Jacopo Fo - Capitolo 13

MORBIDE GALASSIE
La vera storia di Mikaijll Kandinski, dell'invasione del mondo e dei mostruosi Crow

Capitolo 13

Gli pizzicava il naso. Poi alcune scie colorate cominciarono a scivolare sulla sua mente come rotoli di immagini sputate da un calcolatore simbolico a imposizione cromatica. I suoi pensieri, tutti i suoi pensieri, furono rapidamente ordinati, disposti razionalmente, divisi per tipi e argomenti, negli scaffali lungo le pareti della sua mente. La sua testa non era piu' un oscuro ammasso di sostanze, spazi vuoti e ricordi, tenui fili colorati stagliati sul nero del buio sotto la calotta cranica. La sua mente era un comodo, confortevole spazio abitativo disegnato da un grande designer, all'interno di un guscio ovoidale, chiaramente illuminato.
Il computer di bordo era ineccepibile in grado di ricavare da qualunque cosa tutte le infinite possibili informazioni a essa connesse. Mikaijll si scopriva ogni tanto a giocare, a chiedersi le cose piu' impensate, e si divertiva immensamente scoprendo che era in grado di rispondersi. Cosi' si accorse di sapere tutti i nomi di tutti i marinai della Pinta e della Santa Maria in rotta per le Americhe; cosi' pure i nomi delle mogli e delle madri, e per sommi capi la storia delle loro vite. Sapeva quanto faceva 60727 x 139 x 1402 - 6074 -191 o il colore del vestito di Madame Schoghin la sera che pranzo' col conte di Clevar durante il primo volo interstellare e cosa mangio' Giulio Cesare un martedi' del marzo del 40 a.C. e come si dice "gli elefanti sono molto grandi" in 39 lingue vive e in 12 morte.
Quando quel gioco lo stufava, automaticamente, la stanza della sua mente si svuotava riprendendo la forma iniziale dell'interno di un uovo caldo, fresco, luminoso e colorato. Restava solo un ronzio a cullarlo nel silenzio, e lui si sentiva in pace, tranquillo e appagato. Restava cosi', senza pensieri, per ore, per giorni. Se l'ansia lo assaliva ancora, la sua mente ricominciava a sommergerlo di pensieri esatti e inconfutabili, informazioni certe, rapporti analitici, fino a che il suo spirito non si calmava di nuovo.
Mikaijll viveva cosi' senza veri e propri pensieri, senza una volonta' espressa, annullato da quella poderosa forza logica che rispondeva immediatamente a qualsiasi domanda, investendolo di risposte, bloccando sul nascere qualsiasi dubbio o problema. Viveva una realta' semplificata, imbevuta di certezza matematica, elementare, ineccepibile, armonicamente sintonizzata.
I Crow avevano il controllo sul pianeta. Il 92% della popolazione aveva un Crow incastonato nel cervello e dalle colonie sugli altri pianeti non giungevano notizie migliori. Tutta la vita sociale aveva tratto grande beneficio da quella semplificazione e nazionalizzazione delle aspirazioni e dei comportamenti. Cosi' Mikaijll trovo' semplice e spontaneo andare in un ospedale, farsi curare il ginocchio, trovarsi un lavoro qualsiasi come lavapiatti in un ristorante, affittarsi un buco per dormire e vivere piu' pacatamente il suo grigiore. Il sistema mentale del Crow lo induceva a vivere senza porsi grandi problemi, occupandosi soltanto di appagare i bisogni spiccioli del suo essere. Un pasto caldo e un libro di fantascienza.
Ogni tanto si sentiva ribollire il sangue e allora andava "Al Gaaga' dei desideri", un locale poco lontano, dove con 400 piastre era possibile immergere l'asta carnosa tra le chiare volutta' di una fanciulla dedita agli antichi commerci che conosceva per esperienza tutti e diecimila i modi per far godere un uomo.
Fu proprio in quel bordello, decente e razionale, che incontro' quel mercante di piaceri che l'aveva ingaggiato, appena fuggito dal monastero, come amatore in quel carrozzone al luna park. Erano passati poco piu' di due anni da quel giorno ma a quel tipo pareva fossero bastati per migliorare sensibilmente il suo stato sociale. Aveva un brillantino nero sulla tempia sinistra, vestiti da gran signore, un tono di voce da persona che i soldi ce li ha veramente. Il Crow nella testa di Mikaijll si mise in comunicazione con quello del tenutario. Mikaijll analizzo' con fantastica razionalita' tutte le possibilita' che gli offriva quell'incontro e il suo computer di bordo gli forni' elaborazioni sugli sviluppi e sui vantaggi che questo fatto poteva portare. Fu cosi' che Mikaijll lo avvicino' e gli propose di rimettersi in affari insieme. Ma questa volta il monaco ragionava in grande.
In effetti aveva osservato quanto grezzo fosse, alla fine dei conti, l'intrattenimento erotico che il mercato offriva. L'idea di Kandinski era di impiantare un grande bordello di concezione moderna con personale accuratamente selezionato e addestrato, arredi favolosi, un servizio attento e scrupoloso, pulizia e, soprattutto, l'offerta di situazioni veramente esplosive.
Dopo qualche insulto e mugugno per il comportamento del monaco al suo primo ingaggio, l'uomo comincio' a interessarsi alla proposta e prima di due ore aveva gia' firmato 4 assegni per coprire le prime spese. Fu cosi' che nacque "Il Paradiso dei Sensi", un immenso Luna-Park del sesso di lusso, dislocato sui 9 piani di un palazzo quadrato che misurava 800 metri di lato e al cui interno si estendono infinite sale, piscine, teatri, piccoli boschi, prati e grotte sotterranee.
Oltre agli spettacoli di orge sconvolgenti e rapporti di ogni tipo fra donne, uomini e animali, vi erano stanze per accoppiamenti e ristoranti dove i cibi erano serviti sul ventre di giovani ragazze o ragazzi. C'erano macchine che succhiavano, lambivano, strusciavano, ungevano, grattavano e penetravano, con protuberanze di lattice morbidissimo, e c'erano sosia perfetti dei sex symbol cinematografici degli ultimi 500 anni, disposti a fare qualunque cosa, anche in gruppo...
Poi c'era il pezzo forte: 500 sale dove era possibile rivivere ogni sorta di emozione erotica: la rievocazione dell'assalto al villaggio delle Amazzoni con le femmine terrorizzate che fuggono, urlando, e i maschi predatori che spietatamente le catturano lanciando reti e cappi. La classe della scuola elementare dove il maestro va ad insegnare per la prima volta e si ritrova davanti a un nugolo di piccoli demoni lascivi; il povero miliardario timido, rapito da un nucleo di fanciulle del sex liberation che lo violentano selvaggiamente sulla bandiera rossa, riprendendo tutto in videotape; la ragazzina lentigginosa che ti chiede di lasciarglielo baciare perche' ha paura del buio e, se voi vi rifiutate, vi salta addosso aiutata da dieci pupe vestite di cuoio e adornate di seni prorompenti; le sirene che cercano di sedurre i marinai che attraversano in barca l'oceano; le 4 ragazze rapite dai banditi che voi andate a salvare, raccogliendo poi la loro riconoscenza; il tubo d'aria dove amarsi in assenza di gravita' e uno scivolo fatto coi corpi cosparsi d'olio profumato di 50 ragazze bionde (o 50 ragazzi); inoltre, "qualunque desiderio strano possiate avere, il Paradiso dei Sensi e' in grado di offrirvi la collaborazione di personale ansioso di aiutarvi a realizzarlo".
Mikaijll il monaco viveva cosi', controllando i corpi delle ragazze, l'efficienza dei servizi e il buon funzionamento degli intrattenimenti. C'erano 2000 ragazze tra le quali poteva scegliere in ogni momento e almeno altrettante che le sue tasche avrebbero potuto pagargli a dieci per volta o anche tutte insieme. Viveva sazio e vittorioso ogni giorno, un giorno dopo l'altro.
Un mattino, ubriaco, pieno di donne come al solito ma ancora desideroso, vide che una ragazza veniva verso di lui. Aveva gli occhi castani e i capelli mesciati in diverse tonalita' di biondo e un puntino nero che brillava sulla tempia sinistra. La ragazza si fermo' a due passi da lui e gli domando' a bruciapelo:
"Allora, Mikaijll, ti piacciono i Crow?"
"Certo che mi piacciono, ragazza... ma come sei entrata qui senza farti annunciare?"
" Io entro dove voglio... e' il mio Crow che mi porta... Sono venuta per sapere come stai... se ti piace questo mondo, se c'e' qualche cosa che ti manca..."
"Non mi manca niente, grazie, tutto e' meraviglioso. Tutto quello che voglio lo posso comprare."
"Ci fa un sacco piacere sentirti parlare cosi', sapere che finalmente, anche tu, hai capito cosa e' meglio. Ti ricordi com'era il mondo una volta? Sofferenze, fame, guerre, odi e follia... Tutto e' stato cancellato grazie ai nostri gentili ospiti... Tutti sono felici... Niente piu' fame, niente piu' guerre... Puo' forse esistere un mondo migliore di questo?"
"Certamente no, mia cara amica. Nulla e' meglio della pace dello spirito che una mente tranquilla ci puo' regalare."
"Bene Mikaijll. Lavora, divertiti e sii fiducioso. Il futuro sara' per te ben piu' piacevole di quanto tu possa immaginare... sono molto contenta!"
"Grazie fanciulla, buona fortuna anche a te..."
La ragazza lo saluto', si volto' e inizio' a tornare sui suoi passi. Mikaijll la trattenne un istante chiedendole: "Ragazza, posso sapere il tuo nome visto che sei stata cosi' gentile con me?"
"Il mio nome e' Ester Schu Zai."
"Un bel nome" concluse Mikaijll mentre lei si allontanava dirigendosi verso l'uscita.

Il mondo era una sublime mangiatoia colma di ogni ben di Dio. La vita era un raffinato intrattenimento senza imperfezioni. Nei momenti di noia Mikaijll aveva preso l'abitudine di leggere libri di fantascienza. Ne aveva letti centinaia. Gli era piaciuta molto la storia di un computer che aveva conquistato il mondo e di un uomo che lo aveva sfidato a scacchi. L'uomo si accorge di non poter vincere il computer e allora comincia a giocare una partita senza ne' capo ne' coda facendo, volutamente, mosse troppo assurde e il computer, non riuscendo piu' a capirci niente, si surriscalda, fa corto circuito, gli saltano le valvole e impazzisce. In un altro libro lesse una frase: "Non e' mai tutto perduto!"
Una notte si sveglio' urlando. Aveva sognato di essere uno struzzo innamorato di una giraffa ma un branco di Koala velenosi l'aveva circondato, con la netta intenzione di rivenderlo, un tanto al chilo, a un rinoceronte giallo. Resto' tutta la notte con gli occhi sbarrati nel vuoto. Non pensava, non dormiva. Guardava un punto scuro dimenticato dalla sua anima. La mattina usci' presto sforzandosi di agire senza pensare, continuando a fissare quel punto nel profondo di se'. Noleggio' un'auto a combustibile, una fuoristrada, riempi' il serbatoio con 50 litri di carburante e si diresse verso il deserto che si estendeva a sud della capitale. Viaggio' per ore e ore sforzandosi di non pensare mai. Viaggio' fino a quando il carburante fini' e la macchina si fermo'.
Aveva percorso 600 km. Aveva con se' solo un po' d'acqua e nient'altro. Per uscire di li' doveva camminare per 200 km, non aveva nessuna possibilita' di trovare un passaggio. Volutamente si era diretto in una zona che nessun individuo sano di mente avrebbe tentato di attraversare. Presto la fame lo avrebbe attanagliato e il suo corpo avrebbe avuto bisogno di tutte le sue forze per sopravvivere: avrebbe divorato tutti i grassi superflui, avrebbe consumato tutte le cellule vecchie o malate e alla fine si sarebbe avventato sull'ospite, il Crow che stava nella testa del monaco. Chi era il piu' forte dentro Mikaijll? Il suo corpo o il Crow? Questo si sarebbe visto presto.
Mikaijll inizio' a camminare verso sud e il Crow dentro di lui inizio' a razionalizzare la situazione. Il computer di bordo dava responsi negativi. Non c'era nessuna possibilita' che un uomo riuscisse a percorrere 200 km di deserto a piedi, fuori dalle piste, senza bussola, senza cibo e con soltanto due litri di acqua. Il Crow gridava disperato nella mente di Mikaijll e Mikaijll usava tutta la sua forza per soffocare quelle grida, perche' nessuno sentisse quel richiamo d'aiuto. Ogni volta che il Crow riprendeva in analisi la situazione e forniva nuovamente una diagnosi senza via d'uscita Mikaijll ghignava soddisfatto. Forse lui sarebbe morto ma sicuramente il Crow sarebbe morto prima.
Mikaijll cammino' 10 giorni prima di finire del tutto l'acqua e le forze e rendersi conto che si era perduto. Poi si accorse che il Crow dentro di lui aveva finito di esistere. Il suo cervello era ridiventato un'ammasso di neutroni, un'antro buio e primitivo nel quale i pensieri e le concatenazioni mentali si susseguivano incerte, producendo scintille e tracce di luce come piccole saette nel buio. Disgraziatamente non aveva molte possibilita' di uscire vivo da li'. Il suo cervello continuava a ordinare alle sue gambe di camminare e le sue gambe continuavano a ubbidire e si trascinavano lente sulla sabbia ma Mikaijll non avanzava di un solo passo: era sdraiato per terra, su di un fianco e annaspava disordinatamente. Avrebbe scambiato diecimila figurine di calciatori per un bicchiere d'acqua.

La "Speranza di Sherazade" era l'astronave che ospitava i resti della ditta. Era posteggiata su una rotta ellittica intorno a un buco nero, virtualmente al sicuro da qualunque rilevazione radar. Era una struttura immensa, con vasche piene di pesci e allevamenti di bestiame ed era veramente incredibile che fosse stata costruita secoli e secoli prima. Samuel stava ascoltando l'ultima relazione sulla realizzazione della macchina "Leva-Crow": il lavoro procedeva senza grandi successi. Alla fine chiese: "Ci sono notizie dalle regine Coan che abbiamo lasciato per ritrovare Mikaijll?"
Marilin 'O Connor lo guardo' con aria penosa e rispose: "Si', Samuel. I Crow le hanno trovate e demolite! Mikaijll puo' sperare solo in se' stesso."
Samuel abbasso' gli occhi senza dire niente, quel fottuto monaco una volta gli aveva salvato la vita senza permettergli di ricambiargli la cortesia.

A volte gli uomini muoiono veramente. La vita si spegne improvvisamente senza lasciare neppure il buio. Il romanzo si blocca e non resta nessuno a raccontare piu' niente. A volte invece continua e chi ha intrapreso qualcosa ha la grazia di poterla finire. A volte arriva la cavalleria blu a salvare chi ha ancora da vivere. A volte una bella infermiera bianca giunge appena in tempo a medicare, con le sue morbide mani, un uomo che galleggia sull'abisso. Il piu' delle volte se ci si salva lo si fa da soli, con le unghie e coi denti. In generale, comunque, semplicemente, non ci si salva e finisce che si muore.
Mikaijll si risveglio' che l'aria intorno a lui sapeva di muffa fredda. Le pareti della stanza erano di roccia, la luce era poca. Anche la vita era poca ma c'era ancora. Qualcuno lo curava, ma non era una donna, aveva la barba. Quando ebbe la forza di alzarsi a sedere volle sapere dove fosse finito. L'uomo con la barba gli sorrise e usci' chiudendo la porta dietro di se'. Rientro' con un altro uomo, piu' alto di lui.
"Salute Mikaijll" disse l'uomo da dietro gli occhiali da gatto. Mikaijll lo guardo'. Aveva la vista annebbiata e non sapeva chi fosse quel tipo ne' cosa volesse da lui.
"Ce ne hai messo per arrivare!" continuo' l'uomo.
"Chi siete?" profferi' confuso Mikaijll.
"Come "Chi siete?" Vuoi dire che hai percorso 100 miglia nel deserto rischiando di morire e non sai perche' sei venuto qui?"
"Incubi." Penso' Mikaijll, ovunque andava qualcuno pretendeva di sapere perche' lo facesse; raccolse le sue forze, parlava a fatica.
"Non so niente di voi... mi sono perso nel deserto... Vi ringrazio... ma non sono venuto per voi..."
L'uomo lo scruto' con un mezzo sorriso della sua bocca sottile e secca:
"Hai una cicatrice sulla tempia, avevi un Crow... come hai fatto a toglierlo?"
"Ho camminato nel deserto senza ne' cibo ne' acqua..."
"Un metodo un po' violento ma evidentemente efficace... come mai non hai provato con un LevaCrow?"
"Non ero sicuro che funzionasse veramente... e non ero sicuro che il Crow mi avrebbe lasciato fare un secondo tentativo di buttarlo fuori dal mio cranio se il primo fosse fallito."
"Sei molto determinato... ma sei sicuro di non aver mai sentito il nostro annuncio? Sono mesi che lo ripetiamo su tutte le bande radio, a tutte le ore... tutti i giorni..."
"Quale annuncio?"
L'uomo col naso adunco e gli occhiali da gatto tiro' fuori da uno spacco laterale della tunica, color verde profondo, un piccolo attrezzo rettangolare. Schiaccio' un pulsante e si udi' una voce:
"Attenzione! Attenzione! Qui "Sentiero Luminoso" che parla. Non sappiamo se qualcuno ci ascolta. Ripeteremo questo messaggio ogni 30 minuti. Chi conosce l'Uomo Taro? Chi conosce? Seguite le coordinate Malibu, 25, 29, 16¡ parallelo, 28¡ meridiano. Uomo Taro, ascolta una rosa! Parla! Parti!"
Mikaijll guardo' i due uomini con aria diffidente:
"Si', ho sentito questo comunicato ma se pensate che sia qui per questo vi sbagliate. E' assolutamente un caso.
"La casualita' non esiste!" disse in tono definitivo l'uomo con gli occhiali da gatto. Mikaijlll resto' solo e si addormento'. Passando dal sogno al dormiveglia e di nuovo al sonno. Passarono alcuni giorni, in quella specie di grotta; Mikaijll seppe di trovarsi sotto terra, nel Quartier Generale dei Sentiero Luminoso.
Piano piano il suo corpo si riprese, le ferite e il dolore e la stanchezza si affievolirono. Ogni tanto Sun Yatz Zen, l'uomo con gli occhiali da gatto, veniva a trovarlo informandosi sulla sua salute e chiacchierando, senza pero' ritornare sull'argomento del comunicato radio.
Aveva un'abbondante massa di riccioli neri, un viso asciutto, guance incavate, mento prominente, naso adunco, un collo lungo, occhi mobili e accesi, un corpo slanciato e asciutto come il viso, una corporatura da intellettuale e gli occhiali da gatto. Parlava con Mikaijll di numerologia e principi matematici, di magia bianca, di incantesimi e prodigi. Sun Yatz Zen aveva un'idea di queste cose molto distante dalla tradizione dei monaci Kao, cosi' legati all'ascesi.
"Se voglio una mela me la compro" diceva. "E' inutile digiunare una settimana per riuscire a creare l'apparenza di una mela. Non avra' mai tutte le qualita' di una mela nata su un albero. La magia vera, l'alta magia, non si occupa di stupire una folla di monaci sciocchi, popolani e burocrati statali. La magia serve per conoscere il cuore delle cose, sapere come sara' il futuro per vincerlo. E' sciocco usare la forza della mente per fare cio' che la forza del corpo puo' ugualmente produrre. La mente va usata per capire. E poi non capisco questo disprezzo dei mistici per il Samshara. E' vero. Niente esiste veramente. Siamo solo proiezioni, immagini registrate nel computer cosmico. Viviamo in un video games tridimensionale e altrove nel cervello della macchina esistiamo solo come stringhe di numeri binari. Ma che importa! Quest'illusione e' bellissima. La terra e' solida, i seni delle donne fragranti. Perche' dovrei passare tutta la vita a praticare il digiuno e la sofferenza per poter forse un giorno constatare, con i sensi allargati dell'illuminato, che tutto quello che mi piace della vita e' solo illusione?"
Mikaijll ascoltava quei discorsi e non poteva non riconoscere che Sun Yatz Zen avesse ragione su parecchi punti. Si chiedeva se la sua magia fosse veramente piu' forte di quella dei monaci Kao. Finalmente Mikaijll ebbe la forza di alzarsi dal letto, camminare per la stanza e uscire sul lungo corridoio, illuminato dalla luce fioca delle lampade magnetiche, dove si aprivano decine e decine di porte. Sun Yatz Zen lo accompagnava in quelle passeggiate parlando un po' di tutto. Un giorno lo guardo' con aria grave, gli appoggio' una mano sulla spalla e inizio' a parlare con l'espressione di chi si sarebbe interrotto solo se gli avessero sparato: "Tu sai come me quale immensa minaccia gravi sulla terra. Un'armata di esseri sconosciuti sta conquistando le menti degli uomini. e' tremendo. Non so se, come sostengono le profezie dei Cado, questo fatto segnera' la fine della razza umana o la fine stessa dell'universo. Certo e' che noi, tra i pochi a rendercene conto, non possiamo non tentare di impedire che cio' accada. Io ho passato tutta la mia vita a studiare i Crow. Credo di aver scoperto come combatterli. Io sono convinto che i Crow siano un unico essere composto da cellule diverse collegate telepaticamente tra loro. Essi hanno una struttura gerarchica e c'e' un Crow capo-imperatore che e' il loro centro, il loro cuore: funziona da catalizzatore, una ricetrasmittente, la base non solo della loro vita sociale e della loro capacita' offensiva ma pure della loro sopravvivenza.
Questo e' il"cuore" vitale per i Crow cosi' come lo e' il cuore degli esseri umani. I miei studi hanno mostrato che questo imperatore dei Crow sta anch'esso nel cervello di un uomo e ho scoperto come fare per distruggerlo in modo tale che la sua morte si ritrasmetta a tutti i Crow presenti nella nostra galassia, sterminandoli."
"Beh, ma se e' cosi' semplice" taglio' corto Mikaijll "perche' non li avete gia' eliminati?"
L'uomo, con consumata abilita' dialettica, non lascio' neppure per un attimo che il sarcasmo un po' irrispettoso lo toccasse. Anzi, al contrario, si mostro' soddisfatto dell'affermazione di Mikaijll:
"Questo e' proprio il punto della questione: distruggere i Crow e' virtualmente piuttosto facile; gia' da tempo abbiamo progettato e costruito un proiettore a raggio, in grado di eliminare definitivamente i Crow. L'unico problema e' che l'uso del raggio e' proficuo solo se diretto contro il cuore dei Crow. E individuare il cuore dei Crow e' molto difficile. Da sei anni con i miei compagni del Sentiero Luminoso stiamo cercando in ogni modo la soluzione di questo problema. I Crow forse sospettano di noi e di certo non fanno nulla per renderci il compito piu' facile. Anzi, sembra quasi che pratichino una sorta di costante camuffamento, fingendo che il capo sia ora l'uno ora l'altro, fornendo costantemente piste false. Vi sono ormai almeno dieci miliardi di Crow nella galassia e il nostro tentativo di trovare il loro cuore rischia di essere irraggiungibile. Ecco il motivo del comunicato. Noi di Sentiero Luminoso abbiamo iniziato la ricerca dell'uomo che sa, di colui che i libri sacri chiamano "Uomo Taro". Cosi' e' nato il messaggio radio che sotto un linguaggio apparente nasconde un testo subliminale che solo l'Uomo Taro e' in grado di percepire."
Sun Yatz Zen interruppe quella conversazione e insieme a Mikaijll, che rifletteva, iniziarono a scendere una scaletta pavimentata da pietre che avrebbero potuto essere giganteschi diamanti.